Il mondo dei libriOgni lettore, quando legge, legge sé stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sé stesso. [Il tempo ritrovato-Proust Marcel ] |
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ULTIMI COMMENTI
DACIA MARAINI
Se amando troppo
si finisce per non amare affatto
io dico che l’amore è una amara finzione
quegli occhi a vela che vanno e vanno su onde di latte
cosa si nasconde mio dio
dietro quelle palpebre azzurre
un pensiero di fuga
un progetto di sfida
una decisione di possesso?
la nave dalle vele nere
gira ora verso occidente
corre su onde di inchiostro
fra ricci di vento
e gabbiani affamati
so già che su quel ponte
lascerò una scarpa, un dente e buona parte di me
Post n°13 pubblicato il 01 Novembre 2007 da Roxy_rox
Oggi si parla di un romanzo scritto da Ildefonso Falcones: La cattedrale del mare. Il libro narra di un bambino Arnau, figlio di un servo fuggiasco che trova asilo nella Barcellona del XIV secolo.
Il libro mi è piaciuto. Scorrevole e di facile lettura in ogni sua parte, riesce a mantenere la curiosità del lettore alternando la storia di Barcellona con il racconto della vita di Arnau. Frase preferita: “Bernart contemplò la libertà e… il mare! Non aveva mai né visto né immaginato una tale sconfinata immensità. Sapeva che oltre quel mare esistevano altre terre catalane, lo dicevano i mercanti, eppure… Era la prima volta che si trovava davanti a qualcosa di cui non riusciva a scorgere la fine” By Rox |
Post n°12 pubblicato il 15 Settembre 2007 da gifree70
" Io credo che egli approfittò , per venirsene via ,di una migrazione di uccelli selvatici ." |
“Avrei scelto di vivere una vita sulla terra ben sapendo che all’improvviso mi sarebbe stata strappata via, forse proprio nel bel mezzo dell’ebbrezza della felicità? Oppure già in punto di partenza avrei rifiutato tutto questo gioco azzardato del ‘dai e togli’”? Come sempre nei romanzi di Jostein Gaarder, il lettore si trova di fronte a un gioco di scatole cinesi continuando a proporre domande su cui riflettere e risposte che ad alcuni potrebbero sembrare azzardate. La prima storia è quella del quindicenne Georg, che trova una lettera di suo padre Jan Olaf, morto dodici anni prima, scritta prima di morire perché il figlio la leggesse in età adulta e potesse conoscere meglio chi gli aveva dato la vita. Si apre così la seconda storia, che è quella dell’amore di Jan Olaf per “la ragazza delle arance”, incontrata casualmente e diventata oggetto di una ricerca che si snoda come una rivisitazione degli antichi romanzi cavallereschi. Ogni successivo incontro aggiunge una tessera al puzzle, ma soltanto quando sarà completato si vedrà che il gioco dei ruoli era diverso da quanto appariva. Ma il padre non si limita a raccontare a Georg la propria storia d’amore, vuole costruire un dialogo con lui, e fargli condividere la sua passione per il mistero dell’universo: alla fine gli porrà una domanda che può dare un significato non solo alla vita del figlio, ma retrospettivamente anche a quella del padre. Pensa che valga la pena di essere nato, pur sapendo di poter restare al mondo per un periodo che comunque sarà molto limitato? Per facilitargli la risposta, vorrebbe offrirgli la certezza di una sopravvivenza nell’al di là, ma su questo argomento ha soltanto delle ipotesi: “Se c’è il mondo, allora le frontiere dell’improbabile sono già state scavalcate. Sono già così pieno di stupore per il fatto che esista un mondo, che non avrei spazio per altro stupore se dovesse rivelarsi che esiste anche un altro mondo dopo questo.” La risposta di Georg coinvolge anche il lettore che ha partecipato al gioco: “La vita è una lotteria gigante dove si vedono solo i biglietti vincenti. Tu che stai leggendo sei uno di questi biglietti. Lucky you!” Il libro purtroppo l'ho letto anni fà e quest'estate quand'ho deciso di rileggerlo non l'ho più trovato, probabilmente prestato a qualcuno di smemorato quanto me. Rimane comunque il mio libro preferito proprio perchè mi suscita una gran curiosità, sia per la trama del libro che non ti fa capire la storia se non con colpi di scena e sia per le domande che l'autore invita a porci. Prendo l'occasione per consigliarvi "Il Viaggio di Elizabeth" sempre dello stesso autore...poi bisogna vedere se il boss di questo blog accetta. Buona giornata a tutti. Francesca |
Post n°10 pubblicato il 27 Agosto 2007 da green100
Ok, non è un segreto che questo libro non mi sia piaciuto, ma mi spiace che nessuno mi abbia dato dei buoni motivi per apprezzare almeno qualche passaggio. Allora l’ho risfogliato, e ho guardato qualcosa sull’ autrice (http://www.marilumanzini.com/), qualcosa sul libro (http://www.24sette.it/manzini/index.html). Conclusione: non l’ho apprezzato comunque, anche se qualcosa mi ha fatto sorridere quando l’ho riguardato, e forse l’effetto “splatter” era un po’ voluto, chissà. Davvero, mi aspettavo che qualcuno mi spiegasse un po’ di più. Insomma il libro è stato pubblicato, qualcuno l’ha letto, nessuno l’ha apprezzato?Nessuno mi può spiegare? |
Post n°7 pubblicato il 01 Agosto 2007 da green100
Opera di: Banksy Ok, so che bisogna avere pazienza, tra poco scade “il quaderno nero dell’ amore”, che non sembra aver riscosso particolare successo, mentre so per certo che per quanto riguarda “la ragazza delle arance” il 30 Agosto dovremmo essere già qualcuno in più, (Aiutati anche dalle vacanze). Devo dire che è bella la sensazione di prendere in mano un libro e leggere qualche pagina, sapendo che altre persone stanno facendo la stessa cosa. Quindi sono poi pochi euro, ma se non ci sarete il 6, il 30 vorrei incontrare molta gente!!! Tornando a Tolleranza zero, risfogliandolo , è vero quanto dice Rox, difficile odiare il personaggio di Roy e comunque welsh delle attenuanti le mette spiegando l’ambito in cui nasce cresce e vive, ma non riesco a concepire atti del genere….dopo la lettura di questo libro devo dire che ho rispolverato lo slogan “Tolleranza zero”, e ho inserito “non ci sono scuse”! |
Post n°6 pubblicato il 24 Luglio 2007 da green100
Irvin Welsh Ok, mi è stato chiesto più volte da Rox.rg, Alias Roxy.rox la frase preferita di questo bel libro. Ebbene ho risfogliato il libro, e le frasi che mi piacciono sono quelle quadrettate che riportano mi riportano al titolo del libro. Mi spiego: I racconti di violenza sono così ben descritti che ci portano alla realtà, cioè che non è soltanto un romanzo, e che queste cose succedono davvero….si, non è un romanzo, queste violenze avvengono. Questi quartieri ci sono……..Queste persone esistono…….Esiste questa violenza gratuita e con livelli di aberrazione umana fuori dal normale modo di pensare. Questa è l’abilità che mi toglie dalla mia solita critica pregiudizievole, cioè, la violenza o il sesso scritti tanto per vendere…..qui Welsh, lo scrive in modo talmente reale……che mi riporta al fatto che questa violenza c’è, e mi porta a citare questo famoso slogan, che ha dato il titolo al libro in italiano: TOLLERANZA ZERO e ribadisco, NON CI SONO ATTENUANTI. Esatto l’abilità ed il modo in cui l’ha scritto mi porta ad avere in testa questo alla fine……………….Più dell’aspetto legato alla metafora del MARABU’, o delle attenuanti che potremmo trovare vista la situazione famigliare disastrosa di Roy. ….Che dite sono grave?
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Post n°5 pubblicato il 17 Luglio 2007 da Roxy_rox
Ciao a tutti!! "Il Marabù è un uccello predatore. Il Marabù è anche un uccello spazzino. Queste caratteristiche lo rendono odiato e disprezzato dagli esseri umani. Gli umani apprezzano gli animali in cui vedono le qualità che desidererebbero tanto avere e odiano gli animali dalle caratteristiche che vorrebbero catalogare tra quelle neanche lontanamente umane. Il mondo in cui viviamo non è dominato dagli orsi forti e teneri, dai micetti graziosi e felpati o dai cani amichevoli e fedeli. Sono i Marabù a comandare in questo mondo e sono noti come pessimi e bastardi." tratto da Tolleranza zero by ROX |
Post n°4 pubblicato il 17 Luglio 2007 da green100
Ciao ragazzi, volevo soltanto ricordare perché abbiamo creato questo blog, e prima di tutto a noi!!! L’idea era nata sul mio, poi Rox.rg, ha osservato che l’idea era buona, ma fatto in questo modo poteva divenire dispersivo perché la recensione si perdeva tra gli altri post in un paio di giorni. A questo punto abbiamo coinvolto amo_molte_donne che come ci ha dimostrato nella recensione e nella scelta del libro è in gamba e abbiamo fatto quello che si può vedere! Ebbene qual’ è il mio problema allora?Io per primo, ho pubblicato commenti di “servizio”, penso invece che dovremmo limitarci a post e commenti sul libro in lettura in questo periodo,proposte al limite decisioni sui libri da leggere, per il resto delle comunicazioni dovremmo rifarci ai nostri blog o messaggerie. Mi spiego meglio in pratica i Post che facciamo fino al 06/08/07 devono essere strettamente legati a “Tolleranza zero”. Questo diviene indispensabile se cresciamo come numero, e Rox aveva in mente di permettere di scrivere post a tutti coloro che aderiscono all’ iniziativa, ma se non ci atteniamo a questa semplice regola perde a mio avviso senso l’iniziativa, e nel periodo di commento alla lettura verrebbero pubblicati post di ogni genere. Ora senza nessun tipo di polemica, vi prego di darmi un’ idea se quanto dico può sembrarvi sensato, noi 3 abbiamo creato un blog, ma dobbiamo aver ben chiaro il perché da subito, e forse non abbiamo stabilito tutto all’ inizio cavalcando l’entusiasmo della cosa. Questa è una comunicazione di servizio e con i suoi commenti chiarificatori io spero sarà l’ultima, ma attendo i vostri commenti, commenti da tutti, perché l’idea di Rox è quella che pian piano tutti possiamo scrivere in questo blog! Ciao |
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LIBRI COMMENTATI
"Gomorra"
di Roberto Saviano
"La cattedrale del mare"
di Ildefonso Falcones
di Antoine de Saint Exupérie
di Jostein Gaarder
di Irvine Welsh
di Marilù S: Mancini
“Dolores Claiborne”
Stephen King
“Non ti muovere”
di Margaret Mazzantini
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E COSÌ VORRESTI FARE LO SCRITTORE
Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo.
a meno che non ti venga dritto dal
cuore e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo.
se devi startene seduto per ore
a fissare lo schermo del computer
o curvo sulla
macchina da scrivere
alla ricerca delle parole,
non farlo.
se lo fai solo per soldi o per
fama,
non farlo.
se lo fai perché vuoi
delle donne nel letto,
non farlo.
se devi startene lì a
scrivere e riscrivere,
non farlo.
se è già una fatica il solo pensiero di farlo,
non farlo.
se stai cercando di scrivere come qualcun altro,
lascia perdere.
se devi aspettare che ti esca come un
ruggito,
allora aspetta pazientemente.
se non ti esce mai come un ruggito,
fai qualcos'altro.
se prima devi leggerlo a tua moglie
o alla tua ragazza o al tuo ragazzo
o ai tuoi genitori o comunque a qualcuno,
non sei pronto.
non essere come tanti scrittori,
non essere come tutte quelle migliaia di
persone che si definiscono scrittori,
non essere monotono o noioso e pretenzioso, non farti consumare dall'auto-compiacimento.
le biblioteche del mondo hanno
sbadigliato
fino ad addormentarsi
per tipi come te.
non aggiungerti a loro.
non farlo.
a meno che non ti esca
dall'anima come un razzo,
a meno che lo star fermo
non ti porti alla follia o
al suicidio o all'omicidio,
non farlo.
a meno che il sole dentro di te stia
bruciandoti le viscere,
non farlo.
quando sarà veramente il momento,
e se sei predestinato,
si farà da
sé e continuerà
finché tu morirai o morirà in
te.
non c'è altro modo.
e non c'è mai stato.
Charles Bukowski
UNA STORIA DI AMORE E DI TENEBRA – AMOS OZ
Capivo il suo dolore: papà aveva un rapporto quasi carnale con i libri. Amava toccarli, frugarli, accarezzarli, annusarli. Era infoiato per i libri, incapace di trattenersi, allungava subito le mani, fossero anche stati libri altrui. In effetti, i libri di allora erano molto più sexy di quelli di adesso: c’era di che annusare, accarezzare, tastare. C’erano libri con le scritte dorate sulla copertina che ancora profumavano, un po’ ruvide al tatto, così che dalle mani passava tutto un brivido sulla pelle, come quando si tocca qualcosa di intimo e inaccessibile, qualcosa che un po’ freme e trema, sotto le tue dita. C’erano poi libri con la copertina in cartone rivestita di stoffa, appiccicata con una colla dall’odore incredibilmente sensuale. Ogni libro aveva il suo odore segreto ed eccitante. A volte la copertina di stoffa si staccava un poco dal cartone, si scompigliava come una gonna sfacciata e che fatica non gettare l’occhio verso l’interstizio buio fra il corpo e il tessuto, non attingervi sentori da vertigine.
gentilmente offerto da Vaniapocket
Inviato da: adrian
il 14/12/2011 alle 16:04
Inviato da: adrian
il 14/12/2011 alle 16:04
Inviato da: adrian
il 14/12/2011 alle 16:04
Inviato da: adrian
il 14/12/2011 alle 16:03
Inviato da: adrian
il 14/12/2011 alle 16:03