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« Vita dell'istituto e ra...I figli hanno colpa? »

Vita dell'Istituto e rapporto con gli operatori (IV parte)

Post n°70 pubblicato il 18 Febbraio 2008 da geko1963
 

 

Tutela della salute in carcere

 

In carcere, gli spazi ridotti e la convivenza forzata possono comportare dei rischi per la salute. Osservi questi consigli di comportamento e la sua salute sarà più tutelata.

 

Regole generali per una vita in carcere più sana possibile

 

Se resta a letto tutto il giorno, la notte avrà difficoltà a dormire. Cerchi di alzarsi presto il mattino e di fare del moto: anche in cella è possibile fare ginnastica. Appena può, esca all’aria aperta e prenda il sole: fa bene al fisico e migliora l’umore.

Curi in modo particolare l’alimentazione. Non conservi i cibi deperibili (carni, latte, etc.) da un giorno all’altro, specialmente d’estate o quando il riscaldamento è acceso. Sbucci la frutta e lavi la verdura. Se ha problemi di masticazione, o di digestione, lo faccia presente al medico, che valuterà le sue condizioni e le prescriverà una dieta appropriata.

Non assuma vino assieme agli psicofarmaci o al metadone: questo causa gravi danni, fisici e mentali, e costituisce un’infrazione disciplinare. Si ricordi che è vietato accumulare vino oltre la dose giornaliera (mezzo litro) e, comunque, lo consumi con moderazione.

L’autolesionismo (tagliarsi, inghiottire lamette, varechina, etc.) influisce negativamente sugli esiti dell’osservazione. I suoi diritti li può rivendicare con i mezzi previsti dalla legge, cioè delle richieste scritte rivolte alle persone competenti, mentre un atto di autolesionismo non le farà certamente raggiungere lo scopo che vorrebbe.

Farsi i tatuaggi non è consentito perché l’uso di aghi, o di altri strumenti che comunque non sono sterilizzati, comporta la trasmissione di malattie, anche gravi.

In carcere i rapporti sessuali sono vietati, come già detto in precedenza. Possono anche essere il mezzo di trasmissione di diverse malattie: A.I.D.S., epatite B, sifilide.

Non scambi oggetti per l’igiene personale (rasoi, spazzolini da denti, etc.), biancheria, calzature, con altri detenuti. Anche attraverso questi oggetti può ricevere contagi: dalla epatite, alla scabbia, ai funghi della pelle.

Tenga aperta il più possibile la finestra della cella, per garantire il ricambio dell’aria.

 

L’importanza dell’igiene

 

Quando le danno la fornitura, controlli che il materasso, il cuscino, le lenzuola e gli altri oggetti del corredo personale siano puliti.

Appena fa ingresso in una nuova cella la pulisca accuratamente, anche se le sembra già in ordine.

Se non ha soldi, chieda all’amministrazione i prodotti per l’igiene personale e per la pulizia della cella (con un’apposita domandina).

Tenga costantemente puliti i ripiani dove conserva il cibo, le stoviglie, il lavandino, il water.

Non entri nelle docce a piedi nudi: rischia il contatto con funghi e verruche. È consigliabile fare la doccia tutti i giorni (la doccia serve soltanto per lavarsi, non per farsi la barba o lavare i vestiti).

 

 

Le regole per la pulizia

 

Per regolamento deve curare la pulizia della sua persona e della cella in cui si trova. La doccia è consentita tutti i giorni ed in particolare è prevista al rientro dalla palestra, dal campo sportivo, dalla scuola o dal lavoro.

 

Rapporti con il servizio sanitario

 

All’ingresso nel carcere viene sottoposto a vari esami e il medico le chiede anche se vuole fare il test dell’H.I.V.: il modo migliore per difendere la sua salute è di accettare.

Il medico le chiede anche se è tossicodipendente o alcooldipendente; se lo è, lo dichiari: otterrà l’assistenza degli operatori del Ser.T. o del Centro Alcoologico. Se non ha dichiarato questa sua condizione alla visita di primo ingresso lo faccia il prima possibile (segnalandosi a visita medica), così potrà ricevere le cure del caso.

I dati sulla sua salute sono riservati e i medici sono vincolati dal segreto professionale: se ha una qualsiasi malattia ne parli con loro senza timore.

Il servizio sanitario penitenziario non fornisce soltanto i farmaci, ma visite specialistiche (es. dentista, oculista, cardiologo, infettivologo, etc.) esami clinici, cure presso i centri clinici: se ne ha bisogno, chieda queste prestazioni.

Per essere visitato dal medico penitenziario deve prenotarsi la sera, lasciando il suo cognome all’Agente in servizio nella sezione: vedrà il medico il giorno successivo. Se ha un malore improvviso, informi l’Agente in servizio nella sezione (che chiamerà subito il medico): otterrà una visita urgente.

L’infermiere non può modificare la terapia prescritta quindi, se ha qualche problema al riguardo, deve prenotarsi per la visita medica e farlo presente al medico.

La terapia deve assumerla subito, quando le viene consegnata dall’infermiere: è vietato accumulare i farmaci (anche soltanto la dose somministrata in un giorno) e cederli ad altri detenuti.

Può anche essere visitato da un medico esterno, a sue spese: deve chiedere al Direttore che ne autorizzi l’ingresso, specificando il motivo della visita.

 
 
 
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IL MITO

 

HASTA SIEMPRE COMANDANTE GUEVARA

Il potere ha sempre paura delle idee e per arginare la lotta degli sfruttati comanda la mano di sudditi in divisa e la penna di cervelli sudditi. Assassinando vigliaccamente il Che lo hanno reso immortale, nel cuore e nella testa degli uomini liberi. Negli atti quotidiani di chi si ribella alle ingiustizie. Nei sogni dei giovani di ieri, di oggi, di domani!     

 

ART.1 L. 26 LUG 1975, N. 354

Il trattamento penitenziario deve essere conforme ad umanità e deve assicurare il rispetto della dignità della persona.

Il trattamento è improntato ad assoluta imparzialità, senza discriminazioni in ordine a nazionalità, razza e condizioni economiche e sociali, a opinioni politiche e a credenze religiose.

Negli istituti devono essere mantenuti l'ordine e la disciplina. Non possono essere adottate restrizioni non giustificabili con le esigenze predette o, nei confronti degli imputati, non indispensabili a fini giudiziari.

I detenuti e gli internati sono chiamati o indicati con il loro nome.

Il trattamento degli imputati deve essere rigorosamente informato al principio che essi non sono copnsiderati copevoli sino alla condanna definitiva.

Nei confronti dei condannati e degli internati deve essere attuato un trattamento rieducativo che tenda, anche attraverso i contatti con l'ambiente esterno, al reiserimento sociale degli stessi. Il trattamento è attuato secondo un criterio di individualizzazione in rapporto alle specifiche condizioni dei soggetti. 

ART. 27 COSTITUZIONE

La responsabilità penale è personale.

L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.

Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.

Non è ammessa la pena di morte, se non nei casi previsti dalla legge (La pena di morte non è più prevista dal codice penale ed è stata sostituita con la pena dell'ergastolo)

 

TESTI CONSIGLIATI

Sociologia della devianza, L. Berzano e F. Prina, 1995, Carocci Editore.
Asylums. Le istituzioni totali: i meccanismi dell'esclusione e della violenza,
E. Goffman, Edizioni di Comunità, 2001, Torino.
Condizioni di successo delle cerimonie di degradazione
, H. Garfinkel.
Perchè il carcere?,
T. Mathiesen, Edizioni Gruppo Abele, 1996, Torino.
Il sistema sociale,
T. Parsons, Edizioni di comunità, 1965, Milano.
Outsiders. saggi di sociologia della devianza,
Edizioni Gruppo Abele, 1987,
Torino. La criminalità, O. Vidoni Guidoni, Carocci editore, 2004, Roma.
La società dei detenuti, Studio su un carcere di massima sicurezza,
G.M. Sykes, 1958. Carcere e società liberale, E. Santoro, Giappichelli editore, 1997, Torino.

 

 

 

 


 

 

 

 

 
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