Come tanti compagni io mi chiedo cosa dire e cosa fare per aiutare il Partito Democratico a uscire da questo stato di incertezza e di confusione. Certamente, la prima cosa è parlare al Paese con la concretezza, la forza e la credibilità dell’opposizione. Ma ciò di cui abbiamo bisogno come il pane è ridefinire la base su cui si sta costruendo questo nuovo soggetto politico. La sua visione delle cose. È su questo che abbiamo bisogno di un confronto anche duro ma schietto. Perché - come sappiamo - i partiti non si inventano. E se non vogliamo ridurci a componenti che si attestano a difesa delle loro vecchie identità, cioè di quello che sono state in una Italia che, peraltro, non c’è più, è sul futuro che dobbiamo discutere. E quindi sulla “missione” di questo partito; sulla sua funzione storica rispetto alla crisi della nazione italiana, di cui la destra e il leghismo non sono certo la medicina ma il sintomo; sul suo posto nel mondo.Bisognerebbe partire (come sempre) dall’analisi, cioè dalle cose.La destra ha vinto per ragioni che vengono da lontano. Riconoscerle e indicarle, ci consentirebbero di collocare in un quadro più obiettivo anche la valutazione del risultato elettorale del Pd. Queste ragioni più lontane sono tante. Per me quella fondamentale è che da anni la nostra visione politica, non dico che era anacronistica, ma nella sostanza è rimasta al di qua degli eventi.
Fonte: http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=76218
Inviato da: ormalibera
il 12/07/2009 alle 00:48
Inviato da: exasimpol
il 23/06/2008 alle 18:34
Inviato da: aliza84
il 09/06/2008 alle 11:46