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I grandi dilemmi dell’uomo sembrano destinati a rimanere tali. Nei secoli si sono succedute risposte più o meno valide: mai da tutti condivise.
La storia ci ha abituato a scelte forti: Grandi Fedi, Grandi Imperi ed Imperatori, Grandi Battaglie, Grandi Rivoluzioni.
L’epoca moderna vive di una fragilità esasperante; il tessuto sociale è retto da un filo logoro e sfilacciato: tutto questo movimento che ci circonda nasconde un immobilismo al cui cospetto il –medioevo risulta brillante se non rinascimentale.
Questa è l’epoca del Grande Equilibrio, dove tutti sono affaccendati a correre per rammendare il più lontano strappo, creandone altri cento, insensibili verso un’umanità allo stremo.
Scegliere non è mai stato così difficile.Scegliere non ha mai richiesto tanto coraggio.
Il Grande Male della nostra epoca è l’ipocrisia.
Parliamo della nostra amata penisola.
In Sicilia c’è la mafia ma a Roma, al centro, tutti conoscono i nomi degli usurai e nessuno li denuncia;
Siamo lo Stato delle Garanzie tranne sentirsi dire dall’America – quella di Guantanamo – che il 41bis è assimilabile alla tortura;
Si accetta la diffusa, però silenziosa, “desistenza terapeutica” ma non si può parlare di eutanasia;
La Giustizia tiene in carcere piccoli drogati/spacciatori e lascia i signori omicidi liberi per le nostre strade;
Gli stipendi medi sono tra i più bassi in Europa ma siamo l’ottava potenza mondiale;
I Parlamentari della Repubblica frequentano i salotti, le televisioni, raramente le piazze, qualche volta i cittadini lasciando che di politica se ne debba occupare di politico non è;
Gridiamo all’antipolitica tranne poi, annualmente, continuare a dare il voto agli stessi Partiti;
Siamo ospitali ma nessuno vuole un campo nomadi nelle vicinanze, siamo succubi di una violenza comunitaria ed extracomunitaria ma non se ne può parlare per non essere xenofobi: non in pubblico;
C’interessiamo dell’inquinamento riempiendo le nostre case di climatizzatori ed abbellendo le facciate con le loro unità esterne;
Gridiamo allo scandalo per il disboscamento della Foresta Amazzonica senza pensare a come dare possibilità alternative di sopravvivenza per coloro che di quelle foreste vivono.
Siamo attenti ai diritti dell’uomo tranne non poterne parlare durante le visite ufficiali in Cina per esempio;
Non andiamo in Chiesa, non ci confessiamo, non facciamo l’eucaristia tutte le domeniche però siamo Cristiani, battezzati e cresimati; ci si sposa in Chiesa e ci si sotterra al Camposanto;
Scendiamo in piazza per qualunque strage o delitto contro l’umanità venga perpetrato nel mondo salvo considerare l’Africa un continente di un mondo altro;
Perché continuare, chiunque potrebbe farlo: sarebbe anche questa ipocrisia.
Poiché anche sentirsi “nicchia” è ipocrita.
Questa epoca ha bisogno di coraggiosi, di donne ed uomini che sappiano fare delle scelte ma soprattutto di farne comprendere la bontà.
Un tema alla volta con dignità, lealtà e senza inutili pregiudizi.