Post n°487 pubblicato il 14 Ottobre 2016 da canescioltodgl10
Libertà (di assegnare un Nobel) Si stanno scatenando un sacco di polemiche per il Nobel dato a Bob Dylan. Personalmente ne sono felice: credo di aver rotto le scatole a tutti qua dentro per raccontare quanto mi piace e, pensare, che non ho ancora neanche cominciato a enumerare i perché, che da soli valgono un'enciclopedia (come quantità, non come qualità: è evidente) :) Mi sono fatto anche qualche bella risata alla notizia, prevedendo le reazioni di critica indignata. Invece i nobelari svedesi hanno mostrato una certa capacità di sparigliare e, forse, hanno dato un'indicazione, una indicazione di come si sia venuta evolvendo nel corso dei millenni la cultura popolare, quella basata sull'oralità, sui meccanismi ritmici e sonori per fissare nella memoria qualcosa che possa rappresentare un sentire comune. Da Omero a Virgilio ai contadi che recitano a memoria la Divina Commedia al teatro civile di Montichiello... Chi lo sa perché questa è sempre stata considerata cultura bassa a cui contrapporre la cultura alta. E questa è una visione distorta di un'eredità post kantiana dove innanzi tutto si giudica (e non si partecipa) da una certa distanza restando lucidi e nel fare questo ci si certifica come superiori agli altri proprio perché giudicanti. Distacco, freddezza e, aggiungerei, cattiveria :) La cultura bassa crea invece empatia, condivisione di valori e, perché no, divertimento. I neuroni specchio ci dicono che la bellezza attiva la zona del cervello attivata dalla cioccolate: piacere, quindi. Empatia, sinestesia, inclusività di tutti, com-prensione e non giudizi... Sento una voce lontana, quasi un'eco, che dice: "Ahò, ma che sta a dì', ma che mò anche Mogoln è un poeta?" |
Post n°486 pubblicato il 13 Ottobre 2016 da canescioltodgl10
Tempo (immobilità del) C'è un giorno molto particolare nel corso dell'anno: è il giorno del solstizio d’inverno. E' il giorno con il tramonto che arriva troppo presto e l’alba che non arriva mai. Il giorno in cui si colloca poi la notte della vigilia, la notte in cui non si dorme, si tengono accese le luci e si mangiano cibi speciali a forma serpentina, tipo il capitone, o ad anello come i taralli, tutte forme che raffigurano il tempo. Quella notte noi mangiamo il tempo in una cerimonia cronofaga perché Cronos non mangi noi come già mangiò i suoi figli. In quella notte il tempo quotidiano viene sospeso, quasi un arresto del normale ritmo della vita in un viaggio a scendere che dalle stelle cala fino dentro la grotta-ventre in cui nasce la nuova vita. Qua, in questo momento, morte e vita non sono oppositive ma coincidenti. Per una notte appunto e solo per questa notte. Il Cristianesimo su questa base antica come il mondo innesta una leggenda bellissima: il tempo da ciclico si fa lineare, dalla Creazione alla nascita di Cristo, che è l’avvento del nuovo tempo, e dalla nascita a quello che manca all’Apocalisse. In questa inversione tra il vecchio e il nuovo tempo, in questo passaggio cosmico di consegne, per un istante il tempo si ferma e il mondo si ferma, gli uomini, gli animali sulla terra e i pesci nell’acqua e gli uccelli nell’aria. Poi la vita torna a fluire… Questo è il presepe: la raffigurazione dell’attimo senza tempo… (in una giornata di freddo a Roma) |
Post n°485 pubblicato il 10 Ottobre 2016 da canescioltodgl10
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Post n°484 pubblicato il 10 Ottobre 2016 da canescioltodgl10
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Post n°483 pubblicato il 09 Ottobre 2016 da canescioltodgl10
Libertà (di scrivere) Scrivere è una disciplina. In realtà lo sono tutte le attivitàumane fatte con continuità e volontà di migioramento, anche quelle creative. Si scrive con disciplina quando si scrive per un giornale dove si è condizionati dal numero di battute, dall'impaginazione, dallo schema con cui si costruisce il pezzo. Vale lo stesso per un romanzo pubblicato non a proprie spese: il confronto con l'editor può essere assolutamente traumatizzante per gli scrittori più giovani e meno protetti dal narcisismo. Carver, tanto per fare un nome, non si è mai ripreso dall'esperienza anche se gran parte del suo successo lo deve proprio al suo editor implacabile. In frangenti come questo un mentore può essere utile? Sì. |
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