CHIMICA sperimentale
Esperienze in home-lab: considerazioni di chimica sperimentale e altro
Messaggi di Settembre 2012
Post n°198 pubblicato il 16 Settembre 2012 da paoloalbert
La mononitrazione del benzene e dei suoi alogenoderivati è facile, tuttavia nel caso dei derivati monosostituiti si pone poi la necessità di separare gli isomeri prodotti.
Alla fine si otterrà una miscela in due fasi, che verrà versata, sempre agitando, in 200 ml di acqua molto fredda.
Si separa un solido bianco, che verrà filtrato su buchner eliminando il più possibile il liquido acido. Rompere bene i grumi con una bacchetta di vetro e lavare prima con una soluzione fredda al 5% di NaHCO3 e poi ancora con acqua ghiacciata fino a eliminazione completa dell'acidità.
Si ottiene una miscela di o- e p-cloronitrobenzene, in percentuale relativa di circa 70-30 in favore del primo. Sciogliere il prodotto ancora umido (ma ben pressato) nella minima quantità di etanolo bollente fino a soluzione limpida; coprire il becher con un vetrino per evitare l'evaorazione del solvente e lasciar raffreddare lentamente. L'isomero para precipita in cristalli quasi incolori mentre l'o- rimane in soluzione che viene separata con una cauta decantazione.
Il sottoprodotto (o-cloronitrobenzene)
Il prodotto (p-cloronitrobenzene) cristallizzato
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Post n°197 pubblicato il 04 Settembre 2012 da paoloalbert
Mi accorgo che è tanto tempo che non propongo un'esterificazione di Fischer, sintesi che mi è simpatica oltre che per la sua semplicità soprattutto perchè porta spesso a prodotti odorosi, in copia alla natura. -In un pallone da 100 ml si intoducono 55 ml di acido propionico e 25 ml di alcool n-amilico, e poi, cautamente mescolando, si aggiungono 2 ml di H2SO4 concentrato.
Porre in imbuto separatore ed eliminare la soluzione di fondo; essicare la fase organica più leggera con qualche grammo di CaCl2, quindi porre il prodotto in un palloncino da 100 ml e distillare, trascurando ciò che passa sotto i 155° Anche questa Fischer non dà problemi e non richiede commenti particolari, con resa abbastanza buona usando un eccesso di acido propionico (ho usato un rapporto acido/alcol di quasi 3:1) per spostare il più possibile l'equilibrio verso destra. |
Post n°196 pubblicato il 01 Settembre 2012 da paoloalbert
Per continuare il discorso dell'altra volta, dovrei adesso parlare della propagazione delle radioonde. Faccio un esempio semplice: dall'Italia è banale per un DX'er collegare una stazione alle Azzorre (non dico che sia come parlare al telefono, ma dopo tutto sono "solo" 3300 Km...), mentre è MOLTO difficile collegare diciamo l'isola Jan Mayen, anche se è un po' più vicina (3100 Km); questo semplicemente perchè in quest'isola sperduta nel mare artico non ci sono quasi mai operatori, e quando ci sono il loro contatto deve realizzarsi facendoci strada col nostro segnalino in mezzo ad una vera giungla di segnali radio di tutte le potenze e di tutte le provenienze, sincronizzando la giusta frequenza con il giusto orario di "apertura" della propagazione!
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Inviato da: paoloalbert
il 02/05/2021 alle 21:53
Inviato da: Bepi1249
il 15/04/2021 alle 14:11
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il 06/02/2021 alle 00:01
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il 04/10/2020 alle 23:00
Inviato da: poetryclub
il 04/10/2020 alle 20:58