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« fanciullezza freddolosa | L'infinito mutare » |
Oggi credo che riuscirò ad inimicarmi tutte le donne dicendo quello che segue. Nella trasmissione Punto Donna di oggi si affrontava la condizione della donna in Africa. Si parlava di infibulazione praticata dalle madri e dalle nonne sulle bambine dai 6 ai 12 anni, pratica che causa malattie o traumi e talora la morte per infezioni o tetano. Si parlava inoltre del fatto che le donne, in quei luoghi (ma non solo), coltivano la terra ed accudiscono la famiglia mentre l’uomo pare esonerato da questi obblighi. Parlavano anche di religione chiedendo alla chiesa di aprirsi verso il mondo femminile e di dimenticare che la donna è uscita da una costola di Adamo e che quindi è relegata in un secondo piano rispetto all’uomo. Tutto ciò mi è noto da molto tempo ed ho trovato un filo conduttore in tutte queste pratiche e rivendicazioni: la scarsa direi scarsissima coesione tra donne per affrontare i loro problemi. Ho vissuto in una famiglia dove c’erano sette zie, una nonna, una mamma, ho lavorato in un ambiente con donne alcune intelligentissime, ma quando ascoltavo i discorsi tra loro essi vertevano su futilità, su apparenze condivise o meno, su banalità immediate, su dicerie su terze persone. Tra uomini capita di parlare di politica, di filosofia, di cultura, di ogni cosa che spazia al di fuori della propria individualità, ma questo non succede tra le donne (o succede pochissimo). Non mi riferisco a chi scrive sui blog (che invece questi argomenti li affronta) né a chi fa televisione come in Punto Donna ma a quelle che si incontrano nella vita normale e che sono la maggioranza. Come può la donna conquistare la propria libertà, il proprio diritto ad una vita paritaria se non inserisce nell’approccio con l’altra argomenti che non siano futili? Come potrà una donna africana rinunciare all’infibulazione se i suoi argomenti sono solo sulle tradizioni dettate dagli uomini, e sul vivere immediato? Come potrà costringere gli uomini ad occuparsi della famiglia se non si alleerà con le proprie simili? Come farà ad avere pari diritti nella religione se non ripudierà la religione stessa? Ogni religione vessa le donne e le pone su un piano di inferiorità ma ogni religione ha nelle sue fila la maggioranza di donne, che oltretutto imboniscono la prole a tradizioni e principi rivolti contro di loro. Verrebbe da pensare ad una sorta di masochismo ma forse c’è solo bisogno che loro si approprino di un pensiero libero ottenuto con la cancellazione degli schemi finora imposti e di nuove frontiere da raggiungere collaborando ognuna con altre. Certo da uomo avrò detto una marea di idiozie ma a me sta a cuore ogni individuo di questo mondo e soffro nel vedere delle condizioni di vita fatte di privazioni e sopruso. Liberatevi di ciò che la famiglia, la società vi ha fatto pensare fino a questo momento e ricostruite insieme un’idea diversa di vita, perché dalla forza dell’unità nascono le libertà per tutti. La metà dell’umanità è femmina ed un cambiamento in meglio della sua condizione sarebbe un toccasana per tutti. Serenità!
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