MARCO PICCOLO

IL VENETO VUOL VIETARE L'ALCOL AGLI UNDER 21.
Si ubriaca un minorenne su due e i locali non rispettano la legge .

L'allarme è serio. Ragazzini di 14 anni senza batter ciglio si "scolano" anche venti cocktail in una sera.  ADOLESCENTI  minorenni  (quasi uno su due) di­chiarano senza alcun problema di es­sersi ubriacati pesantemente nell'ulti­mo mese.

Genitori, invece, che iniziano ad ac­corgersi della dipendenza da alcol dei figli dopo, minimo, quattro anni dall'i­nizio del problema.

Il Veneto è, percentualmente, la se­conda regione in Italia per il consumo di alcol: segue solo la Lombardia.

Chiunque, anche minorenne può tanquillamente domandare ed ottenere un drink  in qualsiasi locale, in barba alle vigenti disposizioni di legge.  

Inoltre, ad esempio,  nel  Trevigiano il 50% dei conducenti di veicoli

sot­toposti a controllo con etilometro è risultato essere fuori norma.

Oggi i1 7% dei GIOVANI ITALIANI si ubriaca almeno 3 VOLTE in un mese. Il 60 % dei giovani beve prevalentemente birra, i140 % vino. Tra questi  il 21%  associa a vino o birra i superalcolici, per lo più cocktail.  

LA RICHIESTA di innalzamento del divieto di vendita di alcolici a 21 anni si giustifica anche perché prima di quell'età è meno facile smaltire l'alcol per questioni biologiche.
DETTO QUESTO, c'è da chiedersi: un provvedimento del genere sarà
ef­ficace?

IO NON CREDO!

IL proibizionismo è sempre fallito. BISOGNEREBBE, piuttosto,  puntare su una politica della preven­zione e sull'educazione stradale.

Ma  purtroppo proprio in tema di educazione si trovano le lacune principali.
Infatti, iI coin­volgimento della famiglia è indispensabile. Sfortunatamente l'anello debole della catena sono proprio mam­ma e papà.
I “nuovi genitori” sono più deboli, più fragili di quelli di una volta; sono figli del Sessantotto e molti di loro han­no un atteggiamento talmente permissivo che i figli non trovano in loro un modello. Un tempo i genitori erano contestati ma, quantomeno, erano un modello: adesso invece sono solo degli “amici”.