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« Messaggio #7L'incontro vero! »

inattesi risvolti

Post n°8 pubblicato il 18 Febbraio 2008 da civile_osservatrice
 

Filippo scelse una pizzeria vicino casa mia. Come al solito non aveva molto gusto, ma l'aria tiepida e la determinazione a fare ciò che mi ero decisa a fare facevano sembrare quel posto squallido il luogo ideale per la fine di una storia.
Filippo era già alla pizzeria, quando arrivai. Si era messo la giacca e profumava. Si era sbarbato e aveva una luce nuova nello sguardo.
Io non mi ero vestita diversamente da come ero andata in ufficio. Non ero passata nemmeno da casa per darmi una rinfrescata. Ci sedemmo in un tavolino appartato, dopo un bacio impacciato. Mi accorsi che non ci prendevamo un momento come quello da parecchio tempo. Non staccava gli occhi dai miei nemmeno per un secondo. Ordinammo la pizza, impiegai i miei soliti dieci minuti per scegliere, lui aveva le idee chiare. Una birra e una pizza quattro stagioni. Il solito. Affidabile nei gusti. Io volitiva, ma solo apparentemente. Alla fine il range di scelta è piuttosto stretto. Sono due o tre i tipi di pizza che prendo. Inizia un dialogo che ancora oggi mi pare surreale.

- Come sei bella!
- Ti sei tagliato la barba.
- Già.
- Hai messo la giacca che avevi al matrimonio di Alessandro.
- Si. L'hai notato?
- Già.
- Sai è un po' che devo parlarti...
- Anche io.
- Vuori parlare prima tu?
- No, dimmi prima tu quello che volevi dirmi.
- Ma io preferirei che parlassi prima tu.
- Non facciamo i bambini dai. Prima tu.
- Ricordi quando facevamo così quando ci sentivamo per telefono?
- Si. Non lo sopportavo.
- Va bene allora parlo prima io.
- Ok. 
- Senti mi sono reso conto che non possiamo andare avanti così per sempre.
- (annuisco) 
- Ormai siamo fidanzati da troppo tempo.
- (continuo ad annuire)
- Perciò è arrivato il momento di mettere il punto.
- Mi hai tolto le parole di bocca.
- Vuoi sposarmi?
- (sbianco)
- Hai capito bene. Sara vuoi sposarmi?
- Sono senza parole
- (Estrae dall'interno della giacca un inequivocabile pacchetto dove all'interno c'è sicuramente un anello) Questo ce l'ho da un po'. Aspettavo il momento giusto per dartelo.
- (degluttisco a vuoto un paio di volte) Non posso accettarlo.
- Cosa?
- Si Filippo, non posso.
- Perché?
- Perché non possiamo sposarci.
- Cosa dici. Perché non possiamo?
- Perché non voglio sposarmi.
- Possiamo convivere.
- Nemmeno.
- Non vuoi più stare con me?
- (un lacrimone mi solca la guancia) Si.
- Perché organizzare tutto questo? Per lasciarmi?
- Si. Avresti preferito un sms o una telefonata?
- No, ma perché farmi credere che era una serata speciale?
- Non ho fatto nulla per fartelo credere.
- No?
- No.
- Vuoi lasciarmi?
- Si, mi dispiace.
- Ho capito è per via di quel tipo a lavoro.
- No, non c'entra niente.
- Come no. Sempre la stessa storia. Winky di qua Winky di là...
- Willy.
- Cosa?
- Ho detto che si chiama Willy, non Winky.
- Vedi? E' come dico io. ti sei presa una cotta per lui e ora lasci me. Ma chi te lo dice che è quello giusto?
- Nessuno.
- E allora perché lasci me per lui?
- Perché su di te ho la certezza che non sei quello giusto!
- Perché ferirmi?
- Non voglio ferirti, ma mi ferisce ciò che pensi di me.
- Cosa credi che stia pensando di te?
- Che ti lascio per un altro.
- E invece?
- Non è così. Avrei dovuto lasciarti tempo addietro, lo ammetto, ma non ci riuscivo. Mi sentivo... Mi sento in colpa. Nessuna storia dovrebbe essere scandita da sensi di colpa. E' innaturale.
- In colpa per cosa?
- Che non ti amo più e che tra noi non c'è più attrazione.
- Ma l'amore non è immortale, si trasforma in altro...
- In cosa? Io tra noi vedo solo abitudine, sopportazione malcelata, fastidio. Devo continuare?
- No Sara, basta così.
- L'ultima cosa che voglio è farti del male.
- Me ne stai facendo dicendomi queste cose.
- Te ne farei di più se continuassi nella farsa che è diventata il nostro rapporto.
- Sono sicuro che mi rimpiangerai.
- Spero di no.
- Credo di si. Non è facile stare con te.
- Grazie.
- E' solo la verità. Willy lo sa che soffri di cuore?
- No. Perché dovrei diglielo?
- Perché quando lo scoprirà fuggirà. Scapperà come faranno tutti. Eccetto me. Io sono rimasto e il tuo ringraziamento è stato quello di scaricarmi quando hai trovato uno che ti interessa più di me.
- Continui con questa storia?
- Certo. Non ci vuole un genio per capirlo.
- Tu non sei mai stato un genio, ma nemmeno io. Semplicemente ti sto dicendo che la nostra storia è arrivata ad un punto morto da tempo e sposandoci non cambierebbe nulla.
- Ci hai scopato?
- CON CHI?
- Con il bel Willy!
- Per tua informazione: primo! Willy non è bello; secondo non ci ho scopato ancora e non è assolutamente mia intenzione farlo con lui e tantomeno con chiunque altro fintanto che sto con te; terzo, non pensavo pensassi a me in questi termini. Ora ti dico una volta per tutte che mi alzerò e me ne andrò a casa. Non voglio essere seguita e non vogliol scenate sotto casa mia.
- Aspetta. Parliamone.
- Non voglio essere insultata oltre. Ti senti ferito e hai le tue ragioni. Mi dispiace. Sono sicura che troverai una parola d'aiuto nelle tue numerose amiche al pub. Da oggi non esisto più.

Mi sono alzata e me ne sono andata! Mentre entravo nel portone di casa, il cellulare ha preso a suonare. Convinta che fosse Filippo ho risposto senza guardare il display e:
- Se ora cominci così sei sulla strada sbagliata! Non rompere e basta!
- Ops. Devo aver sbagliato numero o momento.
- Ma chi è?
- Sono Willy, cercavo Sara.
- Ciao... Sono io. Scusa. Pensavo fosse un'altra persona.
- Immaginavo, non deve esserti molto simpatica quest'altra persona.
- E' una storia lunga poi ti spiego. Come mai questa telefonata?
- Volevo invitarti alla mostra di un mio amico pittore. Forse metteremo in scena una piccola rappresentazione teatrale, ma ti ho scritto una mail più completa. Solo che è per domani e volevo avvertirti tempestivamente.
- Grazie, hai fatto bene. Però domani temo che non potrò.
- Mi dispiace. Non ti preoccupare.
- Devo andare a cena con mia sorella che mi deve parlare.
- Beh, venite dopo cena allora. O meglio ancora, c'è un ristorante molto buono nei pressi del locale dove si terrà la mostra. Sarete dietro l'angolo e potrò offrirvi una birretta o un calice di buon vino subito dopo il vostro conciliabolo.
- Il nostro conciliabolo? Ma come parli?
- Una citazione da Stephen King.
- Ci penso. Lo dico a mia sorella e ti farò sapere.
- Ok. Buona serata!
- Insomma! Non credo che sarò dell'umore adatto per apprezzare la serata.. Posso farti una domanda?
- Certo.
- Chi ti ha dato il mio numero?
- Temevo questa domanda, ma non è colpa sua. Sono stato io ad inistere fino allo sfinimento.
- Chi è stato?
- Dimmi che non te la prenderai con lei.
- Ho capito. E' stata la mia adorata collega?
- Lei.
- Non la rimprovererò, ma se lo avessi chiesto a me te lo avrei dato io..
- Lo immaginavo, ma vedi, sono un po' timido.
- Come no. E io sono la principessa sissi.
- Piacere, non sapevo avessi del sangue blu...

 
 
 
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brividi!...forse solo per chi lo passa....
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grazie...
Inviato da: civile_osservatrice
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Bellissimo post. Ti do il mio benvenuto ed un...
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