Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
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« IL CASO DEL GIORNO, Vice...ORRIBILE VISU, SGARBI NU... »

RIFLESSIONE DELLA SERA, DALLA DISSIMULAZIONE DISONESTA, ALLA PRUDENZA E ALL'AUDACIA, BLOG, BLOGGER, COMMUNITY

Post n°8645 pubblicato il 29 Aprile 2016 da psicologiaforense

In questa community, come nella vita, prudenza non significa cautela. Soprattutto se ispirata alla paura, la cautela non è più una  virtù. Virtù che io chiamo  intellettuale: tocca infatti all'intelligenza operare il retto discernimento del bene morale, che spesso non è così facile da percepire…

 

GIORNO DOPO GIORNO
RIFLESSIONE DEDICATA AI MIEI 25 LETTORI

Alla prudenza spetta il compito di interpretare la realtà, di guidare l'azione morale e di assicurarne la retta misura. Essa svolge un ruolo insostituibile anche nella pratica di tutte le altre virtù. Qui però prudenza non significa cautela. Soprattutto se ispirata alla paura, la cautela non è una virtù morale. La prudenza è, in un certo senso, una virtù intellettuale: tocca infatti all'intelligenza operare il retto discernimento del bene morale, che spesso non è così facile da percepire, data la complessità e l'ambiguità delle situazioni in cui si è chiamati ad agire, anche in questa community agonizzante.  Ma la prudenza, così come si è già visto in altro post a proposito della pazienza, non è solo un esercizio dell'intelletto: coinvolge la volontà libera del soggetto, e per questo è una vera e propria virtù. Il suo esercizio, infatti, non richiede solo acume intellettuale e adeguate conoscenze morali, presuppone anche che la persona sia onestamente aperta alla ricerca del vero bene, attraverso la rettitudine della volontà. Occorre amare il bene, per poterne cogliere tutte le esigenze, anche le più severe.

 
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Commenti al Post:
monellaccio19
monellaccio19 il 29/04/16 alle 20:25 via WEB
Perfettamente d'accordo, un invito che non andrebbe disatteso ma che con i tempi che viviamo, resta sempre difficile attuare e mettere in pratica. Stress, ritmi insostenibili, troppi pensieri e cosa da fare e l'istinto molto spesso è il fautore delle nostre sciocchezze riconoscibili a posteriori, quando magari è troppo tardi. La prudenza intesa come scelta di vita, è sempre un ottimo modo per approcciare il quotidiano vivere: il nostra e quello degli altri.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/04/16 alle 21:03 via WEB
Grazie CARLO:-))) Tu sei uno dei miei 25 lettori però qui in community il lettore è caratterizzato come nel test (sociogramma) di Moreno: LETTORE POPOLARE, LETTORE POTENTE, ecc... Tu sei un "lettore potente".
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/04/16 alle 21:22 via WEB
E il lettore potente NON soffre di "sbilanciamenti" dai campi della maturità, dell'esperienza concreta, della riflessione a quelli del narcisismo (primario o secondario) che sia...
(Rispondi)
 
diogene51
diogene51 il 29/04/16 alle 21:14 via WEB
Mi domando come hanno fatto 25 lettori a raggiungere oltre 4 milioni di visite...va bene che ci sono anche i tuoi accessi (e tu scrivi post a ripetizione) e che i contatori - come dici- non la dicono sempre giusta, però... La prudenza è qualcosa che, secondo me, ci viene più che come virtù come qualcosa di scritto nel nostro genoma. Nel corso dell'evoluzione gli scriteriati evidentemente non hanno avuto molti discendenti. Come dicevi sere fa ansia e depressione sono scritti nel genoma, forse anche la tendenza alla prudenza è così. L'ansia da evitamento, nelle fobie, per esempio, non è un uso eccessivo della prudenza? Buona serata, carissima!
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/04/16 alle 21:55 via WEB
Non bisogna sommare le mele con le pere.... o confondere le visite con i LETTORI...
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/04/16 alle 21:59 via WEB
Tu Carissimo RENATO fai parte dei miei 25 lettori, di manzoniana memoria. E, nello specifico sei un LETTORE RIFLESSIVO (come intende Donald Alan Schön).
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/04/16 alle 22:49 via WEB
RIFLETTERE qui, carissimo RENATO, esattamente come fai tu, significa agire con prudenza ovvero introdurre una pausa nel flusso delle azioni quotidiane, assumere una posizione decentrata per prenderne le distanze e per sentirsi meno invischiati nella situazione, cercando di mettersi nella posizione di chi osserva dal di fuori, per definirla in modo meno immediato e irriflessivo... La condizione dunque del LETTORE RIFLESSIVO è quella di chi attiva la condizione idonea per la rottura dell'ordinarietà, per mettere in discussione gli schemi abituali coi quali si affrontano le situazioni problematiche ....
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/04/16 alle 22:08 via WEB
Chissà se mi sono spiegata....
(Rispondi)
 
 
diogene51
diogene51 il 29/04/16 alle 23:24 via WEB
Ma sì, grazie! A proposito delle mele e le pere: il contatore non fa differenza se accedi tu o se accede un altro...
(Rispondi)
 
nina.monamour
nina.monamour il 29/04/16 alle 22:11 via WEB
Della serie.."La luna mostra il sentiero, ma non i pericoli della strada?"
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/04/16 alle 22:13 via WEB
Più o meno...
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/04/16 alle 22:24 via WEB
Anche TU fai parte dei miei 25 lettori, nella categoria dei LETTORI POPOLARI (sempre seguento lo schema del sociogramma di Moreno). Inoltre sdei una lettrice che si nuove sempre, anche nelle piccole cose, con acribia:-)))
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nina.monamour
nina.monamour il 29/04/16 alle 22:11 via WEB
Splendida notte..
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/04/16 alle 22:15 via WEB
Grazie NINA, come stai questa sera? Hai sofferto di una forma influenzale veramente virulenta e odiosissima. Spero che adesso la criticità sia superata. UN ABBRACCIONE:-)))
(Rispondi)
 
geishaxcaso
geishaxcaso il 29/04/16 alle 23:10 via WEB
A volte la prudenza confina con l'audacia: riflettere un po' più a lungo induce a considerare sfumature insolite di una questione, e a produrre giudizi "audaci".... se avessi a disposizione le mie adorate emoticon metterei quella con gli occhi che roteano impazziti ;) ma va bene anche così, buonanotte :)
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 30/04/16 alle 13:06 via WEB
L'emoticon la immagino... La riflessione prudente introduce con audacia al dialogo del blogbger con se stesso nell'intento di chiarirsi i suoi scopi, le sue idee, i suoi modi di fare e, specialmente, i risultati acquisiti. E' un dialogo coraggioso che si estende al contesto della community, la interroga per meglio definirla e per verificarvi ipotesi e linee di azione.
(Rispondi)
 
LA.QUARTA.LUNA
LA.QUARTA.LUNA il 30/04/16 alle 09:17 via WEB
Una prudenza che aiuta a riflettere e tiene sveglia la mente.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 30/04/16 alle 13:18 via WEB
Come si dice: Dubitare di tutto o credere a tutto sono due soluzioni ugualmente comode che ci dispensano, l’una come l’altra, dal riflettere.
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dinobarili
dinobarili il 30/04/16 alle 13:36 via WEB
Ciao. Giuliana. Perfetto tutto ciò che hai detto e scritto. Adesso, però, bisogna agire. Sapere quale strada prendere. Basta malinconie, brutte notizie, fatti che interessano una parte infinitesimale del genere umano. La gente vuole vivere , vivere, allevare figli, farli studiare, dare loro un futuro, essere felici e sognare montagne di soldi. Non sono venale. Mi piacciono le persone che corrono per la felicità. Dino
(Rispondi)
 
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Aurelio il 03/05/16 alle 13:28 via WEB
C’è una facoltà dell’anima, oggi un po’ dimenticata, che varrebbe la pena di riportare alla memoria. È stata individuata e descritta per la prima volta da Platone nella Repubblica. Platone distingue tre facoltà dell’anima: una con la quale calcoliamo, una con cui desideriamo e una intermedia, che chiama thumos. Della facoltà di calcolo abbiamo fatto – a partire dal latino ratio, «calcolo» – la «ragione». La facoltà desiderante raggruppa fame, sete, appetito sessuale. Thumosnon ha ricevuto nome che corrisponda con esattezza nelle lingue moderne.
(Rispondi)
 
marcella.988
marcella.988 il 03/05/16 alle 13:29 via WEB
Il nostro compito attuale non è tanto limitare la «ragione superba», quanto ridare alla ragione la sua piena dimensione, renderla nuovamente capace di dirci non solo ciò che è vero, ma anche ciò che vale la pena di essere fatto, di riconquistare tutto ciò che rischiamo di abbandonare all’irrazionale. Il nostro compito è, in una parola, riscoprire il thumos.
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