Creato da: piccola_sarta_cinese il 17/08/2005
la notte di luna non accendere la torcia, se l'accendi la luna si addolorerà.

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Post N° 133

Post n°133 pubblicato il 19 Dicembre 2005 da piccola_sarta_cinese
Foto di piccola_sarta_cinese

Bonne nuit!

 
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Post N° 132

Post n°132 pubblicato il 19 Dicembre 2005 da piccola_sarta_cinese

Uuuuuuuuuuh, che mal di schiena!!??
Mi fa davvero un male pazzesco e se cerco di stare dritta è ancora peggio. Sob...

Il risultato delle mie notti brave... un sacco di conquiste!?? Non volute, non desiderate, non intenzionali. E nemmeno troppo soddisfacenti... Uffa, non sono in vena di fare conquiste in questo periodo... mi sento già sufficientemente appagata... E poi mi fossi almeno sentita attratta anch'io!? Uff...
Questo discorso, naturalmente, prevede un paio di eccezioni... "eccezioni" che però non erano presenti al momento giusto!?!? Acc..!!

Vabbuò, non mi resta che aspettare nuove e più propizie occasioni... per sfoderare con successo tutte le mie arti da seduttrice!!

Viva l'ironia...

RdG

 
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Post N° 131

Post n°131 pubblicato il 15 Dicembre 2005 da piccola_sarta_cinese
Foto di piccola_sarta_cinese

Certi uomini, in quanto uomini, si arrogano il diritto di trattarti male. Capita di dover dialogare con uno di questi, magari di porgli educatamente una domanda e lui cosa fa?
Alza la voce e mi ricopre di insulti. Io, che non riesco a resistere alla provocazione, scendo al suo livello e, con mio sommo dispiacere, lo insulto a mia volta.
Mi chiedo: se fossi stata un uomo mi avrebbe trattata così?

 
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Post N° 130

Post n°130 pubblicato il 15 Dicembre 2005 da piccola_sarta_cinese
Foto di piccola_sarta_cinese

Tentazioni

Tentazioni

Tentazioni

 

 
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Post N° 129

Post n°129 pubblicato il 14 Dicembre 2005 da piccola_sarta_cinese
Foto di piccola_sarta_cinese

Come te lo immagini il nostro futuro insieme?
Il nostro futuro?  Ci vedo fra quattro o cinque anni rientrare a casa dopo una cena tra amici. È una limpida sera d’ inverno e soffia un vento gelido.
Non vediamo l’ora di entrare in camera ed infilarci sotto le coperte. Dopo due ore passate a fare l’amore ci addormentiamo l’uno vicino all’altra. Io resisto circa un’ora in quella posizione, lo sai che per dormire ho bisogno di spazio, poi mi allontano e mi rifugio nel mio angolo. Tu non passi una notte serena, ti giri e rigiri ed il tuo fastidioso bruxismo non ti fa riposare. Cambi posizione per l’ennesima volta, apri gli occhi e decidi di svegliarmi. Hai bisogno di un’ aspirina, ed anche se sai dove si trova, è più comodo che sia io ad alzarmi per prenderla. Con voce lamentosa mi chiami: Amore, amore non sto tanto bene.
Ma questo primo tentativo non riesce a svegliarmi.
Amore, mi prendi un’aspirina? Sto male.
Ancora niente.
Nel buio della stanza allunghi un braccio per toccarmi, ma non mi trovi e non riesci a capire che cosa stai toccando. Sobbalzi e di scatto accendi la luce.
Io sono lì, accanto a te, con il busto completamente carbonizzato, le gambe, invece, sembrano non aver subito danni. Le lenzuola, il letto, sembra tutto a posto.
Ti alzi mi cerchi nelle altre stanze, invano, sai che quella nel tuo letto sono io.
Prendi il telefono e chiami un’ambulanza. Chiami anche la tua mamma, perché nei momenti difficili hai ancora bisogno della mamma. Correte, corri, è successa una cosa… oddio e ora cosa faccio?
Arrivano i medici, ti chiedono come sia potuta accadere una cosa simile. Tu non lo sai, non sai cosa rispondere, stavi dormendo. Per un attimo pensi ancora di stare dormendo, ma le urla di tua madre ti fanno capire di essere sveglio. Mille figure e mille parole ti passano per la mente, ma cosa può essere accaduto? Già, cosa è accaduto?
Te lo chiedono anche i Carabinieri appena arrivati. Tu continui a dire che non lo sai, che dormivi, che dormivo. L’unica spiegazione, dici, è l’autocombustione. Auto che? Chiede il Maresciallo. Sì, l’autocombustione, l’ho visto in una puntata di CSI, pensavo non fosse possibile, ed invece… Diceva sempre che sentiva bruciare le ginocchia, forse erano i primi sintomi. Dottore, lei che ne pensa? Il dottore non si pronuncia.
Vieni portato in caserma, passi tutta la mattina a cercare di spiegare come non sia tua la colpa, ma nessuno ti crede. Credono, invece, che tu mi abbia dato fuoco, ma non capiscono dove e come e perché.
Intanto i giorni passano, la cronaca locale non fa altro che parlare di te, nessuno sembra crederti, il giorno del processo è alle porte e sembri spacciato. Il tuo avvocato è un novellino, neanche Taormina potrebbe farti uscire da questa situazione.
Vieni condannato all’ergastolo, ma ricorri in appello. Incapace di intendere e di volere, ecco come vieni dichiarato, la solita scappatoia.
Purtroppo questa richiesta non viene accolta, ma hai uno sconto di pena, gli anni si riducono a venticinque. In dieci anni sei fuori con la condizionale.
Allora che te ne pare del nostro futuro?
Inspiegabilmente sento di voler tornare single. Inspiegabilmente.

 
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Post N° 128

Post n°128 pubblicato il 06 Dicembre 2005 da piccola_sarta_cinese
Foto di piccola_sarta_cinese

Driiiin
Pronto?!
Buongiorno signorina, chiamo dal concessionario. È arrivata la sua auto, da venerdì può venire a ritirarla.
Ah, bene, finalmente. Venerdì pomeriggio sarò lì. Grazie e buona giornata.
Mammaaaaa, è arrivata la macchina!!! La vado a prendere venerdì.
Venerdì?
Sì.
Ma sei pazza? Non si ritirano le auto nuove di venerdì.
Né ci si sposa, né si parte per un viaggio, e poi cos’altro?
Non scherzare, perché vuoi attirarti la sfiga?
Ascolta mamma, non ci credo a queste cose. Sono due mesi che aspetto la macchina e venerdì andrò a prenderla.
Come vuoi.
Venerdì pomeriggio arrivo al concessionario in anticipo (io che sono perennemente in ritardo), gli uffici sono ancora chiusi.
Dopo dieci minuti di attesa arriva il tizio che mi ha venduto l’auto.
Vieni dentro a prendere i documenti e poi puoi andare.
Mentre finisco di firmare gli ultimi fogli…
Sei la terza persona, da quando lavoro in questo settore, che viene a ritirare l’auto nuova di venerdì.
Non sono scaramantica.
Mi consegna le chiavi e parto con la mia quattro ruote nuova fiammante sotto le chiappe. Da due mesi aspettavo questo momento.
Sabato mattina mi alzo di buonora per andare al lavoro.
La strada è sempre la stessa, stesse curve, stessi dossi, stesse cunette.
Inserisco la freccia per svoltare a destra, ma un signore in bicicletta occupa la mia destra e mi impedisce di effettuare la manovra; rallento e aspetto.
Stefano intanto sta andando in ufficio, anche lui conosce bene la strada e approfittando di questa sua sicurezza decide di inviare un sms alla sua ragazza. Peccato però che davanti a lui c’è quell’auto grigia, ferma con la freccia inserita…

 Da sabato mattina, ogni persona che incontro mi fa gentilmente notare che è meglio non ritirare le auto nuove di venerdì.

 

 
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Post N° 127

Post n°127 pubblicato il 05 Dicembre 2005 da piccola_sarta_cinese
Foto di piccola_sarta_cinese

Al ristorante, durante un meeting di AN...

Signori, scusatemi, da bere vino bianco o rosso?
Nero, portacelo nero.

Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti NON è puramente casuale.

 
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Post N° 126

Post n°126 pubblicato il 02 Dicembre 2005 da piccola_sarta_cinese

C'è da dire che non sono scomparsa.
Semplicemente non ho tempo e non sono a casa, il che significa molte più difficoltà di connessione.
Ho intenzione di tornare a scrivere e mi auguro di poterlo fare già dalla prossima settimana...

See you...
 

 
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Post N° 125

Post n°125 pubblicato il 23 Novembre 2005 da piccola_sarta_cinese
Foto di piccola_sarta_cinese

Era un’ afosa domenica di Giugno, quell’anno l’estate aveva cominciato a farsi sentire con largo anticipo.
Impugnasti la cornetta del telefono e componesti il numero.
“Pronto.” La sua voce dall’altra parte.
“Fili - era così che lo chiamavi - andiamo al mare?”
“Ok, ci troviamo al circolo tra dieci minuti.”
E via di corsa a preparare le poche cose che ti servivano: il costume, un asciugamano, il gel per i capelli. Ci tenevi molto ai tuoi bellissimi capelli biondi, anche le ragazze te li invidiavano.
“Ciao mamma, io vado.”
“Ritorni per cena?”
“Si.”
“Stai attento. Non correre, mi raccomando.”
“Si, non preoccuparti.”
Mentre lei continuava a ripeterti le solite raccomandazioni, tu eri già uscito di casa e saltato in sella alla tua moto.
Quanto avevi desiderato quella moto? Avevi lavorato sodo per tutto l’inverno, risparmiando ogni singolo centesimo per poterla acquistare.
Con la primavera erano arrivati i tuoi sedici anni e con loro la tua “Mito”.
Quando sei arrivato al circolo, Filippo era già là ad aspettarti. Te lo immaginavi, era puntualissimo.
Lui era il tuo migliore amico, eravate stati compagni di scuola fin dalle elementari, poi tu avevi deciso di smettere, lui di continuare. Vi trovavate bene insieme, eravate completamente diversi, anche fisicamente, ma sulle cose che contano la pensavate allo stesso modo: ragazze, moto e calcio.
Il tempo di bere una coca, fumare una sigaretta, salutare gli amici e… partenza; direzione mare.
Il viaggio fu un piacere. Con la velocità e i vestiti leggeri il caldo non si sentiva. Guardavate quegli automobilisti fermi in coda, con la fronte sudata e quell’espressione rassegnata sul volto e vi sentivate “grandi”, invincibili.
Come da programma, dopo circa mezz’ora eravate già davanti alla spiaggia. Avevate perso un po’ di tempo a cercare parcheggio. Volevate mettere le moto vicino all’ingresso, ma allo stesso tempo in un punto che non fosse troppo affollato, per evitare che i passanti, urtandole vi procurassero qualche graffio. Dopo alcuni minuti avevate trovato il posto giusto e scendeste, sotto gli sguardi delle ragazze presenti, curiose di vedere i vostri volti nascosti dai caschi.
Vi piaceva avere l’attenzione tutta per voi. Vi faceva sentire importanti.
Il pomeriggio passò in fretta, tra bagni, giochi, risa e sole.
Intorno alle diciotto decideste di ripartire, soddisfatti della vostra giornata e con in tasca due o tre numeri di ragazze che avreste chiamato durante la settimana.
Anche il ritorno andò come previsto, dopo i soliti trenta minuti eravate al circolo.
I vostri amici erano tutti lì, stavano facendo programmi per la cena e vi proposero di aggregarvi. Tutti alla “festa della birra”, nel paese vicino, a pochi chilometri.
Perché no? Ti sembrò il modo giusto di chiudere quella domenica.
L’appuntamento era per le otto, davanti alla chiesa.
Salutasti e andasti a casa.
“Mamma, sono io, vado a farmi una doccia. Non ci sono a cena.”
“Anche stasera a cena fuori?”
“Dai mamma, è domenica. Ti prometto che la prossima settimana starò a casa.”
“Sì, come sempre…”
La doccia fu veloce, non asciugasti nemmeno i capelli, una spruzzata di profumo e poi in camera, in piedi davanti all’armadio a scegliere i jeans e la maglietta giusta per la serata.
Non lo avresti mai ammesso, ma eri vanitoso, come una ragazza.
Intorno alle sette e mezza eri pronto.
Salutasti la mamma e il papà e uscisti.
Una volta fuori ti accorgesti di non avere il portafoglio e rientrasti in casa. Lo avevi dimenticato in cucina quando un attimo prima eri andato a bere.
I tuoi erano già seduti al tavolino, mangiavano sempre con anticipo quando erano da soli.
Senza pensarci troppo ti avvicinasti a tua madre, quella sera ti sembrava più vecchia e insolitamente stanca. Ti fece tenerezza e la abbracciasti. Un lungo abbraccio e un bacio. Lei sembrò sorpresa, era da molto che non vi scambiavate più questo tipo di effusioni. Una pacca sulla spalla anche a tuo padre, e poi, senza dire una parola uscisti.
Arrivasti con un po’ di anticipo in piazza, persino Filippo, il puntuale, arrivò dopo di te.
“Andiamo con una moto sola? Con la mia, o con la tua.”
“No, non so quello che voglio fare e quanto ci voglio restare. Io vengo con la mia e non faccio salire nessuno.”
Dopo una manciata di minuti il gruppo era al completo e partiste.
La strada per arrivare alla festa era dritta e l’asfalto nuovo. Era una tentazione, tutti andavano veloce su quella strada. E come tutti anche tu.
Quando arrivasti in prossimità dell’incrocio non rallentasti. Sapevi di avere la precedenza e non c’erano auto.
Nel frattempo Lucia era alla guida della sua Y10, stava ascoltando una canzone di Laura Pausini e cantava a squarciagola. Lei stava andando dal suo ragazzo, dovevano festeggiare, era il loro primo anniversario.
Arrivata in prossimità dell’incrocio cominciò a rallentare e vide passare quel gruppo di ragazzi in moto saranno stati sei o sette.
“Che pazzi, guarda come corrono.” Pensò, continuando a cantare quella famosa canzone.
Non si fermò, si limitò a rallentare, quando vide che non c’era più nessuno attraversò.
Tu avesti solo il tempo di renderti conto che in effetti un’auto c’era, e proveniva dalla tua sinistra.
Lei si accorse di te, che le sopraggiungevi da destra, solo quanto udì il rumore della tua moto.
Era troppo tardi, nessuno dei due fece in tempo a frenare.
La sua auto fu distrutta, ma lei si fece solo qualche graffio.
Il tuo corpo fu sbalzato, lo ritrovarono cinquanta metri più avanti.
Oggi in quel punto c’è una bella pianta di rose gialle, come la tua moto.

 Certa gente ha paura di invecchiare, si sottopone agli interventi più cruenti pur di cancellare dal proprio corpo i segni del tempo. Altri hanno paura della morte, hanno paura di svanire nell’oblio, come se non avessero mai vissuto.
Tu continui a vivere nei nostri ricordi e in quelli dei tuoi genitori, e per noi sarai sempre quel bel sedicenne dai lunghi capelli biondi che sfrecciava con la sua moto per le strade del paese.

 

  

 

 

 
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Post N° 124

Post n°124 pubblicato il 22 Novembre 2005 da piccola_sarta_cinese

Ci sono!

 
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Post N° 123

Post n°123 pubblicato il 18 Novembre 2005 da piccola_sarta_cinese
Foto di piccola_sarta_cinese

Ciao piccola sarta!

Ho ricevuto il piccione (anzi, i tuoi piccioni!) e non devi preoccuparti: l'importante è che tu stia a riposo e guarisca al più presto!
Comunque, grazie per l'avviso! :-)

Buon viaggio (di ritorno, a questo punto) e un abbraccio!
Ci sentiamo presto! Un bacione!

RdG

 
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Post N° 122

Post n°122 pubblicato il 17 Novembre 2005 da piccola_sarta_cinese
Foto di piccola_sarta_cinese

Buongiorno!

Ciao piccola sarta! Come stai oggi? Un po' meglio? L'occhio ti si sta riassestando? Spero di sì!

Oggi sono proprio di buon umore... la giornata è splendida... il cielo è limpido e velato solo da qualche nuvola bianca, il clima è tiepido e asciutto, si sentono gli uccellini che cinguettano e la luce del sole che filtra attraverso i rami degli alberi, ormai quasi del tutto spogli, disegna strane figure e ombre lunghissime sul prato.

E' una giornata ideale per uscire e darsi da fare, insomma! Infatti il bel tempo, oltre a mettermi di buon umore, mi riempie di energia e voglia di fare (o almeno si spera...)!

Ho letto che ieri sera avevi voglia di essere morsicata, "mangiata"... un desiderio viscerale e intenso di entrare dentro la persona amata in un modo... un po' inusuale, diciamo :-).
Io oggi ho voglia di essere coccolata e tenuta stretta dolcemente, avviluppata in un caldo abbraccio, tenero e forte, dolce e appassionato.

Ora mi è impossibile riceverlo, dovrò aspettare. Ma i giorni passano veloci e non dovrò aspettare molto.
A quanto pare, per qualcuno, le migrazioni non cessano mai... Ma chi si rende sfuggevole finisce col farsi desiderare ancora di più (anche se magari non è questo l'intento che sottende alle frequenti migrazioni...).

Un bacio, per ora (a tutti e due) e un abbraccio particolare a te, piccola sarta, sperando che ti sia un po' di conforto per il tuo occhio dolente.

RdG

 
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Post N° 121

Post n°121 pubblicato il 16 Novembre 2005 da piccola_sarta_cinese
Foto di piccola_sarta_cinese

Mangiami.
Ingoia fino all'ultimo boccone della mia carne.
Voglio sentirmi sotto i tuoi denti, scendere nella gola, fin dentro al tuo  stomaco, e da dentro ascoltare il battito del tuo cuore.
Voglio essere dentro te.
__________________________________

Hai a disposizione soltanto un morso, un solo boccone.
Quale parte di me decidi di fare tua?
Dimmi, dove poserai i tuoi denti?

 
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Post N° 120

Post n°120 pubblicato il 16 Novembre 2005 da piccola_sarta_cinese
Foto di piccola_sarta_cinese

Dalla finestra vedo boschi di zucchero filato.
In lontananza una luce calda avvolge la casetta di marzapane.
Una figura, sulla porta, mi fa un cenno con la mano.
Dolce tentazione.
Rispondo al tuo richiamo, stucchevole figura.
Fammi annegare nel tuo mare di cioccolato e glassa, avvolgere dal profumo di arance candite e risucchiare in un vortice di panna montata.
E quando il mio sangue sarà miele, colma la mia pancia con prugne e mele cotogne, e cuocimi.
Fuoco lento; ore ed ore di cottura a fiamma bassa, o la mia carne risulterà stopposa.

 
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Un po' a corto di fantasia...

Post n°119 pubblicato il 16 Novembre 2005 da piccola_sarta_cinese

Buongiorno a tutti i viandanti e soprattutto a te, piccola sarta! Come va l'occhio? Spero meglio, :-).
La pomata ha cominciato a fare effetto?

Come promesso, eccomi qua. Dunque, cosa posso raccontarti d'interessante? Mi sono alzata da poco dal letto e sono ancora mezza addormentata, ma d'altra parte stanotte sono andata a dormire tardi e per di più non riuscivo a prendere sonno... quando mi sono messa sotto le coperte sono stata assalita da una malinconia incredibile e più passavano i minuti (che parevano interminabili) più sentivo aumentare la tristezza e il pessimismo!? Che nottata... e dire che, per contro, avevo passato una giornata molto bella, immersa in un clima di dolcezza e intimità; avvolta dalla tenerezza dei baci e delle carezze, in un'atmosfera di affetto e passione...
E' davvero incredibile... forse si tratta solo di una banale legge matematica: proporzionalità diretta (magari non si chiama neanche così!?).

Vabbè, cmq, non voglio deprimerti e annoiarti con il resoconto dei miei 'conflitti' interiori. Quindi passiamo ad altro.
...
Ho appena guardato l'ora e mi sono resa conto che il mio programma della giornata sta fallendo miseramente... infatti mi ero proposta di alzarmi presto e andare subito a fare un pò di spesa; quindi di mettermi sotto con lo studio e, infine, sedermi con calma davanti al computer e pensare a qualcosa d'interessante da postare su questo blog.
Cosa ho realizzato di tutto ciò? Niente. Sono rimasta a letto a poltrire fino a tardi; non sono ancora andata a fare la spesa e figuriamoci se ho preso anche solo in mano un libro... Così ora mi trovo seduta qui, davanti al computer, senza la benchè minima idea di cosa poter scrivere d'interessante per tutti e a farti invece il resoconto della mia giornata di ieri.
Che fantasia!?

Vabbè, sono sicura che un po' alla volta le idee mi verranno e allora spero di potermi dimostare un po' più creativa e originale di oggi...

Per ora è tutto, ma cercherò di tornare a farmi viva al più presto!
Nel frattempo ti mando un abbraccio e spero di ricevere da te la notizia che sei sulla strada della guarigione!

RdG

 
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Post N° 118

Post n°118 pubblicato il 15 Novembre 2005 da piccola_sarta_cinese
Foto di piccola_sarta_cinese

Cari amici, ho una domanda di natura medica da porvi...

Avete mai avuto un "calazio"? Siete guariti senza intervento chirurgico?

Non vorrei proprio dover incidere la mia palpebra.
Rassicuratemi. Il mio medico mi ha buttata in paranoia.

 
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Post N° 117

Post n°117 pubblicato il 14 Novembre 2005 da piccola_sarta_cinese
Foto di piccola_sarta_cinese

L’inverno è alle porte, si può percepire la sua presenza al tramonto, quando una fitta nebbiolina scende sui tetti, si insinua nei vicoli, tra gli alberi, avvolgendoli, avvolgendomi. I cerbiatti cominciano a scendere dalle vette; puoi vederli, in branchi, al tramonto, avvicinarsi alle case per cercare da mangiare. E nell’aria profumo di legna ardente e castagne roventi.
Amo questo paese, questo è il mio mondo, tutta la mia vita.
Non è stato facile crescere senza una madre. Vedere un padre sposarsi per la seconda volta a soli venticinque anni ed un anno dopo partire per le miniere di carbone francesi.
Gli inverni della mia infanzia sono stati lunghi e bui. La mia matrigna ingannava il tempo bevendo e bruciava gli arredi di casa per riscaldarsi. Cominciava con le sedie, per passare alle ante degli armadi e delle credenze, per arrivare alle porte, poi mio padre tornava, ricostruiva ciò che era andato in fumo e partiva di nuovo per la Francia. Questa storia andò avanti per cinque di anni, finché un giorno qualcuno mi venne a chiamare dicendomi che si era buttata dal ponte, giù vicino al mulino; il suo corpo era ancora in acqua e la sua testa fracassata contro una pietra. Mio padre arrivò dalla Francia e ci fu il funerale. Due giorni dopo lui tornò alle sue miniere ed io fui mandata in città dagli zii facoltosi a lavorare come cameriera.
Avevo otto anni.
Passai dieci anni in quella casa, ho dei ricordi felici di quella famiglia. Lavoravo, è vero, ma volevo loro un gran bene e loro ne volevano a me. Un giorno mio padre scrisse una lettera nella quale avvertiva del suo imminente ritorno. Gli zii mi chiesero di scegliere se continuare a lavorare per loro o ritornare al paese.
Io scelsi il mio papà e la montagna.
Così ritornai alla mia vecchia casa di pietra e legno con il tetto di ardesia e non me ne andai più.
Continuai a lavorare come cameriera per una locanda del paese vicino. Anni dopo ne diventai la cuoca.
Conobbi mio marito, un uomo minuto dal cuore grande. Lui costruì una casa per me. Una casa di pietra e legno con il tetto di ardesia e le finestre piccole piccole per non far uscire il calore. Era bello arrivare a casa con il buio e la neve, aprire quella porta ed essere invasi da un calore dalle sfumature dorate e da un delizioso, rassicurante, profumo di polenta. In quella casa nacquero i nostri due figli. In quella casa lo vidi spengersi lentamente rapito da un morbo nascosto che si portò via tutta la sua energia.
Adesso in questo paese abitiamo in nove. I nostri figli sono partiti tanti anni fa per la città, in cerca di lavoro. I nostri nipoti vengono a farci visita raramente, l’estate. Dicono che non ci sono prospettive, che non c’è futuro e che ci si annoia. Dicono che quassù la vita è difficile e si rischia di cadere in depressione.
Forse, quando l’ultimo di noi nove abitanti arriverà alla fine della sua vita, di questo posto ne faranno un’attrazione turistica.
Venghino, venghino signore e signori a vedere come si viveva una volta, quando si mangiavano solo castagne e si lavorava nei boschi, quando le mucche non erano ancora impazzite ed il latte non conteneva pesticidi, si potevano bere uova crude ed, udite udite, nei boschi esistevano ancora cervi, caprioli e cinghiali.
Le allegre comitive entreranno in quella piccola casa di pietra e legno con il tetto di ardesia per visitare il museo della civiltà montana. Ad ogni nucleo familiare la pro-loco offrirà in omaggio il kit della “polenta montanara” comprendente l’originale mestolo di legno ed una confezione di farina di mais.
Il mestolo sarà "made in China" e la farina sarà ottenuta da mais O.G.M. di provenienza americana, ma loro non lo sapranno mai.
Giorni dopo inviteranno gli amici a cena, per condividere con loro una vera cena “all'antica”, ridendo e scherzando descriveranno quell’ incantevole paesino di montagna dove una volta abitavano nove persone.
 

 

 

 
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Post N° 116

Post n°116 pubblicato il 11 Novembre 2005 da piccola_sarta_cinese

Scusate l' assenza.

Ritorno lunedì.

 
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Post N° 115

Post n°115 pubblicato il 09 Novembre 2005 da piccola_sarta_cinese
Foto di piccola_sarta_cinese

Fa caldo. In casa non si riesce a respirare. Esco alla ricerca di un po’ d’aria.
Senza accorgermene mi ritrovo nella piazza del paese. Bambini giocano a calcio sotto il sole rovente. Ma come fanno i bambini a non avere caldo, a non avere freddo, a non avere fame, a non avere sonno. Sono stata bambina anch’io, eppure non me lo ricordo.
Volto lo sguardo e vedo i vecchi lavatoi.
L’acqua raccolta in quelle grandi vasche di pietra è sempre fresca, immergo le braccia fino ai gomiti ed un brivido corre lungo tutta schiena per morire tra i miei capelli. Passo le mani umide sul collo e sul viso. Riprendo a pedalare.
All’improvviso bolle di sapone ovunque.
Vengono a morire sulle mie cosce, sulle ginocchia, sulle spalle. Una bambina seduta sul marciapiede si diverte a soffiare dentro una sorta di cannuccia di legno. Fa le bolle alla vecchia maniera, ecco perché sono così grandi. Anch’io le facevo così.
La vecchina del paese mi invita ad entrare in casa sua. L’odore di stantio toglie il fiato. Mi mostra una foto di suo figlio, è emigrato in America alla ricerca di fortuna e sembra l’abbia trovata facendo il pasticcere. Non lo vede da quarant’anni. Mai una foto, un telegramma, una lettera ha ricevuto da questo figlio. La saluto lasciandola alle sue illusioni.
Ho smesso di pedalare.
Volteggio nell’aria, osservo tutto dall’alto. Mi lascio trasportare dalla brezza che adesso soffia lieve. Saluto i piccoli calciatori, la bambina delle bolle, la vecchina, il parroco che sta uscendo dalla chiesa, tutte le anime del piccolo cimitero. Sotto di me distese di girasoli di cui non riesco a vedere la fine. Comincio ad essere stanca, non resisto, non ce la faccio, non ce la faccio, non ce la faccio.
Esplodo in mille goccioline.

 
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Post N° 114

Post n°114 pubblicato il 07 Novembre 2005 da piccola_sarta_cinese

Sono stata un'ora a scrivere un' e-mail. Non perché non mi venisse nulla da scrivere, ma perché avevo tanto da scrivere. Ed in un attimo ho cancellato tutto, il bello è che non me ne sono neanche accorta.

Ma si può essere più idioti?

Qualcuno conosce il modo di recuperare ciò che è andato perduto? 
Maghi del pc, vi prego aiutatemi.

 
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