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PERCHE' ANDARE IN VACANZA?

Post n°216 pubblicato il 19 Maggio 2007 da psicologiaforense
 

immagineMentre dal Vaticano eruttano parole sulla family, altri si sostituiscono nei fatti ai preti di una volta: aprendo un oratorio. Non si chiama così, e non è all'ombra di un campanile, bensì tra le navate profane di un centro commerciale.
Che si chiama Le Gru, è a Grugliasco, periferia di Torino, e durante le vacanze estive propone svaghi e intrattenimento, non si sa quanto edificante, per un centinaio di bambini a settimana. Il programma è tutto un programma: si mangia all'Ikea (menù biologico), si va in gita all'acquafan, si gioca nei seicento metri quadri all'aperto a ridosso del falansterio dei consumi.
L'investimento è di quindicimila euro, e anche se fosse in perdita è una formidabile promotion. Non più le grandi fabbriche-mondo assistono gli operai dalla culla alla tomba, intruppando la prole proletaria nelle colonie marine e montane. Non più gli asili pubblici, chiusi per ferie, sfibrati dai sospetti e dalla micragna di uno Stato sempre meno Sociale. E neppure più i leggendari campetti d'oratorio, con quei preti pronti a rimboccarsi la sottana per correre con i fanciulli dietro al pallone, distribuendo scappellotti e precetti. Supplisce, adesso, l'istituzione trionfante: quella dello shopping. Troppo facile ironizzare, immaginando che i «ragazzi di padre Brown» diventeranno i «ragazzi dello Sponsor» di turno, allegramente cresciuti nel culto del dio scontrino. O che «lasciate che i bambini vengano a me» sia uno slogan dell'ufficio marketing.
O che saranno le cassiere a celebrare i matrimoni, mentre i vecchietti giocheranno a bocce fra scaffali di pelati in scatola (d'altronde non fu un ministro della Salute a benedire gli ipermercati come rifugi estivi per gli anziani minacciati dall'afa?).
L'oratorio in versione shopping center non ha ancora trovato i suoi cantori, non esistono ancora un Luigi Meneghello o un Marco Paolini che ne narrino l'infantile poesia, magari orecchiando il ritmo sincopato dell'anglo-italiano della pubblicità e la musica misteriosa dei carrelli in riempimento. Occorrerà aspettare che i giovani ospiti dell'estate grugliaschese crescano, per sapere se tra loro ci sono i futuri «piccoli maestri» capaci di testimoniare, come Meneghello nel secolo scorso, quanto ogni infanzia possa avere la sua mitologia e il suo linguaggio. Nel frattempo gli officianti della nostra nuova religione distribuiscono le tavole dei comandamenti: i volantini del tre per due.


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