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Post n°5058 pubblicato il 19 Dicembre 2010 da psicologiaforense
500 MILIONI DI PERSONE SONO SU FACEBOOK ![](http://blogcdn.flowtown.com/blog/wp-content/uploads/2010/08/498122926_443eaf90ed.jpg)
La storia inizia con la comparsa della scrittura e delle prime fonti scritte (circa 3.500 A.c.), prima si parla di preistoria. OGGI sono cambiati scrittura e linguaggi ed è finita un'epoca per iniziarne un'altra. Fino a pochi anni fa ci si incontrava nelle piazze e nei locali delle città mentre adesso ci si conosce su Facebook, si socializza navigando sulla rete, si vive, si discute, si studia, si lavora attraverso Internet, ci si esprime in chat, nei blog e su YouTube con continue integrazioni virtuali tra persone, gruppi, professioni, economie, ricchezze. È cambiata la percezione dello spazio e del tempo, i sentimenti, la partecipazione, anche se tutto questo non ha affatto abolito la solitudine. Forse anzi l'ha accresciuta. Comunque CINQUECENTO MILIONI di persone è entrato a fare parte di Facebook e la lingua inglese usata per queste comunicazioni è scesa da 70 mila vocaboli a 1.500. Spesso la parola scritta è stata sostituita da una quantità di immagini e di suoni. Non sembra anche a voi che sia questo il segnale che un'epoca si è chiusa ed un'altra sta cominciando?
Commenti al Post:
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mlr777 il 19/12/10 alle 13:55 via WEB
Si lo penso anche io. Trovo più facile inserire un immagine che scrive parole e alla fine trovo amici ma mi sento sola... la verità che se ci incontrassimo nelle piazze o in altri luoghi comuni, troverei comunque la solitudine, la parola amicizia non ha più il valore di un tempo,entra in campo poi l'invidia, è più forte, soprattutto nei paesi piccoli.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 19/12/10 alle 15:41 via WEB
CARISSIMA MLR777, cerco di risponderti così: «Ma ditemi, voi uomini, chi di voi è capace di AMICIZIA»? - si domandava Nietzsche. A essere sinceri, pochi sono oggi gli uomini capaci di vera AMICIZIA. Ma cos'e' l'amicizia? Ed è possibile pensare a un'amicizia in senso politico o siamo figli di Carl Schmitt, che tutto riduceva alla contrapposizione tra amico e nemico? L'Altro è solo nemico, rivale o può essere anche amico? Oppure dobbiamo rassegnarci ad essere individui solitari senza passioni nè legami, assenti e inautentici? Viviamo davvero una strana commistione di utilitarismo e di edonismo, entrambi esasperati, che svuotano ogni «spazio pubblico». Peggio: trionfa l'indifferenza per l'Altro. Occorre tempo per costruire un'amicizia; ed occorrono luoghi (fisici e mentali) per farla vivere. Ma oggi tempo e spazio sono stati annullati dalla tecnica e dall'economia. CARISSIMA AMICA MIA TI AUGURO UNA FELICE SETTIMANA ENTRANTE!
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shadotre il 19/12/10 alle 14:07 via WEB
Mi vanto di non far parte di quei 500 milioni. Preferisco di gran lunga quelle emozioni che solo la realta' sa donare. Un saluto da Western & Country.
(Rispondi)
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psicologiaforense il 19/12/10 alle 15:45 via WEB
CARO SHADOTRE, ti capisco profondamente. Ma ci sono, anche nella dimensione di realtà da te evocata non poche aporie. Oggi, infatti, convivono atomismo e massificazione, solitudine e conformismo, indipendenza e dipendenza. Invero, sono in crisi sia l'identità individuale che il legame sociale. L'esito? Da una parte l'individualismo narcisista, dall'altro un comunitarismo regressivo e chiuso. Per uscire dal dilemma occorre ritrovare quelle passioni orientate all'alleanza e alla solidarietà, alla pietas e alla cura dell'altro. GRAZIE PER VISITA E COMMENTO. A presto!
(Rispondi)
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il.cappellaio.matt0 il 19/12/10 alle 14:10 via WEB
Ecco,lo sapevo,sta succedendo qualcosa d'importante e c'è ne accorgeremo solo quando saremo...morti!!!hahahhaha,scusami,ma spesso mi son chiesto,la gente si rendeva conto di quello che stava succedendo nel passato ogni qualvolta avveniva un cambiamento epocale?Io credo di no,per esempio durante la guerra si era forse troppo affranti per il momento da non rendersi conto di null'altro etc,etc,comunque hai ragione,solo che non ci accorgiamo perchè le comodità della vita moderna non ci portano più a farci domande,proprie ed improprie,che ti devo dire?cia,graz,c sntm boh non sono capace.....ciao
(Rispondi)
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psicologiaforense il 19/12/10 alle 16:00 via WEB
Carissimo, siamo abituati fin dai tempi della scuola a dividere le varie epoche prendendo come spartiacque tra l'una e l'altra un fatto fortemente simbolico, dal quale derivarono mutamenti radicali sia nella vita politica sia nei modi di pensare, nella diversa dislocazione del potere e della ricchezza, insomma nel cambiamento di tutti gli equilibri preesistenti. Così c'è stato insegnato e così crediamo che sia avvenuto in passato e che avverrà di nuovo in futuro. Grazie per questo tuo contributo. BUONA SERATA DOMENICALE.
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Odile_Genet il 19/12/10 alle 14:17 via WEB
Grave danno sia per la lingua inglese che per l'italiano. Io continuo a sperare che la morte dei libri non sia definitiva, prima o poi. Ciao.
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psicologiaforense il 19/12/10 alle 16:13 via WEB
MIA CARA ODILE_GENET, grazie per questo tuo intervento che ho particolarmente gradito. Sì, io direi anche: "fare libri per scuotere il Paese". Ci si stanno provando in molti nell'editoria italiana. E alcuni (come ad es. i "rinati" 'EDITORI RIUNITI')hanno una carta in più, sono totalmente indipendenti e questo dà corpo alla speranza. TI AUGURO UNA FELICE SETTIMANA ENTRANTE.
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ferrarazzo il 19/12/10 alle 14:40 via WEB
Sinceramente trovo che ci sia continuità nel processo. Si tratta solo di un'evoluzione molto accelerata che comporta su diversi piani la cross medialità sia relativamente al medium sia ai contenuti. Sembra che si chiudano epoche ma in realtà esse si integrano perchè non vi sarà più differenza fra linguaggio, mezzo di comunicazione e modalità interattive.Tutto sarà potenzilamente raggiugibile con qualsiasi appliance che sarà multifuinzione.L'integrazione dei mezzi di comunicazione consente di vedere su un display sia lo scritto, quanto immagini audio-video, fotografie, dati, modi difffenti di espressione.La storia dell'umanità in un francobollo:-).Ciò che creerà disparità di trattamento sarà il digital divide.
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psicologiaforense il 19/12/10 alle 15:57 via WEB
CARISSIMA FERRARAZZO, grazie davvero per questa lucida e competente analisi. Chissà se riusciremo ad abbattere il «DIGITAL DIVIDE»? In India hanno prodotto e messo in vendita un computer da 10 dollari. Forse anche questo è uno dei primi piccoli passi di un lungo cammino ancora tutto da percorrere. BUONA SERATA!
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Praj il 19/12/10 alle 16:25 via WEB
E' inconfutabile che questo fenomeno del social networks offra nuove modalità di comunicazione. E' uno strumento potente ed efficace di cui, tuttavia, si può farne un uso differenziato e soggettivo.
Io stesso ho avuto per lungo tempo grande diffidenza e rifiuto ad usarlo. Sospettavo sulla sua funzione positiva.
Oggi però ci sono dentro e faccio di questo circo multimediale. Da parecchi mesi frequento questo spazio virtuale con non poche gratificazioni comunicative. Mi ha sorpreso sotto molto aspetti e mi ha permesso di ampliare la mia cerchia di amicizie. Chiaramente molte di queste sono solo formali, mentre altre, minoritarie, sono più qualificate e interessanti.
Sostanzialmente lo uso come blog: quindi in maniera un pò anomala rispetto alla stragrande maggioranza dei fruitori. Noto però che questa modalità di approccio a Face book sta facendo dei proseliti e che molti hanno cominciato ad inserire note (post) di riflessione e confronto invece delle solite cosette fatte di saluti , gadgets e filmatini.
Di positivo c'è anche il fatto che la platea dei dialoganti con cui si entra in contatto può essere molto più ampia di quella che generalmente ha un blog.
Avevo una grossa riserva in merito al fatto che la pubblicazione costante di informazioni e dati personali potesse trasformarsi nella più colossale auto schedatura e auto profilazione di tutti tempi e che di questa qualcuno ne potesse fare usi impropri o discutibili. Questa resistenza l'ho superata rendendomi conto definitivamente del fatto che la protezione della privacy è da considerare, oggi più che mai, una mera illusione, direi una sorta di barzelletta.
Per cui, offro pubblicamente ciò che m'interessa esprimere senza problemi, ma stando consapevole a non sbandierare dati personali in maniera indifferenziata e imprudente.
In ultima analisi, per quanto mi concerne, posso dire ancora una volta che è il come ci si avvale di uno strumento che fa la differenza. Il mezzo è in sé quasi neutrale, siamo sempre noi, con la nostra consapevolezza nel suo uso, che lo facciamo diventare una espressione creativa e costruttiva o insulsa e negativa.
Colgo l'occasione, Giuliana, per rinnovarle i miei complimenti per i sempre interessanti post che offre ai lettori.
Claudio :-)
(Rispondi)
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