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IL CUCULO E' MAFIOSO?, SCIENZA DELLA VITA,

Post n°7703 pubblicato il 16 Ottobre 2013 da psicologiaforense

LE CONDOTTE DEL CUCULO


Per chi vive in campagna quel suo canto monotono è un appuntamento della primavera, come conferma una vecchia filastrocca:"Aprile è ritornato, col canto del cucù".  A cantare e' il maschio che, occupato un territorio, propone alle femmine la sua disponibilità a generare nuovi piccoli. I quali, come è noto, vengono dati a balia dalla madre a qualche altra coppia di ignari uccelletti, che per l'impresa non ricevono alcun compenso, anzi, vengono penalizzati dalla perdita al completo della propria figliolanza. Tanto che i biologi si chiedono da tempo come mai le vittime del cuculo non abbiano evoluto una qualche strategia di difesa per contenere i danni. La risposta è alquanto intrigante: se una coppia osa ribellarsi espellendo l'indesiderato ospite, si ritrova il nido distrutto. Insomma, il cuculo sarebbe un mafioso.


NOTA INTEGRATIVA

Sono circa 40 le specie di cuculidi parassite del nido, tutte nel Vecchio Mondo. Da noi vive Cuculus canorus, che utilizza come genitori adottivi dei suoi figli le coppie di passera scopaiola, di cannaiola o di pispola. Parassita e ospite si trovano coinvolti in una corsa alle armi evolutiva per la messa a punto di strategie sempre piu' efficaci l'uno per difendersi, l'altro per abbattere i sistemi di difesa. Dei due chi deve trovarsi in posizione piu' avanzata e' il parassita, perche' corre per la vita. Per lui la sconfitta significa l'estinzione. Per l'ospite il danno e' limitato a una nidiata e solo per alcune coppie. Le strategie messe a punto dal cuculo per essere in testa rispetto ai suoi ospiti sono notevolmente raffinate. Tanto per incominciare mamma cuculo va in cerca di un nido di una coppia di uccelletti in cova della stessa specie dei suoi genitori adottivi. Quindi, durante una breve assenza dei padroni di casa, preleva un uovo e lo sostituisce con uno dei suoi, che e' mimetico - per grandezza, forma e colore - con quelle dell'ospite. Pare che questo comportamento sia tramandato in casa cuculo per via femminile di madre in figlia, perche' la relativa informazione genetica e' collocata sul cromosoma W, che determina il sesso femminile negli uccelli, dove le femmine sono ZW e i maschi ZZ (nella nostra specie avviene il contrario: le femmine sono XX e i maschi sono XY). La seconda strategia messa a punto dal cuculo per vincere la corsa alle armi sta nella durata dell'incubazione delle sue uova - un po' piu' breve rispetto a quelle dell'ospite - cosi' che il primo nato spinge brutalmente fuori dal nido i figli del padrone di casa non appena vengono alla luce. Terzo espediente: una macchia di un rosso intenso nella gola del piccolo cuculo, che negli uccelli suscita un irresistibile impulso a nutrire qualsiasi nidiaceo la metta in mostra. L'unica possibile difesa per gli ospiti e' abbandonare al suo destino il figlio adottivo ricominciando con un nuovo nido e relativa covata. Oppure sbarazzarsi dell'uovo estraneo, con il PERICOLO pero' di buttare via - a causa del mimetismo - un proprio uovo invece di quello estraneo. Ma in alcune specie le uova dell'ospite e del parassita sono completamente differenti, eppure questo tipo di difesa non viene messa in atto. Come mai? I pareri sono opposti: alcuni biologi sostengono che il rapporto fra parassita e ospite e' recente e la capacita' di riconoscimento delle uova da una parte e di mimetismo dall'altra non e' ancora evoluta.  C'è chi  sostiene invece che questa e' gia' una situazione di equilibrio, perche' siamo di fronte a un caso di mafia ornitologica. In sostanza, per gli ospiti e' vantaggioso accettare il parassitismo come il male minore: chi butta fuori dal nido l'uovo estraneo o abbandona il nidiaceo adottivo per ritentare un'altra nidiata, si trova il nido distrutto per rappresaglia da mamma cuculo, che sorveglia da lontano la progenie affidata a balia. L'ipotesi  e' stata verificata recentemente in Spagna sul cuculo maculato Clamator glandarius, una specie tipica dell'Europa meridionale che depone le uova nel nido della gazza Pica pica. A differenza del nostro Cuculus canorus, il nidiaceo del cuculo spagnolo non espelle i compagni di nido, ma compete con loro per il cibo avvantaggiato dalla ben nota macchia rossa golare che esibisce ai genitori adottivi a piu' non posso. Nonostante cio', a conti fatti, chi accetta un piccolo cuculo nel nido ha un successo riproduttivo piu' alto di chi lo caccia. La popolazione di gazza Pica pica e' infatti due volte vittima dei cuculi, che spesso ne distruggono i nidi senza tanti riguardi per uova e nidiacei. Da notare che la razzia non viene fatta per fame, dal momento che i cuculi si nutrono di larve di insetti lepidotteri e non di uova. Perche' allora distruggere i nidi? Per costringere la coppia a ricominciare da capo, cosi' da poter aggiungere un uovo al momento della deposizione? Pero' le seconde nidiate sono molto a rischio, perche' la coppia dei genitori adottivi ha davanti a se' ormai una breve stagione riproduttiva. Dall'analisi dei risultati l'ipotesi della mafia sembra proprio confermata. Nella popolazione esaminata l'86 per cento delle gazze che hanno espulso il piccolo cuculo si sono ritrovate il nido distrutto. Queste coppie hanno imparato la lezione: ricostruito il nido, e avuto un altro giovane cuculo in adozione, tutte lo hanno accettato; inoltre, avere un giovane cuculo in adozione significa correre minori RISCHI di incursioni: solo il 12 per cento delle coppie con cuculi hanno avuto il nido distrutto, contro il 22 per cento delle coppie non parassitate. Il nostro cuculo canoro non e' stato ancora sottoposto a indagini, ma ci sono forti sospetti che sia mafioso quanto il suo collega spagnolo. Intanto, nella corsa alle armi evolutive fra i cuculi e i loro ospiti la prossima mossa tocca a questi ultimi, con la messa a punto di una qualche strategia antimafia. Peccato che i tempi dell'evoluzione siano dell'ordine di migliaia di anni: troppi, per trarre qualche suggerimento per i fatti di casa nostra.

 
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