Creato da cziffra il 15/07/2006

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libri e disimpegno

Post n°14 pubblicato il 29 Novembre 2006 da cziffra
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sono a pagina 952 della recherche e ho attraversato alcune delle pagine più belle della letteratura di tutti i tempi...in particolare quelle otto pagine di 'pittoresco concentrato di caratteristiche e difetti della borghesia' dove viene descritto bloch...ieri purtroppo ho appreso che da maggio 2007 domus cambierà direttore. il nuovo, flavio albanese, è un interior designer. ho molta fiducia nei cambiamenti, ma è certo che con boeri se ne va una stagione di domus memorabile di sperimentazione e provocazione. nel frattempo sono passato alla feltrinelli di milano (quella sotto alla galleria vittorio emanuele, mi trovate quasi ogni giorno lì quando sono a milano). ho comprato due libri che inizierò quando finirò proust. 'l'uomo senza qualità' di musil, nella nuova edizione, e l'opera completa di albert camus (mi interessava 'l'uomo in rivolta' ma ho preferito comprare il volume unico per comodità e perché comprendeva altri saggi non trovabili in libri distinti). volevo comprare anche 'massa e potere' di canetti e la 'fenomenologia della percezione' di merleau ponty. il primo l'ho lasciato sullo scaffale per non appesantire il carico di libri che già avevo. lo comprerò più avanti. il secondo l'ho lasciato là sullo scaffale perché ogni volta che m'impegno di leggere un libro di filosofia, scopro di appropriarmi di ragionamenti non miei che, al di fuori del sistema mentale dell'autore, al di là della struttura dell'opera e al di là di tutti i riferimenti culturali dell'autore - che non farò mai miei -, al di là della lingua originale che non conoscerò mai se non per interposta traduzione, di un libro di filosofia e dei ragionamenti che mi induce a fare, non mi rimane che un triste monte ore di vita buttate all'aria. dedicate ad un libro degli anni sessanta che non posso comprendere e che, sicuramente, qualche altro filosofo ha giudicato menzognero se non superato. la filosofia è per i perditempo. la letteratura no. infatti diffido degli architetti tipo steven holl che trovano noiosi i romanzi e che dicono di preferire a quelli libri che descrivono 'processi creativi' (mark no.4, fall 2006). forse non sa esattamente cosa siano i romanzi. e se le corbusier ne avesse letti almeno quanti ne lesse wright, ci avrebbe risparmiato migliaia di pagine, scritte con l'egocentrismo tipico di chi crede di domare e dominare un'arte che nemmeno possiede e conosce.

 
 
 
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