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DONNA OGGETTO, DELITTI SESSUALI, VIOLENZA CARNALE, SADISMO SESSUALE, OMICIDIO PER LIBIDINE , LUSTMORD, PEDOFILIA

Post n°7944 pubblicato il 16 Giugno 2014 da psicologiaforense

YARA GAMBIRASIO, PEDOFILIA, CONDOTTE ABNORMI E PATOLOGICHE, REATO D'IMPETO  E IMPULSO IRRESISTIBILE, IL DISCONTROLLO EPISODICO, IL RAPTUS, IL "PASSAGGIO ALL'ATTO", IL DISTURBO MENTALE TRANSITORIO....


I REATI A SFONDO SESSUALE

 

Il reato sessuale (omicidio per libidine o Lustmord, violenza carnale, pedofilia, ecc...) è sempre espressione  di un modo di considerare “cosa” e “oggetto di possesso” la vittima alla e dalla quale - per ragioni psicologiche, culturali, contingenti, sociali, economiche - si crede o ci si convince di poter chiedere e pretendere tutto: in primis, di rinunciare o di non rivendicare o di non scoprire la propria dignità di persona.

 
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Commenti al Post:
maraciccia
maraciccia il 16/06/14 alle 23:08 via WEB
e il maritino che ha ucciso anche i suoi figlioletti come lo collocheresti? Non credo sia un delitto d'impeto
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/06/14 alle 00:17 via WEB
Mi risulta che il PM abbia già preso contatti con alcuni specialisti in psichiatria forense per valutare lo stato mentale di questo imputato reo confesso
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/06/14 alle 00:24 via WEB
Massimo Giuseppe Bossetti accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio, uccisa il 26 novembre 2010 in provincia di Bergamo, sotto il profilo clinico, non ha nulla a che vedere con Carlo Lissi, informatico di 31 anni, che ha sterminato la sua famiglia: Cristina Omes, funzionaria assicuratrice di 38 anni, la figlia Giulia di cinque anni e Gabriele, il fratellino di appena 20 mesi
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/06/14 alle 00:25 via WEB
Nel caso di Massimo Giuseppe Bossetti non ci sono, ancora, elementi idonei per delineare un profilo psicologico forense. Vedremo nei prossimi giorni...
(Rispondi)
 
chiaracomeilsole1
chiaracomeilsole1 il 17/06/14 alle 11:26 via WEB
Credo che chi commette questi tipi di delitto abbia sempre qualcosa in se che non va. Non credo che qualcuno nelle piene sue facoltà mentali possa fare cose del genere. Credo piuttosto a un blackout interno, anche se l'omicidio è premeditato. Ma io sono una semplice cittadina, per niente preparata sulla materia. Chiara
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/06/14 alle 14:50 via WEB
Su quesdto argomento si sono esercitati vari esperti. Per esempio riferendosi a Carlo LISSI,Emilio Sacchetti, presidente della Società Italiana di Psichiatria, AFFERMA: "Il gesto non è quello di un folle, perchè l’uomo ha premeditato la strage con molta freddezza. Si tratta di un atto delinquenziale, un atto criminale come purtroppo ce ne sono tanti",
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/06/14 alle 14:53 via WEB
Il prof. Francesco Bruno, docente di Psichiatria Forense e Criminologia all'università La Sapienza di Roma commenta -SEMPRE PARLANDO DI LISSI- "E' un delitto molto grave e anomalo. E' la prima volta che ci troviamo di fronte a un caso simile (...)Finora un uomo arrivava a distruggere la famiglia per due ragioni: una profonda depressione, che porta l'assassino a confessare subito se non a suicidarsi, oppure la paranoia, come per esempio l'ossessione che i figli non siano propri. C'è anche un terzo caso, marginale, che è quello dell'uomo che se la prende col mondo intero, sterminando la famiglia ma anche i passanti che incontra per caso (...) il delitto di Motta Visconti è un segno che il rapporto uomo-donna è arrivato al limite, un segnale gravissimo: il peso della famiglia rischia di diventare un pesante fardello"
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/06/14 alle 14:57 via WEB
lo psichiatra Vittorino Andreoli argomenta che il rapporto sessuale con la moglie prima dell'omicidio significherebbe: "faccio con te quello che non riesco a fare con l'altra" (...) "ciò che importa sono solo i propri desideri, le proprie pulsioni, nell'assoluta assenza di leggi morali, di qualsiasi tipo esse siano e di freni inibitori" (...) "A questo va aggiunta", "l'assoluta svalutazione della morte, che in molti casi non è più il dramma finale, il limite o, per chi ci crede, la via al paradiso. Oggi viene considerata soltanto come uno spettacolo. E nella sostanza non conta più nulla".
(Rispondi)
 
kremuzio
kremuzio il 17/06/14 alle 16:33 via WEB
Di varianti ce ne sono così tante! Erika che ha ucciso con 100 coltellate madre e fratello, con la complicità dello schiavetto-succube-amante Omar? Penso che i delitti in famiglia siano qualcosa che si origina dal mito, qualcosa di ancestrale ed animalesco...
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/06/14 alle 17:43 via WEB
Sì, le famiglie di sangue. Ad iniziare da Caino e Abele....
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/06/14 alle 17:47 via WEB
Hai proprio ragione! Lo osservava anche la mia Amica Graziottin: I miti di ogni popolo narrano di dinamiche familiari truculente. La nostra matrice greco-latina ne contiene a decine, dai classici parricidi di Cronos e Zeus alla vendicatrice Medea, icona di tutte le madri assassine. Nulla di nuovo sotto il sole, dunque. Al punto che queste figure sono definiti “archetipi”, ossia modelli originali, paradigmi di pulsioni e comportamenti radicati nella profondità della psiche umana anche se normalmente controllati e “sublimati”.
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 17/06/14 alle 17:55 via WEB
insomma non sappiamo chi abbiamo vicino..
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