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8 DICEMBRE 1980, OMICIDIO, JOHN LENNON, SCARAFAGGIO, BEATLES, MARK CHAPMAN,

Post n°5023 pubblicato il 08 Dicembre 2010 da psicologiaforense

JOHN LENNON UNO SCARAFAGGIO SCHIACCIATO A NEW YORK

 

TRENT'ANNI FA IL PIÙ GENIALE DEI BEATLES VENIVA UCCISO SOTTO CASA DA UN FAN CUI AVEVA CONCESSO L'AUTOGRAFO

 

 

MARK Chapman, 25 anni, fece fuoco alle dieci e mezza di sera dell'8 dicembre 1980. Alle cinque aveva chiesto a JOHN LENNON un autografo. Con il foglio in tasca attese per quasi sei ore. Quando lui rientrò al Dakota Building di New York con la moglie Yoko Ono, gli vuotò il caricatore nel torace. LENNON arrivò morto al Roosevelt Hospital e il suo mito divampò ancora più forte. Chapman, che aveva ammazzato la pop star divenuta emblema della lotta per la pace e la non violenza, si ritagliò un macabro e sconsolato posticino nella storia.
Nato in un ospedale di Liverpool il 9 ottobre 1940 mentre dal cielo piovono bombe, si ritrova senza padre, sparito prima ancora del parto. La madre Julia sa che fare la mamma non è il suo mestiere e lo affida alla sorella, Mimì, la zia che lo alleverà e, soprattutto, cercherà di stimolarne gli istinti artistici a scapito di quelli teppistici. La povera Julia, madre arresa e rinunciataria, finirà uccisa da un poliziotto ubriaco quando JOHN avrà sedici anni: «L'ho persa due volte. Una quando mi ha lasciato dalla zia: era morta dal punto di vista psicologico. L'altra quando mi hanno detto che era fredda alla fermata dell'autobus». Tornerà, Julia, nelle canzoni. Mother inizia con un suono di campane lontane, poi c'è un urlo, «madre!> > appunto, e lo sfogo: «Tu mi hai avuto, ma io non ho mai avuto te. / Io ti volevo, ma tu non volevi me / E allora devo solo dirti addio». JOHN LENNON non si è mai ripiegato su questa fontana di autocommiserazione. E nemmeno, nelle interviste, ne ha fatto sorgente di riscatto e rivincita.
..... tutto i
l resto è storia della musica e dei Beatles.

 
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Commenti al Post:
educatrice2
educatrice2 il 08/12/10 alle 14:03 via WEB
Forse desiderava una morte così, nel pieno del successo e della realizzazione personale.
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psicologiaforense
psicologiaforense il 08/12/10 alle 14:06 via WEB
AL CONTRARIO. Poche sere prima, con amici, JOHN aveva commentato Rust never sleeps, canzone di Neil Young un cui verso dice: «È meglio bruciare in un fuoco immediato che scomparire lentamente». Lui - vita da teddy boy e da star, da baronetto pentito e da guru indiano - spiegò: «Odio quel verso. È meglio spegnersi lentamente come un vecchio soldato che bruciare in un attimo». E scosse il capo citando «le morti inutili». Non poteva subirne una più inutile e vuota, degna della sua storia perchè eclatante, indegna della sua storia perchè colpo di spugna su piccoli passi incominciati in quella che oggi chiameremmo una famiglia disastrata e arrivati a gloria e miliardi.
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clara.limpidissima
clara.limpidissima il 08/12/10 alle 14:07 via WEB
Straordinario Lui, straordinaria la sua biografia.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 08/12/10 alle 14:13 via WEB
SI'. L'eccezionalità della sua biografia - quindi del simbolo che divenne con gli altri Beatles - sta nella forza anche della casualità che ha pilotato la vita sua e quelle di Paul, George e Ringo. Nell'immensa bibliografia, nei testi di Philip Norman, di Mark Hertsgaard o degli italiani Augusto Veroni e Tiziana Grillo ci sono date e aneddoti, ma anche spunti psicologici. Chi ha studiato il fenomeno Beatles e il personaggio JOHN coglie un itinerario che corrisponde più al sorriso infantile e adulto di certe fotografie che a immagini scattate nelle conferenze stampa. Il JOHN LENNON che firma un autografo e più tardi si ritrova firmato dal folle resta il bambino dalle radici incerte, dal buco vuoto dei primi anni.
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whosthere
whosthere il 08/12/10 alle 14:10 via WEB
quoto, aveva ancora un sacco di cose da dire. Nel sito della Repubblica una bellissima foogallery http://static.repubblica.it/repubblica/gallerie/john-lennon/index.html?ref=HRER3-1
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psicologiaforense
psicologiaforense il 08/12/10 alle 14:14 via WEB
HAI RAGIONE ABVEVA ANCORA UN SACCO DI COSE DA DIRE.....
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psicologiaforense
psicologiaforense il 08/12/10 alle 14:17 via WEB
.....il giovanotto inquieto, forse anche incupito da una miopia tanto forte quanto precoce, abituato - più che offeso - alle sedute di fustigazione nell'ufficio del preside, prese confidenza con la musica. E rimase, se non folgorato, almeno scosso da due eventi musicali: Heartbreak Hotel di Elvis Presley (l'hotel Crepacuore in via della Solitudine, dove ognuno può raccontare i suoi dolori) e Rock Around The Clock di Bill Haley che gli regalò una delusione: alla proiezione del film non ci fu la più piccola rissa. Dati i tempi e il clima, dove c'era una chitarra ci voleva una cantina. Col tempo divenne un simbolo, la cantina, allora era l'unico posto davvero praticabile. E la cantina la procurò il suo compagno di scuola Pete Shotton, considerato «l'altro grande delinquente della scuola». Da lì nacquero i Silver Beatles, poi soltanto Beatles.
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servoarbitrio
servoarbitrio il 08/12/10 alle 14:20 via WEB
ina Storia eccezionale la loro sotto tutti i profili, quasi una storia senza tempo.
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psicologiaforense
psicologiaforense il 08/12/10 alle 14:22 via WEB
E' VERO!
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psicologiaforense
psicologiaforense il 08/12/10 alle 14:23 via WEB
Una storia, la loro, già scritta e riscritta. Una storia che, in omaggio al gruppo-simbolo, divora le storie individuali, ma non le soffoca, altrimenti non si sarebbero mai divisi. Una storia che scivola dal '56 (quelli di JOHNny and the Quarrymen prima, di JOHNny and the Moondogs poi) fino al '70, quando Let it be segna l'addio. Si parla della rivalità con i Rolling Stones, si accenna a ruggini fra LENNON e McCartney sulla paternità dei brani. Invece, sono già presenti caratteri, destini. McCartney è comunque un borghese, un «signorino», LENNON è un animo più intellettuale e storicamente più segnato. Sta all'amico come Bukowsky sta a Mailer. E poi ci sono gli altri: il riservato Harrison è in realtà il musicista migliore del gruppo, il divertente Ringo è quello che ai Beatles mancava per essere i Beatles.
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psicologiaforense
psicologiaforense il 08/12/10 alle 14:24 via WEB
...... Il LENNON che rinasce - o, comunque, si affranca - dalle ceneri del quartetto è lo stesso teddy boy maturato nella scuola di Liverpool. Date una possibilità alla pace, scritta con Paul, diventa il nodo centrale dei suoi interessi. Compra pagine di giornale per lanciare messaggi con Yoko Ono (la donna considerata l'intrusa che distrugge il gruppo, in realtà la donna forte che non ha bisogno di luci riflesse), chiama giornalisti e fotografi a riprenderlo a letto con lei per farsi testimone del duello guerra-amore. Scrive: «Credo soltanto in me, in Yoko e me / Il sogno è finito».
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