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Messaggi di Dicembre 2013

Che L'Anno Nuovo 2014 sia l'Anno della svolta per ilo benessere dell'Italia e degli Italiani tutti

Post n°90 pubblicato il 29 Dicembre 2013 da pasquale.zolla
Foto di pasquale.zolla

Capodanno 2014

Anche se i momenti di crisi sembrano prenderti e buttarti in un burrone di tormenti e dolori, non lasciarti sopraffare dalle circostanze che causano povertà, che determinano perdite. Fatti forte e lotta per te e per chi ti sta a fianco. La Giustizia trionferà se tu, con il tuo impegno, lo vorrai.

Che l’Anno Bambino 2014 possa donarti la forza di essere te stesso e di lottare per un’Italia migliore.

Capodanno, ora zero dell'ultimo giorno dell'anno.

Il 1º gennaio segna l'inizio di un nuovo periodo che cade al termine dell’ora ventiquattresima  del 31 dicembre del calendario gregoriano. Per le popolazioni che seguono il calendario giuliano, invece, l'inizio dell'anno viene celebrato nel giorno corrispondente al 14 gennaio gregoriano.

Il Capodanno risale alla festa del dio romano Giano. Nel VII secolo i pagani delle Fiandre, seguaci dei druidi, avevano il costume di festeggiare il passaggio al nuovo anno.

Nel Medioevo, molti paesi europei usavano il calendario giuliano, ma vi era un'ampia varietà di date che indicavano il momento iniziale dell'anno.

Dal XII secolo e fino al 1752 in Inghilterra e in Irlanda il capodanno si celebrava il 25 marzo (giorno dell'Incarnazione),  mentre in Spagna fino all'inizio del 1600 il cambio dell'anno era il 25 dicembre, giorno della Natività. In Francia, fino al 1564, il Capodanno lo si festeggiava nella domenica di Resurrezione (chiamato anche stile della Pasqua), a Venezia (fino alla sua caduta, avvenuta nel 1797) era il 1º marzo, mentre in Puglia ed in Calabria lo si festeggiava seguendo lo stile bizantino che lo indicava al 1º settembre.

Queste diversità locali continuarono anche dopo l'adozione del calendario gregoriano. Solo nel 1691 papa Innocenzo XII emendò il calendario del suo predecessore stabilendo che l'anno dovesse cominciare il 1º gennaio.

L'adozione universale del calendario gregoriano fece sì che la data del 1º gennaio divenisse inizio dell'anno per tutti i popoli.

Durante il periodo fascista in Italia il regime tentò, con scarso successo, di imporre il capodanno il 28 ottobre, anniversario della marcia su Roma.

La tradizione italiana prevede una serie di rituali scaramantici per il primo dell'anno che possono essere rispettati più o meno strettamente come quello di vestire biancheria intima di colore rosso o di gettare dalla finestra oggetti vecchi o inutilizzati (quest'ultima usanza è stata quasi completamente abbandonata). Le lenticchie vengono mangiate a cena il 31 dicembre come auspicio di ricchezza per l'anno nuovo ed un'altra tradizione prevede il baciarsi sotto il vischio in segno di buon auspicio.

 Kuille ka vularrìje d’ò Anne Bbòmmine

Kume tréne pundùuàle  a’ óra

zzére u Anne Bbòmmine arrive

è ssubbet’arreparte de vulìje

è dde duce speranze chjìne chjìne.

Tuttekuande tutte vònn’è pp’u kkògghje

bbune trikketrakke de tanda kelure

ngile sparene. Pemmè, ka sònghe vècchje,

ne nvògghje rekkèzze, unur’è ggrórje,

ma tutte i jurne d’u kalannarje

chjìne de prjèzze, mmakande de péne

è dde delure. P’i krestjane, mméce,

kè ‘a famigghje a ‘nnande hanna purtà,

‘a fatike p’u pane ne nfà mangà

dind’a kase. Tròppe assaje éje

 kuille ka t’addummanne? Perduneme,

Anne Bbòmmine, tutta kòlpe éje

d’a vecchjaje, ka m’ha rengugghjunute

Ciò che vorrei dall’Anno Bambino

Come treno puntuale all’ora

zero l’Anno Bambino giunge

e subito riparte di desideri

e di dolci speranze carico.

Tutti tutto vogliono e per accoglierlo

bene mortaretti colorati

al cielo sparano. Per me, che sono vecchio,

non voglio ricchezze, onori e gloria,

ma tutti i giorni del calendario

colmi di gioia, privi di pene

e di dolori. Per la gente, invece,

che deve portare avanti la famiglia,

il lavoro per il pane non fare mancare

in casa. È molto

quello che ti chiedo? Perdonami,

Anno Bambino, è tutta colpa

della vecchiaia, che mi ha  rincitrullito.

 


 


 

 
 
 

Natale ieri e oggi

Post n°89 pubblicato il 24 Dicembre 2013 da pasquale.zolla

Apparve la bontà di Dio … e il suo amore per gli uomini!

I tempi di grave crisi che attraversiamo speriamo siano al più presto superati con l’aiuto di Dio che si fa tenerezza per sposare la miseria umana!

Un sereno Natale a tutti!

La nascita di Gesù è l’inizio “rivoluzionario” di un evento che rovescia logiche, aspettative e prospettive chiamamndo in primo piano il mondo dei semplici, degli umili, degli ultimi e riempiendo di tremore il cuore dei potenti.

“Oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore!”

Natale avvicina Dio agli uomini perché il Salvatore è l’insieme degli uomini che si uniscono, lavorano la terra, reclamano i loro diritti e impediscono che la carestia li colpisca.

Con i pastori mettiamoci anche noi alla ricerca di quel bimbo in fasce  non tanto per esprimergli la nostra tenerezza, quanto piuttosto per conoscere il suo mistero.

Gesù nasce nell’emarginazione, privo persino di un guanciale; nasce da un popolo oppresso in mezzo a quegli ultimi che i potenti spostano come pedine nello scacchiere delle loro politiche; è circondato da una coppia di sposi poveri e giusti e da un gruppo di uomini semplici: i pastori; appartiene a coloro che non hanno insegne, dignità, potenza e denaro.

Oggi, invece, i nostri Natali scivolano via quasi irresistibilmente verso il consumismo: le processioni preparatorie si fanno solo nei negozi con l’ossessione di fare il regalo giusto e gradito!

Le città sono rutilanti di luci, cosa che ci fa perdere di vista il Natale che è il cuore della povertà.

Mi ricordo fanciullo, quando nella dignitosa povertà della mia casa, mio padre teneva sempre dietro la porta di casa una bottiglia di ribbollito per dare, ogni mattino all’alba, un bicchiere ai pastori che scendevano dall’Abbruzzo, con un sacchetto da mendicanti in spalla, e con le loro ciaramelle passavano di strada in strada per Lucera per suonare la novena dell’Immacolata e del Natale.

E la gente, tutta imbaccuccata per il freddo, si recava a frotte in chiesa a pregare devotamente, in quei giorni di novena, la Vergine Maria, che aveva salvato l’umanità dalle grinfie di Satana, e quel piccolo Bimbo che con l’amore aveva vinto la morte.

Oggi dobbiamo un po’ ritornare a Francesco d’Assisi che amava Gesù perché vedeva in Lui bambino l’umiltà di Dio che si fa povero. Infatti il suo Figliolo nasce nella povertà della stalla per rendersi bisognoso dell’amore di persone umane, in condizione di chiedere il loro amore, il nostro amore!

 E l’esempio più bello ci viene dato da Papa Francesco quando si è recato da Francesco, il santo, ad Assisi: “Essere cristiani è un rapporto vitale con la persona di Gesù, è rivestirsi di lui, è assimilazione di lui. … Tutti siamo chiamati ad essere poveri, a spogliarci di noi stessi; e per questo dobbiamo imparare a stare con i poveri, condividere con chi è privo del necessario, toccare la carne di Cristo!”

Il Natale ci investe di un mandato che non possiamo delegare a nessuno: amare e servire i fratelli!

Buon Natale a tutti nella grazia del Bambinello Gesù!

 U vére seggnefekate d’u Natale

Dind’a n’andike ditte

a ‘kkussì stace skritte:

Natale k’i tuje

è Ppaskuele ke ki vuje!

Ma ki sònne i mìje?

‘A ggènde addummannà s’avarrìje!

U krestjane k’arrefrètte sóp’a Ddìje

i mesèrje d’a ‘umanetà face suje

è a judece de l’avete nze póne maje

ma u kóre suje a l’avete arrape

stènnele a ssènde,

kapènnele

è perdunanne;

sendènnese perzunalmènde kujenvòlte

nd’i vecènne lite è triste

d’i perzune ka ce stanne’avvecine.

Kuist’éje u vére seggnefakate

k’ò Natale tutte nuje avima dà

pekkè kuillu Bbòmmine, nd’a ‘na stalle nate

 è da nu ciucciarille ’è nu vóve ngavedate,

u nzime de tuttekuande l’ummene éje!

 

 

 

Il vero significato del Natale

In un antico detto

così sta scritto:

Natale con i tuoi

e Pasqua con chi vuoi!

Ma chi sono i miei?

La gende dovrebbe chiedersi!

Il cristiano che riflette su Dio

le miserie dell’umanità fa proprie

e a giudice degli altri mai si pone

ma il suo cuore apre agli altri

ascoltandoli,

capendoli

 e perdonando;

sentendosi personalmente coinvolto

nelle vicende lieti e tristi

delle persone che ci sono vicine.

Questo è il vero significato

che al Natale tutti noi dobbiamo dare

perché quel Bimbo, in una stalla nato

e da un asinello e un bue riscaldato,

è l’insieme dell’intera  umanità!

 

 

                   


 

 


 

 
 
 

Quando un uomo riesce a fare assurgere la Dignità Umana alla gloria dei Cieli

Post n°88 pubblicato il 10 Dicembre 2013 da pasquale.zolla

Nelson Mandela

L’emblema della Dignità Umana

Nelson Rolihlahla Mandela (Mvezo 18 luglio 1918 – Johannesburg % dicembre 2013) è stato il primo presidente sudafricano ad essere eletto dopo la fine dell’apartheid in Sudafrica e premio Nobel per la pace nel 1993.

Ebbe un ruolo determinante nella caduta dell’apartheid , pur passando in carcere gran parte degli anni dell’attivismo anti-segregazionista.

Venne eletto presidente nel 1994, nelle prime elezioni multirazziali del Sudafrica, rimanendo in carica fino al 1999.

Il nome Rolihlahla “colui che provoca guai!” gli fu attribuito alla nascita; Nelson gli fu, invece, assegnato alle scuole elementari. Il nomignolo Mandiba è il suo nome all’interno del clan di appartenenza, Xhosa.

Nel 1941, all’età di ventidue anni, di fronte all’obbligo di doversi sposare con una ragazza scelta dal capo del clan, decise di scappare insieme al cugino a Johannesburg per non perdere la propria libertà di scelta.

Da giovane Mandela fu coinvolto nell’opposizione al minoritario regime sudafricano che negava i diritti politici, sociali e civili alla maggioranza nera sudafricana.

Nel 1942 fondò l’associazione giovanile Youth League, insieme a Walter Sisulu, Oliver Tambo e altri.

Dopo la vittoria elettorale del 1948 da parte del Partito Nazionale, Mandela si distinse nella campagna di resistenza nel 1952, organizzata dall’ANC, ed ebbe un ruolo importante nell’assemblea popolare del 1955, la cui adozione della Carta della Libertà stabilì il fondamentale programma della causa anti-apartheid.

Coinvolto nella battaglia di massa, fu arrestato insieme ada altre 150 personeil 5 dicembre 1956, e accusato di tradimento. Il processo durò ben cinque anni, dal 1956 al 1961, al termine del quale tutti gli imputati furono assolti.

Nel 1961 divenne il comandante dell’ala armata Umkhonto we Sizwe “Lancia della nazione”, della quale fu c0-fondatore. Coordinò la campagna di sabotaggio contro l’esercito e gli obiettivi del governo, ed elaborò piani per una possibile guerriglia per porre fine all’apartheid. Raccolse anche fondi all’estero per il MK e dispose addestramenti para militari. Nell’agosto 1962 fu arrestato dalla polizia sudafricana, in seguito ad informazioni fornite dalla Cia e venne imprigionato per 5 anni con l’accusa di viaggi illegali all’estero e incitamen to allo sciopero. Durante la prigionia venne considerato, insieme ad altri arrestati l’11 luglio 1963 presso la Liliesleaf Farm, fra i responsabili e accusato di sabotaggio e altri crimini equivalenti al tradimento.

Tutti furono ritenuti colpevoli e condannati all’ergastolo, il 12 giugno 1964.

Per tutti i successivi 26 anni, Mandela fu sempre maggiormente coinvolto nell’opposizione dell’apartheid e lo slogan “Nelson Mandela Libero” divenne l’urlo di tutte le campagne anti apartheid del mondo intero.

Mentre era in prigione riuscì a spedire un manifesto all’ANC, pubblicato il 15 giugno 1980, che recitava: “Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l’incudine delle azioni di massa e il martello della lotta armata dobbiamo annientare l’apartheid!”

Rifiutando un’offerta di libertà condizionata in cambio di una rinuncia alla lotta armata (febbraio 1985) rimase in prigione fino al febbraio 1990.

Le crescenti proteste dell’ANC e le pressioni della comunità internazionale portarono al suo rilascio l’11 febbraio 1990, su ordine del presidente sudafricano F: W: de Klerk, il quale ottenne, assieme allo stesso Mandela, il premio Nobel per la pace nel 1993.

Divenuto libero cittadino  concorse contro de Klerk  per la carica di Presidente del Sudafrica e vinse, diventando il primo capo di Stato di colore. De Klerk, invece, fu nominato vice presidente.

Come presidente (maggio 1994 – giugno 1999) Mandela presiedette la transizione dal vecchio regime basato sull’apartheid alla democrazia, guadagnandosi il rispetto mondiale per il suo sostegno alla riconciliazione nazionale e internazionale.

Dopo aver abbandonato la carica di presidente nel 1999, ha proseguito il suo impegno e la sua azione di sotegno alle organizzazioni per i diritti sociali, civili e umani. Ottenendo onorificenze in ogni parte del Mondo.

Nel giugno 2004, all’età di 85 anni, ha annunciato di volersi ritirare dalla vita pubblica e di voler passare il maggior tempo possibile con la sua famiglia. Ha, comunque, fatto un’eccezione nel luglio 2004 confermando il suo impegno nella lotta contro l’Aids recandosi a Bangkok per parlare alla XV conferenza internazionale sull’Aids.

Il 28 marzo 2013 venne ricoverato in un ospedale di Pretoria per una grave infezione polmonare, connessa ad una tubercolosi subita durante il periodo di prigionia; venne dimesso poco dopo, il 6 aprile, ma due mesi dopo, l’8 giugno 2013, venne nuovamente ricoverato in condizioni preoccupanti ma stabili.

Nella notte del 24 giugno le condizioni di Madiba si aggravano notevolmente e il 4 luglio venne dichiarato in stato vegetativo permanente.

Morirà il 5 dicembre 2013 nella sua casa di Johannesburg.

Mi piace qui riportare alcune frasi, per meglio inquadrare la grandezza di quest’uomo nobile di animo e di sentimento:

 

Noi siamo nati per testimoniare la gloria di Dio dentro di noi. Non soltanto in qualcuno, ma in ognuno di noi.

 

La nostra gloria più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarci ogni volta che cadiamo.

 

Nessuno è nato per odiare un’altra persona a causa del colore della sua pelle, o il suo passato o la sua religione. La gente deve imparare ad odiare, e se si può imparare ad odiare, si può insegnare ad amare, perché l’amore è più naturale per il cuore umano che il suo contrario.

 


Madebbe: Sande d’a Deggnetà Umane

”Stènghe akkuà gògge a ‘nnanz’a vvuje,

nnò kum’a nu pruféte, ma kum’a nu

pòvre vajasse d’u pòple. Mètt’i restanne

anne d’u kambbà mìje nd’i mane vòstre.

‘N’nume d’a ‘ròjeke lòtte d’u pòple nustre

pe fà cegghjà ‘a justizzje è ‘a lebbertà

pe tuttekuande nd’u pajése nustre!”

Ke sti paróle a nnireve è janghe kapì

have fatte k’abbesuggne vassce scelljà

si u munne se vóle servì è kka nessciune

nassce vajasse, né seggnóre, né pe kambbà

‘m’mesèrje, ma tuttekuande nasscime

pe ghèsse tatucce. “Tuttekuande sime

figghje de Ddìje è ‘a pace nenn’éje

nu sunne: rjartà póde addevevdà;

ma p’a tenè bbesuggn’èsse kapace de sunnà!”

 

 

 

Madiba: Santo della Dignità Umana

“Sono qua oggi davanti a voi,

non come un profeta, ma come un

umile servitore del popolo. Metto i restanti

anni della mia vita nelle vostre mani.

In nome dell’eroica lotta del nostro popolo

per instaurare la giustizia e la libertà

per tutti nel nostro paese!”

Con queste parole aneri e bianchi capire

ha fatto che bisogna  volare basso

se si vuole servire il mondo e che nessuno

nasce schiavo, né signore, né per vivere

in miseria, ma tutti nasciamo

per essere fratelli. “Tutti siamo

digli di Dio e la pace non è

un sogno: può diventare realtà;

ma per custodirla  bisogna essere capaci di sognare!”

 

 



 

 
 
 

Mandela: Quando la Dignità dell'uomo assurge a lla gloria del Mondo

Post n°87 pubblicato il 10 Dicembre 2013 da pasquale.zolla

Nelson Mandela

L’emblema della Dignità Umana

Nelson Rolihlahla Mandela (Mvezo 18 luglio 1918 – Johannesburg % dicembre 2013) è stato il primo presidente sudafricano ad essere eletto dopo la fine dell’apartheid in Sudafrica e premio Nobel per la pace nel 1993.

Ebbe un ruolo determinante nella caduta dell’apartheid , pur passando in carcere gran parte degli anni dell’attivismo anti-segregazionista.

Venne eletto presidente nel 1994, nelle prime elezioni multirazziali del Sudafrica, rimanendo in carica fino al 1999.

Il nome Rolihlahla “colui che provoca guai!” gli fu attribuito alla nascita; Nelson gli fu, invece, assegnato alle scuole elementari. Il nomignolo Mandiba è il suo nome all’interno del clan di appartenenza, Xhosa.

Nel 1941, all’età di ventidue anni, di fronte all’obbligo di doversi sposare con una ragazza scelta dal capo del clan, decise di scappare insieme al cugino a Johannesburg per non perdere la propria libertà di scelta.

Da giovane Mandela fu coinvolto nell’opposizione al minoritario regime sudafricano che negava i diritti politici, sociali e civili alla maggioranza nera sudafricana.

Nel 1942 fondò l’associazione giovanile Youth League, insieme a Walter Sisulu, Oliver Tambo e altri.

Dopo la vittoria elettorale del 1948 da parte del Partito Nazionale, Mandela si distinse nella campagna di resistenza nel 1952, organizzata dall’ANC, ed ebbe un ruolo importante nell’assemblea popolare del 1955, la cui adozione della Carta della Libertà stabilì il fondamentale programma della causa anti-apartheid.

Coinvolto nella battaglia di massa, fu arrestato insieme ada altre 150 personeil 5 dicembre 1956, e accusato di tradimento. Il processo durò ben cinque anni, dal 1956 al 1961, al termine del quale tutti gli imputati furono assolti.

Nel 1961 divenne il comandante dell’ala armata Umkhonto we Sizwe “Lancia della nazione”, della quale fu c0-fondatore. Coordinò la campagna di sabotaggio contro l’esercito e gli obiettivi del governo, ed elaborò piani per una possibile guerriglia per porre fine all’apartheid. Raccolse anche fondi all’estero per il MK e dispose addestramenti para militari. Nell’agosto 1962 fu arrestato dalla polizia sudafricana, in seguito ad informazioni fornite dalla Cia e venne imprigionato per 5 anni con l’accusa di viaggi illegali all’estero e incitamen to allo sciopero. Durante la prigionia venne considerato, insieme ad altri arrestati l’11 luglio 1963 presso la Liliesleaf Farm, fra i responsabili e accusato di sabotaggio e altri crimini equivalenti al tradimento.

Tutti furono ritenuti colpevoli e condannati all’ergastolo, il 12 giugno 1964.

Per tutti i successivi 26 anni, Mandela fu sempre maggiormente coinvolto nell’opposizione dell’apartheid e lo slogan “Nelson Mandela Libero” divenne l’urlo di tutte le campagne anti apartheid del mondo intero.

Mentre era in prigione riuscì a spedire un manifesto all’ANC, pubblicato il 15 giugno 1980, che recitava: “Unitevi! Mobilitatevi! Lottate! Tra l’incudine delle azioni di massa e il martello della lotta armata dobbiamo annientare l’apartheid!”

Rifiutando un’offerta di libertà condizionata in cambio di una rinuncia alla lotta armata (febbraio 1985) rimase in prigione fino al febbraio 1990.

Le crescenti proteste dell’ANC e le pressioni della comunità internazionale portarono al suo rilascio l’11 febbraio 1990, su ordine del presidente sudafricano F: W: de Klerk, il quale ottenne, assieme allo stesso Mandela, il premio Nobel per la pace nel 1993.

Divenuto libero cittadino  concorse contro de Klerk  per la carica di Presidente del Sudafrica e vinse, diventando il primo capo di Stato di colore. De Klerk, invece, fu nominato vice presidente.

Come presidente (maggio 1994 – giugno 1999) Mandela presiedette la transizione dal vecchio regime basato sull’apartheid alla democrazia, guadagnandosi il rispetto mondiale per il suo sostegno alla riconciliazione nazionale e internazionale.

Dopo aver abbandonato la carica di presidente nel 1999, ha proseguito il suo impegno e la sua azione di sotegno alle organizzazioni per i diritti sociali, civili e umani. Ottenendo onorificenze in ogni parte del Mondo.

Nel giugno 2004, all’età di 85 anni, ha annunciato di volersi ritirare dalla vita pubblica e di voler passare il maggior tempo possibile con la sua famiglia. Ha, comunque, fatto un’eccezione nel luglio 2004 confermando il suo impegno nella lotta contro l’Aids recandosi a Bangkok per parlare alla XV conferenza internazionale sull’Aids.

Il 28 marzo 2013 venne ricoverato in un ospedale di Pretoria per una grave infezione polmonare, connessa ad una tubercolosi subita durante il periodo di prigionia; venne dimesso poco dopo, il 6 aprile, ma due mesi dopo, l’8 giugno 2013, venne nuovamente ricoverato in condizioni preoccupanti ma stabili.

Nella notte del 24 giugno le condizioni di Madiba si aggravano notevolmente e il 4 luglio venne dichiarato in stato vegetativo permanente.

Morirà il 5 dicembre 2013 nella sua casa di Johannesburg.

Mi piace qui riportare alcune frasi, per meglio inquadrare la grandezza di quest’uomo nobile di animo e di sentimento:

 

Noi siamo nati per testimoniare la gloria di Dio dentro di noi. Non soltanto in qualcuno, ma in ognuno di noi.

 

La nostra gloria più grande non sta nel non cadere mai, ma nel risollevarci ogni volta che cadiamo.

 

Nessuno è nato per odiare un’altra persona a causa del colore della sua pelle, o il suo passato o la sua religione. La gente deve imparare ad odiare, e se si può imparare ad odiare, si può insegnare ad amare, perché l’amore è più naturale per il cuore umano che il suo contrario.

 


Madebbe: Sande d’a Deggnetà Umane

”Stènghe akkuà gògge a ‘nnanz’a vvuje,

nnò kum’a nu pruféte, ma kum’a nu

pòvre vajasse d’u pòple. Mètt’i restanne

anne d’u kambbà mìje nd’i mane vòstre.

‘N’nume d’a ‘ròjeke lòtte d’u pòple nustre

pe fà cegghjà ‘a justizzje è ‘a lebbertà

pe tuttekuande nd’u pajése nustre!”

Ke sti paróle a nnireve è janghe kapì

have fatte k’abbesuggne vassce scelljà

si u munne se vóle servì è kka nessciune

nassce vajasse, né seggnóre, né pe kambbà

‘m’mesèrje, ma tuttekuande nasscime

pe ghèsse tatucce. “Tuttekuande sime

figghje de Ddìje è ‘a pace nenn’éje

nu sunne: rjartà póde addevevdà;

ma p’a tenè bbesuggn’èsse kapace de sunnà!”

 

 

 

Madiba: Santo della Dignità Umana

“Sono qua oggi davanti a voi,

non come un profeta, ma come un

umile servitore del popolo. Metto i restanti

anni della mia vita nelle vostre mani.

In nome dell’eroica lotta del nostro popolo

per instaurare la giustizia e la libertà

per tutti nel nostro paese!”

Con queste parole aneri e bianchi capire

ha fatto che bisogna  volare basso

se si vuole servire il mondo e che nessuno

nasce schiavo, né signore, né per vivere

in miseria, ma tutti nasciamo

per essere fratelli. “Tutti siamo

digli di Dio e la pace non è

un sogno: può diventare realtà;

ma per custodirla  bisogna essere capaci di sognare!”

 

 



 

 
 
 
 

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