Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
finchè vita non vi separi
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Contatta l'autore

Nickname: psicologiaforense
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 62
Prov: PD
 

umorismo e satira

 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

 

 
« IL SONNO DELLA GIUSTIZIA...PREANNUNCIO.......... »

FIDANZATI COME I MAGGIORDOMI

Post n°307 pubblicato il 09 Settembre 2007 da psicologiaforense
 

NIENTE PROVE? SONO ASSASSINI!

TRACCE DI SALIVA E DI SANGUE CHE DICONO NULLA O MOLTO POCO E DUE UOMINI SOTTO INCHIESTA PER ATTO DOVUTO

continua dal precedente post....

E’ il 7 di agosto: Simonetta Cesaroni, una bella ragazza romana di 21 anni che viveva nel popolare quartiere di Don Bosco, viene uccisa con ventinove coltellate profonde undici centimetri. La trovarono quello stesso giorno, di sera, dopo che non era rientrata a casa ed era scat­tato l'allarme: via Poma, numero civico 2, ufficio dell'Associazione Italiana degli Alberghi della Gioventù, dove la giovane lavorava co­me segretaria. Simonetta era distesa per terra, le gambe divaricate nuda ad ec­cezione di una canottiera di seta, il reggiseno arrotolato attorno al collo, i calzini ai piedi. Sul corpo aveva segni di graffi e di morsi. Nes­suna violenza sessuale: disse il medico legale. Si investigò a lungo, furono interrogate decine e decine di persone. Si scavò nella vita di Simonetta e dei suoi amici. Sospetti, arresti, processi. Anni di inchie­ste e colpi di scena. L' assassino non è mai stato identificato anche se in media ogni dodici mesi salta fuori un probabile assassino. Via Poma è una storia di imputati scagionati, non di imputati colpevoli.

Nel giorni scorsi, diciassette anni dopo il delitto, l' ex fidanzato di Si­monetta, Raniero Busco, il signore oggi sposato e padre di due figli, e stato indagato dalla Procura di Roma per il reato di omicidio. Atto dovuto, hanno detto i magistrati.

Alberto Stasi è invece un fidanzato di oggi. L'Italia e quella sotto i nostri occhi. La sua ragazza si chiamava Chia­ra, Chiara Poggi. Questo e il delitto di Garlasco, nel Pavese. Storie differenti, ma con qualche cosa in comune. Chiara l'hanno trovata il 13 agosto, mese di delitti irrisolti e fidanzati colpevoli. La giovane era nella villetta di famiglia, in via Pa­scoli, in fondo alle scale che portano in cantina.

Era in pantaloncini e maglietta, la testa fra­cassata. Ancora oggi non ci sono prove in­confutabili. Tutto è avvolto nel mi­stero. Si parla di impronte, tracce di sangue, vestiti macchiati di sangue (leggi vernice rossa). Ci sono stati interrogatori lunghissimi, molteplici perquisizioni e sequestri. Ma siamo a zero investigativamente parlando. Il fidanzato di Chiara Poggi, Alberto Stasi, è sotto accusa: omicidio volontario aggravato dalla crudeltà. Lui, studente, 24 anni, si è sempre dichiarato in­nocente. E’ stato interrogato per oltre trenta ore. Per tutti, è un ragazzo normale, normalissimo. Non si droga, non è violento, non ha precedenti. Niente. Alberto Stasi resta indagato. Atto dovuto, continuano a spiegare i magistrati, che non sono gli stessi di Roma, ma che dicono ugualmente atto dovuto. L'ATTO DOVUTO È IN AGGUATO . Consentite la battuta: tra testimonianze al vaglio, impronte che non condannano nessuno, tracce di sangue, interrogatori senza confessioni e vecchie macchie di saliva, una sola cosa è certa. Essere fidanzati in Italia (o esserlo stati diciasset­te anni fa) può essere pericoloso. Essere fidan­zati nel mese di agosto, quando i giornali hanno poco da scrivere, è ancora più pericoloso. In agguato, c'e 1'«atto dovuto», che significa, oltre agli inevitabili e giusti interrogatori, più o me­no questo: foto, articoli, commenti, interviste, filmati e dichiarazioni di esperti, ricostruzioni, su­peresposizione e tritacarne mediatico. In una parola: gogna. Con un'aggravante, almeno nel caso dell'ex fidan­zato Busco. Lui non sarà mai dichiarato ufficialmente colpevole. Non posso­no. Nessuno può, per legge. E siccome nessuno potrà mai dichiararlo colpevole e con­dannarlo lui, teoricamente, non dovrebbe neppure preoccuparsi di discolparsi. Intanto, è sui giornali, nome, cognome, foto, particolari più o meno privati e tutto il resto.
Kafka era un principiante. Segui­te.
Diciassette anni fa, quando il delitto di via Poma era ancora un semplice delitto e non l'inestricabile giallo che sarebbe diventato, Raniero Busco dichiarò agli inquirenti, che diligentemente presero nota: ero io il fidanzato di Simonetta Cesaroni. E fu lì che il giovane Raniero sottoscrisse la sua condanna alla gogna. Fu in quel preciso momento che l'«atto dovuto» cominciò a perseguitarlo. Domanda degli inquirenti dell' epoca, che sempre fedelmente e diligentemen­te trascrissero negli atti ancora oggi consultabili: quando ha visto Si­monetta 1'ultima volta? Risposta: ci siamo incontrati il giorno prima del delitto.

PRIMA SCRIVONO E POI CANCELLANO. Dichiarazione strana, sospetta? No. Tutto perfettamente norma­le: due fidanzati, di solito, si incontrano. Fanno proprio i fidanzati, non i nemici che si evitano o si guardano a distanza. Normale che, oltre ad incontrarsi, i due si scambino anche qualche effusione. Si sa, la carne è carne. E’ debole. Vogliamo condannarli per questo? Perchè non hanno fatto voto di castità? Altrettanto normale che, scambiandosi qualche effusione, un po' di saliva dell'uno possa finire su un indumento dell'altro, e viceversa.
Normale un corno. 
Quella saliva, a distanza di diciassette anni, è stata scovata e identificata dai Ris (Reparti investiga­zioni scientifiche). I quali Ris, visto che l’atto è dovuto e altrimenti non si può fare, hanno co­municato i risultati delle indagini ai magistra­ti. I quali magistrati, visto che l'atto è sempre dovuto e altrimenti non si può di nuovo fare, hanno scritto sul registro degli indagati il no­me di Busco. Il quale Raniero Busco, visto che
tutti gli atti erano dovuti e altrimenti non si po­teva fare, si è ritrovato. di nuovo inguaiato e di nuovo alle prese col tritacarne mediatico. Una maledizione. E non finisce qui. Dovete ancora seguire. Cosa succederà ora? Ve lo faccio dire dall' avvocato Lucio Molinaro, che è il legale della famiglia Ce­saroni e dunque uno degli uomini che, dinanzi alla presunta svolta delle indagini, dovrebbe essere solo contento: «Non bastano questi risultati per dire che Busco è il colpevole dell'omicidio, dato che i due erano fidanzati. Purtroppo, a parte quel residuo di saliva, che è solo sul corpetto di Simonetta e in nessun altro luogo della scena del crimine, non c'e nulla. Perciò, credo che i magistrati lo abbiano iscritto nel registro degli indagati per poi archiviare la sua posizione». Era un atto dovuto, ma anche un atto inutile. E a dir­lo è addirittura il legale della famiglia della vittima.
Riassumiamo.  A quanto pare e al momento attuale, l'unica e vera colpa dell' ex fidanzato è questa: anche lui con Simonetta Cesaroni (e scusate la brutalità) ha fatto un atto dovuto ad un fidanzato che incontra una fidanzata. E per questo ha pagato ritrovandosi sul registro degli indagati, sui giornali e in tv. Proprio dura la vita dei fidanzati italiani.
Una volta, i colpevoli erano i maggiordomi, inevitabilmente e invariabilmente i maggior­domi. Colpevoli per consuetudine, andazzo, mancanza di fantasia degli autori, perchè così volevano le regole dei thriller. Ora, in un Paese in cui spesso gli assassini la fanno franca, i col­pevoli sono loro, gli amici del cuore, gli accompagnatori, i fidanzati o fidanzatini. Colpevoli per atto dovuto.

Domande sfuse agli investigatori, ai magistrati o a chiunque vo­lesse rispondere: quanto costeranno a noi tutti questi atti che si de­vono per forza fare e che forse si potrebbe evitare di fare? E che senso hanno? Solo per riempire i giornali estivi? E tra tanti atti dovuti per­chè non facciamo un atto normale e mettiamo in galera qualche colpevole che è sicuramente colpevole?

 

 

 

 

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963