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« L'INTERVENTO, CULTURA, ...LA MADRE DI TUTTE LE CRI... »

L'ARGOMENTO PIU' SENTITO IN QUESTA SETTIMANA ( ORDINE PUBBLICO, SICUREZZA ANCHE NEGLI AEREOPORTI, IMMIGRATI, CONFLITTI SOCIALI)

Post n°3487 pubblicato il 09 Gennaio 2010 da psicologiaforense

 L'ARGOMENTO DELLA SETTIMANA

Garantire la sicurezza dei cittadini  

La paura, che ormai serpeggia tra la gente, non ha certo definizioni politiche. Sarebbe ridicolo dire che esiste quella di destra o di sinistra. Esiste la paura e basta, un senso di smarrimento interiore invasivo e deprimente, che ha bisogno di essere esorcizzato. Il decreto legge con cui il Governo ha deciso di sostenere il sistema delle ronde, nonostante continui a suscitare reazioni, è senz'altro condiviso da molti. Ma la delinquenza, a cominciare dalla microcriminalità, credo che vada affrontata con altri metodi, con quelli cioè più tradizionali e istituzionali, ossia con un dispiegamento costante e compatto delle forze dell'ordine sul territorio, in modo da scoraggiare i facinorosi, ormai di ogni etnia.

Ma perché questo avvenga, come si apprende dai sindacati di categoria, bisogna che poliziotti e carabinieri siano in numero sufficiente, debitamente attrezzati e retribuiti nella giusta maniera. Altrimenti non si fa che alimentare in loro senso di impotenza e frustrazione. Al posto delle ronde era forse meglio mettere pattuglie di guardie giurate, sempre che gli venga conferita quella definizione giuridica di cui sono in attesa da anni, e che sempre è stata riproposta nelle varie campagne elettorali, senza mai giungere a niente di fatto.
Le guardie giurate potrebbero infatti benissimo affiancare polizia e carabinieri, visto che, specie quelle che espletano il servizio di "zona" notturno, conoscono bene il territorio che va setacciato metro metro, e questo avviene non certo limitandoci a restare nelle vie principali, ma spingendosi nei meandri di paesi e città, fino alle abitazioni solitarie, mete ambite della delinquenza. Sono regole antiche come il mondo, ossia da quando esiste la lotta tra guardie e ladri, ma che la politica di oggi, che si ritiene tanto avveduta, sembra ignorare. Perché qualcosa di concreto si dovrà pure esperire per riportare la vita dei cittadini alla normalità. Oppure, visto che imitiamo gli americani in tutto, imitiamoli anche per quanto concerne la salvaguardia della nostra incolumità, dando a ognuno la possibilità di difendersi in proprio, magari non del tutto come negli Stati Uniti, con armi da fuoco, ma con armi munite di proiettili al narcotico, con cui chi viene aggredito o violato possa mettere fuori combattimento il delinquente di turno. Il quale aggredisce, stupra e uccide, perché sa che in Italia lo può fare. Di questo passo perderemo sempre di più non solo la faccia, ma anche la dignità di cittadini e di uomini. E si invoca l'avvento delle ronde come soluzione del tutto
 
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Commenti al Post:
luigiarusso
luigiarusso il 09/01/10 alle 00:37 via WEB
TI INVIDIO PER COME SCRIVI!!
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lasuocera0
lasuocera0 il 09/01/10 alle 00:58 via WEB
Criminalità/immigrazione: un binomio tanto facile quanto ingiusto. Nella graduatoria provinciale sono 15 le province, tutte del centro-nord (tab. 9) in cui ad elevati livelli di benessere si associano migliori opportunità di lavoro, più alti tassi di criminalità e una grande concentrazione di extracomunitari (3,3% rispetto all’1,8% della media paese), regolari e non, quindi le condizioni ideali per delinquere: eppure la percentuale di immigrati denunciati, indagati o segnalati sul totale degli immigrati (4,5%) è sostanzialmente identica a quella rilevata nelle altre province con diverse caratteristiche (4,7%) e quella della media in Italia (4,3%). Ma resta troppo facile vedere nel "diverso" un "pericolo": nella percezione collettiva quello dell’immigrazione è il quarto problema nazionale (26,6%), dopo la disoccupazione (63,9%), la mafia (44,7%) e la droga (26,8%); e il 48,3% degli italiani ritiene che una futura convivenza multietnica nel nostro paese sarebbe una fonte di conflitto sociale.
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desnudamaia
desnudamaia il 09/01/10 alle 01:15 via WEB
anch'io!
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 09/01/10 alle 00:38 via WEB
Nuovi incidenti nella cittadina calabrese. Via al trasferimento di 250 immigrati in un centro di Crotone Maroni: "Tollerata immigrazione clandestina che alimenta criminalità e genera situazioni di forte degrado" Spari e spranghe contro gli immigrati, 4 feriti
(Rispondi)
 
 
marietta1971
marietta1971 il 09/01/10 alle 00:44 via WEB
I CRIMINALI SIAMO NOI ITALIANI CHE IN CASA CON LE BADANTI E FUORI CON GLI OPERAI SFRUTTIAMO LA MISERIA DI CHI HA BISOGNO DI LAVORARE ANCHE IN NERO, 24h su24, senza nulla.
(Rispondi)
 
 
desnudamaia
desnudamaia il 09/01/10 alle 01:16 via WEB
la rivoluzione prossima, ventura
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 09/01/10 alle 00:39 via WEB
sono notizie di questi minuti, in tempo reale
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 09/01/10 alle 00:40 via WEB
NOTIZIE CHE EVIDENZIANO L'OPPORTUNITA' E LA TEMPESTIVITA' DEL TUO POST
(Rispondi)
 
 
marietta1971
marietta1971 il 09/01/10 alle 00:44 via WEB
Indagine della direzione distrettuale antimafia e dei carabinieri di Reggio Calabria Ricercati due stranieri. Tra le accuse, induzione alla prostituzione ed estorsione Rosarno, arrestati tre imprenditori "Schiavizzavano i clandestini"
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desnudamaia
desnudamaia il 09/01/10 alle 01:17 via WEB
PSICO E' SEMPRE "SULLA NOTIZIA"!
(Rispondi)
 
luigiarusso
luigiarusso il 09/01/10 alle 00:40 via WEB
Manganelli invia un contingente di polizia Cinque extracomunitari investiti da alcuni italiani. In tutto i feriti, compresi gli italiani, sono 37 La Prefettura: "Strana concomitanza con la riunione a Reggio del Comitato per l'ordine e la sicurezza" Il trasferimento degli immigrati di Rosarno ROSARNO (REGGIO CALABRIA) - E' battaglia a Rosarno. Tra cittadini e immigrati. Sprangate, colpi di pistola, botte: dopo gli scontri di ieri, anche oggi la tensione è stata altissima nella cittadina calabrese. Nel tardo pomeriggio nuovi spari contro gli immigrati. Due extracomunitari sono stati feriti alle gambe con dei fucili a pallini, mentre altri due sono stati colpiti con spranghe e bastoni. Sono stati tutti portati d'urgenza all'ospedale di Polistena; i due feriti con le spranghe sono in condizioni gravi. La sparatoria è avvenuta verso le 18.15 nei pressi dell'accampamento degli immigrati di Rosarno, nel comune di Laureana di Borrello, mentre il ferimento degli altri due è avvenuto durante scontri sulla statale 18 tra Rosarno e Gioia Tauro. Cinque immigrati, infine, sono stati investiti da auto guidate da cittadini italiani. Gli investimenti sono avvenuti in prossimità dei posti di blocco attuati dagli abitanti del posto. In un caso i responsabili dell'investimento sono stati fermati dai carabinieri. In serata è iniziato il trasferimento degli immigrati nel Cpt di Crotone. Il bilancio della giornata è pesante: 37 feriti, tra i quali 19 extracomunitari e 18 uomini delle forze dell'ordine. Il capo della polizia, Antonio Manganelli, ha disposto l'invio di un "consistente contingente di uomini delle forze di polizia, per assicurare il miglior controllo del territorio e garantire serenità a tutta la popolazione presente". In tutto, sono stati arrestati sette extracomunitari e un italiano. Trasferimento degli immigrati a Crotone. Nella notte sei autobus carichi di immigrati (di cui due della polizia) erano pronti per partire da Rosarno. Destinazione: il centro di accoglienza Sant'Anna di Crotone, ex centro permanenza temporanea. Si tratta dei 250 extracomunitari che erano ospitati nell'ex fabbrica Rognetta, provenienti da una quarantina di paesi diversi. Gl immigrati salivano sui mezzi con i cappucci in testa e nelle mani le borse con gli oggetti personali. Alcuni hanno dichiarato di non sapere dove sarebbero stati trasportati. Il tutto è avvenuto mentre un gruppo di cittadini locali presidiava la zona per assistere alla partenza degli autobus. I mezzi erano circondati da vetture della polizia, per scongiurare la possibilità di altri scontri. Sembra inoltre che una trentina di extracomunitari si siano recati autonomamente alla stazione ferroviaria con l'intenzione di lasciare il comune. Per il momento, invece, non si è ancora risolta la situazione dell'ex Opera Sila, l'altra struttura dove sono ospitati circa 600 immigrati. Lì, secondo quanto si apprende, sono in corso delle trattative ma è probabile che la situazione non si sblocchi prima di domani mattina. Gli abitanti di Rosarno hanno fatto sapere che continueranno ad occupare il Comune fino a quando tutti gli immigrati non saranno sui pullman. La giornata. La sparatoria del tardo pomeriggio è arrivata al termine di una giornata di alta tensione nella cittadina in provincia di Reggio. I disordini sono iniziati ieri, quando gli immigrati hanno dato vita ad una guerriglia urbana dopo che due di loro erano stati feriti da sconosciuti con alcuni colpi di carabina ad aria compressa. Migliaia di extracomunitari si sono radunati per le strade e nella piazza del comune. Un abitante ha sparato in aria con un fucile. Un gruppo di immigrati è venuto a contatto con un centinaio di abitanti. Il bilancio dei feriti è di 16 immigrati e 18 agenti delle forze dell'ordine. Il comune è stato occupato dai cittadini di Rosarno, che si sono organizzati in una sorta di Comitato. In serata è dovuta intervenire la polizia, quando un gruppo di abitanti si è avvicianato alla struttura che ospita gli immigrati e ha tentato di forzare la struttura con un fitto lancio di sassi. La Cgil: nel 2007, in tutta la Calabria, a fronte dei 6.400 autorizzati, si stima vi siano stati circa 20 mila lavoratori stranieri stagionali impiegati nel settore agricolo. Alta tensione. Nel tardo pomeriggio un centinaio di abitanti, armati di bastoni e spranghe di ferro, ha tirato su una barricata sulla statale 18 all'altezza del km 474, a poche centinaia di metri dai locali dell'ex Opera Sila dove si trovano molti degli stranieri che la notte scorsa hanno dato vita agli scontri. La situazione è molto tesa: al momento non c'è stato alcun contatto tra i due gruppi, con gli immigrati che, secondo quanto riferiscono fonti investigative, si sono chiusi dentro i locali dell'ex Opera Sila (una struttura fatiscente in mezzo al nulla di una zona industriale mai decollata) e non avrebbero intenzione di uscire. Ma il blocco dei cittadini sembra tutt'altro che pacifico: quasi tutti hanno bastoni, stecche da biliardo, spranghe di ferro e mazze. E tra loro sono circolate anche alcune taniche di benzina. Maroni: "Troppa tolleranza". Il ministro degli Interni Roberto Maroni ha usato parole molto dure in riferimento alle proteste degli immigrati. "In tutti questi anni - ha detto - è stata tollerata, senza fare nulla di efficace, un'immigrazione clandestina che ha alimentato da una parte la criminalità e dall'altra ha generato situazioni di forte degrado, come quella di Rosarno". "Stiamo intervenendo - ha aggiunto - intanto ponendo fine all'immigrazione clandestina, agli sbarchi che hanno alimentato il degrado, e a poco a poco porteremo la situazione alla normalità: questo è il nostro impegno". La manifestazione degli immigrati di Gioia Tauro. Questa mattina è stata organizzata una manifestazione di protesta degli immigrati della Piana di Gioia Tauro (sono circa in 15mila gli immigrati presenti in questo territorio). Alcune migliaia immigrati, secondo la polizia, si sono radunati davanti al comune. Gli immigrati hanno scandito slogan di protesta e chiesto che una loro delegazione incontrasse il commissario prefettizio del Comune, Francesco Bagnato. Sono state danneggiate le vetrine di alcuni negozi e qualche cassonetto è stato rovesciato. Tra gli abitanti e gli extracomunitari sono scoppiati disordini. Una donna a bordo di una Grande Punto è stata aggredita e salvata grazie a polizia e carabinieri, che in massa hanno tentato di arginare le proteste. Spari da un balcone. In mattinata un cittadino ha sparato due colpi di fucile in aria a scopo intimidatorio per disperdere un gruppo di immigrati che si era concentrato davanti alla sua abitazione. L'uomo ha esploso i colpi dopo essere salito sulla terrazza della casa. Gli immigrati successivamente sono entrati nell'abitazione dove c'erano la moglie e i due figli dell'uomo, dove però si sono limitati ad urlare e protestare e si sono poi allontanati. L'uomo è stato fermato dalla polizia. Tensione fra gli abitanti e le forze dell'ordine. Momenti di tensione si sono avuti anche tra un gruppo di abitanti di Rosarno e le forze dell'ordine, dopo che un giovane era stato fermato perché stava litigando con un immigrato. Gli animi si sono calmati dopo che il giovane, che era stato bloccato, di fronte alle proteste degli abitanti, è stato rilasciato. Alcune persone di Rosarno hanno poi tentato di raggiungere un gruppo di immigrati, ma sono stati bloccati dalle forze di polizia. La reazione degli abitanti è stata immediata con grida e insulti verso le forze dell'ordine. "Dovete picchiare loro - ha detto un giovane - e non noi, perché sono loro i veri criminali". Aggredita troupe del Tg2. Durante gli scontri a Rosarno è stata aggredita una troupe del Tg2 e il giornalista Francesco Vitale: un gruppo di immigrati alla vista della telecamera ha lanciato sassi contro il giornalista e il suo operatore. La troupe e lo stesso cronista hanno già ripreso il loro lavoro. Cgil: in Calabria circa 20 mila lavoratori stranieri stagionali. Nel 2007, in tutta la Calabria, a fronte dei 6.400 autorizzati, si stima vi siano stati circa 20 mila lavoratori stranieri stagionali impiegati nel settore agricolo. Queste le ultime cifre sul fenomeno dell'immigrazione e della stagionalità nel settore primario nella regione, rese note dalla Cgil, che proprio a Rosarno ha svolto la prima conferenza regionale sui migranti nelle scorse settimane. L'Immigrato: "Contro di noi continue violenze". "Abbiamo bisogno di protezione perché contro di noi ci sono continue violenze che sono frutto di razzismo". Lo ha detto ai giornalisti Sidiki, un immigrato africano di 25 anni, che viene a Rosarno di frequente per lavorare nei campi. "Subiamo continuamente - ha aggiunto Sidiki - atti di intolleranza, ma noi siamo lavoratori onesti che vengono qui solo per guadagnarsi il pane e non diamo fastidio a nessuno. Piuttosto, sono intollerabili le condizioni in cui ci fanno vivere perché avremmo bisogno di più igiene e dignità". La diocesi: "La 'ndrangheta sfrutta gli immigrati". "Il problema degli immigrati va riallacciato a quello della 'ndrangheta. C'è uno sfruttamento pilotato da parte della criminalità e questo a causa dell'assenza dello Stato, che deve tornare a intervenire". Così Don Pino Demasi vicario generale della diocesi di Oppido-Palmi e referente di 'Liberà in Calabria. "Bisogna tornare alla ragione e mettere da parte le esasperazioni da una parte e dall'altra", ha aggiunto don Carmelo Ascone, conosciuto come don Memè, parroco da 25 anni di Rosarno, e profondo conoscitore della realtà del paese. "I luoghi in cui vivono gli immigrati - ha aggiunto don Memè - sono dei veri e propri gironi danteschi. Queste persone vivono in condizioni disumane e disperate". Secondo don Memè "gli abitanti protestano giustamente, ma l'esasperazione e la rabbia non possono trasformarsi in intolleranza". Investigatori: nessun coinvolgimento della criminalità organizzata. Allo stato attuale delle indagini, non risulta un coinvolgimento della criminalità organizzata nel ferimento di alcuni extracomunitari con un fucile ad aria compressa, l'atto che ha scatenato la guerriglia urbana di Rosarno: è questa, finora, l'opinione concorde degli investigatori di carabinieri e polizia che si stanno occupando del caso. Livia Turco (Pd): "Combattere criminalità che sfrutta immigrati". "E' necessario impedire la guerra tra immigrati sfruttati e cittadini onesti. Il ministro Maroni anziché ripetere il copione della propaganda faccia qualcosa per combattere la criminalità che sfrutta gli immigrati e continua a tenere in ostaggio parte del territorio calabrese". Lo afferma Livia Turco, capogruppo del Pd nella commissione Affari sociali della Camera. Il commissario prefettizio invita gli immigrati alla calma. "Vi invito alla calma e vi assicuro che avrete adeguata protezione". E' quanto ha detto il commissario prefettizio del Comune di Rosarno, Francesco Bagnato, alla delegazione di immigrati che ha attuato stamattina la protesta davanti al Comune. "Vi garantiremo - ha aggiunto Bagnato - presidi di sorveglianza davanti ai centri di ricovero. Cercheremo, inoltre, di migliorare le condizioni igieniche in cui vivete, dandovi nuovi container per dormire e bagni chimici". Task force del ministero dell'Interno. Dopo i fatti di Rosarno è stata costituita una task force del ministero dell'Interno, di quello del Welfare e della Regione Calabria. E' stato deciso al termine di una riunione convocata al Viminale dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni.
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desnudamaia
desnudamaia il 09/01/10 alle 01:17 via WEB
Cronaca esemplare
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marietta1971
marietta1971 il 09/01/10 alle 00:47 via WEB
Reggio Calabria, O G G I - (Adnkronos) - "Il problema degli immigrati va riallacciato a quello della 'ndrangheta. C'e' uno sfruttamento pilotato da parte della criminalita' e questo a causa dell'assenza dello Stato, che deve tornare a intervenire". Cosi' Don Pino Demasi vicario generale della diocesi di Oppido-Palmi e referente di 'Libera'in Calabria commenta all'ADNKRONOS la rivolta degli immigrati in corso a Rosarno. "Qui - aggiunge Don Pino Demasi - c'e' una gara quotidiana di solidarieta' da parte dei cittadini per aiutare gli immigrati ma la carita' non basta. La carita' da' un conforto ma non risolve i problemi alla radice. Lo Stato e la Regione Calabria devono intervenire con una politica diversa per evitare che si ripetano situazioni come questa, dove la protesta rischia di sfociare in una violenza che non fa bene alla Calabria e agli immigrati".
(Rispondi)
 
 
lasuocera0
lasuocera0 il 09/01/10 alle 00:57 via WEB
Aumenta la paura di esser vittima di reati. Il 34,7% degli italiani è convinto che la propria zona di residenza negli ultimi anni sia diventata più pericolosa e ben il 66,4% pensa che in Italia i reati siamo aumentati. Una grande sensazione di insicurezza, solo in minima parte correlata alle statistiche, che purtroppo non spiegano tutto. E molti italiani scelgono la via della difesa personale, adottando comportamenti spontanei di prevenzione: il 72% di norma è guardingo con gli sconosciuti; il 68,4% evita di uscire da solo la notte; il 40,6% evita di attraversare a piedi determinate zone-quartieri; il 45,3% ha installato una porta blindata; il 38,3% un antifurto sull’automobile. Ma gli italiani si spingono anche verso forme esasperate di autotutela organizzata: ben il 31,7% si dice "favorevole alla costituzione di ronde da parte di privati cittadini, vista l’insufficiente presenza delle forze dell’ordine".
(Rispondi)
 
marietta1971
marietta1971 il 09/01/10 alle 00:48 via WEB
con oggi intendevo le 0.40 dell'8.1.2010. Appunto oggi.
(Rispondi)
 
lasuocera0
lasuocera0 il 09/01/10 alle 00:56 via WEB
vanno create le condizioni perché le realtà cittadine si sentano tutelate e sicure. Per ottenere ciò è necessario legare il tema della sicurezza a quello dello sviluppo economico-occupazionale e fare in modo che alle politiche preventive, e di controllo sul territorio vengano affiancate politiche di facilitazione alla convivenza, di educazione al senso civico e al rispetto delle regole, un orientamento che può essere sintetizzato nello slogan "meno multe, più prevenzione e azioni di dissuasione attraverso l'educazione".
(Rispondi)
 
 
desnudamaia
desnudamaia il 09/01/10 alle 01:18 via WEB
hai proprio ragione!
(Rispondi)
 
lasuocera0
lasuocera0 il 09/01/10 alle 01:01 via WEB
Il tunnel del poligono milanese è un grande quadrilatero sotterraneo, cementato. Insonorizzato il più possibile. Eppure, si sente un rumore di tuono. Un rombo dopo l'altro. "È la mia calibro 50, una pistola israeliana, su licenza della Magnum di Minneapolis. Sa che con questa tiravano giù gli elicotteri nella Guerra del Golfo?", si vanta un signore occhialuto, rotondetto, che fa il designer. Ha prestato il gigantesco modello Desert Eagle a un amico, che la impugna a due mani, il palmo sinistro premuto sopra il polso destro: "Eh sì, questa è un'arma da Schwarzennegger. Quando spara esercita una pressione di otto chili per centimetro quadrato. Non è precisissima, ma se arriva a bersaglio...", spiega gentilmente il signor Luca Marchetti, facendo con le mani il gesto inequivocabile di un buco largo quindici centimetri. Le postazioni vicine, protette da vetri blindati, sono tutte occupate. Dopo che il presidente Guido Carrer ha vietato qualsiasi sagoma umana, i bersagli sono rotondi, bianchi e neri. Sparano un professore universitario, un paio di ragazzoni, una bionda signora arrivata apposta dalla Svizzera e, come spiega Pasquale F., da 27 anni responsabile del tunnel e anche istruttore di tiro, "qui sono tutti professionisti, gente che sta bene finanziariamente. Magari arrivano qui dopo il lavoro, un po' nervosi, ma c'è chi, quando esce dopo aver tirato, mi dice: "Beh, ora sto meglio, mi sono rilassato". Nessuno dei miei allievi ha avuto rogne, io glielo dico sempre: "Ricordatevi sempre che tirarla fuori fa male, sputa fuoco, e finite nei guai anche se avete ragione"". Dopo il predicozzo, uno guarda forse con meno apprensione il proprietario del pistolone calibro 50, pensando che tra poco, insieme al piccolo cannone, tornerà nella sua Vercelli in macchina. E potrà conservarselo in casa, o lo terrà in tasca (ammesso che abbia una giacca con stoffa adeguata al peso), come gli consente il porto d'arma. Lo Stato ha dato fiducia a Marchetti, ma Marchetti, come tutti i rappresentanti del popolo armato, ricambia a stento. Anzi, si fida poco del sistema-sicurezza: "Altrove nel mondo civile il cittadino è più protetto. Non dico che debba bastare la carta d'identità, come in America, ma bisogna capire che le persone sono sempre più esasperate. Quanta gente muore per mano dei rapinatori? Un mia amica, che lavora nella banca di un paese di 800 persone, è stata rapinata due volte". Ogni volta che si parla di temi generali come la sicurezza, si finisce per perdersi nei mille casi particolari. E, quanto a record del brutto ricordo, un altro teorico della difesa fai-da-te, uno che si esercita al poligono, pare un primatista. Si chiama Gaetano Bianchi, 62 anni, gioielliere, presidente dell'Ascoloren, l'associazione dei commercianti di via Lorenteggio: "Le confesso che se non avessi la pistola, non saprei stare dietro al banco del negozio. Io sono un mite, nella pistola ho trovato la sicurezza". Andiamo nel suo negozio, dietro al quartiere del Giambellino, e potrebbe essere una specie di visita guidata nelle paure metropolitane, se non che: "Non ho paura di espormi - dice Bianchi - Voglio far sapere che non siamo tutti paurosi e pecoroni. Qui dentro, nella mia attività, ho subito quattordici fatti criminosi. Si va dai furti con destrezza agli attacchi a vetrine e serrature. Là c'è stato un buco nel muro grazie al quale mi hanno svuotato la cassaforte, e poi le tre rapine a mano armata. La prima nel '73, la seconda sei mesi dopo, e allora ho deciso di armarmi. Avevo inseguito uno dei banditi, l'avevo acchiappato in strada, ma un'auto ci ha travolto e i suoi compari, dall'altro marciapiede, hanno sparato, e un colpo è finito lì, nel marciapiede. E così, quando ho subito la terza rapina, anch'io ero armato". E dunque ha sparato? "Macché, mi sono accorto che chi è entrato ci sapeva fare, ci teneva sotto tiro da professionista, e ho preferito non rischiare le nostre vite". Il negozio è bello, grande, nel cassetto c'è l'arma che, anche se inutilizzata, "mi dà tranquillità". Il signor Bianchi è affabile, chiacchiera con i negozianti vicini. "Lei signorina, impari a vivere in città", suggerisce a una avvicinata da un ragazzo che chiedeva da fumare: "Quello è uno scippatore, borseggiatore. Il problema è che è stata coltivata la delinquenza, viene facile commettere reati e farla franca. Perciò prevale il fai da te, io ne sono un convinto assertore. E, mi chiedo, che senso ha arrestare il medico di Napoli? Dovrebbero dargli una medaglia, si solo è difeso". La politica della pistola sembra vincente soprattutto dal punto di vista psicologico. Esiste un Far West mentale in cui l'arma non mette più tensione, come si potrebbe immaginare, ma "porta relax", come spiega meglio del gioielliere un imprenditore elettronico. "Io ho uno dei più vecchi porti d'arma di Milano, l'ho fatto nel '77, a 23 anni. Ero considerato "rapibile" nella stagione dei sequestri di persona. E da quando ce l'ho, so che devo essere padrone dei nervi e mi sono calmato, ancora adesso vado armato dalla mattina alla sera". Disposto anche a far scattare il percussore contro su un essere umano? "Ero in auto, hanno tentato di portarmi via l'orologio, uno dei due è finito per terra. Ha tirato fuori il coltello e io gli ho puntato la pistola: "Se ti muovi ti fulmino". L'avrei fatto, poi l'ho lasciato scappare, troppo casino per la denuncia. Ormai - ridacchia - preferisco andare nei guai io per aver ammazzato un altro, che veder finire nei guai uno per aver ammazzato me". DA: L'italiano a mano armata "Lavoro, sparo, mi difendo" di PIERO COLAPRICO
(Rispondi)
 
mdardani
mdardani il 09/01/10 alle 01:03 via WEB
CHE COMMENTI LUNGHI!!!
(Rispondi)
 
 
fmolinari
fmolinari il 09/01/10 alle 01:12 via WEB
Tutti i gruppi sociali creano delle norme e tentano, in determinati momenti e circostanze, di farle rispettare. Le norme sociali indicano i tipi di comportamento ‘giusti’ e quelli ‘sbagliati’. Generalmente, le persone che vivono all’interno di una determinata società, tendono ad interiorizzarne le norme comuni ed i modelli sociali di riferimento. Questo si traduce nell’accettazione, anche a livello privato, dell’opinione del gruppo. In caso di incertezza, ad esempio una persona che si viene a trovare in situazioni ambigue, confuse, incerte, tende ad assumere il comportamento degli altri come fonte di informazione e ad adeguarsi a tale comportamento per uscire dalla difficoltà. Come si vede l’influenza sociale porta al conformismo, cioè alla tendenza ad approvare le opinioni ed i comportamenti delle persone o dei gruppi di persone cui si attribuisce il ruolo di ‘esperti’, il cui consiglio sarà considerato prezioso ed accettato acriticamente. Se una persona mette in atto un comportamento che si allontana da quelli che sono i modelli sociali dominanti, le norme vigenti, legali o consuetudinarie, esplicite o implicite, si dice che è ‘deviante’. Anzitutto va fatta una distinzione importante fra ‘devianza’ e ‘anomia’: mentre in quest’ultima infatti le persone mettono in atto dei comportamenti assolutamente privi di regole o ostili alle norme sociali, nella devianza non si esce completamente fuori dalle regole e l’ostilità sociale non è mai totale. Chi si suicida ad esempio, mette in atto un comportamento anomico, perché non c’è modo più evidente per esprimere il proprio distacco da qualsiasi forma di convivenza. Chi ruba invece, sebbene scelga dei comportamenti stigmatizzati dalla società, segue comunque delle regole, come fa la criminalità organizzata, che è estranea ai modelli di comportamento sociali dominanti, ma non per questo è priva di regole.
(Rispondi)
 
mdardani
mdardani il 09/01/10 alle 01:07 via WEB
PSYCO NON POTEVA SCEGLIERE UN TEMA MIGLIORE HO APPENA SENTITO IL TG :...... P A U R A !!!! Criminalità, microcriminalità, stupri (vedi guidonia), omicidi stupidi tra bambini (vedi garlasco, perugia, la pipitone... ecc...), mafia, lavoro nero, immigrati ingestibili, sfruttamento...e chi più ne ha più ne metta
(Rispondi)
 
 
desnudamaia
desnudamaia il 09/01/10 alle 01:19 via WEB
è verissimo!
(Rispondi)
 
fmolinari
fmolinari il 09/01/10 alle 01:13 via WEB
Devianza non vuol dire, d’altra parte, illegalità. Esiste ad esempio una pornografia legale, ma questo non esime dal considerare chi ne fa uso un deviante, così come esistono delle cose assolutamente illegali (es. evadere il fisco, abusivismo) che però vengono ampiamente tollerate e chi mette in atto questi comportamenti non viene assolutamente considerato un deviante. Semmai un furbo. Per questo la devianza non può essere classificata secondo un rigido modello di spiegazione, ma va studiata rispetto alle situazioni, ai comportamenti, alle attività ed anche alle aspettative degli altri. La sociologia iniziò a studiare il fenomeno della devianza all’inizio del secolo scorso. In particolare se ne occupò la scuola di Chicago, che conduceva studi e ricerche per individuare i fattori ambientali che favorivano il comportamento deviante. La scuola struttural-funzionalista ad esempio vedeva nella devianza l’espressione della dissociazione fra i modelli culturali proposti dal sistema sociale ed i mezzi da questo previsti per raggiungerli. R.K. Merton invece descrisse i devianti come quei soggetti che rifiutano le mete ed i percorsi stabiliti dalle Istituzioni e vanno alla ricerca, con il loro comportamento, di modalità alternative di adattamento. Un’idea abbastanza condivisa, portata avanti, tra l’altro, da A.K. Cohen, legava la devianza soggettiva all’appartenenza ad una classe svantaggiata che, sentendosi esclusa dal sistema, sapendo che non si avevano mete da raggiungere, trovava la propria identità attraverso l’adesione ad una sub-cultura emarginata, considerata ovviamente ‘deviante’ dalla classe dominante. Quando una persona ha compiuto un atto di ‘devianza primaria’ viene allontanata o respinta dalla società, diventa un ‘outsider’ e, se i suoi tentativi di reinserimento falliscono, è abbastanza frequente che questa persona prenda la strada della ‘devianza secondaria’, che rende definitivo il ruolo deviante.
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desnudamaia
desnudamaia il 09/01/10 alle 01:15 via WEB
sono commenti tutti: competenti ed estremamente rilevanti.Grazie.
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