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Post n°7724 pubblicato il 28 Ottobre 2013 da psicologiaforense
La paura? Dopo il tramonto E' un incubo per un italiano su tre passeggiare di sera nel quartiere...
L'ETA' DELL'INSICUREZZA
Un italiano su tre ha paura a percorrere le strade del proprio quartiere dopo il tramonto. Un senso d'insicurezza domina le nostre vite. Temiamo di venir aggrediti per strada o in casa. La stessa percentuale di insicurezza si registra tra i francesi, gli spagnoli o gli inglesi. Una percentuale che raggiunge punte massime del 60 per cento tra gli abitanti dei Lander della Germania dell'Est e scende all'11 per cento in Danimarca e negli altri Paesi scandinavi. Le cifre confermano che l'insicurezza è uno dei tratti distintivi della nuova civilizzazione urbana. La “paura europea” si accompagna alla vulnerabilità fisica o sociale: il senso di insicurezza colpisce infatti oltre il 60 per cento delle donne, degli anziani e degli abitanti delle città con più di mezzo milione di abitanti. Paventiamo di perdere il lavoro, di non ottenere la pensione, di cadere malati senza poterci curare. E vero che le protezioni dalla violenza e dai rischi dell'esistenza sono ancor oggi più elevate di quanto non fossero un secolo fa. Accade però che ambedue i generi di protezione vengano oggi erosi da un'ideologia che attribuisce solo all'individuo la responsabilità dei suoi mali, e da un sistema produttivo che divide le persone - classificazione abbietta - in vincitori e vinti.
Commenti al Post:
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Zara1115 il 28/10/13 alle 16:45 via WEB
Tra i fattori che contribuiscono a far crescere la paura ci sono “il diffondersi della criminalità capillare legata al traffico di droga e lo scontro sociale con gli immigrati” ma, soprattutto, “la crescita delle disuguaglianze e della povertà (l'Europa conta più di 52 milioni di poveri). Alcune volte il sentimento di insicurezza non ha rapporto con l'andamento reale dei crimini: cresce sempre, anche quando questi calano.
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Zara1115 il 28/10/13 alle 16:46 via WEB
Per accrescere la sicurezza materiale dei beni e delle persone, nota l'autore, bisogna difendere lo Stato di diritto. Per contrastare l'insicurezza dinanzi al futuro occorre salvare lo Stato sociale, dotandolo della capacità di far fronte alle contingenze generate dalla ipermobilità del lavoro e dall'anarchia dei mercati. A ricondurre entro limiti ragionevoli l'una e l'altra dovrebbe provvedere, potremmo aggiungere, lo Stato senza aggettivi.
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psicologiaforense il 28/10/13 alle 17:17 via WEB
Come si spiega questo crescente senso Allarme Sociale? Aumenta la criminalità o scende la sopportazione? L'incertezza dilagante non è causata dai grandi eventi, ma delle piccole cose che toccano il proprio contesto di vita. Infuiscono di più un cassonetto che brucia, tre ragazzacci che svillaneggiano un anziano, microdelinquenza e microviolenza urbana, che non episodi di terrorismo o l'influenza viaria
(Rispondi)
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psicologiaforense il 28/10/13 alle 17:22 via WEB
Come dice M. Bortoletti: il terrore della criminalità è una risposta fisica ed emotiva ad una minaccia. Molte recenti ricerche hanno dimostrato che la paura della criminalità è un fenomeno sociale imponente.
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psicologiaforense il 28/10/13 alle 17:24 via WEB
La paura della criminalità, come ho scritto, è molto più diffusa nella popolazione femminile che in quella maschile, diminuisce col crescere fino ai 35-40 anni e poi riaumenta. Aumenta passando da piccoli comuni a grandi centri urbani. Una fonte d’insicurezza è data dal senso di inciviltà che è presente nella zona in cui uno vive.
(Rispondi)
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ferrarioretta il 28/10/13 alle 18:50 via WEB
Tutto vero...
Le strade si svuotano presto,anche d'estate..
D'altra parte,sono diminuiti i negozi in modo drastico e,sinceramente ,anche in centro,sulla maggior parte delle serrande c'è affittasi o vendesi..
E' triste di giorno,angosciante disera..
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ferrarioretta il 28/10/13 alle 18:54 via WEB
Però devo dire una cosa:i pericoli si sono,ma il più grande è dentro di noi...
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psicologiaforense il 28/10/13 alle 19:19 via WEB
Gli italiani si sentono sempre più soli e indifesi di fronte alle minacce della società che cambia
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psicologiaforense il 28/10/13 alle 19:23 via WEB
CARISSIMA ORETTA, fino a 30 anni fa la percezione del pericolo aveva un raggio estremamente più ristretto. Oltre una certa distanza i delitti non ci riguardavano più. Adesso, invece, il circo mediatico ci immerge irrealisticamente in un clima di perenne allerta. Ogni crimine avvenuto in Italia viene propagato a tutta velocità in maniera capillare e stravolge il senso delle cose, fa apparire un'epidemia ciò che magari è un caso isolato, mina le basi di una corretta analisi. E ciò non soltanto per la gente comune davanti alla tv ma anche per le autorità, spinte a reagire ad un fenomeno marginale dal clamore dei fatti e non dalla loro effettiva entità.
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psicologiaforense il 28/10/13 alle 19:24 via WEB
Allora vedi ORETTA ad aumentare l'INSICUREZZA collettiva è proprio il modo sensazionalistico in cui vengono trattati gli eventi criminosi dai mezzi di comunicazione. Un autentico show business del sangue
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ZeroRischi il 28/10/13 alle 19:16 via WEB
Buona serata, Giuliana! Non sono mai riuscito a spiegarmi il motivo, ma mi sono sentito sempre meno sicuro per le strade di città diverse dalla mia. Sono cresciuto a Catania e ho sempre attraversato i quartieri più malfamati sempre senza timore. Più inquieto è stato l'attraversare quartieri, non proprio malfamati, di città che non conoscevo. L'unica spiegazione che sono riuscito a darmi riguarda la capacità di riconoscimento dei segnali corporei dei miei concittadini: è empirico, ma mi ha aiutato in momenti difficili.
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psicologiaforense il 28/10/13 alle 19:30 via WEB
La politica si riduce sempre più a pura amministrazione tecnica, mantiene un ruolo attivo e dunque decisionale solo su aspetti del tutto marginale...
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monellaccio19 il 28/10/13 alle 20:13 via WEB
Insicurezza va a braccetto con la solitudine. Se chi accusasse insicurezza, potesse contare su persone che facciano sentire la loro presenza e la loro tangibile vicinanza, sarebbe un valido sostegno e un solido conforto, specie per i giovani, per far meno pesare loro i frutti malefici della paura, dell'ansia e del disagio sociale.
Ciao G.
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rosagiallo3 il 29/10/13 alle 10:31 via WEB
Io credo di essere un caso atipico. Ho girato tranquillamente anche da sola alll'estero a Berlino nel quartiere abitato da turchi, sapendo dopo che non era messo tanto male. Se devo essere sincera, questo senso di paura c'e' l'ho solo se attraverso parchi bui la sera al buio altrimenti mi reputo coraggiosa e forse un po' incosciente. Credo che l'essere molto curiosi e quindi il voler sperimentare in continuazione contrasti a volte con il senso di tutela personale.
Non si è mai i soli responsabili dei propri mali. La vita è tutta una scelta e non si è mai da soli nelle scelte. Buona settimana e grazie di essere passata nel mio blog.
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maraciccia il 30/10/13 alle 00:09 via WEB
forse è il cambiamento generale e inarrestabile, l'insieme degli eventi che fa più paura...e la consapevolezza di poter far poco per fermarli
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