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SI PUO' RAGIONARE SU DELITTI ORRENDI? FENOMENI CRIMINALI, COSTUME, SOCIETA', AMBIGUITA' DEI COMPORTAMENTI UMANI

Post n°7442 pubblicato il 28 Maggio 2013 da psicologiaforense

Serial killer, omicidi passionali, misteri irrisolti,  stragi, attentati, terrorismo nero e rosso: ripercorrendo queste dolorose vicende si ricava una controstoria del Belpaese attraverso una scia di sangue. Sullo sfondo di ogni delitto si muove infatti un'Italia che nasce, cresce e si trasforma, oscillando tra memoria e oblio, tra il delirio mediatico dei casi più famosi e le voci dimenticate delle vittime che sotto i riflettori non ci sono mai state, fantasmi la cui morte violenta esige di essere rievocata, ancora una volta. Ciò che emerge dalle strade, dai fossi, dagli obitori, è il ritratto corale di una società intera, il cui aspetto privato è messo a nudo da omicidi familiari, criminali seriali e follia domestica......

E SE SI RAGIONASSE SU DELITTI ORRENDI?

Non esistono abissi più insondabili delle tragedie famigliari, si sa: le reazioni collettive ad esse invece riguardano il costume sociale e tutti noi, su quelle è lecito ragionare. Ragionando, è difficile evitare alcuni interrogativi. Come mai verso la madre che uccise il figlio tossicomane mentre dormiva le reazioni furono della massima comprensione e indulgenza, mentre verso il ragazzo che ha ucciso i genitori sono state della massima durezza e condanna? La responsabilità dei genitori verso i figli non dovrebbe essere maggiore di quella dei figli verso i genitori, il delitto d' un adulto non dovrebbe essere considerato più grave di quello d' un ragazzo? Oppure il giudizio è generazionale, gerarchico? Oppure ammazzare un figlio drogato viene considerato più giustificabile che ammazzare una stimata coppia di coniugi? Ragionando, non sarebbe ovvio considerare squilibrate, se non folli, persone che commettono simili azioni ferine? Non è strano che invece a nessuno sia venuto in mente che la madre del "tossico" logorata dalla sua vita orribile fosse impazzita, non è strano che la semi infermità mentale riconosciuta dal tribunale all'adolescente assassino sia stata comunemente considerata soltanto un riuscito espediente degli avvocati? Ragionando, non è strana la disinvoltura pragmatica con cui i giornali e molta gente hanno accettato l' idea che il comportamento durante il processo del ragazzo, indifferente, freddo, senza turbamenti nè pentimenti, fosse stato adottato su consiglio degli avvocati, per rendere più credibile la semi infermità mentale? Nel caso sarebbe un' aggravante, una prova della capacità d' opportunismo cinico degli imputati: ma non parrebbe più logico ricordare che appartengono alla psicologia delle persone molto giovani la sfida, un piacere di essere contro e di sentirsi odiati dalla maggioranza, una superbia del non obbedire alle aspettative altrui? Ragionando, perchè definire il movente dell' assassino, avere più soldi per le belle automobili, i bei vestiti, la bella vita? Abietto e feroce è il delitto. Abietta e feroce è l' uccisione dei genitori Ma il desiderio della ricchezza e delle libertà, del potere, delle cose piacevoli che la ricchezza consente è un sentimento comune a quasi tutti gli adolescenti, è il mezzo più usato per tentar di raggiungere il fine della felicità, è la pulsione che muove la nostra società: allora?

 
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