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la nonna racconta
Post n°152 pubblicato il 12 Dicembre 2010 da re1233
In una vecchia stanza al primo piano di una casa antica ero solito incontrare la nonna paterna. Adoravo ascoltare dalla sua voce condita di velata ironia alcuni aneddoti relativi alla sua vita. Un giorno , mentre fuori pioveva, iniziò a raccontare un episodio avvenuto nella sua giovinezza. La famiglia nella quale viveva era molto povera. Era composta da cinque figli con madre vedova. Questa era una condizione a dir poco nella norma a quei tempi. Un giorno la nonna ed una sua amica furono avvicinate da un uomo di bell’aspetto e con un’ottima capacità comunicativa che le convinse ad emigrare in Francia dove lui era in contatto con un filatoio che cercava manodopera femminile. Poiché la situazione economica della famiglia era grave la madre lasciò che le due ragazze partissero alla volta di Lione dove l’attendeva il forestiero. Presero il treno ed arrivarono al confine con la Francia. Per comprendere ciò che succede a questo punto devo puntualizzare che la nonna proveniva da un paese abbastanza grande in provincia di Cuneo. Alla frontiera furono fermate, come tutti i passeggeri, dai gendarmi che le chiesero in francese “comprend le francais?” cioè “capisci il francese?” ed ella di botto rispose “No! No! Mi cumpru pa niente!!” cioè “ no!no io non compro niente!”. Naturalmente non aveva mai varcato i confini del suo paese e non era quindi in grado di capire un’altra lingua. Quando raccontava la nonna sorrideva e pensava alla faccia dei gendarmi sconcertati perché anche loro non capivano cosa stava rispondendo la signorina. Con molta fatica si compresero ed alla fine iniziò il viaggio. Le due ragazze si trovarono in un paese piuttosto grosso con gente che non conosceva il loro piemontese, a quei tempi e parliamo della fine ottocento la lingua italiana era usata da pochi e sicuramente da ceti socialmente benestanti o letterati. La nonna raccontava dello stupore per il continuo andirivieni di carrozze e cavalieri per le strade. Trovarono l’indirizzo e l’uomo che le aspettava. Ormai avevano speso tutti i soldi nel viaggio e non avevano più nulla. Speravano in un impiego immediato e nell’aiuto di questa persona. La speranza di giorni futuri migliori svanì quando l’uomo rivelò le sue vere intenzioni: avrebbero dovuto prostituirsi per lui, il lavoro era solo una favola per farle arrivare sul posto. Rimasero qualche tempo a casa dello sconosciuto che attendeva una loro risposta affermativa confidando nel fatto che ormai la strada di ritorno avrebbero dovuto farsela a piedi e che dipendevano da lui per il cibo quotidiano. La nonna aveva un carattere deciso e già pensava alla fuga mentre la compagna più debole cedette. Una sera la nonna prese quei due stracci che aveva, una “micca” di pane e scappò. La strada da percorrere era di circa quattrocento chilometri che inoltre comprendevano la risalita sulle Alpi e l’attraversamento al col del Freyus. Era quindi una fuga disperata che lei stava tentando, senza cibo, senza conoscenza della lingua, e senza vestiti adatti per attraversare i monti a piedi. Iniziò comunque il cammino e per due giorni proseguì celermente. Al terzo giorno la fame cominciò ad essere tanta e la vergogna di elemosinare la bloccava. Ma venne il momento ove la vergogna fu sovrastata dai crampi al ventre: passava di fronte ad un ristorante dove un signore pranzava all’aperto ed aveva un bel pezzo di pollo nel piatto. Approfittò di un momento di distrazione del cliente….prese il pollo e cominciò a correre a perdifiato. A quei tempi la gente per strada faceva comunella ed al grido di “al ladro, al ladro” intervenne numerosa a bloccare la giovinetta che fu portata in gendarmeria assieme al derubato. Ma qui avvenne il miracolo perché il derubato,dopo aver sentita la storia della ladra tradotta da un provvidenziale interprete piemontese, si commosse e non solo le offrì il pranzo ma le diede anche i soldi per prendere il treno e tornarsene a casa. A questo punto la nonna mi guarda negli occhi e mi dice: “ per fortuna che esistono delle persone con il buon cuore e che hanno la capacità di far rivivere chi perde la speranza”, ed io oggi aggiungo “dovevi avere qualche buona stella che ti proteggeva e ti ha regalato tanta ma tanta fortuna”. Quanto è attuale questa storia di vita vissuta, quanto è difficile oggi incontrare persone di buon cuore!!! Serenità! |
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