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Post n°5 pubblicato il 07 Novembre 2008 da PituGuli
Mah. Quando l'ho sentita, dalla sua viva voce, mi è caduta la forchetta nel piatto. E poi c'è la questione dello stile. Che, va riconosciuto, non è particolarmente apprezzato dalla stampa e dai governanti esteri (i vari popoli, poi, non saprei, ma a naso direi che il giudizio sia lo stesso). Purtroppo, per Berllusconi e per noi, è che nei rapporti internazionali la diplomazia non è soltanto, e neanche principalmente una finzione, un gioco delle parti, cui qualcuno può sottrarsi facendo il Bertoldo di turno. Nella diplomazia la forma è sostanza, esattamente perché è di questo che si tratta: rispetto, senso estremo della misura e della moderazione. Può anche essere che nei momenti conviviali tra governanti, risulti simpatico andare oltre il protocollo - sempre sino ad un certo punto, naturalmente - ma certo non lo è e non può esserlo nei momenti ufficiali, come ad esempio durante una conferenza stampa. Non lo è, non è apprezzato, e quel che è peggio è terribilmente scorretto, perchè significa dimostrare quantomeno di non conoscere le regole del gioco. Retropensiero? No, purtroppo. Regole della diplomazia. Gli americani già hanno un senso dell'umorismo molto diverso dal nostro, ma accettano molto male insinuazioni sulle differenze razziali. Il che sembrerà strano, nel paese del Ku Klux Klan, ma non lo è affatto, per la semplice ragione che la questione razziale è un nervo scoperto di quella cultura e di quel paese. Figuriamoci se a riderci su - e a ridere su un Presidente appena eletto in modo quasi plebiscitario - è il Capo di un governo straniero. Amico sin che vuoi, ma straniero. E che dio voglia che non gli vengano in mente le sperticate e ridicole lodi tessute da Berlusconi a Bush: gli americani saranno scemi sin che vogliamo, ma due più due lo sanno fare. E poi c'è il resto del mondo. Ahimé. Per il quale un Capo di Governo rappresenta il suo paese e la sua cultura (cosa che peraltro Berlusconi non nega affatto, anzi...). Purtroppo la questione non è cosa pensino Veltroni o Di Pietro, ma cosa pensano tutti gli altri cittadini del mondo. Temo, e temo davvero, che la cosa non finisca affatto qua, e soprattutto non finisca affatto così. Già la reazione del ministro Ronchi alla notizia dovrebbe far rizzare le orecchie a tutti. Purtroppo siamo in una situazione in cui nessuno ha la capacità, il potere e la voglia di tirare Berlusconi per la giacca e spiegargli il guaio che ha combinato: molto più facile fare il servo sciocco e attaccare chi ha ripreso il premier. Certo, non è che la reazione dell'opposizione sia stata molto incoraggiante: mai una volta, nemmeno ora in cui sono in ballo gli interessi del paese, che sia capace di una risposta che non preveda lo stracciarsi le vesti, nell'impeto di giocarsi la cosa politicamente. E anche questo è disdicevole assai. |
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Battute a parte, clamnorosa caduta di stile. Ma clamorosa caduta di stile anche il pianto da prefica dell'opposizione. certe cose basta dirle con misura e serietà e forse vengono colte (da chi le può, le deve e le vuole cogliere) più facilmente rispetto alle piazzate.
p.s. mi è piaciuto il post prima, quello sulla notte elettorale.