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Natale ieri e oggi

Post n°89 pubblicato il 24 Dicembre 2013 da pasquale.zolla

Apparve la bontà di Dio … e il suo amore per gli uomini!

I tempi di grave crisi che attraversiamo speriamo siano al più presto superati con l’aiuto di Dio che si fa tenerezza per sposare la miseria umana!

Un sereno Natale a tutti!

La nascita di Gesù è l’inizio “rivoluzionario” di un evento che rovescia logiche, aspettative e prospettive chiamamndo in primo piano il mondo dei semplici, degli umili, degli ultimi e riempiendo di tremore il cuore dei potenti.

“Oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore!”

Natale avvicina Dio agli uomini perché il Salvatore è l’insieme degli uomini che si uniscono, lavorano la terra, reclamano i loro diritti e impediscono che la carestia li colpisca.

Con i pastori mettiamoci anche noi alla ricerca di quel bimbo in fasce  non tanto per esprimergli la nostra tenerezza, quanto piuttosto per conoscere il suo mistero.

Gesù nasce nell’emarginazione, privo persino di un guanciale; nasce da un popolo oppresso in mezzo a quegli ultimi che i potenti spostano come pedine nello scacchiere delle loro politiche; è circondato da una coppia di sposi poveri e giusti e da un gruppo di uomini semplici: i pastori; appartiene a coloro che non hanno insegne, dignità, potenza e denaro.

Oggi, invece, i nostri Natali scivolano via quasi irresistibilmente verso il consumismo: le processioni preparatorie si fanno solo nei negozi con l’ossessione di fare il regalo giusto e gradito!

Le città sono rutilanti di luci, cosa che ci fa perdere di vista il Natale che è il cuore della povertà.

Mi ricordo fanciullo, quando nella dignitosa povertà della mia casa, mio padre teneva sempre dietro la porta di casa una bottiglia di ribbollito per dare, ogni mattino all’alba, un bicchiere ai pastori che scendevano dall’Abbruzzo, con un sacchetto da mendicanti in spalla, e con le loro ciaramelle passavano di strada in strada per Lucera per suonare la novena dell’Immacolata e del Natale.

E la gente, tutta imbaccuccata per il freddo, si recava a frotte in chiesa a pregare devotamente, in quei giorni di novena, la Vergine Maria, che aveva salvato l’umanità dalle grinfie di Satana, e quel piccolo Bimbo che con l’amore aveva vinto la morte.

Oggi dobbiamo un po’ ritornare a Francesco d’Assisi che amava Gesù perché vedeva in Lui bambino l’umiltà di Dio che si fa povero. Infatti il suo Figliolo nasce nella povertà della stalla per rendersi bisognoso dell’amore di persone umane, in condizione di chiedere il loro amore, il nostro amore!

 E l’esempio più bello ci viene dato da Papa Francesco quando si è recato da Francesco, il santo, ad Assisi: “Essere cristiani è un rapporto vitale con la persona di Gesù, è rivestirsi di lui, è assimilazione di lui. … Tutti siamo chiamati ad essere poveri, a spogliarci di noi stessi; e per questo dobbiamo imparare a stare con i poveri, condividere con chi è privo del necessario, toccare la carne di Cristo!”

Il Natale ci investe di un mandato che non possiamo delegare a nessuno: amare e servire i fratelli!

Buon Natale a tutti nella grazia del Bambinello Gesù!

 U vére seggnefekate d’u Natale

Dind’a n’andike ditte

a ‘kkussì stace skritte:

Natale k’i tuje

è Ppaskuele ke ki vuje!

Ma ki sònne i mìje?

‘A ggènde addummannà s’avarrìje!

U krestjane k’arrefrètte sóp’a Ddìje

i mesèrje d’a ‘umanetà face suje

è a judece de l’avete nze póne maje

ma u kóre suje a l’avete arrape

stènnele a ssènde,

kapènnele

è perdunanne;

sendènnese perzunalmènde kujenvòlte

nd’i vecènne lite è triste

d’i perzune ka ce stanne’avvecine.

Kuist’éje u vére seggnefakate

k’ò Natale tutte nuje avima dà

pekkè kuillu Bbòmmine, nd’a ‘na stalle nate

 è da nu ciucciarille ’è nu vóve ngavedate,

u nzime de tuttekuande l’ummene éje!

 

 

 

Il vero significato del Natale

In un antico detto

così sta scritto:

Natale con i tuoi

e Pasqua con chi vuoi!

Ma chi sono i miei?

La gende dovrebbe chiedersi!

Il cristiano che riflette su Dio

le miserie dell’umanità fa proprie

e a giudice degli altri mai si pone

ma il suo cuore apre agli altri

ascoltandoli,

capendoli

 e perdonando;

sentendosi personalmente coinvolto

nelle vicende lieti e tristi

delle persone che ci sono vicine.

Questo è il vero significato

che al Natale tutti noi dobbiamo dare

perché quel Bimbo, in una stalla nato

e da un asinello e un bue riscaldato,

è l’insieme dell’intera  umanità!

 

 

                   


 

 


 

 
 
 
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