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La giornata della memoria

Post n°351 pubblicato il 26 Gennaio 2021 da pasquale.zolla
Foto di pasquale.zolla

La soluzione finale per gli ebrei  

Nella Germania nazista di Adolf Hitler si predicava la superiorità della razza ariana e si diffondeva l’odio verso la razza inferiore, gli ebrei.

Un probabile motivo di questo odio era che molti di essi erano ricchi e possedevano gran parte delle industrie e delle banche tedesche. Vennero così introdotte leggi razziali, con le quali i “Giudei” venivano rpivati di tutto ciò che possedevano. Per porre fine a questo problema il cancelliere tedesco, oltre alle leggi razziali, cercò un altro metodo per sbarazzarsi dei non ariani. Pensò, in primo luogo, ad un’emigrazione, rendendo loro intollerabili le condizioni di vita attraverso una legislazione sempre più oppressiva, per cui ci fu una fuga di cervelli geniali, come Albert Einstein, che si rifugiarono negli Stati Uniti.

Inizialmente il piano funzionò, ma con l’espansione del Raich in Polonia e in altri paesi dell’est, i non ariani aumentavano sempre più, così Hitler ed i nazisti dovettero ripiegare su un altro piano: la ghettizzazione dell’est, ossia la deportazione degli ebrei europei all’est, concentrandoli nei territori polacchi occupati. Ma nadando avanti con la deportazione si sarebbe arrivati ad una Polonia ebrea, un ghetto di soli Giudei e non un paese dove i tedeschi potevano insediarsi, così si giunse alla soluzione finale. Si giunse, cioè, ad applicare nel concreto un piano di eliminazione di massa nei campi di concentramento, dove sei milioni di ebrei vennero sterminati.


Pe nen skurdà

Kanòsce ‘a stòrje è nenn’a rekurdà

segnifeke èsse kòmblece de kuillu ‘rròre

d’i fatte d’u ‘lukaveste ka sònne

mammòrje p’u nustre avvenì sarvà.

Arrekurdà addevènde sèmbe chjù

facele kuanne chjù s’akkòndene

i fatte ka succiudute sònne.

Sckitte akkanòsce è sapè kuille

ka éje addavaramènde succiudute

póde sèrve a nen skurdà, affenghè

i jenerazjune ka dòppe de nuje vènene

u ‘rròre d’u arrefà nenn’u fanne.

Pe stu mutive abbalimece

d’u passate, de tuttekuille ka éje

state sbaghjate pe ne ngumètte

u stèsse rjate. ‘A veretà éje

u sule reskatte ka ce póde èsse,

‘a mammòrje l’uneke mude

pe ndatte ‘a putè kustudì.

Mettime da parte u nderèsse

mettènne danande u rekurde,

sckitte akkussì addefènnece

putime d’ò’ returne d’u male!

Per non dimenticare

Conoscere la storia e non ricordarla

significa essere complici di quell’orrore

dei fatti dell’olocausto che sono

memoria per salvare il nostro futuro.

Ricordare diventa sempre più

facile quando più si conoscono

i fatti che sono accaduti.

Solo conoscere e sapere ciò

che è veramente accaduto

può servire a non dimenticare, affinché

le generazioni che seguiranno

non commettano l’errore di rifarlo.

Per questo motivo avvaliamoci

del passato, di tutto ciò che è

stato sbagliato per non commettere

lo stesso reato. La verità è

il solo riscatto che può esserci,

la memoria l’unico modo

per poterla custodire.

Mettiamo da parte l’interesse

mettendo davanti il ricordo,

solo così difenderci

possiamo dal ritorno del male!


 

 

 

 

 

 
 
 
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