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Creato da re1233 il 12/10/2008

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CONSIDERAZIONE

Post n°47 pubblicato il 19 Febbraio 2009 da re1233
 
Foto di re1233

Non sono un sessantottino ma ho potuto verificare che lo stile di vita di quegli anni era dettato da una reazione alla crescente quantità di ricchezza che si era riversata nelle tasche delle famiglie italiane. La possibilità di accedere a beni che prima di allora erano negati, la visione del futuro che si basava sull’aumento (che pareva eterno) della ricchezza portava i figli a considerare l’atteggiamento dei genitori, tesi alla conquista del superfluo come negativa. L’apparenza, che a quel tempo doveva rispettare il canone del neo-ricco o neo- arricchito, dominava e dettava legge. Chi non poteva concedersi le ferie al mare si rinchiudeva in casa per un certo periodo ed usciva giurando di esserci stato. Le pellicce erano segno di ricchezza raggiunta e solida, le donne erano spasmodicamente truccate e profumate ed imbellettate come segno di agiatezza raggiunta. La macchina figurava come segno di appartenenza al mondo degli arricchiti. Le cucine col frigorifero nuovo, con la televisione, coi termosifoni, facevano bella mostra per suscitare invidia in quei pochi che ancora non avevano raggiunto questo tipo di agiatezza. Ed ecco che i figli cresciuti sull’onda di questi princìpi venerati e pubblicizzati al parossismo scoprono ciò che è il contrario di tutto questo: la povertà che genera comprensione verso gli altri, odio per le guerre, umiltà, ritorno a ciò che non si conosceva più e cioè alla ricerca del cibo quotidiano. Ecco i figli dei fiori che partivano con un sacco sulle spalle per andare in luoghi lontani (India magari) senza un soldo in tasca e accettando passaggi e lavori saltuari o altro pur di evadere da un destino che pareva inutile e senza umanità. “fate l’amore e non fate la guerra”, l’inno di quei tempi, “mettete i fiori nei vostri cannoni”, la vita umana diveniva idealmente il centro di ogni cosa. Non più ricchezza ma povertà, non più apparenza ma sentimento, tutto era possibile anche senza soldi!


Ed oggi mi ritrovo con ideali e convincimenti che fanno a botte con quelli descritti orsù!


Il denaro al centro del mondo, la persona esiste se persegue il fine della ricchezza, dell’apparire, dell’approfittare. La generosità relegata all’ultimo posto dà il via allo sgomitamento per il raggiungimento del benessere economico  attraverso cinismo, intolleranza, aggressività estrema. E da tutto ciò per l’inserirsi di idee quali la xenofobia, la paura, la demonizzazione degli avversari si giunge alla società di oggi volta a costruire il mondo dei primi, relegando dai secondi agli ultimi al disprezzo generale ed immotivato.


Dicono ch’io sono pessimista.. forse! O magari sono solo realista! Non vedo un bel futuro!  

 
 
 
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