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Post n°7639 pubblicato il 30 Agosto 2013 da psicologiaforense

MA COME TI VESTI?!

 

Il primo capo di abbigliamento di cui abbiamo conoscenza risale al Paleolitico superiore, quindi a 25.000 anni fa, ed è rappresentato da una particolare fa­scia che pende dalle natiche fino alle caviglie, indossata dalla cosiddetta Vene­re di Lespugue. Apparentemente questo particolare genere di indumento non ha alcuna utilità, ma eroticamente sembra esercitare una funzione attrattiva, perché focalizza l'attenzione su una parte del corpo. Il nudo ha bisogno, per risultare eccitante, di qualcosa che ne spezzi la monotonia visiva: un triangoli­no di stoffa sopra il pube, una giarrettiera, una collana, dei braccialetti. Un'altra Venere preistorica, coeva alla precedente, detta di Willendorf, in­dossa infatti braccialetti prettamente civettuoli intorno alle esili braccia. Il fa­scino della biblica Salomè non proveniva dalla danza, ma dai veli che le copri­vano il corpo. Plinio ci riferisce di un certo sarto, di nome Panfilo, che aveva scoperto il segreto della stoffa di Frine. «Egli,» scrisse Plinio, «aveva creato una stoffa trasparentissima come il vetro, affinché le donne potessero esibire quelle parti del corpo che consideravano attraenti e affinché le nostre figlie fossero vestite in modo che la loro nudità si potesse vedere e non vedere.» Ecco, l'intravedere e l'evidenziare una determinata parte del corpo, ec­citando la fantasia, fanno parte dell'erotismo dell'abbigliamento. Le ragaz­ze cretesi di circa 5000 anni fa erano abbondantemente vestite con larghe e lunghissime sottane, ma mostravano il seno, che veniva accentuato nel sol­co intermammario da stretti corsetti.  Il sottile fascino dell'abbigliamento, a parte la funzione pratica di prote­zione dal caldo o dal freddo, sta nell'esortazione della fantasia.  

 
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