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la prefazione

Post n°1 pubblicato il 01 Febbraio 2011 da kinderconsorpresa
Foto di kinderconsorpresa

"Scendi che andiamo" echeggiava una voce scura mista a demenza al citofono della casa di Cico "Scendo nonna" mentre s'incamminava verso la porta "torno dopo". Una vecchia arzilla vestita alla buona con gli occhiali non tanto alta di statura uscendo dalla cucina urlando "dove vai " e la porta si chiude . La nonna di cico era una donna all'antica cresciuta in un paesino del sud alle porte di Napoli, aveva trascorso tutta la sua vita in quella citta' lavorando come bidella alla scuola elementare del paese, la conoscevano tutti e lei conosceva tutti. Aveva presoin casa con se Cico che aveva 14 anni , era suo nipote del resto, il figlio di sua figlia ,non legittima , ma pur sempre sua figlia e faceva di tutto per portarlo avanti meglio possibile. La casa dove viveva Cico con sua nonna era modesta ma pulita e c'era sempre un buon odore di pulito appena valicavi la soglia dell 'ingresso. Le scale fatte a quattro a quattro per arrivare presto giu , come se passasse un eternita' per fare una rampa una sensazione di ansia gia pervedeva il corpo di Cico che si apprestava ad apire il portone. il sole era forte ,del resto soprattutto nel meridione d'estate fa caldo pensare poi alle 3 del pomeriggio. Seduto su una vespa bianca con i gomiti sul manubrio ed un sorriso stampato sul viso ad aspettare Cico con molta impazienza c'era Carlo. "Allora" disse appena il portone si apri' "che si fa andiamo?" si rivolgeva a Cico "si ma comunque io ho un po paura " . la paura pervadeva sempre Cico in quelle situazioni la paura di essere scoperto , di mandare tutto all'aria di tornare in quella prigione da dove era scappato la sua casa. "ma quale paura? Alla fine che ci fanno" ribadiva Carlo che gia aveva messo in moto la vespa con un deciso colpo di pedale "sali che andiamo ". Cico sali'. Carlo era il figlio del cancelliere Esposito , una delle persone piu' in vista della citta' da poco il suo nome era sulla bocca di tutti per l'inchiesta su Tangentopoli che aveva implicato mezza Italia di li a poco sarebbe tornato a casa dalla prigione di Caserta in cui era stato rinchiuso per oltre una anno.Era proprio da un anno che Carlo e Cico frequentavano una cerchia di amici particolari , tutti a margini della societa' che si arrabattavano per tirare avanti e proprio uno di quegli amici aveva fatto scoprire loro le gioie della droga. Carlo l'aveva provata per curiosita' Cico per riflesso. Mentre la vespa camminava veloce su una strada secondaria che costeggiava l'ospedale di zona la tensione dentro Cico cresceva "allora dove andiamio a fumare ? " domandava mentre il vento calda gli scompigliava i capelli che tentava di mantenere in ordine con una mano "non so sulla collina ? ma ce l'hai una sigaretta ?" domandava mentre scansava le buche zigzagando sull'asfalto che brillava in lontananza tanto forte era il sole quel giorno "certo che le ho !" .La salita della collina era ripida , la vespa faceva fatica a portare tutti e due fin su ed è in queste occasioni che Cico scendeva al volo e iniziava a spingere la vespa malfunzionante di Carlo , poggiava le mani sulla sella rotta dove s'intravedeva la spugna gialla del veicolo e iniziava a spingere per salire quegli ultimi 3 o 4 metri ed arrivare in cima al campanile della collina. Sul campanile ci si incontravano tutti i ragazzi della zona che si facevano gli spinelli , era un posto sicuro poiche' c'era una stradina laterale ,sterrata che portava alla collina vicino e soprattutto si vedeva se arrivava la polizia . Una visuale ottima, una via di fuga , la pace del campanile abbandonato ed un ottima compagnia. Carlo aveva gia messo la vespa vicino ad un muretto e alzato la sella per prendere il messeser del piccolo drogato. Un accendino antivento , le cartine e l'hashish preventivamente acquistato , se lo poneva sempre sotto il naso per odorare e quell'aroma gli piaceva tantissimo. Alto con i capelli ricci , un sorriso a trentadue denti e l'aria di cattivo ragazzo che aleggiava intorno a lui quando si preparava a rollare. "Passami la sigaretta " mentre tra le mani aveva gia predisposto il pezzo da usare per la canna "tieni , me ne restano ancora sette" rispondeva Cico mentre gli poneva la sigaretta "ottimo cosi' almeno dopo ce ne possiamo fare anche un altra " ribadiva mentre leccava la carta della marlboro di contrabbando che gli aveva dato Cico e riversava il tabacco nella mano. "che facciamo stasera altrimenti è una palla esagerata qua , soprattutto in questo periodo , il bar è in ferie , di donne non se ne parla non ci filano , non è nemmeno sabato oggi saremmo potuti andare a ballare " lamentava Carlo mentre con il filtro bagnato da una goccia di saliva prendeva il pessetto di hascish e si preparava a dargli fuoco con la fiammellla dell'accendino che andava a scatti ". "Potremmo andare a farci un giro a bere qualcosa " domandava Cico mentre lo seguiva con lo sguardo in quell 'orrido rituale " e con quali soldi sentiamo , io non ho una lira , benzina non ce n'è non posso depredare sempre la borsetta di mia madre " commentava mentre prendeva con due dita la canna einiziava a batterla sullo swatch per far scendere il tabacco sino al filtro "che cazzo di filtro di merda hai fatto Cico , adesso di sicuro non tira bene , perdipiu' ho squagliato anche male c'è una pietra nel mezzo " Carlo si lamentava sempre dei filtri che gli facevano. Il filtro della canna per lui era un must , doveva essere arrotolato alla perfezione e formare una esse al centro , doveva essere fatto con l'aletta interna dei pacchetti di sigarette originali perche' secondo lui erano piu' dure di quelle di contrabbando "Tutta colpa di quelle sigarette di merda che compri dal nero" bofonchiava nervoso mentre portava alla bocca il suo manufatto e dava la prima boccata "che posso farci io , queste posso permettermi" con voce severa lo redarguiva  "ringrazia dio" . Ringrazia dio... "una volta almeno te le compri originali cosi' noti la differenza " mentre gli passava la canna "Carlo le compro ogni sabato e non noto tutta questa differenza" mantenedola con due dita "figurati che ne capisci tu , basta che fumi , fumeresti anche i kleenex " scoppiando a ridere. Questo era il bello di Carlo , appena faceva un tiro iniziava a ridere a crepapelle senza fermarsi dinanzi a nulla e nessuno e ti prendeva come se fosse lui stesso una droga , non potevi farne a meno , ridevi anche tu "cazzo ti ridi idiota " rideva Cico mentre con l'occhio dava uno sguardo alla strada per vedere se tutto era tranquillo e con la mano gli tendeva la canna "tieni fuma n'altro po di sto calippo prima che ti pigliano le smanie e le ansie " . La canna era cosi' , un barlume di fumo inebriante s'alzava come nebbia dal muretto sul campanile , la citta' in lontananza e la strada sempre sott'occhio per qualsiasi evenienza. Si stava li sotto il sole a fumare e ridere come se non esistesse null'altro che quello in quel momento di pazzia puerile. "E' palo" diceva Carlo passando un mozzicone fumante "tieni fatti l'ultimo tiro". Il palo era il modo con cui si contraddistingue la fine della canna , l'ultimo tiro di cartone bruciato. Cico si alzo' dal muretto barcollando come fosse ubriaco senza aver bevuto , il sole lanciava dei raggi abbaglianti sul suo viso senza nessun riparo da quel caldo se non un giro sulla vespa. Il caldo accentuava l'effetto dell'hascish  nella sua testa. "Bene sto fatto di brutto, la porto io al ritorno " chiedeva "sei pazzo! io questa tengo poi dopo come faccio " rispondeva carlo mentre si metteva sul viso un paio di occhiali rayban presi in prestito al fratello e si stendeva sul muretto prendedo tutto il posto. "No ce ne dobbiamo andare devo cagare" Cico con una mano sullo stomaco chino sulle gambe"Ma la smetti di rompere il cazzo Cico ogni volta che ci facciamo una canna devi cagare , ti prende questo ingrippo sempre se devi cagare vai nella terra e non rompere le palle pensa piuttosto cosa facciamo stasera " Quando Carlo s'incazzava cosi' Cico non parlava quantunque fosse fisicamente piu grande e molto piu forte restava in silenzio , aveva paura di perdere quell'amico che conosceva da quando era piccolo. La madre di Cico era molto amica con la madre di Carlo entrambe andavano ogni sabato dallo stesso parrucchiere , uno degli unici due del paese. Del resto la madre di Cico era pur sempre la moglie del capitano e l'altra la moglie del cancelliere. Le famiglie dei due erano attigue anche dal punto di vista residenziale. Vivevano in quelle villette a schera di nuova costruzione che la ditta di zona aveva costruito nel 77 dove i genitori di Cico si erano insediati dopo il matrimonio , dove lo avevano concepito e cresciuto fino all'eta' di 13 anni. Un sabato come gli altri le due donne s'incontrarono per andare insieme da Andrea il coiffeur pour dame della zona e lasciarono , come sempre , l'incombenza della responsabilita' sulle spalle di Adelaide la colf di casa Esposito. Cico e Carlo allora potevano avere sette anni scapparono da casa Esposito per riversarsi a giocare con latari a casa di Cico. Fecero insieme la stradina del parco residenziale , saltarono il cancello del giardino , un muro basso presero la scala del giardino la poggiarono sul balconcino al primo piano , salirono la scala saltarono il balconcino .. uno mantenva la tapprella l'altro andava sotto e apriva . "entra " . La scala a terra spostata con la mano si mimetizzava tra l'erba del giardino , l'unico scazzo er il rumore della sua caduta. Passarono ore dinanzi al televisore mentre fuori il paese era in subbuglio per il rapimento del figlio del cancelliere il quale scappo' dal tribunaple appena avuto la notizia dalla moglie. La madre di Cico allerto' il Capitano che dovette arrivare da Avellino dove lavorava con 3 pattuglie al seguito. Quando  intorno alle quattro il cancello della casa del capitano e uscirono i due ragazzi con la mano ignorando qualsiasi conseguenza. Una persona prese Carlo un braccio urlando "sta qua" portandolo a gran passi verso una ressa che si era formata dinanzi l'ingresso della sua casa dove la madre era svenuta su una sedia ed il cancelliere tentava di rinvenirla."Ti ricordi cosa hai detto quando siamo scappati quella volta e hai visto tua madre svenuta sulla sedia " domandava Cico sorridendo "ahahahah papa' ma questa gente pranza con noi " mentre si esilarava sul suo commento da bambino ingenuo guardando Cico triste in volto con gli ultimi spasmi della risata "che c'e' , che hai " domandava "nulla andiamo ora devo cagare "alzandosi a stento e barcollando "Ok"

la vespa scendeva spenta prendendo velocita' e accendendosi al volo , il vento rinfrscava il corpo sudato ed era piacevole. "il segno sul fianco" borbottava Cico "che cosa?" "il segno sul fianco me lo fece quel giorno con la cinghia".La vespa camminava veloce zigzagando evitando le buche "che cristo Cico" commentava Carlo.

 
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il viaggio

Post n°2 pubblicato il 02 Febbraio 2011 da kinderconsorpresa

Il bar Parigino era il lugo di aggregazione dei ragazzi del paese , frequentato dalla maggior parte delle teste calde della zona. Uno spiazzale antistante al bar era utilizzato a mo di parcheggio per i motorini e le rare automobili degli avventori del locale che tuttosommato era tenuto bene dai proprietari. Un locale di un unica stanza di circa 500 metri quadri rimpinzato di carambole , calciobalilla , videogiochi e videopoker; sulla sinistra all'ingresso c'era il banco del bar rivestito di acciaio inox un po alla buona su cui sovrastava una delle prime macchinette del caffe elettriche. La maggior parte dei ragazzi frequentava il parcheggio piu che il bar stesso. Si potevano tranquillamente racimolare due o tremila lire chiedendo tra gli astanti qualche spicciolo, pratica effettuata quotidianamente dal Cobra per poter andare a prendere la dose giornaliera , ovviamente con un motorino preso in prestito che non tornava prima delle tre ore alla base. Tutti quelli che si facevano le canne frequentavano il Parigino. Il dramma era d'estate quando il proprietario chiudeva e partiva per le agognate vacanze.

Cico e Carlo si fermarono nel parcheggio frenando la moto direttamente sul marciapiede e franando su esso ridendo. Le rayban di Carlo volarono in terra e ovviamente si graffio' un vetro.  Stesi nel parcheggio con la vespa da una parte le rayban dall'altra ridendo sotto il sole cocente nel bel mezzo della sua fragorosa risata Carlo eplose "Ce ne facciamo un altra ? " - "Cazzo si "- E via con il solito rituale. Seduti sotto la saracinesca abbassata de Il Parigino in una nebbia irreale tra le mille proposte di come passare la giornata. Da lontano si sentii un rombo impressionante e solo dopo un po i due realizzarono. Di colore azzurro , con un ammaccatura sulla fiancata sinistra , un pupazzo orribile a forma di orso che pendeva dallo specchietto retrovisore ed una musica assordante irriconoscibile. La Fiat Uno del Prete un  personaggio particolare del paese, aveva avuto la fortuna di iniziare a lavorare con un amico nel suo garage , pensava di essere un mostro nelle riparazioni delle autovetture solo dopo un po ' si scopri' che era addetto a passare gli attrezzi o al massimo mantenere la luce fissa su un punto preciso della vettura in riparazione. Comunque il lavoro gli dava la possibilita' di mettere la benzina  nell'automobile rigorosamente senza assicurazione. Il Prete era il tassista dei ragazzi per il viaggio. Per la modica cifra di duemila lire il Prete ti accompagnava a Seconde dove potevi acquistare il tuo pezzo di hashish a prezzi convenienti , il rapporto qualita' prezzo era ottimo. "Ue Carlo " fermandosi ad un passo dal marciapiede col suo braccio fuori il finestrino ed una camicia che avrebbe fatto arrossire il peggior circense al mondo "passami na cartina ". Carlo odiava  il Prete in tutti i sensi "Ti sei perso o ti devi perdere ? " rispose sarcastico senza il suo sorriso sulla bocca e tenendo stretta la cartina  "perche se ti devi perdere facci perdere anche a noi ". La solita battuta idiota che faceva per riuscire a scroccare qualche tiro di canna da qualcuno. "Presidente è l'ultima dopo devo andare a ricaricare " rispose "ma un tiro non te lo nego ". Molti chiamavano Carlo Presidente a causa dell'influenza del padre in certi affari sporchi. "Ma se devi andare a SECOND" aggiunse Carlo "ti facciamo compagnia che ne pensi Cico". Che ne pensi Cico ?! Cico odiava fare il viaggio , era sempre in ansia tutto il tempo perche' sebbene minimi i rischi c'erano.Il rischio maggiore era quello di farsi beccare al posto di blocco nella rotatoria di Second ,chi l'avrebbe detto al capitano e cosa gli avrebbe fatto... "Certo Presidente " cogliendo al volo il segnale del compagno e soprattutto per risparmiare le duemilalire del passaggio, un occasione cosi' non si sarebbe presentata facilmente e soprattutto in quel periodo "allora andiamo ! Sali dietro ". Il prete apri' le sicure della sua autovettura e si accinse ad accendere il suo roboante bolide tra le imprecazioni di CArlo che gia lamentava l'audio dello stereo sgangherato della vettura. Erano partiti.

 

 
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la notte

Post n°3 pubblicato il 04 Febbraio 2011 da kinderconsorpresa

La casa della nonna ci Cico era sprovvista di doccia, ma in compenso la vasca da bagno era enorme.La nonna di Cico preparava sempre la vasca da bagno per il suo nipotino e attrezzava il bagno nei periodi freddi con la stufa a gas e mettendo l'accappatoio del nipote sul termosifone per non fargli prendere freddo. Cico s'immergeva nella vasca con una sigaretta tra le dita e passava ore a immaginare il suo futuro prima alzarsi per accenderene un'altra mentre si asciugava i lunghi capelli neri con un ascigacapelli antiquato. Sulla lavatrice gia pronti i boxer , i calzini , la maglia intima rigorosamente nera che Cico non indossava quasi mai. Una volta uscito dal bagno s'incamminava con l'accappatoio stretto addosso nella sua camera da letto dove erano gia pronti lavati e lindi i suoi vestiti. "Nonna ma la camicia nera? " domandava "E' sporca la devo lavare, se vuoi te la lavo e l'asciugo un attimo col phon " Urlando ttra le pareti delle stanze  "Ma come è sporca , ma lo sapevo e che metto adesso ? ". Cico non ha mai capito niente della vita. Pettinatosi , improfumatosi e specchiatosi piu e piu volte s'incamminava verso la prota lasciando alle sue spalle un vero casino tra bagno , camera da letto e perfino corridoio."Non tornare tardi per cena a nonna"..... La cena "si si" chiudendo la porta  - e chi cena - Cico mangiava solo per fame chimica.Le scale fatte in fretta per ritrovarsi subito in strada, quella strada sempre trafficata per respirare quell'odore misto fra smog e tepore estivo.Gli piaceva camminare in quei periodi, non c'era scuola e le ragazza vestite succinte per il troppo caldo gli facevano un bell'effetto, del resto non era tanto lontano dal Parigino e due passi fanno sempre bene pensava ciondolando per strada e riflettendo sui piani della serata."Il fumo lo abbiam preso ho ancora 20000 lire in tasca mi prendo un biancosarti e poi .. cazzo un po di miscela per la vespa .. dovro' contribuire.. ma si magari una pizza ... o si va a ballare ...  e ma il passaggio ... pero' na trombata mi andrebbe proprio..." Il cammino era talmente breve che i propositi erano troppi per riuscire a formularli tutti prima di arrivare a destinazione. "Ciao Vale'" a destinazione "Ciao Cico e Carlo?" "Vale non so quando arriva ma ci siamo dati appuntamento qua " di norma non c'era appuntamento prefissato , era una consuetudine "Cico hai fumato , hai gli occhi rossi rossi" diceva ridendo "Vale ho fatto lo shampoo è normale abbia gli occhi rossi" rispondeva "Ma va' Cico sembra che non ti conosco " ribatteva "Vale' non lo ho io il fumo lo ha Carlo l'avessi avuto io certo che me la facevo c'ho na scimmia addosso" "Mi farete fare due tiri allora ? " - fregato- "Penso di si qual'e' il problema siamo andati a Second " Cico pensava in quello stesso frangente di aver fatto una cazzata. Se tra i ragazzi si sarebbe sparsa la voce che avevano il fumo l'avrebbero consumato tutto e non gli andava di ritornare in serata a comprarlo o peggio di non averne piu' per il giorno seguente."Penso che andiamo a ballare stasera.." continuo' Cico "Vestito cosi'?" Cico era troppo in controtendenza con la'bbigliamento locale , pèortava gli anfibi neri ricordo del militare, una salopette larghissima sbottonata la cui pettorina era nascosta da una camicia di norma nera , ma stavolta colorata e piena di scritte, gli occhiali da sole tra i capelli due orecchini a cerchietto uno dentro l'altro sul lobo sinistro, i pochi peli sulla faccia spacciati per barba rasa."Perche' Vale non vado bene devo mettere la giacca? " ridendo e scrutando da lontano se sul rettilineo poteva spuntare Carlo da un momento all'altro. "Cico hai 500 lire ci dividiamo un Biancosarti" d'istinto propose Valerio "Andiamo".

Il Parigino era anche menzionato come l'unico bar della citta' che usava solo bicchieri di carta il che era anche comodo poiche' i ragazzi prendevano la consumazione e ritornavano fuori a cazzeggiare. Era impossibile uscire fuori e bere qualsiasi cosa da solo , tutti ti chiedevano un sorso di qualsiasi cosa stessi bevendo acqua , coca cola , liquore, birra persino la candeggina. Mentre sorseggiava il drink Cico senti' finalmente il rumore che aspettava. "Carletto " alzando il bicchiere da lontano . Carlo era tranquillo nel suo modo di vestire di norma jeans e polo a mezze maniche capelli sconvolti rayban graffiati nel colletto della maglia e un sorriso demente."Aho drogati " disse ridendo "mi aspettavate eh " continuo' "sali Cico andiamo a farci na cannetta che poi partiamo andiamo al SUSA". "Carle ma vero?" chiese Cico nella sua incredulita' "Certo " un sorriso quasi beffardo nei confronti del Valerio.Il Susa era una discoteca della periferia dove d'estate c'era sempre un sacco di gente, soprattutto ragazze."Andiamo allora" disse Cico montando al volo sulla vespa e facendo saltare gran parte del drink su Carlo "ma che stronzo che sei !" urlo' mettendo in moto la vespa a volo "Cico la mia meta' del drink"..... troppo tardi erano gia in strada.

Il caldo tepore della sera lo prendeva in volto adesso , finalmente. Era felice di passare una serata ballando fra le ragazze s'immaginava gia di portarsene una nel parcheggio per pomiciare un po. La vespa viaggiava a velocita' moderata sulle strade del paese , anche per incrociare qualche ragazza e magari fermarsi e fare un po gli scemi "Scusa , scusa, bella ... ti posso conoscere..." la frase piu' idiota per un abordaggio , ma del resto non era la banalita' della frase era un modo come un altro per farsi vedere , valutare , magari andava bene il piu' delle volte non c'era risposta allora Carlo attaccava "meno male che non te l'abbiamo chiesto , ma che ce l'hai solo tu .. e dalla un po in giro è un consiglio non un cantante dalla " era il tempo in qui quella maglietta aveva fatto scalpore nel paese - dalla è un consiglio non un cantante- ma Carlo non sapevsa nemmeno chi fosse Lucio Dalla pensava addirittura fosse un tittolo di una canzone del festivalbar.La vespa sembrava essere guidata col pilota automatico alla fine si arrivava sempre li ... sulla collina...

 
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Ballandoci su

Post n°4 pubblicato il 09 Febbraio 2011 da kinderconsorpresa

In lontananza risuonava un rombo assordante di bassi, le auto parcheggiate selvaggiamente ai lati della strada sterrata che costeggiava l'ingresso del Susa il locale piu'in della zona. Orede di raggazzi s'affollavano all'ingresso ,tra le transenne posizionati dai buttafuori per selezionare le persone.Non era facile entrare se non eri in coppia quindi i ragazzi s'organizzavano tra loro per cercare di formare coppie di fortuna e poter entrare. DI norma le ragazze meno carine erano le piu' gettonate per creare la coppia di fortuna, certo una volta dentro ognuno per i fatti suoi."Ciao belle siete sole" insinuava Carlo inserendosi tra un gruppo di ragazze al centro della fila "non è che ci fate entrare isnieme a voi?" chiedeva speranzoso "eheheheh" le risatine delle signorine vestite in modo succinto prevedevano un successo assicurato "dai su vi offriamo da bere" continuava col suo charme da cazzeggiatore nato."Magari fumiamo qualcosa" esclamo' una tipa con voce acida.Capelli color castano scuro , con occhiali da vista anni 30 , una gonna a mezza gamba e stivaletti neri abbinati alla buona con un toppino dello stesso colore e una sigaretta tra le dita. Cico fu colpito da quel sorriso magnetico. Un sorriso strano , non era bella era affascinante emanava un profumo di fiori tra tanta gente , viso crucciato un po strabica, ma l'affascinava. Un timido gesto con la testa ed una smorfia simile ad un sorriso mentre la guardava intontito "ma che stai fuori " gli disse la ragazza "azzo guardi?" sogghigno' portando la sigaretta alla bocca" senti coso stiamo aspettando dei ragazzi non rompere e cercate qualcun'altra " gelo' la tipa lasciando uscire il fumo dalla sua bocca."Ok , ok" esclamo' Carlo il cui unico intento era entrare al Susa, non gli piaceva insistere tantomeno quando era fumato , gli rompeva lo sballo e voleva divertirsi quella sera, tiro a se Cico per la collotta e s'insinuo' tra la folla alla ricerca di qualche faccia amica. Cico senti' un mano prenderlo dalla collotta mentre camminava tra la folla con gli occhi fermi verso quella tipa eccentrica ed affascinante, mentre oramai era coperta da corpi di altri ragazzi ammassati in fila."Carle' ma cazzo fai potevamo insistere " parlando all'amico che orama lo portava come fosse un cane tra la folla "coi cessi ? Cico non mi va di rompere stasera e poi quella stronzetta mi stava sulle palle se la tirava anche con quegli occhiali a superflash" urlo' tra la folla. "Andiamo a sinistra vediamo se c'e'qualcuno". Oramai era passata quasi un ora alla vana ricerca di un paio di ragazze quando come una nube di fumo dolciastro invase le narici di Cico.Defilate sulla sinistra c'era un gruppo di ragazze vestite di nero che stavano fumando una canna di erba. "Hai una cartina?" chiese Carlo "ti faccio fare due tiri" mostrando il pezzo di hashish con le due dita. La ragazza scavo' nella tracolla e prese un pacchetto di rizla argentate ne tiro' fuori due una la getto' in terra l'altra la porse "quella era per gli sbirri" esclamo'.Carlo prese la sigaretta che aveva sull'orecchio inizio' a leccare la carta e rivolgendosi a Cico "fammi un bel filtro"... "Allora io sono Carlo lui Cico "mentre la ragazza gli porgeva la canna di erba ancora accesa e lui batteva la sua sullo swatch per far scendere il tabacco nella cartina "aspettate qualcuno? noi vorremmo entrare ".La ragazza con voce stordita "aspettavamo dei tipi ma non si son fatti vivi , se volete entrare andiamo dopo a patto che ci offrite da bere ". L'ingresso al Susa costava 15000 lire per gli uomini 10000 per le donne e ovviamente con consumazione, pagare da bere ad una tipa come quella garantiva un ricco doposera nelle fratte adiacenti alla discoteca , ma alla fine restavi senza una lira per tutta la settimana e sinceramente se dovevi spendere per una donna meglio bella almeno e non troia "Certo asseri' Carlo " mettendo una mano sulla sua spalla. Cico conosceva il modo di fare di Carlo , sicuramente appena entrati avrebbe ballato un po , fatto un altra canna poi l'avrebbe condotta al cesso o in un posto appartato e mandata a fanculo. "Siamo 2 coppie e 2 ragazze " esclamo Cico al buttafuori. "Bello senza casini e 70000 qui ci sono le 6 consumazioni e se volete rientrare fate il tibro" urlo' il tipo lasciando i passi per l'ingresso. Piu t'avvicinavi all'ingresso reale e piu la musica diventava assordante.Era un attimo e ti ritrovavi all'interno, non c'era tutto quel casino della prevendita e gia intravedevi le persone ballare sotto le stelle fra le luci stroboscopiche, di norma era la zona dove c'era il bar quella dell'ingresso e la maggior parte dei ragazzi s'accalcava per prendere qualcosa di forte.Cico preferiva aspettare un pò e prendere da bere solo quando aveva realmente sete. "Ci vediamo alle 5 " disse Carlo spezzando il pezzo di fumo in parti semiuguali e prendendo per se il pezzo un tantinello piu' grande "lasciami un paio di sigarette " urlo' "e non fare cazzate , ci vediamo alla vespa non fare tardi che me ne vado " . Ecco fatto. Era dentro pensava mentre vedeva Carlo incamminarsi con la tipa semiballando e ridendo . "Ma che stronzo" penso'. Il Susa era sempre affollato ma aveva due piste di ballo in una si ballava l'undeground nell'altra la disco. Cico si faceva spazio tra la folla ballante e guardava intorno a se. Preferiva ballare le canzoni che gli piacevano e cercare di strusciarsi a qualche ragazza compiacente. Ogni tanto ricambiava qualche saluto di conoscenti che facevano dei cenni con la testa mentre ballavano, alle volte non era nemmeno sicuro se fosse un cenno o un ballo. La pista gremita , lo spazio ristretto e la sua canzone preferita usciva rumorosamente dalle casse posizionate in alto. "Bella" penso' lasciandosi andare ad un fremito movimento di braccia mani e corpo, la musica gli rombava nella testa enfatizzata dalle canne e dal casino di gente in pista, ogni tanto ciudeva gli occhi  per riaprirli soprattutto mentre le strobo erano in funzione lo flashavano....


 
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ballando ballando

Post n°5 pubblicato il 11 Febbraio 2011 da kinderconsorpresa

Tra mille rumori ed altrattanti suoni e le luci prima forti poi tenui , in un metro quadro di felicita' roteante in mezzo a tutti conoscendo quasi nessuno e muovendosi vertiginosamente per esternare la sua gioia il suo divertimento.Era cosi' che  si sentiva ovattato.

Al centro della pista nascosta dalle ombre s'intravedeva Lei. Senza volerlo o volendolo non lo sapeva, ma era li. Fermo in mezzo alla pista fra i ragazzi che lo spintonavano in un caos assordante. Cico si fece coraggio, non era la prima volta che abbordava una donna, sarebbe stato semplice in mente gli balenava la frase  "Scusa posso conoscerti". Era sicuro - ma si mal che vada chissenefrega - era li a due passi ormai - ora vado - la vedeva ballare goffa nella sua gonna nera ed il sorriso stralunato sulla bocca. Era proprio dinanzi a lei "scusa posso conoscerti" pensava - ecco appena la musica sfuma - Lei si accorse di Cico... Cico prosegui' avanti per la sua strada spintonando per arrivare al bar. - Ma che cazzo mi è preso- pensava - ma sono proprio no stronzo- mentre a grandi falcate percorreva il chiostro antecedente l'ingresso alla discoteca. Una svolta a sinistra ed ecco subito il bar. Una fila disordinata di ragazzi con dei biglietti in mano gli si pose dinanzi , s'intrufolo spintonando e guardando male le persone sino ad arrivare dianzi al bancone del bar. "Bello , bello , biondo" urlava per sovrastare la sua voce alle altre che si accalcavano al tizio dietro il bancone del bar "bello dammi na birra grande " il tizo lo guardo' e gli porse una birra. Cico la stappo' sul bancone posizionando il tappo sull'angolo dello stesso e dando un forte colpo con la mano e si allontano' sorseggiando la sua birra. Il liquido fresco lo dissetava gli piaceva la birra anche se di norma prendeva qualcosa di piu forte un angelo azzurro ad esempio. S'apparto' sedendosi di spalle su un muretto prese il suo pezzo di hashish ed inizio ad armeggiare "ehi tossichello mi lasci due tiri ". Non voleva girarsi lo sapeva, ne aveva riconosciuto l'odore.Voleva ardemente fosse Lei. "Certo " disse senza girarsi "guarda se viene qualcuno". Non voleva proprio guardare quella ragazza. "abbassa abbassa" disse Lei sottovoce. Cico si giro' di scatto. Era Lei. "tossichello che hai da guardare" chiese Lei col sorriso sulle labbra. La bacio' di scatto un fulmine a ciel sereno. Lei ricambio'. Cico lascio' cadere la canna mezza fatta in terra mentre con le mani la stringeva forte a se. "Calmo , calmo ma che hai non hai mai visto na ragazza bello " disse lei spingendolo con le mani "non so nemmeno come ti chiami ".... Francesco.

 
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