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liberi di pensare

Post n°49 pubblicato il 01 Marzo 2009 da re1233
 
Foto di re1233

Non si possono chiamare religioni bensì filosofie di vita che è come dire la stessa cosa ma senza un essere supremo che ci governa.

Praticamente democrazia anziché monarchia.

Parlo del Buddismo e del Confucianesimo.

Il primo pone il pensiero umano alla sommità dell’Universo, essenzializzando il proprio Io, prendendo come base la liberazione da ogni pensiero esterno imposto,  e la costruzione del Proprio pensiero mettendo in discussione ogni luogo comune creato dal convivere con altri.

Il secondo considera la vita degna di essere vissuta se regolata da rapporti interpersonali che seguono regole definite.

Il confucianesimo pone come base della sua filosofia l’accettazione di un primato da onorare nei riguardi di chi è più acculturato o di chi ci ha generato.

Rapporto Padre Figlio, Marito Moglie, Anziano e Giovane,  Suddito e Principe, Saggio e Nonsciente.

Tra Suddito e principe si accetta la regola che il Suddito può denunciare il Principe se governa in modo non adeguato o male, ciò è democraticamente giusto, e comunque pone i problemi del singolo al di sopra degli intrallazzi del potere.

Il Buddismo cerca nella mente della persone quel pensiero unico nell’esaltazione del proprio Io, eliminando da se ogni coinvolgimento pubblicitario di pensieri altrui, direi”pensando con la propria testa”.

Potrei elencare molte filosofie di vita minoritarie nel mondo, che comunque si avvalgono di “culti o superstizioni” più che di vere e proprie filosofie di vita.

Ma tutto ciò dura in civiltà vecchie di millenni e che non capiscono il nostro deismo unico dove l’accettazione di fenomenologie inspiegabili devono essere accettate senza riserve pena la dannazione eterna o il castigo in questa terra.

L’animismo che dà al mondo vegetale ed animale ed atmosferico diritto  di esistere è vecchio quanto l’uomo ed è forse , a mio parere, la filosofia che dovrebbe renderci tutti figli di uno stesso mondo fatto di diversità da salvaguardare, di futuro da consegnare ai nostri figli integro, abbandonando la voglia di consumare  le ricchezze che ci siamo trovate davanti e che divoriamo in modo spasmodico ed indifferente.

 

 

“era una voce nel deserto e nessuno la udì ma si capì  dopo, e troppo tardi, che essa era reale e premonitrice”.

 
 
 

la relatività dell'immagine

Post n°48 pubblicato il 25 Febbraio 2009 da re1233
 
Foto di re1233

di ogni forma è l'universo .........e di nessuna!

L'uomo inventa le forme e le codifica, ma sono frutto dei suoi sensi, che essendo relativi in quanto l'uomo è relativo, non sono reali, poichè la realtà è la visione dell'Universo stesso. 

 
 
 

CONSIDERAZIONE

Post n°47 pubblicato il 19 Febbraio 2009 da re1233
 
Foto di re1233

Non sono un sessantottino ma ho potuto verificare che lo stile di vita di quegli anni era dettato da una reazione alla crescente quantità di ricchezza che si era riversata nelle tasche delle famiglie italiane. La possibilità di accedere a beni che prima di allora erano negati, la visione del futuro che si basava sull’aumento (che pareva eterno) della ricchezza portava i figli a considerare l’atteggiamento dei genitori, tesi alla conquista del superfluo come negativa. L’apparenza, che a quel tempo doveva rispettare il canone del neo-ricco o neo- arricchito, dominava e dettava legge. Chi non poteva concedersi le ferie al mare si rinchiudeva in casa per un certo periodo ed usciva giurando di esserci stato. Le pellicce erano segno di ricchezza raggiunta e solida, le donne erano spasmodicamente truccate e profumate ed imbellettate come segno di agiatezza raggiunta. La macchina figurava come segno di appartenenza al mondo degli arricchiti. Le cucine col frigorifero nuovo, con la televisione, coi termosifoni, facevano bella mostra per suscitare invidia in quei pochi che ancora non avevano raggiunto questo tipo di agiatezza. Ed ecco che i figli cresciuti sull’onda di questi princìpi venerati e pubblicizzati al parossismo scoprono ciò che è il contrario di tutto questo: la povertà che genera comprensione verso gli altri, odio per le guerre, umiltà, ritorno a ciò che non si conosceva più e cioè alla ricerca del cibo quotidiano. Ecco i figli dei fiori che partivano con un sacco sulle spalle per andare in luoghi lontani (India magari) senza un soldo in tasca e accettando passaggi e lavori saltuari o altro pur di evadere da un destino che pareva inutile e senza umanità. “fate l’amore e non fate la guerra”, l’inno di quei tempi, “mettete i fiori nei vostri cannoni”, la vita umana diveniva idealmente il centro di ogni cosa. Non più ricchezza ma povertà, non più apparenza ma sentimento, tutto era possibile anche senza soldi!


Ed oggi mi ritrovo con ideali e convincimenti che fanno a botte con quelli descritti orsù!


Il denaro al centro del mondo, la persona esiste se persegue il fine della ricchezza, dell’apparire, dell’approfittare. La generosità relegata all’ultimo posto dà il via allo sgomitamento per il raggiungimento del benessere economico  attraverso cinismo, intolleranza, aggressività estrema. E da tutto ciò per l’inserirsi di idee quali la xenofobia, la paura, la demonizzazione degli avversari si giunge alla società di oggi volta a costruire il mondo dei primi, relegando dai secondi agli ultimi al disprezzo generale ed immotivato.


Dicono ch’io sono pessimista.. forse! O magari sono solo realista! Non vedo un bel futuro!  

 
 
 

AMARE IL POTERE

Post n°46 pubblicato il 16 Febbraio 2009 da re1233
 

 


Articolo di Piero Ignazi su l’Espresso del 19 Febbraio.


 


Ci siamo arrivati. I ben-andanti della politica - illusi o corrivi non è dato saperlo – che ritenevano il presidente del Consiglio un uomo politico “normale” hanno materia per ricredersi. Alla prima occasione utile con la freddezza, il cinismo e l’abilità che contraddistinguono Silvio Berlusconi è partita la fase due della costruzione del regime. E, per cortesia, non si venga a dire che non si tratta di regime: quando al potere economico e al controllo assoluto sull’informazione, si unisce anche il dominio politico, siamo alla costruzione di un regime, per quanto adeguato ai tempi post-moderni;e quindi suadente e dissuasivo allo stesso tempo,che vuole essere amato più che temuto, benché all’occorrenza sappia usare il pugno di ferro. L’offensiva contro il presidente della Repubblica Giorgio Napoletano ne è la prova.


La fase uno della costruzione del regime si è modulata lungo un quindicennio, con la costruzione del mito dell’uomo della provvidenza, con la demonizzazione dell’avversario e l’instaurazione di un clima da guerra civile a bassa intensità, con la creazione di un gigantesco sistema di interessi grazie all’uso spregiudicato di sconfinate risorse economiche, con il consolidamento dell’impero mediatico e il suo intelligente uso ad usum delphini. Tutto questo è stato costruito dal nulla in 15 anni grazie a eccezionali capacità e risorse, e alla miseria cultural-politica degli avversari, incapaci di cogliere i passi falsi e le battute d’arresto in cui questo progetto di tanto in tanto incappava. Ora è troppo tardi. Annichilito il Pd a causa delle sue debolezze interne, di personale politico nazionale innanzitutto, e di progettualità e strategia in secondo luogo, non ci sono barriere. La fase due dell’instaurazione del regime è tutta in discesa. Bastava aspettare il momento buono per avviarlo. E questo è arrivato sfruttando un tema di fortissimo impatto emotivo come la vicenda di Eluana Englaro.


Berlusconi non aveva alcuna idea su questa dolorosa vicenda. Ancora due giorni prima del consiglio dei ministri di venerdì 6 febbraio il presidente del Consiglio dichiarava di non averne maturato una precisa. Poi il suo staff ha suggerito una strategia d’attacco su questo tema per introdurre una nuova , drammatizzante, contrapposizione politica tra la maggioranza  identificata come il fronte della vita e l’opposizione marchiata come i portatori della falce della morte. Semplificazioni volgari ma efficacissime, che si depositeranno nella memoria collettiva perché l’opinione pubblica non si interessa affatto del federalismo, della legge elettorale, della riforma della giustizia, ecc., ma ha una sua posizione su questa vicenda che tocca la vita (e la morte) di ciascuno. Riuscire a politicizzare questo confronto brandendo lo stendardo immacolato della vita contro lo spettro della morte è un’operazione di grande abilità e di sicuro, duraturo , successo. Sarà questo il leit-motiv dei prossimi mesi e anni, e sarà dura strappare all’appassionato e compassionevole presidente del Consiglio l’aura del salvatore degli inermi e dei più deboli presso tanta parte dell’elettorato, soprattutto quello più disattento alla politica e meno provvisto di strumenti culturali. Messa l’opposizione in un angolo terribilmente buio (buio come la morte), Berlusconi può procedere al suo obiettivo ultimo: impiantare un regime personalistico di tipo peronista che si fondi sul rapporto mediatico-medianico con il popolo, azzerando ogni contropotere e ogni impiccio al dispiegamento della benevola e benevolente attività del “capo”. Ovviamente la separazione e l’equilibrio tra i poteri andranno a quel paese, ma che importa: di fronte al fine ultimo , cioè l’eliminazione politica della sinistra – un remake, con qualche adattamento al palato del XXI secolo, del 1922 – anche i dubbiosi si allineeranno. Del resto il principio della democrazia delegata, tanto caro agli inglesi, è stato abbandonato un po’ da tutti. La mitologia delle primarie “aperte al popolo” che tanto ha affascinato la sinistra negli ultimi tempi e da cui fatica a rinsavirsi, ha picconato anch’essa la concezione della lenta e graduale formazione delle scelte, saltando d’un balzo tutte le mediazioni e aprendo la strada  al plebiscitarismo ed alla presidenzializzazione dei partiti.


Gli anticorpi culturali al dilagare del populismo berlusconiano sono oggi più deboli rispetto a quindici anni fa per il lavorìo continuo ed abile  condotto dalla destra e per la scarsa consapevolezza della sinistra. E il tema sul quale si innesterà il cambiamento istituzionale , “per la vita contro la morte”, è così emotivo e tranchant che sarà assai difficile contrastare. O quanto meno ci vogliono convinzioni forti e persone coraggiose , all’altezza della sfida. Ancora una volta, attendiamo il Godot democratico. 


 


Se condividete  questo articolo, diffondetelo sui vostri blog con “copia incolla” perché oggi manca una voce forte di informazione libera.


 

 
 
 

AMARE IL POTERE

Post n°45 pubblicato il 15 Febbraio 2009 da re1233
 

Articolo di Piero Ignazi su l’Espresso del 19 Febbraio.


 


Ci siamo arrivati. I ben-andanti della politica - illusi o corrivi non è dato saperlo – che ritenevano il presidente del Consiglio un uomo politico “normale” hanno materia per ricredersi. Alla prima occasione utile con la freddezza, il cinismo e l’abilità che contraddistinguono Silvio Berlusconi è partita la fase due della costruzione del regime. E, per cortesia, non si venga a dire che non si tratta di regime: quando al potere economico e al controllo assoluto sull’informazione, si unisce anche il dominio politico, siamo alla costruzione di un regime, per quanto adeguato ai tempi post-moderni;e quindi suadente e dissuasivo allo stesso tempo,che vuole essere amato più che temuto, benché all’occorrenza sappia usare il pugno di ferro. L’offensiva contro il presidente della Repubblica Giorgio Napoletano ne è la prova.


La fase uno della costruzione del regime si è modulata lungo un quindicennio, con la costruzione del mito dell’uomo della provvidenza, con la demonizzazione dell’avversario e l’instaurazione di un clima da guerra civile a bassa intensità, con la creazione di un gigantesco sistema di interessi grazie all’uso spregiudicato di sconfinate risorse economiche, con il consolidamento dell’impero mediatico e il suo intelligente uso ad usum delphini. Tutto questo è stato costruito dal nulla in 15 anni grazie a eccezionali capacità e risorse, e alla miseria cultural-politica degli avversari, incapaci di cogliere i passi falsi e le battute d’arresto in cui questo progetto di tanto in tanto incappava. Ora è troppo tardi. Annichilito il Pd a causa delle sue debolezze interne, di personale politico nazionale innanzitutto, e di progettualità e strategia in secondo luogo, non ci sono barriere. La fase due dell’instaurazione del regime è tutta in discesa. Bastava aspettare il momento buono per avviarlo. E questo è arrivato sfruttando un tema di fortissimo impatto emotivo come la vicenda di Eluana Englaro.


Berlusconi non aveva alcuna idea su questa dolorosa vicenda. Ancora due giorni prima del consiglio dei ministri di venerdì 6 febbraio il presidente del Consiglio dichiarava di non averne maturato una precisa. Poi il suo staff ha suggerito una strategia d’attacco su questo tema per introdurre una nuova , drammatizzante, contrapposizione politica tra la maggioranza  identificata come il fronte della vita e l’opposizione marchiata come i portatori della falce della morte. Semplificazioni volgari ma efficacissime, che si depositeranno nella memoria collettiva perché l’opinione pubblica non si interessa affatto del federalismo, della legge elettorale, della riforma della giustizia, ecc., ma ha una sua posizione su questa vicenda che tocca la vita (e la morte) di ciascuno. Riuscire a politicizzare questo confronto brandendo lo stendardo immacolato della vita contro lo spettro della morte è un’operazione di grande abilità e di sicuro, duraturo , successo. Sarà questo il leit-motiv dei prossimi mesi e anni, e sarà dura strappare all’appassionato e compassionevole presidente del Consiglio l’aura del salvatore degli inermi e dei più deboli presso tanta parte dell’elettorato, soprattutto quello più disattento alla politica e meno provvisto di strumenti culturali. Messa l’opposizione in un angolo terribilmente buio (buio come la morte), Berlusconi può procedere al suo obiettivo ultimo: impiantare un regime personalistico di tipo peronista che si fondi sul rapporto mediatico-medianico con il popolo, azzerando ogni contropotere e ogni impiccio al dispiegamento della benevola e benevolente attività del “capo”. Ovviamente la separazione e l’equilibrio tra i poteri andranno a quel paese, ma che importa: di fronte al fine ultimo , cioè l’eliminazione politica della sinistra – un remake, con qualche adattamento al palato del XXI secolo, del 1922 – anche i dubbiosi si allineeranno. Del resto il principio della democrazia delegata, tanto caro agli inglesi, è stato abbandonato un po’ da tutti. La mitologia delle primarie “aperte al popolo” che tanto ha affascinato la sinistra negli ultimi tempi e da cui fatica a rinsavirsi, ha picconato anch’essa la concezione della lenta e graduale formazione delle scelte, saltando d’un balzo tutte le mediazioni e aprendo la strada  al plebiscitarismo ed alla presidenzializzazione dei partiti.


Gli anticorpi culturali al dilagare del populismo berlusconiano sono oggi più deboli rispetto a quindici anni fa per il lavorìo continuo ed abile  condotto dalla destra e per la scarsa consapevolezza della sinistra. E il tema sul quale si innesterà il cambiamento istituzionale , “per la vita contro la morte”, è così emotivo e tranchant che sarà assai difficile contrastare. O quanto meno ci vogliono convinzioni forti e persone coraggiose , all’altezza della sfida. Ancora una volta, attendiamo il Godot democratico. 


 


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RICCHEZZA E POVERTA'

Post n°44 pubblicato il 06 Febbraio 2009 da re1233
 
Foto di re1233

“ Quando uno non riesce ad acchiappare la fortuna è un minchione,questo si sa. Don Silvestro, Lo zio Crocifisso, padron Cipolla, e massaro Filippo non erano minchioni,  e tutti facevano loro festa, perché quelli che non hanno niente stanno a guardare a bocca aperta i ricchi ed i fortunati, e lavorano per loro, come l’asino di compare Mosca , per un pugno di paglia, invece di tirar calci, e mettersi sotto i piedi il carretto, e sdraiarsi sull’erba colle zampe in aria.”

In questa società chi ha poco o nulla è considerato “minchione”, come li definisce il Verga nei Malavoglia nel brano che ho citato innanzi.

“Chi non acchiappa la fortuna” diviene un inutile e disprezzabile individuo perché non capace ad arricchirsi!

Questo luogo comune acquisito da una grandissima maggioranza di persone definisce chi vive in modestia, onestà, indifferenza verso la ricchezza eccessiva, passibile di sarcasmo, derisione, scherno.

Al contrario chi si arricchisce è idolatrato e guardato “a bocca aperta”,  è definito furbo, intelligente, e felice.

Io ritengo che ogni individuo nasca con proprie qualità che lo indirizzano nella vita a scegliere, nel bene o nel male, le proprie azioni.

Di intelligenze, secondo moderni convincimenti, ce ne sono di diverse qualità: la spazio temporale, la motoria, la aritmetica e via dicendo.

Ogni individuo ha il proprio istinto, dettato dal suo grado di intelligenza qualitativa, a perseguire dei fini, che non necessariamente sono economici.

Esempio ne è quello di chi accetta una vita di sacrifici per fare un lavoro poco remunerativo ma che soddisfa il suo tipo di intelligenza, vedi taluni musicisti, o pittori, o poeti, o artisti.

Eppure ci si accanisce ad applaudire solo chi di queste persone riesce a divenire ricco, magari accettando musiche o pitture o poesie o altro che non si capiscono ma che vanno per la maggiore.

È anche per questo che gli artisti vengono elogiati quasi sempre da morti!

Io vorrei augurarmi che un giorno, in un futuro che attualmente non vedo, che la ricchezza eccessiva sia vista con occhi critici, che appaia come qualcosa che ci toglie anziché dare.

Perché l’umanità intera dovrebbe essere considerata un tutt’uno, di conseguenza se io ho molto più del necessario qualcuno in giro per il mondo avrà sofferto poco o tanto per questo.

Chi accumula ricchezze a dismisura dice di creare lavoro, ma la realtà è che del lavoro altrui approfitta, e l’approfittato “sta a guardare a bocca aperta” e come l’asino di padron Mosca lavora per un pugno di paglia senza reclamare.

Quanta verità nel lavoro di oggi dove manager o “magnager” escono con liquidazioni impressionanti mentre i dipendenti restano senza lavoro!!

 
 
 

amare i vegetali

Post n°43 pubblicato il 02 Febbraio 2009 da re1233
 
Tag: amare
Foto di re1233

Io ho una passione che è quella per i bonsai.


Li costruisco io dalla raccolta o semina fino alla pianta completa.


Sono ormai vent’anni che ne coltivo ed a tutt’oggi , tra alti e bassi, ne ho trecento in allevamento.


Qui non farò disquisizioni sull’utilità o meno di questa “arte” ma su ciò che l’allevamento mi ha insegnato nel corso di questi anni.


Innanzitutto ho capito che i vegetali fanno filosofia!!!???


Perché ????


La filosofia è la scienza che studia “se stessi”, in relazione “al mondo che ci circonda”.


Il vegetale, qualunque esso sia, ricerca nel terreno, utilizzando le radici, il luogo migliore per vegetare quindi per vivere, quindi per affermare “se stesso”.


Il vegetale ricerca nell’ambiente esterno la propria collocazione, facendo crescere i rami in relazione alla quantità di ombra che lo circonda.


Ogni tipo di albero ha il proprio io per la sua affermazione, tant’è che alcuni scelgono l’ombra più assoluta, mentre altri il sole intenso, ed altri ancora quelle zone intermedie di luce che oltretutto li distinguono.


Come esempio porterò la betulla:


pianta che cresce e colonizza terreni che hanno subito una deforestazione o meglio un incendio.


In effetti tale pianta ha bisogno di pieno sole e la non vicinanza stretta di altre specie di alberi.


Sarebbe come dire che un individuo nasce e cresce senza provare bisogno di un rapporto stretto cogli altri, dei quali prova fastidio.


Quando la pianta si trova inserita in un bosco cresciuto dopo molto tempo dalla sua nascita, e successivo a lei….muore!


Naturalmente lei non ha capacità di deambulazione e quindi di fuga dal suo malessere.


Sarebbe a dire come un individuo che cresciuto in un paesino che diviene città sceglie di emigrare in altro posto dove la aggregazione umana è minore.


Non mi sto a dilungare inoltre con quanto dolore esse reagiscano a eventi a loro avversi!


Esiste, dimostrato molti anni fa, una reazione elettrica alla rottura di rami o foglie perpetrato da eventi naturali o da parte di animali o uomini.


Anche questo noi non lo consideriamo mai e pensiamo che un essere che pare inerte sia a nostra completa disposizione, senza che un certo quale senso di colpa ci appaia naturale.


Ho imparato ad amare le piante, come gli animali e come l’umanità per quella che è, senza distinzioni.


Pregi e difetti, sono di tutti e tutti tendiamo ad un solo scopo :


ESISTERE!!!!!


Questa è la nostra filosofia, il nostro credo, il nostro motivo di vivere!


Serenità a tutti!

 
 
 

lo stupro

Post n°42 pubblicato il 27 Gennaio 2009 da re1233
 
Tag: stupro
Foto di re1233

So di non dire cose che passano per il “comune dire” ma a mio parere ciò che dirò e sacrosanta verità.


Parlo dello stupro!


Un odiosissimo e condannabile gesto di negazione dell’individualità femminile, sicuramente da perseguire penalmente.


Tutto inizia con la diversificazione dei sessi, uno condizionato dalla ricerca istintiva e continua in tutta la vita  di inseminare, e l’altra istintivamente portata a selezionare colui al quale concederà la possibilità di collaborare alla procreazione.


L’istinto maschile all’accoppiamento non valuta il sentimento come fondante nel rapporto ma esclusivamente fine a se stesso.


Questo è in ogni uomo sulla terra e naturalmente cozza col freno imposto per istinto dalla donna, che temporeggia ed accetta solo dopo un attento esame di chi la corteggia.


Parrebbe dunque da ciò che dico che ogni uomo sulla terra quando è al colmo del desiderio non faccia altro che stuprare per soddisfare il suo desiderio innato.


Qui interviene l’educazione ricevuta principalmente dalla famiglia, e non me ne abbiate, da chi in famiglia è la più presente, la madre!


Quando in alcune famiglie di mia conoscenza la mamma elogiava, superlatizzava il maschietto ponendo il suo pisellino come emblema di forza non faceva che allenare il figlio alla supremazia nei confronti della donna.


Quando nel modo di dire di certe regioni diventano luoghi comuni  “l’hai castigata?” riferendosi all’atto sessuale non si fa altro che rinfocolare la brutalità del rapporto.


E molti altri esempi.


Ciò che voglio dire è che all’istinto si può ovviare solo con una soluzione :


col ragionamento che si attua attraverso un percorso, dall’infanzia alla maturità, ottenuto su insegnamento della famiglia, della scuola, dei mezzi d’informazione.


L’educazione al sentimento, al rispetto altrui, alla conoscenza della peculiarità dell’altrui sesso dovrebbe essere materia di discussione politica ben più necessaria che quella della intercettazioni.


Impareremmo a convivere tutti serenamente e se qualche episodio negativo dovesse succedere dovremmo pensare a migliorare “alla base” i sistemi educativi in atto.


Il culto (nell’uomo) di essere primo è legato alla conseguente facilità di trovare accondiscendenza nell’altrui sesso.


Da questo nasce lo scontro di forza nel sesso maschile, che dovrebbe essere indirizzato su altri temi, quali la difesa del debole e non il possesso di un corpo femminile.


Basta! Come sempre sono utopico ma convinto che le utopie siano la realtà del domani!


Serenità a tutti!


 


 


 

 
 
 

amate i votri bimbi

Post n°41 pubblicato il 25 Gennaio 2009 da re1233
 
Foto di re1233

Ora vi racconto una storiella (o favola) che mi raccontava un mio vecchio zio che aveva fatto la guerra del 15-18.


C’erano una volta due coniugi molto vecchi che erano poverissimi  tant’è che non avevano nulla da mangiare.


L’inverno era arrivato senza che loro se ne fossero accorti, la neve copriva la loro vecchia casa coi muri di pietra e nel camino non avevano legna per potersi riscaldare.


La piccola cucina aveva solo due sedie impagliate sulle quali si sedevano, ed il tavolo era stato già bruciato per riscaldarsi.


Una sera che avevano masticato delle radici di rafano per cena e diviso l’ultima patata bollita si sedettero davanti al camino spento cercando di provare, immaginandolo , quel poco di tepore residuo che esso poteva produrre ancora.


All’improvviso videro due lumicini nel camino che parevano due braci ancora accese ed avvicinarono le mani per riscaldarsi.


Così accostati e con le mani protese verso la piccola fonte di calore si addormentarono ringraziando dio di avergli dato questa gioia.


Il mattino risvegliandosi guardarono verso il camino che la sera precedente, come tutte le sere, era al buio completo perché non avevano candele per illuminare nulla.


E dentro  il camino sulla cenere trovarono il gatto nero che stava dormendo!


Si erano riscaldati guardando gli occhi aperti del gatto che parevano due tizzoni accesi.


………….


Io mi commuovevo ed avevo pietà per i due vecchietti, per chi è povero, per chi soffre!!!!


Ed oggi faccio un paragone con le storie che raccontiamo ai nostri bambini, (non io!).


Storie dove tutti riescono a fare qualcosa, dove ognuno pare superman, dove la povertà è perché uno la vuole e non è perchè la subisce!!


Si parla tanto di educazione dei bimbi ma , a mio modesto parere, è proprio dalle disgrazie altrui che si dovrebbe partire a farli comprendere….


Perché le disgrazie altrui potrebbero essere le nostre in futuro….ma da quelle potremmo avere l’abbrivio per ripartire.


Oggi i bimbi devono fare attività fisica per essere i primi, studiare per essere i primi, essere intelligenti per essere i primi …e quelli che saranno secondi non saranno nessuno!!!!!!


Ma che mondo sarà con questi argomenti che condanneranno il disabile ad essere malmenato, il diverso ad essere emarginato, il povero ad essere condannato perché lo vuole essere, il disgraziato che muore di freddo in strada preso in giro perché “avrebbe potuto fare…”.


Io non sono un santo ed anch’io pecco di questi pensieri, ma mi ricredo e quando posso (certo molto raramente) cerco di porre rimedio nel limite delle mie possibilità!


Forse c’entrano le storielle assimilate nella mia infanzia????


Serenità

 
 
 

scherzi dell'età

Post n°40 pubblicato il 24 Gennaio 2009 da re1233
 
Foto di re1233

Sono scherzi dell’età!

Avevo pensato di scrivere qualcosa di carino e di divertente……..ma l’ho pensato ieri ed oggi non me lo ricordo assolutamente.

Potrei intitolare questo post “ non parlerò di nulla.. ma voi leggetelo ugualmente!

………………………………..

Sto tentando di scherzare pur non essendone avvezzo.

……………………………….

Oggi sono andato a prendere mia mamma (89 anni all’8 di febbraio) per tenerla,come di consueto, alcuni giorni della settimana.

Quando sono arrivato non si ricordava che andavo a prenderla.

Avevo telefonato non meno di un’ora prima.!

Sul tavolo stava sbucciando “le zucchine” (o dalle mie parti “gli zucchini”) cosa alquanto strana visto che normalmente non si sbucciano.

Preparava il pranzo alle nove del mattino!

Il suo menù era, a suo dire, le zucchine e due patate e null’altro.

Ho faticato a convincerla che doveva lasciare tutto e seguirmi, che anche noi avevamo preparato pranzo, che da me c’era la neve da vedere e poteva divertirsi  col pronipote nel cortile a fare il pupazzo.

Quest’ultima cosa l’ha convinta!

Ma quando è stato il momento di partire non sapeva più dove aveva messo la borsetta e le medicine che deve prendere ogni giorno.

Sono per la pressione arteriosa ma lei è convinta che siano per la memoria.

Finalmente ho trovato tutto e siamo partiti.

Sono arrivato al paese e nevicava di gusto, è durato solo due orette ma ha risvegliato in lei il desiderio di rimanere sotto la nevicata come quando aveva cinque anni.

Non ho insistito per farla rientrare ma quando si è bagnata ben bene ho dovuto costringerla.

Comunque non mi lamento perché è arrivata a quest’età senza malattie gravi.

Ho avuto problemi seri con mio suocero che è vissuto fino a 90 anni e con noi da 20.

Negli ultimi 3 anni aveva subito la “demenza senile” con perdita di coscienza e conoscenza anche di chi gli stava vicino.

Io ero diventato “quel signore” e sua figlia “mia moglie”.

Una mattina l’abbiamo trovato nel corridoio al piano sottostante seduto sulla sedia con un ombrello in mano, dopo che aveva tolto tutte le piante e la terra dai vasi spargendola per terra.

Ci aveva guardati come fossimo marziani e con piglio severo ci aveva apostrofato dicendo “ che ci fate a casa mia ??”

Chissà noi come ci comporteremo??

L’essenziale, come diceva sempre mio suocero, è che ci vogliamo bene quando siamo vivi, da morti non si colmano i vuoti d’affetto.

 

 
 
 

volersi bene

Post n°39 pubblicato il 18 Gennaio 2009 da re1233
 
Foto di re1233

Vi pare possibile  che le mie galline siano razziste?

Eppure è così!

La chioccia nel mese di settembre mi ha schiuso due pulcini che adesso sono diventate due gallinelle, non ancora formate ma già copie dell’originale  nei suoi dettagli.

Al momento della schiusa la chioccia era stata isolata come da antiche e da me praticate leggi non scritte.

Ora le gallinelle sono state inserite assieme alle titolari del pollaio, gallo compreso.

E tutto si è tramutato in una lotta che pareva la guerra di Gaza!

Il gallo ha cominciato a fare la ronda in circolo presupponendo un futuro amplesso mentre le galline hanno isolato, beccando violentemente le malcapitate, senza che la chioccia abbia minimamente accennato a difenderle.

Ho provveduto a lasciar loro spazio nel giardino perché potessero aver tempo di inserirsi, ed essere accettate ed effettivamente dopo un certo numero di giorni dormivano in un angolino attorniate dal vecchio branco.

Pensavo si fosse risolto il problema, ma il mattino quando distribuivo il cibo le vecchie galline impedivano a beccate ai piccoli di nutrirsi, tant’è  che avevo paura che morissero di fame.

Poi mi sono accorto che i piccoli aspettavano una loro distrazione e riuscivano a rubare del cibo sotto i loro occhi.

Naturalmente queste correvano a beccarli ma nel contempo loro si erano nutriti, anche se in modo minimo.

Tutto questo mi faceva fare un paragone con chi, in cerca di una vita migliore, emigra nel nostro paese e non viene accettato.

Anche lui aspetta una distrazione per sottrarre ciò che gli serve per la sopravvivenza e rischia l’arresto (la beccata).

L’etologia ci insegna che gli istinti umani non si diversificano dal mondo animale e che forse con un pò più di ragionamento potremmo superare queste manifestazioni di ostilità nei confronti dell’altro!

 
 
 

i presuntuosi

Post n°38 pubblicato il 15 Gennaio 2009 da re1233
 
Foto di re1233

                 Siamo attimi di tempo

                 nell'infinito durare,

                 deviazioni di sintesi

                 consunte in pochi attimi

                 ma certi di esser padri

                  di ogni sapere!

                  Animali,vegetali,embrioni

                  di tutto decidiamo

                  a tutti diamo regole

                  e noi

                  le nostre

                  non le rispettiamo!

 
 
 

LA NEVE

Post n°37 pubblicato il 11 Gennaio 2009 da re1233
 
Tag: neve
Foto di re1233

In questi giorni la neve è diventata padrona delle cose.

Potendolo fare non mi sono mosso da casa, e mia moglie ne ha approfittato per trovare un'infinità di lavori, dimenticati nell'arco dello scorso anno, da farmi fare.

Cambia il filtrino a tuttti i rubinetti!!Sostituisci i frutti alle prese di corrente, sposta quel quadro nell'altra parete, toglimi le ragnatele in quall'angolino dove io non arrivo....

Pare impossibile ma questi "lavoretti", ed altri che non mi dilungo ad elencare, mi hanno impegnato parecchi giorni.

Io dicevo"ma santa donna non potevi chiedermi di farlo durante l'anno, un poco alla volta?"

e lei "avrei potuto chiedertelo ma mi avresti detto che in quel momento avevi altro da fare!

Ha colpito nel segno e mi sono sentito in dovere di tacere e continuare nelle opere imposte.

L'anno nuovo è comunque cominciato serenamente e ciò è quello che conta!

L'unico neo è aver dovuto andare nell'orto a prendere un rametto di rosmarino calpestando neve non ancora spalata, potete vedere dalla foto la povera pianta infreddolita e piegata sotto il peso.

Serenità a tutti!

 
 
 

Primo giorno al risveglio

Post n°36 pubblicato il 01 Gennaio 2009 da re1233
 
Foto di re1233

La nebbia annaspando

verso il cielo

divora la collina.

 

Paiono spettri

i rami contorti,

qui e là soggiogati

da persistente neve.

 

 

Tronchi spogli ed anneriti,

vestiti di verde muschio

che fuga la monotonia

del mattino.

 

 

Un freddo raggio

straccia la caligine.

 

Riscopro forme e colori

sonnolenti al risveglio.

 

Solitudine cede

e si dipinge di speranze,

ultime risorse

nel mare di difficoltà.

 

 

                                           

 
 
 

Post N° 35

Post n°35 pubblicato il 31 Dicembre 2008 da re1233
 
Foto di re1233

BUON ANNO A TUTTI

SENZA BOTTI !!!

MA CON BOTTIGLIE!

 
 
 
 
 

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