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« Dopo 3 mesiSenso del ridicolo cercasi »

Il Nattango ...

Post n°353 pubblicato il 16 Settembre 2014 da Cosimino1968

Scorso millennio, per la precisione era il 1986 (ma questo l'ho trovato con Google); sul settimanale satirico dell'Unità, il famoso "Cuore", comparve una vignetta nella quale l'allora segretario del partito, Natta, danzava nudo.

Fu uno scandalo di dimensioni indicibili; ho letto che, caduto il PCI, un giorno Natta incontrò alcuni giornalisti di "Cuore" e li accusò di essere i responsabili di quel tracollo (e parlava addirittura seriamente).

Se non vado errato, l'accusa di essere troppo ballerino (nelle proprie opinioni), Natta se la guadagnò sul nucleare: il PCI era indeciso se abbracciare la logica dell'esigenza dell'energia nucleare per la produzione di elettricità, o il populismo (del PSI in primis) che spingeva per il suo abbandono ... così un giorno dicevano una cosa, il giorno dopo la smentivano.

Se ci fosse ancora "Cuore", quella vignetta la meriterebbe oggi Renzi.

Il 1° Febbraio, con una dichiarazione delirante, il segretario del PD aveva dichiarato che l'articolo 18 (quello dello statuto dei lavoratori che prevede il reintegro del dipendente licenziato senza giusta causa o giustificato motivo) non era un "Vero" problema perchè, fatti i conti, tutelava solo 3.000 lavoratori circa ogni anno ... un'inezia.

Quando ascoltai quelle parole restai basito: solo 3.000 lavoratori vengono reintegrati grazie all'articolo 18 perchè quella norma, grazie soprattutto ad un'incredibile ed omnicomprensiva applicazione fatta dai giudici del lavoro, rappresenta un muro praticamente invalicabile e le aziende, da 40 anni, prima di licenziare individualmente un lavoratore, aspettano pazientemente di lavorare per gruppi.

In questo modo quella legge si è trasformata in una pazzesca fonte di disparità tra chi è dentro e chi è fuori dal mondo del lavoro; chi è dentro, può essere un emerito fannullone, ci resta; chi è fuori, soprattutto se è giovane, magari donna e vive nel nostro Meridione, non ha alcuna speranza di entrare, fosse anche un Guglielmo Cancelli o uno Stefano Lavori (traducete ... non l'ho inventati io ... ).

Quella legge che appare di enorme civiltà, si è trasformata, anche contro i voleri dei legiferatori di 40 anni fa, nella più esecrabile, ingiusta e restrittiva legge che attanaglia il nostro mercato del lavoro e, di conseguenza, la nostra economia.

Però le opinioni di Renzi sono come quelle di Natta: molto ballerine: 4 giorni dopo, il nostro Primo Ministro dichiarava che l'articolo 18 dovrebbe essere superato e quella è la direzione verso cui si sta andando (attraverso i cosiddetti "Contratti a tutela crescente").

Oggi, infine, la stessa persona che liquidava come un'inezia l'importanza dell'articolo 18, ha detto che, a costo di ricorrere a decreti d'urgenza (!!!) va riformato il nostro mercato del Lavoro che è un luogo in cui regna l'Apartheid (l'insieme di leggi vigenti in Sudafrica fino a circa 20 anni fa che assegnava, ferocemente, i diritti alla sola popolazione bianca, relegando quella di colore ad un livello inferiore di tutele e condizioni di vita) in cui ci sono cittadini si Serie A e Serie B (maledetta metafora calcistica) a seconda che siano dipendenti di aziende con più di 15  o meno di 15 dipendenti ... indovinate quale articolo traccia quel confine ...

 
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