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Società e libero mercato

Post n°74 pubblicato il 01 Luglio 2009 da re1233
 

Nella nostra società il libero mercato è e sarà ancora per molto l’emblema della produzione di ricchezza. Naturalmente come per il pasto quotidiano se io limito gli alimenti che vanno contro la mia salute ne ottengo beneficio, così se io limito la libertà al mercato ne otterrò più salute per tutti. Se questa affermazione fosse ostica a qualcuno la prova è nell’ultima crisi finanziaria responsabile delle nostre sfortune odierne. La limitazione al mercato può essere una sola: tenere conto di chi “mercante” non è! Il raggiungimento di un traguardo economico è insito in ognuno di noi senza distinzione di colore politico o altro. Ma solo una parte poco consistente della società ha predisposizioni (non certo insegnate ma insite nel proprio dna ) per mercanteggiare con successo. Questo è un dono come può esserlo quello di un buon pittore o di un buon matematico o di un buon scultore o chi più ne abbia più ne metta. Ma mentre il matematico o lo scultore o il pittore dividono con la società il loro dono, il “mercante” agisce escludendo gli altri dal beneficio suo che è il “denaro”. Ma questo è un altro tema! Se io mercanteggio cerco un profitto che “non”tiene conto dei problemi di chi mi sta di fronte! E quindi se lui è assetato io aumento il prezzo dell’acqua.. se è affamato aumento il prezzo del cibo. .sempre in relazione a quanto ( soffrendo ) lui potrà darmi. E’ un legge che non è stata inventata da nessuno ma esiste tranquillamente in natura. Ed ecco apparire quello che è un freno a questo tipo di rapina della persona e del proprio esistere: …le tasse. Esse sono espressione della collettività e servono a predisporre quelle misure in grado di aiutare chi non ha il dono “del fare soldi”. La sanità, la scuola, gli asili, i servizi sociali, gli aiuti agli handicappati, ai vecchi, ai malati mentali, …i servizi quali treni, aerei, infrastrutture e via dicendo. Ma assistiamo invece alla rapina quotidiana di chi evade le tasse, di chi le amministra, di chi i problemi li vede dall’alto e non in tutti e due i sensi ed esaspera giornalmente la vita ai “derelitti”. Queste dovrebbero essere amministrate degnamente ponendo come reali priorità per chi non può avere “testa” per uscirne da solo. Certo chi “mercanteggia” soprattutto ad alto livello trova modo si allearsi ad altri suoi pari, vanificando regole di buon mercato e libera concorrenza. Ed è questo che io rimprovero a questo attuale governo succube di lobby che guidano le sue scelte, vanificano interventi di liberalizzazione reale, di concorrenza effettiva… Mi indigna moltissimo pensare che nelle società quotate in borsa il controllore è socio della controllata, che il richiedente prestiti è socio della banca prestante, che quello che si chiama “cartello” è una pratica effettivamente praticata ad alto livello. La liberalizzazione è di destra e di sinistra senza distinzione perché libera risparmi per i deboli ed incapaci che non sono da buttare dalla torre come in Sparta ma da allevare con diverse qualità come in Atene. Oggi la guerra Spartana è per il denaro, ma io preferisco Atene dove il pensiero libero ed il denaro sono in corrispondenza virtuale e fanno progredire la società! Sparta morì mentre Atene ancora oggi conserva concetti ed idee che ripetiamo. Serenità!

 
 
 
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