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Post N° 64

Post n°64 pubblicato il 09 Aprile 2007 da cometa_attila

In cucina, a cena, mia madre si vantava con il suo innocente candore di aver ricevuto gli ormai abituali complimenti galanti da un nuovo ammiratore (mia madre è molto bella: le suonano il clacson in macchina uomini di tutte le età, nonchè gli uomini, pure sposatissimi, del condominio che non mancano mai di dirle quant’è bella, pure se mia madre ha una bellezza molto naturale, nè eccessiva né vistosa).

 Raccontava del vicino di casa che l’ha incrociata in ascensore, facendole gli auguri pasquali e che poi, tornando indietro, ha preferito darle gli auguri baciandola sulle guance e dicendole “sei bellissima”.

Mia madre lo raccontava con una punta di adorabile cattiveria: “ecco un altro provolone: io li so riconoscere!”. Anche perché lei negli uomini crede poco: è da una vita che aspetta l’Amore, senza trovarlo, senza mai darsi per vinta, mantenendo la sua indipendenza; non ho mai visto una donna così poco dipendente dall’idea di avere un uomo che la ami e che lei ami…

Be’, pochi secondi dopo, poverina, le cade un dente!

Finita la cena, mi sono ritrovata in bagno, davanti allo specchio, a riflettere sull’accaduto…Ho sempre pensato che tutte le cattiverie tornano indietro a chi le fa. Perfino una cazzata innocente come quel pettegolezzo borioso di mia madre le aveva provocato un piccolo danno…E allora ho pensato a lui: come facevo tanto i primi giorni dopo che se ne era andato, mi sono chiesta se avrebbe pagato.

Se ogni minima scorrettezza ti si ritorce contro, allora quando fai deliberatamente, volontariamente, lucidamente, un male inaudito a qualcuno, qualcuno che si fidava di te, dovrai soffrire, no?

Forse…

E mi sono vista allo specchio. Ho visto i capelli che gli piacevano tanto, i miei occhi, le labbra che diceva di adorare, mentre mi chiedevo se avrebbe pagato, se non fosse ingiusto che, mentre io vivo come una reclusa in casa per la tristezza, lui in questi giorni faccia il marito perfetto, elegante e raggiante per le feste, ad ingozzarsi con i familiari…

Ho capito che non lo voglio…

Io, al contrario di lui, ho amato davvero; non mi sono limitata a provare le forti emozioni da farfalline nello stomaco, quelle che fanno sentire vivi… No, quella è solo una componente dell’amore, ma non è amore: l’amore è anche volere il bene dell’altro. E io, oltre a sentire le emozioni più belle della mia vita con lui, ho sempre voluto che fosse felice. Per me la sua felicità veniva prima di tutto. Così come la mia per lui non contava nulla… Il suo bene…Non avrei mai potuto sopportare che soffrisse, perché io l’amavo e non chiedevo niente di meglio che potermene prendere cura, sollevandolo nei momenti bui, e rendendolo felice negli altri...

E’ per questo che non voglio gli accada nulla di brutto e che, in fondo, desidero sia felice e che passi questi giorni sereno e contento, trovando finalmente l’armonia con la moglie.

E poi, se vogliamo vederla filosoficamente, ne ho solo da guadagnare: se lui dopo l’amore che crede di aver provato per me, riesce a vivere le stesse emozioni, la stessa serenità e complicità ritrovata, con lei…se riesce ad essere felice, be’, vuol dire che quello che c’era tra noi non era così unico e irripetibile, anzi…

E questo è solo uno sprone per me a guardare avanti.

 

 

 

 
 
 
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