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« BICI MIA NON TI CONOSCO ..L'AVVOCATO DEL DIAVOLO.... »

LA RICETTA DI AMATO

Post n°320 pubblicato il 26 Settembre 2007 da psicologiaforense
 

PUBBLICA GOGNA PER CHI VA A LUCCIOLE.

IL MINISTRO DELL'INTERNO, AMATO TERRORIZZA I CLIENTI DELLE PROSTITUTE . LE MULTE ARRIVERANNO A CASA : CHE PENA PER LE FAMIGLIE!

( ... ) «Cosa avrà combinato sta­volta? Semaforo rosso? Ha par­cheggiato ancora sulle strisce?». Magari fosse. Quando lo sven­turato torna a casa, ad acco­glierlo sul marciapiede trova uno strano tappeto. Sono i suoi vestiti buoni, la biancheria, la camicia bianca appena ritirata dalla lavanderia. Pochi metri più in là, il gatto del vicino gioca con uno straccio di lana. Con orrore, il poveretto scopre che quello era il suo unico golf di cachemire. Una voce dall'alto gli apre definitivamente le por­te dell'incubo: «Sei un porco, ci vediamo dall'avvocato».

Benvenuti nella nuova legi­slazione anti-prostituzione vo­luta da Giuliano Amato. La pri­vacy e il rispetto della dignità individuale ve li potete scorda­re. Sputtanare (e il caso di dirlo) in pubblico e davanti ai propri familiari chi è andato con le prostitute è roba da pae­si avanzati. Amato lo ha spiega­to ieri: per i clienti delle profes­sioniste del marciapiede la giu­sta punizione consiste in «mul­te non conciliabili, con il verbale che deve arrivare a casa di queste persone». Non e una boutade: tali parole le ha dette in Senato, davanti alla commis­sione Affari costituzionali. Ro­ba seria, destinata a essere tra­scritta nero su bianco tra qual­che giorno, quando l'osserva­torio sulla prostituzione del
Vi­minale tirerà fuori una proposta definitiva.

Perchè Amato insiste tanto che la contravvenzione arrivi a casa? Perché vuole che il repro­bo sia sottoposto non solo alla sanzione dello Stato, sotto for­ma di una multa più o meno salata, ma anche agli insulti della moglie e dei figli, magari alla rottura del matrimonio, con l'avvocato di lei che sven­tola in tribunale la contravven­zione come prova del tradi­mento. E' la paura della fine delle sue relazioni familiari, in­somma, che deve spingere l'in­dividuo a rigare dritto. La puni­zione amministrativa non ba­sta, Amato vuole affiancarle an­che quella sociale e morale. E così varchiamo i confini delle stato di diritto e ci inoltriamo nello state etico, quello che premia e punisce i cittadini a seconda della "moralità" del lo­ro comportamento.

La buona notizia è che l'idea di Amato andrà poco lontano.  La normativa italia­na sulla privacy, pur con tutti i suoi difetti,  è incompatibile con i desideri del mini­stro.  In parole povere, esiste un diritto alla riservatez­za che ci difende anche dalla nostra portinaia e persino dalle ingerenze dei nostri familiari, e la proposta di Amato sembra passare sopra questo diritto co­me un Caterpillar. Le stesse pa­role del ministro confermano che il "bello" consiste proprio nel denunciare ai loro familiari i clienti delle prostitute. Ridac­chiando davanti ai senatori, Amato ha detto che intende usare verso costoro «un pizzico di cattiveria». Qualcuno gli spieghi che un ministro, specie se è quello che comanda la po­lizia, non può permettersi di essere cattivo: deve essere solo giusto.

 

 
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