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Angela Fabbri
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Il Vicolo - Cesena
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Giardini di Sabbia su Radio Emilia Romagna.
La banalità del male una riflessione sul libro di Hannah Arendt.
Articolo sulla presentazione di STAGIONI.
« HAIKU AL VENTO COME PETA... | IL PICCOLO REGNO » |
Questa breve raccolta è stata scritta molti anni fa e pubblicata solo in parte. Oggi vorrei farla tornare a vivere, anche nella sua leggera ingenuità, e ricordare i profumi e i colori di un mondo che ancora è qui, anche se spesso ne dimentichiamo l'esistenza.
MEDITERRANEO
la soglia di coralli
sotto il mare
luna precipitata
e la conchiglia
ridendo s'è svegliata
un altro azzurro
che ha il nero della lava
e dentro pesci
che sognano onde grandi
dicono nacque Cipride dall'onda
perciò le donne odorano di mare
se di profumi l'aria si fa bella
e come una matrona si ristoro
al fresco vento e dai suoi ricci emana
assenzio e gelsomino
non aspettare il tempo di domani
per uscire in giardino
così dolce quest'aria che pare
Era stessa dai grandi occhi divini
abbia agitato sulle soglie di bronzo
i suoi alabastri odorosi
prendi una nota azzurra
un po' di verde
sole negli occhi
e di marina spuma
un'oncia appena
due dita di pervinche
ambra rossa e resina di pino
sale nell'aria
e dentro il tuo bicchiere
ecco il mattino
a lungo ascolto la tua voce
come di conchiglia
cui dentro suoni il mare
s'è pettinata una sirena sulla riva
e dolce sabbia scura
l'ha addormentata
ricci di mare l'hanno accarezzata
dorme, non canta l'aria ai naviganti
non sfiora con le dita d'onda pigra
chiglie di barche, canapi di vele
dorme e poi sogna sogni di sirena
voci di marinai dal greco lido
lucenti come bronzo cotto al fuoco
fiori d'ibisco nella brezza chiara
archi di caprifoglio e rosmarino
alghe lucendi all'estro del mattino
e non sa dire quant'è lungo il giorno
e quanto nelle pigra aria marina
suona il richiamo della sera oscura
come il gabbiano che non ha paura
della tempesta quando si avvicina
la notte è un'acqua ferma
un'acqua scura
e nei tuoi occhi nuotano
costellazioni
ti ho visto
nella luce bianca
correvi
come un'ombra nera
fra i sassi
di un'Itaca lontana
sei venuta
avevi fiori di mirto
fra le mani
e ombre fresche negli occhi
e ampi cieli azzurri
nel profilo
sei venuta
e mi hai cantato dentro
mi ricordo i tuoi capelli
profumavano di salvia
e a volte parevano
densa nebbia bruna
e altre volte grappoli
di superba vite
le gambe
e le braccia
erano nidi di sole
e la crocchia dei capelli
un'alta luna scura
lasciatemi così come un sasso
che prende la pioggia e il sole
e non si cura del piede
che lo calpesta
qui nella luce chiara
non sono più
fantasma di inquietudini
ma polvere d'estate
occhio di foglie
e ali di falena
Inviato da: angi137
il 06/04/2023 alle 07:44
Inviato da: cassetta2
il 24/08/2022 alle 18:56
Inviato da: Mr.Loto
il 19/02/2022 alle 12:00
Inviato da: anima_on_line
il 21/08/2020 alle 20:20
Inviato da: angi137
il 20/04/2019 alle 15:29