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IL DRAMMA DELLE TRE " A "
Post n°220 pubblicato il 21 Maggio 2007 da psicologiaforense
"Se non puoi tenerlo, dallo in adozione, invece di abortire". La (ri)accesa recente polemica sulla scomunica non solo per chi pratichi l'aborto, MA ANCHE PER CHI LO PROCURI E PERSINO LEGIFERI SULL'ARGOMENTO, ha già acceso molte discussioni. Un aspetto, tuttavia, è rimasto molto trascurato, in questi giorni, e per questo mi sembra meriti una riflessione a sé. PERCHÉ È COSÌ FACILE, PER MOLTI ESPERTI E ORTODOSSI CATTOLICI, RACCOMANDARE DI DARE UN BAMBINO IN ADOZIONE, SUBITO DOPO LA NASCITA, COSÌ DA EVITARE L'ABORTO? E PERCHÉ È COSÌ DIFFICILE PER UNA DONNA FARE UN GESTO SIMILE? Dal punto di vista religioso cattolico, l'aborto è esecrabile, al punto da meritare il MASSIMO DELLA PENA: LA SCOMUNICA. A livello familiare, l'abbandono di un figlio alla nascita, seppur per darlo in adozione, evoca altre dinamiche. E' più praticabile, come possibilità, come dimostrano i dati in quest'ambito, se la donna è sola. L'equivalente della ragazza madre di una volta. Molto più difficile se ha un partner o vive comunque in famiglia o ha altri figli. Quell'assenza, quella scomparsa, scelta o forzata, evidente e risaputa, può segnare molto più pesantemente i rapporti interpersonali dentro la famiglia, di origine e acquisita. Ancor più a livello sociale. Solo in una città sconosciuta una donna può arrivare a termine di gravidanza e mettere al mondo un figlio, e abbandonarlo, senza che si scateni il pandemonio di chiacchiere, commenti, critiche e condanne, in vicini e conoscenti.E allora, come prevenire l'aborto? La castità, tanto raccomandata, è molto meno praticabile nei fatti. Solo una minoranza delle coppie, anche tra i cattolici, arriva vergine al matrimonio. Resta allora la via della contraccezione: che prevenga il concepimento, come fa la contraccezione ormonale, che inibisce l'ovulazione, con ottima sicurezza, se usata bene. E che educhi entrambi i partner al senso di responsabilità, con uguale attenzione di lui non solo verso la prevenzione di un concepimento intempestivo, o comunque indesiderato, ma anche delle malattie sessualmente trasmesse, a volte mortali (altro crimine contro la vita), con un uso costante del profilattico.Benissimo educare all'affettività, all'integrazione tra amore ed erotismo, al rispetto della vita, ma con un approccio pragmatico, che tenga conto della realtà di questi nostri tempi. Senza perdere di vista l'essenziale, che è concepire con consapevolezza, desiderio e assaporata motivazione, quando il grembo psichico, che è fatto di attesa e di sogni, è pronto quanto il grembo fisico. Perché, idealmente, tutti i bambini concepiti siano desiderati. L'abbandono del bambino, invece, resta un'opzione disperata: per la quale è giusto creare comunque condizioni di fattibilità, nei nostri ospedali, soprattutto per le donne sole che non se la sono sentita di abortire, o hanno scoperto tardi la gravidanza, e non sanno letteralmente dove battere la testa, anche per evitare il dramma ancora più atroce di un infanticidio. Proporre invece come alternativa di routine all'aborto, l'abbandono di un bambino già nato, per l'adozione, mi sembra una misura umanamente molto difficile: perché tiene poco conto della verità dei sentimenti, del dolore di vivere una scelta a volte terribile, della lacerazione che ogni donna vivrebbe al momento del parto alla sola idea di una separazione definitiva. E' possibile, se la donna si mette nella condizione mentale di dare al proprio bambino una chance di vita che lei non potrebbe dargli e con questo riesce a dar senso al proprio dolore di perderlo. Emotivamente tuttavia, questa scelta resta un dramma: "UN BAMBINO GIÀ NATO NON È UN PAIO DI SCARPE VECCHIE DA DARE VIA, PERCHÉ NON LE SI PUÒ PORTARE PIÙ.......
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
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il 06/09/2018 alle 23:51
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