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« sono stanco | RACCONTO FILOSOFICO » |
Seduto al volante della mia auto osservavo un'ape ruzzolare sul lunotto anteriore. Di questi tempi è stato detto che ne muoiono moltissime tanto da mettere in crisi la produzione del miele. Meditavo dunque su questo mentre lei sbatteva le ali senza riuscire ad alzarsi in volo, quando è arrivata sul bordo del tergicristallo è parsa riprendersi ed improvvisamente sorprendendomi se ne è andata. Ne ero contento e auguravo in cuor mio alla colonia di prosperare nel tempo. Dovendo ancora aspettare confrontavo la società umana con quella delle api. Le api non allevano maschi se non per un breve periodo perché essi servono esclusivamente all'inseminazione. I maschi (chiamati fuchi) sono in numero minimo rispetto al gruppo e quando arrivano al mese di Maggio si levano in volo tutti assieme a fecondare l'unica regina che incamera il seme di tutti o quasi per produrre poi le uova fecondate per tutta la vita. Ma cosa succede ai maschi? Quando rientrano dall'accoppiamento vengono uccisi dal gruppo!! Non servono più! Mangerebbero solo senza lavorare! Quanta differenza con gli umani dove il maschio si conserva con prepotenza.! Nell'arnia (la casa delle api) c'è un'unica femmina: La Regina. Dall'addome più grande che contiene le uova passa tutta la vita di cella in cella a deporle. Lei ha quell'unico lavoro di competenza tanto che persino il cibo le viene dato direttamente in bocca dalle ancelle. Anche lei ha mangiato da larva una secrezione prodotta dalle api che si chiama pappa reale. Per tutta la sua vita si nutrirà di quell'elemento vietato a tutte le altre larve se non per i primi tre giorni di vita per questo motivo nasceranno come operaie o bottinatrici o guerriere e saranno asessuate. Quanto diversa la nostra organizzazione sociale! Nessun asessuato o per lo meno un'infinitesima minoranza mentre un quasi paritario bilancio tra maschi e femmine. Quale fattore farà prediligere questa nostra parità di nascite tra i due sessi?
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