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Onore e gloria alle Forze Armate d'Italia
Post n°84 pubblicato il 03 Novembre 2013 da pasquale.zolla
Il 4 novembre: Festa delle Forze Armate È un giorno importante per la storia d’Italia: si celebra inquesta data l’armistizio che nel 1918 pose fine alle ostilità tra l’Italia el’Austria - Ungheria, concluse sul campo con la vittoriosa offensiva di VittorioVeneto. Una vittoria frutto della dedizione, del sacrificio e dell’unitàdel popolo italiano. Una vittoria che costò la vita a 689.000 italiani mentre1.050.000 furono i mutilati e i feriti: cifre che devono far riflettere, numerida ricordare. La festa celebra, oggi, l'esercito e ha le sue radici in tempi lontani, damolti forse dimenticati: il 4 novembre 1918, con la firma dell'armistizio aVilla Giusti, in cui veniva sancita la sconfitta delle truppe austriache aseguito dell'affermazione italiana sul Piave e nella battaglia campale diVittorio Veneto. L'Italia era così pronta a sedersi al tavolo dei vincitori. Il giorno della memoria, ufficializzato nell'ottobre 1922 dall'ultimogoverno liberale, doveva contribuire tanto a celebrare la vittoria dell'Italiaquanto a ricordare il sacrificio di chi perse la vita durante il sanguinosoconflitto. A partire dal '49 essa divenne anche “Festa delle Forze armate”,ritenute quali vere depositarie dei valori della concordia e dell'unità. Oggi l’Anniversario non viene più celebrato come festanazionale, le scuole non sono più chiuse e la gente va regolarmente a lavorare. Per chi vive, ancora oggi, nei valori della Patria, in fondo alproprio animo sente un’indicibile tristezza perché abbiamo perso quei simboli evalori comuni che erano il fondamento della vita civile e politica degliItaliani. IV Nùuèmbre: nu jurnekum’a n’avete U kuatte Nùuèmbre, Anneverzarje d’a Vettòrje, i skóle chjus’èvene è a fatekà n’nze jéve p’aunurà i kadute ka k’u saggrefice lóre l’Italje d’ò pite nemik’èvene lebberate. Nd’i chjazze d’i pajìse, avvecin’è munumènde k’i nnume d’i kadute, u éke de ‘na tròmme, ka u sulènzje sunave, vèrz’u cile s’agavezave. Nd’u mupe sulènzje jév’u penzire vèrze kuill’èróje ka sòtt’a nuta tèrr’arrepusavene p’addummannà lóre de grazzjune fà a Ddìje pekkè ‘llustrasse i vive nd’a fratellanze è ‘a pace kambà. Mò k’a fèste cchjù n’nze celebbréje nd’u kóre ‘na granne trestèzze stace pekkè pèrze avime kuilli simmele è vvalure kumune ka nenn’èvene aunut’a trademènd’è sseparazzjune, ma nd’a unjun’è nd’u ‘jute rrecipreke, kum’a ‘na mane ka l’avete lave. IV Novembre: un giorno come un altro Il quattro Novembre,Anniversario della Vittoria, le scuoleerano chiuse e non si andava a lavorareper onorare i caduti che con il lorosacrificio l’Italia dal piede nemicoavevano liberato. Nelle piazze deipaesi, vicino ai monumenti con inomi dei caduti, l’eco di unatromba, che suonava il silenzio,verso il cielo si alzava. Nel mutosilenzio il pensiero volava versoquegli eroi che sotto la nuda terrariposavano per chiedere loro dipregare Iddio perché illuminasse ivivi a vivere in fratellanza epace. Oggi che la festa più nonsi celebra nel cuore c’èun’indicibile tristezza perché abbiamo perdutoquei simboli e valori comuni che nonerano legati a tradimenti eseparazioni, ma nell’unione e nelreciproco aiuto, come una mano laval’altra.
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