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DIPENDENZE

Post n°187 pubblicato il 22 Aprile 2007 da psicologiaforense
 

immagineIn teoria è possibile diventare dipendenti da qualsiasi cosa. Il limite tra normalità e patologia è sempre più sfumato, tendiamo a diventare dipendenti da tutto quello che facciamo e dagli strumenti che usiamo. Anche il gioco, espressione della dimensione ludica, se portato alle estreme conseguenze, si trasforma in una passione divorante che annulla gli altri aspetti dell’esistenza. Ultimamente ha preso consistenza l’ipotesi che tra il gioco d’azzardo patologico e l’abuso di sostanze o altri comportamenti di addiction, ci siano delle sospette interconnessioni: assumere droghe, giocare d’azzardo o esagerare con il cibo, con il sesso, con il lavoro, con gli acquisti, con internet, rappresentano forme di dipendenza per certi aspetti sovrapponibili. E’ pur vero che i soggetti tossicomani preferiscono una droga al posto di un’altra, ma il cervello sembra soprassedere ad alcune distinzioni, se viene raggiunta, in un modo o in altro, una sensazione di benessere immediata. L’ipotesi è stata verificata dal lavoro sperimentale di una équipe di neurologi guidata da Christian Büchel dell’Università Krankenhaus Eppendorf di Amburgo, pubblicato sulla rivista Nature Neuroscience. Se esiste davvero una analogia con la dipendenza da sostanze, anche il cervello dei giocatori patologici deve presentare una riduzione nella reattività del sistema di ricompensa mesolimbico, come avviene nel cervello dei tossicodipendenti. I neurologi hanno monitorato con la risonanza magnetica funzionale l’attività cerebrale di un gruppo di 12 giocatori incalliti e di un gruppo di controllo composto da 12 volontari sani durante un gioco simile a quello delle tre carte. Ciascuno sceglieva una carta e il fortunato di turno vinceva un euro, ma il gioco era truccato in modo tale che i due gruppi vincevano e perdevano la stessa quantità di denaro. Come previsto, confrontando i profili di attivazione, si osservò che il nucleo striato ventrale, un’area situata in profondità nel cervello, cruciale per il rinforzo e la gratificazione indotta da stimoli fisiologici o da sostanze d’abuso, funzionava a ritmo ridotto nei giocatori patologici, rispetto a quanto avveniva nei soggetti non inclini a giocare. L’eccitazione indotta dal coinvolgimento nel gioco o da una qualsiasi sostanza psicotropa costituirebbe una sorta di super stimolo adatto a compensare la ridotta sensibilità dello striato e a procurare la sensazione di piacere. Il comportamento di addiction è confermato anche dal riscontro di crisi di astinenza nei giocatori che cercano di allontanarsi dalla schiavitù del gioco.
Tuttavia ricondurre il comportamento del giocatore d’azzardo ad una differenza di attività cerebrale può sembrare riduttivo; Mark Griffith, direttore dell’International Gaming Research Unit all’Università di Nottingham (UK) sostiene da tempo che per giungere ad una comprensione del problema bisogna integrare i dati neurobiologici con le questioni socio-psicologiche, ovvero le dinamiche che conducono un giocatore a manifestare il disturbo vero e proprio. Considerare la patologia del giocatore d’azzardo come una “carriera” piuttosto che uno “stato” permette di riconoscere gli elementi che favoriscono, impediscono o rimandano il passaggio da una fase all’altra. E’una scommessa che si può vincere.

 

 

 
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Commenti al Post:
ArcobalenoDipinto
ArcobalenoDipinto il 22/04/07 alle 20:45 via WEB
interessante...grazie
(Rispondi)
 
Massandro
Massandro il 22/04/07 alle 21:00 via WEB
Ciao psico..oggi nn ho avuto tempo d leggere questo tuo post,ho lasciato acceso il pc mentre ero qui nel tuo blog dato i miei amici erano arrivati e son rimasti 1 bel pò:]!. A me vengono in mente i fenomeni d massa,poi penso ai sette vizi..per nn cadere in uno d essi,bisognerebbe svolgere una vita tranquilla,(come nell'alimentazione..)cioè senza strafare e senza intraprendere percorsi ke possono rivelarsi pericolosi a noi stessi..(questione d buona volontà ke dovrebbe essere sempre presente in noi stessi,bhè,avendo smesso d fumare da un bel pò..e bevendo molto meno alcolici..un pò ne ho avuta..,forse ho ancora il vizio del guidare troppo(e del Tuning..),per il resto penso ke sia tutto ok(piùomeno^_^). Molta gente nn ha voglia d lavorare nn conoscendo oppure evitando "l'olio d gomito"e cerca d vivere sulle spalle del prossimo,escogitando strategie varie.L'adrenalina può aumentare quando si prova una forte emozione..e quindi anke nel caso in cui si gioki a scommessa..ma per ki i soldi li suda,bisogna mettersi in testa ke se invece d giocarla,quella banconota la si portasse in banca,alla fine si vincerebbe sicuramente(nonostante le tasse della banca:D!).Io,ultimamente,son stato spendaccione,senza giocarmeli in ricevitorie(mai o quasi mai) ma facendo compere quà e là..e per la car(..ma poco a poco sto imparando a contenermi^_^ e ad cancellare il debito della banca!). Ok,vado a lavorare,ciào:))!!!.
(Rispondi)
 
nicamad
nicamad il 22/04/07 alle 21:07 via WEB
La dipendenza nasce dalla povertà del'animo umano, che è sempre più razionale è non ha più in Dio certezze. E la sua ricerca a qualcosa che non trova, lo porta verso la dipendenza e poi verso la sua sua disruzione. Cionostante quello che scrivi è sicuramente la più razionale spiegazione per questo fenomeno. Anche se, in fondo, gli uomini hanno sempre cercato una dipendenza da qualcosa. Nel corso del tempo la schiavitù verso qualcosa ha solo cambiato volto.
(Rispondi)
 
 
elianaaldo
elianaaldo il 26/04/07 alle 02:03 via WEB
nicamad dipende dalle dipendenze. a volte le dipendenze sono carenze affettive ed un modo per impiegare se stessi in qualcosa in cui ci si sente utili.....le dipendenze da gioco da azzardo e varie, mi diceva il mio docente di psichiatria, illustrissimo dott. la barbera, che derivano da insoddisfazioni anche al livello familiare e si arriva anche ad autodistruggersi.....
(Rispondi)
 
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