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Post n°7354 pubblicato il 15 Aprile 2013 da psicologiaforense
Il blogger, visceralmente avverso a ogni pregiudizio, radica i suoi pensieri e i suoi post in una personalissima visione del mondo e del destino dell'umanità trasformando, spesso, il blog in una metafora della società e della condizione umana...... CERCANSI NUOVI STILI PER SCRIVERE LA VITA
LA RETE OFFRE INFINITE POSSIBILITÀ DI ESPRESSIONE ARTISTICA, FILOSOFICA E LETTERARIA: SAPERLE RICONOSCERE, UTILIZZARE E INVENTARNE DI NUOVE È LA SFIDA PRINCIPALE DEL BLOGGER ![](http://www.nesware.net/im/journal/girl%20on%20computer%20004.jpg) Come si scrive in filosofia? Che cosa distingue la scrittura filosofica da quella del critico, del romanziere, del poeta, del blogger? La risposta sembra abbastanza semplice. La scrittura filosofica è compromessa con la verità, mentre quella narrativa, del blogger, è - può essere - invenzione; la scrittura del filosofo riflette una verità universale, che riguarda tutti gli umani, quella del blogger è una espressione per lo più soggettiva; il critico si muove a partire da un testo (o da qualche altra opera dello spirito) e lo interpreta, il filosofo non parte da qualcosa di “dato”, ma interroga l'essere nella sua vastità anteriore a ogni specificazione... Che cosa succede però di tutte queste distinzioni per una filosofia che ha messo in dubbio la nozione di verità, o ne ha decretato la natura interpretativa, e soggettiva (o intersoggettiva), per una filosofia che ha smascherato il mito dell'originario, e del fondamento? E' evidente che una filosofia così concepita sarà portata a confondere i piani, a definire se stessa come un “genere letterario”, o come libera invenzione poetica, o anche, non trovando altre ragioni e criteri di diversificazione, a offrirsi come soltanto scrittura. Ed è quella che si legge nei blog.
Commenti al Post:
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francescacozza82 il 15/04/13 alle 14:35 via WEB
sono d'accordo con te. A proposito di blogger sto organizzando una grigliata barbecue con alcuni blogger di libero. Tu saresti disponibile?
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psicologiaforense il 15/04/13 alle 16:29 via WEB
Grazie. Sembra una iniziativa divertente. Io non mangio carne ma le verdure grigliate sono ottime. Dove vi incontrate?
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bufo.caldarelli il 15/04/13 alle 16:33 via WEB
Scrivere nel blog indaga tendenze nuove e passate, esplora fenomeni globali ma allo stesso tempo particolari. A volte, accomunati da una buona dose di originalità e personalità.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 15/04/13 alle 16:42 via WEB
In generale è così. Però se scrivi di filosofia posizioni di questo tipo sono proprie del <testualismo> americano, del <decostruzionismo> di Jacques Derrida, del <neopragmatismo> di Richard Rorty. Negli Anni Ottanta, la questione ha suscitato un dibattito vasto e concitato, che ha visto contrapporsi a Rorty e Derrida, tra gli altri, Jurgen Habermas e Gianni Vattimo, entrambi (pur nella diversità delle posizioni) impegnati a difendere il lavoro filosofico dal rischio di una <estetizzazione> avventata. Come si vede, l'ingenua domanda che ho rivolto nel post sulla scrittura filosofica si trascina dietro una pesantissima quantità di interrogativi e corollari, al cui centro è l'ubiquo fantasma della fine della filosofia.
(Rispondi)
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carmela.russo-greco il 15/04/13 alle 16:34 via WEB
Noi non ci realizziamo nella sfera dei concetti, bensì in quella delle persone.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 15/04/13 alle 16:48 via WEB
Hai perfettamente ragione. A ben guardare i POST sovente fanno pensare (ed hanno il tono) di una ricapitolazione del pensiero altrui e del proprio. O meglio: del proprio pensiero attraverso quello degli altri. Nascono così blog carichi di ironia e/o di brillanti intuizioni.
(Rispondi)
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EMO.CORSELLO il 15/04/13 alle 16:38 via WEB
E' un peccato grave fare un ELOGIO DEL GOSSIP? Del PETTEGOLEZZO?
(Rispondi)
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psicologiaforense il 15/04/13 alle 16:51 via WEB
ASSOLUTAMENTE NO! Anzio io stessa due o tre anni fa (VEDI) ho scritto vari post su gossip, rumors, leggende metropolitane ecc... In uno di questi ricordavo : " PETTEGOLEZZI: I MASCHI NE
DICONO DI PIÙ... MA LE DONNE
SONO PIÙ "CATTIVE"
Una cattiveria ogni quindici minuti. Di tanto saremmo capaci secondo un recente sondaggio. E non c'è luogo che ci trattenga: dal bar, alla spiaggia, al taxi, le male lingue d'Italia colpiscono tutti, anche gli amici più fidati. La categoria più bersagliata è quella dei colleghi di lavoro o di studio (in media ne parla male il 63%), le suocere (54%) e il partner (49%). Poi ci sono le immancabili maldicenze sui superiori, capi e professori (39%). MA CHI «SPETTEGOLA» DI PIÙ E CON PIÙ GUSTO? Strano ma vero, gli uomini (54% lo fa spessissimo contro il 36% delle donne). Finita quindi l'era del monopolio «rosa» del pettegolezzo. Certo, un primato il gentil sesso lo mantiene: quello della crudeltà nelle maldicenze, che si concentrano sull'aspetto fisico (59%), sul modo di vestire (51%) e sulle scelte di amiche e parenti in fatto di partner (45%). " ( POST N.5505 del 28 maggio 2011)
(Rispondi)
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psicologiaforense il 15/04/13 alle 17:12 via WEB
IN ALTRO POST SCRIVEVO: La diceria è un fenomeno sociale tanto pervasivo quanto sfuggente. Infatti, pur basandosi su fatti assolutamente non accaduti e spesso neppure verosimili, può infIuire in modo determinante sulla percezione della realtà e sul giudizio intorno a cosa sia vero o falso. Pur non avendo spesso alcun aggancio con l'oggetto di cui sparla la diceria può trasformare per sempre la percezione dell'oggetto stesso da parte dei blogger. Pur trasmessa individualmente da blog a blog e pubblicata sui post con il suo corredo di prove tanto ambigue (e false) quanto precise - la diceria è un fenomeno assolutamente collettivo. Non nasce da un blogger nè da un blogger può essere messa a tacere. Pur vertendo su fatti irreali, la diceria è un fatto sociale assolutamente reale: così reale da poter affermare a buon titolo che non esiste gruppo sociale, community o cultura che non posseggano le proprie dicerie e i loro pettegolezzi. E poichè la community (come la società reale) è comunque formata da individui, si può anche affermare che la diceria ed il pettegolezzo rappresentano una caratteristica psicologica universale.
(POST N. 6711, 7 settembre 2012)
(Rispondi)
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maraciccia il 15/04/13 alle 19:44 via WEB
Nuovi stili..comincia la depressione primaverile..
(Rispondi)
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ferrarioretta il 15/04/13 alle 20:37 via WEB
ahahahahah..Mara:))))))) Ma quale depressione primaverile..ahahahhahaha
Qui ..a cicli..escono fuori sempre le stesse tematiche..di blogger esauriti in cerca di ..HOME PAGE..AHAHAHHAH
(Rispondi)
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