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Post n°61 pubblicato il 03 Novembre 2006 da MDN86
Giovedì 2 Novembre 2006
Vangelo Gv 6,37-40
______________________ Rimane oscuro il senso di cosa significhi questo evento della "risurrezione nell'ultimo giorno". La visione è chiaramente escatologica e richiama il mandato che la chiesa vede in Gesù, ovvero quello di raccogliere e non disperdere quanto egli ha ricevuto da dio, e questa è la volontà di dio alla quale Gesù ubbidisce fino alla fine, fino alla morte di croce, alla quale serve dando gloria a dio e non a se stesso. Amen! |
Post n°60 pubblicato il 01 Novembre 2006 da MDN86
TI SCATTERO UNA FOTO - TIZIANO FERRO Ricorderò e comunque anche se non vorraiTi sposerò perché non te l' ho detto mai Come fa male cercare , trovarti poco dopo E nell' ansia che ti perdo ti scatterò una foto… Ti scatterò una foto… Ricorderò e comunque e so che non vorrai Ti chiamerò perché tanto non risponderai Come fa ridere adesso pensarti come a un gioco E capendo che ti ho perso Ti scatto un' altra foto Perché piccola potresti andartene dalle mie mani Ed i giorni da prima lontani saranno anni E ti scorderai di me Quando piove i profili e le case ricordano te E sarà bellissimo Perché gioia e dolore han lo stesso sapore con te Vorrei soltanto che la notte ora velocemente andasse E tutto ciò che hai di me di colpo non tornasse E voglio amore e tutte le attenzioni che sai dare E voglio indifferenza semmai mi vorrai ferire E riconobbi il tuo sguardo in quello di un passante Ma pure avendoti qui ti sentirei distante Cosa può significare sentirsi piccolo Quando sei il più grande sogno il più grande incubo Siamo figli di mondi diversi una sola memoria Che cancella e disegna distratta la stessa storia E ti scorderai di me Quando piove i profili e le case ricordano te E sarà bellissimo Perché gioia e dolore han lo stesso sapore con te Vorrei soltanto che la notte ora velocemente andasse E tutto ciò che hai di me di colpo non tornasse E voglio amore e tutte le attenzioni che sai dare E voglio indifferenza semmai mi vorrai ferire Non basta più il ricordo Ora voglio il tuo ritorno… E sarà bellissimo Perché gioia e dolore han lo stesso sapore Lo stesso sapore con te Io Vorrei soltanto che la notte ora velocemente andasse E tutto ciò che hai di me di colpo non tornasse E voglio amore e tutte le attenzioni che sai dare E voglio indifferenza semmai mi vorrai ferire E voglio indifferenza semmai mi vorrai ferire…. |
Post n°59 pubblicato il 01 Novembre 2006 da MDN86
Mercoledì 1 Novembre 2006
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Post n°58 pubblicato il 01 Novembre 2006 da MDN86
Siamo chiamati “la generazione del Grande Fratello”, giovani attratti dalla volgarità, dalla superficialità, dal linguaggio scurrile, e da tutto ciò che è chiamato… trasgressione. Cosa offre a noi giovani 20enni ma soprattutto ai ragazzi più piccoli e ai bambini la TV del 2006? Domina sui palinsesti la logica economicistica dell’audience, e lo share è il motore della macchina televisiva. Per questo sempre più rari sono i programmi scientifici, i dibattiti politici, i documentari storici che vengono fatti slittare in seconda e terza serata per far spazio a Reality, Varietà, partite di calcio e ancor peggio Match di Wrestling e cartoni animati manga (come Dragon Ball) che occupano le fasce pomeridiane in cui l’audience, composta per lo più da bambini e ragazzi lasciati davanti le TV mentre i genitori lavorano, è molto alta. In una società come la nostra, in cui l’immagine è divenuta ormai un valore, credo sia importante riflettere su questa tematica. Ebbene, con ciò intendo dire soprattutto una cosa: se la TV spazzatura è ciò che è diventata, ovvero priva di valori da trasmettere e sempre più intrisa di superficialità, non senso, violenza e volgarità, non è solo “colpa” di chi regola i palinsesti. Simmel, importante sociologo politico, riteneva che qualsiasi rapporto di dominio non è mai di dipendenza unilaterale bensì di interdipendenza. Ovvero, detto in soldoni, Il Grande Fratello, L’Isola dei Famosi, La Pupa e il Secchione, il Wrestling trasmesso alle 19.00 su Italia1 vengono inseriti in quelle fasce perché c’è chi le guarda. Un po’ come la piaga della prostituzione: non smetterà di esistere fino a quando ci saranno i clienti. Con ciò non voglio fare del moralismo. Ma semplicemente richiamare all’attenzione il concetto della responsabilità del compiere un’azione. Nel nostro caso la scelta di ciò che guardiamo alla TV ha dei riflessi importanti sui nostri figli – che non hanno gli strumenti cognitivi per vagliare ciò che la TV loro propina – e di riflesso, sulla società in cui i nostri figli e noi insieme a loro viviamo. Svuotata di valori, la TV è lo specchio della nostra società “post-moderna”, la quale però a sua volta è attratta da questo vetro magico, da tutto ciò che è fama e vanagloria e ne fa un modello di riferimento. Sin da piccolini ognuno di noi ha inconsapevolmente imitato i comportamenti di un suo genitore, di un suo parente, di un suo simile. In noi, definiti da Aristotele “animali razionali”, c’è l’istinto di identificazione in modelli che la nostra mente e il nostro essere sociali crea naturalmente. La TV è stata uno di quei punti di riferimento negli anni ’50, in cui è nata, nei cui programmi la gente comune, appena uscita dalle Guerre Mondiali, ritrovava il sorriso (con i Varietà) e allo stesso tempo veniva istruita, alfabetizzata (Portobello); e per i bimbi c’erano i primi cartoni animati in bianco e nero (come Calimero), ma esisteva per loro anche un senso del limite, segnato dal Carosello. Dietro ciò ovviamente c’era un preciso contesto socio-culturale ed economico profondamente diverso dal nostro sul quale è bene fermarsi a riflettere.
Oggi, nel 2006, lo spirito culturale vigente da un lato è quello dell’esaltazione estrema dell’Individualismo, e dall’altro, opposto a ciò una sempre più estesa omologazione della massa che viene fuori evidente nei ben noti fenomeni di massa quali la moda, i concerti, (taluni ritengono anche i fenomeni religiosi) nei quali l’individuo si perde in nome di un credo, di una ideologia, di un sentire o di passioni comuni. Il vuoto dominante però è quello che incontrano i giovani di oggi nel loro sempre più difficile cammino di crescita, i quali si identificano nei modelli televisivi in vista della loro voglia di fama e dell’”essere qualcuno”, del “diventare qualcuno”. La Chiesa e la società lanciano messaggi diametralmente opposti da questo punto di vista. Per la società le cosiddette “posizioni acquisite” sono quelle che ti fanno diventare “qualcuno”: se hai una macchina potente, una moglie bella e dei bei figli, se vivi in una villa con piscina…se sei ricco, se hai un lavoro che permette a te di campare bene (avvocato, medico, ingegnere…lo si diventa perlopiù per motivi di retribuzione alta non per passione)…allora sì che sei qualcuno. Ma anche la pubblicità volge sempre più in questo senso. Induce la gente a comprare non tanto in un’ottica quale quella dell’utilità del prodotto, quanto quella dello status simbol: o quell’oggetto ce l’hai e sei “in” oppure nella società vieni automaticamente considerato “out” e…sei escluso, un fallito, un derelitto, un perdente (logica che influisce moltissimo sui bambini e sugli adolescenti laddove già dai primi anni di vita lo zainetto o il grembiulino indossati sin dalla scuola dell’infanzia devono essere firmati “come quelli del mio amichetto” altrimenti il bimbo si ritroverà da solo). Questo dunque per la nostra società l’essere qualcuno. Per la Chiesa “essere qualcuno” significa invece essere se stessi nel sentire l’Amore di Dio pervadere e sciogliere il nostro cuore. La Chiesa mette al centro l’individuo, sì, ma un individuo guidato dall’Amore di Dio e che per questo diventa unico e irripetibile. In questa società dove tutto sembra perduto la Chiesa insiste molto sulla Santità. Ci ripete: “ Siamo tutti chiamati alla Santità” e ancora, “Siate il sale della Terra”, “Non abbiate paura. Aprite, anzi spalancate il vostro cuore a Cristo”.
Ecco, mi chiedo…bombardato da messaggi di violenza e superficialità… ha ancora senso parlare di santità? Sì. Per me sì. A mio avviso essere Santi significa Vivere il proprio tempo con la convinzione che non si è soli nel cammino; con la convinzione che il Potere dell’Amore di Dio, se unito alla volontà dell’individuo di camminare nella Fede, con rettitudine sentendosi amato e amando può cambiare il nostro quotidiano, e i messaggi di morte lanciati dalla Tv e dalla nostra società acquisteranno sotto lo sguardo d’Amore un altro significato.
La Riflessione sul nostro tempo e la Testimonianza di vivere l’Amore crocifisso sono sempre più rare, anche per la paura di soffrire. Ma con queste due armi noi giovani della GMG possiamo gridare al mondo con la Chiesa che davvero “Tutti siamo chiamati alla Santità”.
MDN, 1 Novembre 2006 |
Post n°56 pubblicato il 31 Ottobre 2006 da MDN86
Lunedì 30 Ottobre 2006 XXX SETTIMANA DEL T.O. - ANNO B - II SETT. DEL SALTERIO
Vangelo Lc 13, 10-17 In quel tempo, Gesù stava insegnando in una sinagòga il giorno di sabato. C'era là una donna che aveva da diciotto anni uno spirito che la teneva inferma; era curva e non poteva drizzarsi in nessun modo. _________________ Già, l'ipocrisia di chi vive la propria religiosità invece di vivere quella fede che dio dona, invece di rendere un culto vero di lode a dio. Cosa significa essere legate per diciotto anni? Non è forse un rendere culto e dare pienamente gloria a dio, celebrare il sabato nel verso senso della parola nello sciogliere una persona ridandogli la sua dignità e piena libertà? Vi è forse un tempo per rendere gloria? Rendiamo gloria a dio in ogni tempo. Amen! |
Post n°55 pubblicato il 29 Ottobre 2006 da MDN86
fonte UNICEF: http://www.unicef.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/750 L'UNICEF Italia è presente in modo capillare su tutto il territorio nazionale attraverso una rete di Comitati regionali e provinciali animati da migliaia di volontarie e volontari. |
Post n°54 pubblicato il 29 Ottobre 2006 da MDN86
Dalla fonte UNICEF ITALIA http://www.unicef.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/545 Il Bilancio Sociale è uno strumento innovativo nella comunicazione sociale di un'organizzazione (si tratti di un'associazione, di un ente pubblico o di un'impresa) nel segno della trasparenza che deve contraddistinguere il rapporto fra essa e i suoi principali referenti (stakeholder). Dal 2002 il Comitato Italiano per l'UNICEF pubblica il proprio Bilancio Sociale, presentando le attività dell'anno precedente sia dal punto di vista economico che socio-culturale, ed evidenziando il "valore aggiunto" delle numerose iniziative di sensibilizzazione che concorrono a diffondere la consapevolezza dei problemi relativi ai diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Italia e nel mondo e l'importanza dell'azione condotta dall'UNICEF, la più grande e autorevole organizzazione in questo settore. La pubblicazione include anche il più "classico" bilancio contabile, con dettaglio di tutte le voci dei proventi e degli investimenti operati dall'UNICEF Italia per rendere più efficace la propria azione. Sia il Bilancio Sociale che quello contabile sono certificati da un'agenzia di auditing indipendente. |
Post n°53 pubblicato il 29 Ottobre 2006 da MDN86
Roma, 23 ottobre 2006 - «Il Bilancio Sociale del Comitato Italiano per l'UNICEF è uno strumento fondamentale per far conoscere i risultati raggiunti attraverso le attività sul territorio, non solo dal punto di vista numerico, ma anche e soprattutto sotto il profilo etico, cioè nel modo in cui sono stati raggiunti», ha detto il Presidente dell'UNICEF Italia Antonio Sclavi nel presentare a Roma al pubblico la IV edizione del Bilancio Sociale dell'UNICEF Italia. FONTE: http://www.unicef.it |
Post n°49 pubblicato il 22 Ottobre 2006 da MDN86
SALMO 130 Confidate in Dio come il bimbo nella madre |
Post n°47 pubblicato il 21 Ottobre 2006 da MDN86
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INFO
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Nickname: MDN86
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Sesso: M Età: 38 Prov: PE |
Inviato da: undefined
il 15/03/2009 alle 20:34
Inviato da: Anonimo
il 23/03/2008 alle 11:35
Inviato da: Anonimo
il 25/12/2007 alle 20:49
Inviato da: Anonimo
il 14/12/2007 alle 12:03
Inviato da: Anonimo
il 30/09/2007 alle 13:56