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« Per chi suona la Campana...I Martiri della Giustizia »

Con il dialogo, grazie alla concertazione, si fanno anche le riforme. Ma quali?

Post n°16 pubblicato il 13 Luglio 2012 da pasquale.zolla
Foto di pasquale.zolla

Lo scaricabarile: come fottere il cittadino

Non so se sulla faccia della terra ci siano o meno governi equi che fanno leggi uguali per tutti (cittadini e gente con incarichi in Enti, governativi compresi!) o che, quando commettono errori, non fanno pagare ai soliti noti i loro sbagli salvando, tra l’altro, sempre i diritti di Casta.

In Italia i governi si susseguono come acqua dei ruscelli in caduta libera dai monti innevati perché, per motivi che il più delle volte sfuggono ai cittadini, si creano fittizi impedimenti per rovesciarli e instaurare dei nuovi.

Le parole, però, che usano, sono sempre le stesse: promettono e promettono equità e giustizia, ma mai vengono mantenute. Anzi si comportano come bambini appena nati: hanno dei canali alimentari con un grande appetito e nessun senso di responsabilità, per cui fregano in continuazione con tasse e balzelli i soliti tartassati che pagano regolarmente le tasse.

I partiti, o per meglio dire gli uomini iscritti nei partiti che fanno parte di maggioranze e minoranze sono quasi sempre gli stessi sugli scranni del Parlamento, tranne qualche piccola eccezione di “fidati” che andranno a dormicchiare o fare parole crociate o a giocare con computerini portatili.

Dei problemi della gente, naturalmente, manco a pensarci, l’importante è salvaguardare i propri privilegi. Esempi non mancano sia che si sia al governo o che si vada all’opposizione. Anzi all’opposizione si può parlare e promettere molto di più di quanto fatto, illudendoci così, con solite parole trite e ritrite, di salvaguardia dei diritti dei cittadini nel momento in cui avranno in mano la stanza dei bottoni.

E così il popolo continua ad essere fregato perché si invertono al governo i partiti e chi li rappresenta, ma non i comportamenti e le parole altisonanti di cose grandiose da fare per la gente che, però, restano solo tali e le parole, si sa, sono come feluche esposte ai venti: vanno di qua, vanno di là ma nessuno riesce mai a vederle concretizzarsi.

Ho letto qualche tempo fa una storia che ricordo volentieri anche per chi leggerà questo mio pensiero.

C’erano una volta quattro persone aventi il nome di Ognuno, Qualcuno, Chiunque e Nessuno.

Ad Ognuno venne affidato un lavoro che lo passò a Qualcuno. Chiunque avrebbe potuto farlo, ma Nessuno fece mai niente. Alla fine Ognuno rimproverò Qualcuno per il fatto che Nessuno aveva fatto quello che Chiunque avrebbe potuto fare

Qual è la morale della storiellina mi chiederete.

Facile! Per mantenere profitti e privilegi basta scaricare sugli altri le proprie responsabilità, tanto Nessuno mai saprà perché Leggi e Leggine che Chiunque avrebbe potuto fare per il bene del popolo, non vengono mai approvate perché vengono sempre affidate a Ognuno (commissioni!) che poi girerà a Qualcuno che tirerà in ballo altre priorità che non sono, naturalmente, quelle che il popolo si augura.

Tutto ciò, purtroppo, sta accadendo anche con il governo dei tecnici retto da Monti.

Dicono e promettono equità e giustizia per tutti, ma in concreto fanno quello che i Partiti di maggioranza e di minoranza chiedono per ottenere il consenso in Parlamento!


 Ninde pekkase succiudéje

N’andike ditte pupulare decéve:

«Tu me daje ‘na kós’a mmè è ìje

te dènghe ‘na kóse a ttè!» K’u timbbe,

grazzje a’ klasse puliteke ka ce

trùuàm’è kka ce meretame, éje

addevendate: «Tu me daje ‘na kóse

a mmè è kraje darragghje ‘na kós’a ttè!»
Ma éje nu kraje ka maje véne

pekkè ‘a ‘bbeletà d’i puliteke

kuèll’éje de preuedè kè succiudarrà

kraje, ‘a semmane ka véne, u mése

ka véne è ddind’a l’anne a vvenì

pe puje spjegà a’ fine d’òggnè

leggeslature pekkè nenn’éje

akkapetate. Ma pe llór’i rekusite

pe penzzjune d’óre sèmbe ‘sestèjene,

tramènde p’i krestjane unèste stà

sèmbe u aggre kambbà kutedjane

tra stind’è stande è rrerute stambbate

sóp’è vòkke d’i puliteke ka, grazzje

è prumèsse de bbenèssere pe tutte,

a frekà ce kundenùuèjen’a vite.

È ndand’i gùuèrne se susseguèjene

è kki mmane pigghje i rèdene

d’u Pajése sèmbe ‘a kòlpe dace

de tuttekuille ka nen vace

a kki precedute l’have. È èkkete

prubbecetà ka u vótastòmmeke

te fanne venì: «Si tutte paghene

i tasse, i tasse tutte arrepaghene!»

Ma ki ne mbaghe i tasse? U malaffare!

È kki nd’u malaffare kambbe? Ki pigghje

i bbustarèlle! È ki pigghjje i bbustarèlle?

‘A respòst’a ttè, cettadine mbapucchjate,

k’ambare i lezzjune d’u kambbà

ssckitte kuanne nde sèrvene cchjù. È ndande

u skarekavarrile d’i gùuèrne

vace sèmbe sóp’è fategature

ka pèrdene ‘a fatighe, tramènde

i megghjure ndenzjune lóre òbbre

cchjù pègge a pruduce kundenuèjene.

È nnuje ka facime? Ce kumburtame

kume si tutte pekkase succiudéje

è a vvutà kundenuàme i ciacere

de ki d’a puliteke have fatte

nu règgne de ngiustizzje è kkurruzzjòne!

 

 

Nulla succede per caso

Un antico detto popolare diceva:

«Tu dai una cosa a me e io

do una cosa a te!» Col tempo,

grazie alla classe politica che ci

troviamo e che ci meritiamo, è

diventato: «Tu dai una cosa

a me e domani io darò una cosa a te!»

Ma è un domani che non arriva mai

perché l’abilità dei politici

è quella di prevedere cosa succederà

domani, la prossima settimana, il mese

prossimo e negli anni a venire

per poi spiegare alla fine di ogni

legislatura perché non è

accaduto. Ma per loro i requisiti

per pensioni d’oro sempre esistono,

mentre per la gente onesta c’è

sempre l’amaro vivere quotidiano

di stenti e sofferenze e sorrisi stampati

sulle bocche dei politici che, grazie

alle promesse fatte di benessere per tutti,

continuano a fregarci la vita.

E intanto i governi si susseguono

e chi in mano le redini prende

del Paese sempre dà la colpa

d’ogni male

a chi lo ha preceduto. Ed eccoti

slogan che il voltastomaco

fanno venire: «Se tutti pagano

le tasse, le tasse ripagano tutti!»

Ma chi non paga le tasse? Il malaffare!

E chi vive nel malaffare? Chi prende

le bustarelle! E chi prende le bustarelle?

La risposta a te, cittadino imbrogliato,

che impari le lezioni della vita

solo quando non ti servono più. E intanto

lo scaricabarile dei governi

si scarica sempre sui lavoratori

che perdono il lavoro, mentre

le loro migliori intenzioni opere

peggiori continuano a produrre.

E noi cosa facciamo? Ci comportiamo

come se tutto per caso succede

e a votare continuiamo le chiacchiere

di chi ha fatto della politica

un regno di ingiustizie e corruzioni!

 

 


 
 
 
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