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TESTI E PRETESTI, GENERAZIONI, FAMIGLIA, MORALE, GIUDIZIO, DIALOGO, EMOZIONE, SESSUALITA', TURPILOQUIO, DEMENZIALITA'

Post n°3890 pubblicato il 21 Marzo 2010 da psicologiaforense

TESTI E PRETESTI

FAMIGLIA, GIOVANI E SOCIETA'

Trascorsa una generazione abbondante, essendosi fatta spavalda la smania di precocità, di avere tutto e subito con la scusa che il futuro non si sa cosa ci riservi, gli azzardi hanno finito per essere norma, i freni morali si sono grippati. Spazzata via ogni remora, ogni diaframma sulla strada dell'ottenere, diventa facile spazzare via gli ostacoli che si frappongono al raggiungimento di uno scopo magari abietto, che per tale non giunge a chi lo persegue. Mancando un metro di giudizio, si arriva al peggior coraggio dell'eroe più negativo, inconsapevoli di rimorsi e del suo peso per la prevalenza dell'egoismo sul ragionamento, sullo stesso timore delle conseguenze, fidando nella capacità di dribblare i sospetti, nella convinzione che i furbi la fanno sempre franca. Dalla piccola delinquenza a quella agghiacciante, la molla dell'agire sta nella volontà di essere superiori alle regole civili, di rifiutare i richiami della coscienza degradata a spazzatura, di saper trovare motivazioni ai misfatti. Una povertà assoluta, spesso frutto di meditazioni e di confidenze aberranti, sempre conseguente a una mancanza di dialogo nel luogo che dovrebbe essere il miglior crogiuolo dell'adolescenza, cioè la famiglia. Ma, con rassegnazione, persino con qualche compiacimento, si ripete che la famiglia ha fatto il suo tempo, che non si può impedire se certe inclinazioni hanno preso l'abbrivio, se ormai si è deciso. Passata la prima emozione d'un fatto di eco sempre meno lunga, pur se alcuni fatti la perpetuano, nella compiacenza quasi di chi informa e di chi morbosamente attende, riprenderà la volgarità, la diseducazione, l'istigazione alla violenza, la sessualità come condimento di ogni atto quotidiano, il turpiloquio pubblico, la demenzialità del gran carrozzone dove si balla, si vince, si perde, ci s'incitrulla. Le dighe non servono più, da troppo tempo ci piove addosso a dirotto.

 
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