Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
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A CHI AFFIDIAMO I NOSTRI FIGLI?, STRESS DA CATTEDRA, ALLARME ROSSO IN TUTTA EUROPA, L'ITALIA FA FINTA DI NIENTE

Post n°8496 pubblicato il 29 Novembre 2015 da psicologiaforense

Il docente nei fatti si trova sollecitato continuamente da stimoli e da "sfide impossibili" a cui deve rispondere in modo appropriato, mantenendo sempre calma e controllo per tutte le sue manifestazioni, e insieme a ciò deve sempre progettare strategie per un migliore apprendimento degli allievi italiani ed extracomunitari.  Questo deve accadere ogni giorno, tutte le settimane, tutti gli anni, per più di  quaranta  anni...

 

INSEGNARE OGGI? ROBA DA MATTI!

Docenti tedeschi "scoppiati". Dopo Francia e Regno Unito, anche la Germania "scopre" lo stress degli insegnanti. Mentre in Italia  i pochi dati disponibili sono addirittura più preoccupanti. La Francia  dal 2006  ha messo a disposizione dei propri docenti, oltre al medico generico di base, anche lo psichiatra di base. E, per fronteggiare la situazione ha perfino aperto un ospedale  -  il Marcel Riviere  -  dove vengono ricoverati i docenti transalpini affetti da patologia psichiatria. E sono tanti.
Mentre in Germania si scopre che gli 800mila docenti in servizio negli anni 2011/2013 fanno meno assenze per malattia dal lavoro rispetto  agli impiegati pubblici   però si ammalano di patologia psichiatrica molto di più di tutti gli altri lavoratori.


Tutti gli studi europei in materia evidenziano  che gli insegnanti risultano la categoria professionale più soggetta a patologie del sistema nervoso con una netta prevalenza delle forme nevrotiche. Manifestando sintomi come esaurimento psicofisico, perdita di concentrazione, amnesie, ansia, insonnia, mal di testa, disforia, irritabilità, aggressività. E in alcuni casi anche diffidenza, lacrimazione e arrossamento degli occhi, formicolii alle mani e flash cutanei  e/o disturbi psicosomatici.  Nel nostro Paese,  una ricerca  condotta dal prof.  Vittorio Lodolo D'Oria mise in luce  che l'incidenza della patologia psichiatrica tra i docenti era superiore a quella di qualsiasi altra categoria. E i governi italiani cosa fanno in merito? Niente, secondo il principio che se un problema non lo consideri... non esiste.


 
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Commenti al Post:
boscia.mara
boscia.mara il 29/11/15 alle 15:11 via WEB
La sindrome di burnout nelle professioni che prevedono una relazione d'aiuto non è una novità degli ultimi tempi, è sempre stato così. Nulla è cambiato. Ecco perchè è importante, per chi svolge queste professioni, conoscere le strategie per prevenire l'eventuale disagio, anche se nessuno ti dice come si fa. Io si perchè oltre al titolo di studio ho anche la specializzazione e quindi ho avuto modo di approfondire argomenti che molti colleghi non hanno nemmeno considerato. Certo, attualmente alcune cose disturbano più che in passato, tipo che ormai i genitori coprono i figli nelle manchevolezze, mentre prima si coalizzavano coi docenti per favorire un'ottima educazione.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/11/15 alle 15:23 via WEB
CIAO Maria Antonietta:-))) Buon pomeriggio! Tu citi molto giustamente la sindrome di burnout, (quella, per intenderci, di cui aveva sofferto Andreas Lubitz, il co-pilota responsabile del disastro aereo della Germanwings. Tale sindrome si registra, di solito, nelle persone di età superiore ai 30 anni, e con livello culturale più elevato.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/11/15 alle 15:24 via WEB
Come tutti sanno il burnout ha una maggiore prevalenza in cinque settori occupazionali quali: docenza, servizi sociali, medicina, salute mentale e ambiente carcerario.
(Rispondi)
 
 
cas.li
cas.li il 30/11/15 alle 23:34 via WEB
"La funzione docente realizza il processo di insegnamento/apprendimento volto a promuovere lo sviluppo umano, culturale, civile e professionale degli alunni, sulla base delle finalità e degli obiettivi previsti dagli ordinamenti scolastici definiti per i vari ordini e gradi dell’istruzione dalle leggi dello Stato e dagli altri atti di normazione primaria e secondaria".
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/11/15 alle 15:28 via WEB
Scrive Massimo Recalcati: "l lavoro degli insegnanti è diventato oggi un lavoro di frontiera: supplire a famiglie inesistenti o angosciate, rompere la tendenza all’ isolamento e all’ adattamento inebetito di molti giovani, contrastare il mondo morto degli oggetti tecnologici e il potere seduttivo della televisione, riabilitare l’ importanza della cultura relegata al rango di pura comparsa sulla scena del mondo, riattivare le dimensioni dell’ ascolto e della parola che sembrano totalmente inesistenti, rianimare desideri, progetti, slanci, visioni in una generazione cresciuta attraverso modelli identificatori iperedonisti, conformistici o apaticamente pragmatici. Gli insegnanti consapevoli ce lo dicono in tutti i modi: “Non ascoltano più!”, “Non parlano più!”, “Non studiano più!”, “Non desiderano più!”. Cosa può dunque tenere ancora vivo il motore del desiderio? Non è forse questa la missione che unisce tutte le figure (a partire dai genitori) impegnate nel discorso educativo? "
(Rispondi)
 
 
boscia.mara
boscia.mara il 29/11/15 alle 15:38 via WEB
A proposito di questo avrei da dire molte cose, innanzitutto che i docenti hanno la tendenza a considerare il proprio lavoro come una missione e lo dicono pure!!! Io no! Mi rifiuto, anche a costo di sembrare ciò che non sono, perchè questo atteggiamento porta a ricevere delusioni ed ad idealizzare una professione che richiede delicatezza, ma poi basta.
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/11/15 alle 19:02 via WEB
Sì, molti ritengono che sia necessaria la "chiamata" come Don Bosco o Don Milani. Se si parte dalla vocazione e/o dalla missione c'è il rischio di farsi coinvolgere eccessivamente. A prescindere da tutto ciò preoccupa, tra le altre cose, l'età media del corpo docente italiano. Ho visto, ad esempio, maestre di 60 anni che non sanno usare il computer e che devono relazionarsi con discenti "nativi digitali" e con bambini di diverse nazionalità e culture. Quando potranno andare in pensione? Non lo sanno....
(Rispondi)
 
 
boscia.mara
boscia.mara il 29/11/15 alle 15:40 via WEB
Scusa, ho inviato ma dovevo finire il messaggio. Poi, c'è un altro problema: trasmettere ai giovani l'amore per qualcosa. Se ce l'hai questo amore! ;)
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/11/15 alle 19:06 via WEB
Esattamente. Il docente dovrebbe essere un MOTIVATORE
(Rispondi)
 
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/11/15 alle 19:07 via WEB
"La scuola ha bisogno di motivatori" ovvero la scuola ha bisogno di "motivatori motivanti", per andare oltre allo sterile passaggio di conoscenze e creare nei nostri alunni la forte consapevolezza dell’importanza di quanto stanno apprendendo e del ruolo che investono in una società che in loro vuole credere"
(Rispondi)
 
ester.mi00
ester.mi00 il 29/11/15 alle 16:59 via WEB
E' opinione comune che l’insegnamento sia una sorta di non lavoro, un’impegno limitato a un numero ristretto di ore e di giorni e naturalmente più adatto alle donne che non agli uomini, anche in virtù della sua modesta retribuzione.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/11/15 alle 19:13 via WEB
Bisogna provare per credere. E' una attività usurante e lo posso certificare anch'io che nella mia pratica quotidiana visito molte scuole. Bisogna anche aggiungere che Renzi ecc... parlano di "strutture" di aiuto per gli insegnanti ( laboratori, mezzi, strumenti, materiali, aggiornamento permanente, formazione, mediatori culturali, incentivi, ecc...ecc..) in realtà l'unica struttura su cui può contare il docente italiano è la sua... struttura di personalità!
(Rispondi)
 
ester.mi00
ester.mi00 il 29/11/15 alle 17:01 via WEB
Ed invece insegnare stanca sul serio e diventa sempre più spesso un impegno sfiancante sia fisicamente che psicologicamente. Ma più ancora del senso comune, è grave che anche chi ricopre responsabilità politiche e culturali di respiro nazionale continui a non rendersene conto.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/11/15 alle 19:14 via WEB
Appunto!
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Natalino il 29/11/15 alle 17:02 via WEB
Però fate 18 ore settimanali e tre mesi di vacanza
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/11/15 alle 19:17 via WEB
Le maestre della scuola dell'infanzia fanno 25 ore di insegnamento diretto, quelle della primaria 24... Le ferie sono limitate ad un mese o luglio o agosto
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/11/15 alle 19:17 via WEB
Il lavore del docente è, da sempre, coperto da una serie di stereotipi e di luoghi comuni.
(Rispondi)
 
ester.mi00
ester.mi00 il 29/11/15 alle 19:56 via WEB
QUINDI GLI INSEGNANTI SAREBBERO PAGATI POCO PERCHE' LAVORANO POCO? Ma è veramente così? Bisogna dire che le 18 ore di lavoro degli insegnanti della scuola media inferiore e superiore è solo una minima parte della mole di impegni che distinguono la professione docente. Oltre all’impegno delle ore di lezione svolte in classe, ci sono gli impegni collegiali, la cura costante dei rapporti scuola-famiglia, il tempo dedicato per pensare e redigere le programmazioni, il tempo per l’organizzazione dello svolgimento delle lezioni, per preparare e correggere le lezione. In buona sostanza facendo un calcolo ottimistico dell’orario di lavoro di un docente, si arriva a calcolare le 40 ore di lavoro settimanale spalmato su 11 mesi. Ovviamente anche i professori hanno diritto al mese di ferie regolarmente previsto dal contratto.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/11/15 alle 19:59 via WEB
Un ottimo commento chiarificatore. Grazie Ester. P.S. Forse non tutti sanno che un maestro inizia la carriera con 1200 euro al mese, che spesso vive molto lontano da casa e che se non fosse aiutato dai genitori non potrebbe mantenersi da solo
(Rispondi)
 
monellaccio19
monellaccio19 il 29/11/15 alle 20:38 via WEB
Sono finiti i tempi del maestro Marcello D'Orta e delle sue memorabili classi scalcinate. Altri tempi e altri problemi. Ora c'è da lavorare sodo e scusatemi, non vorrei far il bastian contrario, ma fermo restando il pieno rispetto per le patologie degli insegnati di tutti i gradi, credo che per onestà intellettuale tutta la società a partire dalle famiglie, si faccia carico delle responsabilità. Una classe che sia coacervo di personaggi fuori da ogni contesto e poco preparati alla "confidenza" scolastica per colpa della famiglia dove è cresciuto, causa grossi problemi ai prof. Di contro, professori poco motivati, seguaci del 27 del mese e poco missionari nell'ambito scolastico, sono un ostacolo per la loro indifferenza e per la loro propensione a scioperare anche per quanti starnuti si possono fare a scuola. Facciamo tutti esami di coscienza, stabiliamo cosa vogliamo fare della nostra scuola oggi con gli obiettivi che non sono quelli di ieri e poi dopo aver fatto un "tavolo" come dicono quelli che parlano bene, si proceda una volta per tutte a formare le nuove classi dirigenti con buona pace e salute degli insegnanti. Pensare ad oggi è l'obiettivo e non a ieri.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/11/15 alle 23:50 via WEB
Sì, sono fondamentali i rapporti scuola famiglia e l'intesa, l'alleanza educativa e la cooperazione genitori-insegnanti.
(Rispondi)
 
 
maraciccia
maraciccia il 30/11/15 alle 01:25 via WEB
Non ho mai insegnato..eppure sintomi come esaurimento psicofisico, perdita di concentrazione, amnesie, ansia, insonnia, mal di testa, disforia, irritabilità, aggressività me li ritrovo tutti, ..come li capisco gli insegnanti..!
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/11/15 alle 23:51 via WEB
Il fatto è, però, che la scuola oggi richiede ai docenti competenze che vanno bene al di là degli ambiti disciplinari
(Rispondi)
 
 
maraciccia
maraciccia il 30/11/15 alle 01:27 via WEB
mi sento di dire che in vita mia non ho mai dato ragione a mia figlia quando si lamentava per incomprensioni varie a scuola!
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 29/11/15 alle 23:57 via WEB
Vengono richieste in particolare la conoscenza approfondita delle Scienze dell'educazione, precise competenze psicologiche, sociologiche e pedagogiche. E ancora, la sicura padronanza dei criteri di programmazione degli obiettivi educativi, le verifiche delle attività didattiche, la valutazione del livello di maturazione e dei risultati raggiunti agli allievi e, infine, l'applicazione delle più avanzate metodologie didattiche
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 30/11/15 alle 01:28 via WEB
Certo che oltre a tutto questo devono avere la dote della pazienza..per combattere prima coi genitori, poi con gli alunni.
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 30/11/15 alle 01:36 via WEB
E in tutta questa grande e generalizzata decadenza di valori, in un mondo dove nessuno o quasi da più il buon esempio, gli insegnanti sono in prima linea in una "buona scuola" che più che che buona è tornata ad essere una scuola di partito..col potere nelle mani del preside.
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
GELINDO il 30/11/15 alle 17:38 via WEB
Il paradosso della nostra epoca storica è che abbiamo edifici più alti ma temperamenti più corti, strade più larghe ma punti di vista più ristretti. Spendiamo di più, ma abbiamo di meno; compriamo di più, ma gustiamo di meno. Abbiamo case più grandi ma famiglie piccole, più comodità, ma meno tempo; abbiamo più lauree e poco buon senso. Abbiamo più conoscenze, ma meno criterio; più specialisti, ma ancora più problemi, più medicine, ma meno benessere. Beviamo troppo, fumiamo troppo, spendiamo troppo incautamente, ridiamo troppo poco, guidiamo in maniera spericolata, ci arrabbiamo troppo, rimaniamo alzati fino a tardi, ci svegliamo troppo stanchi, leggiamo troppo poco, guardiamo troppo la TV e viviamo la nostra solitudine davanti al computedr .
(Rispondi)
 
calleguadiana
calleguadiana il 30/11/15 alle 07:58 via WEB
Mi fa veramente tanto piacere leggere articoli così,che ben evidenziano le grandi problematiche di questa difficile professione e le "sfide impossibili" che si trovano a dover affrontare ogni giorno gli insegnanti in ogni parte del mondo. Un cordiale saluto
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 30/11/15 alle 13:35 via WEB
I docenti dovrebbero essere in grado di: Lavorare con le conoscenze, la tecnologia e l’informazione: essi dovrebbero essere in grado di lavorare su un ampio ventaglio di tipologie di conoscenze. La loro formazione dovrebbe fornire gli strumenti per accedere, analizzare, convalidare, riflettere e trasmettere le conoscenze, facendo uso efficace delle tecnologie dove richiesto. Le loro competenze pedagogiche dovrebbero permettere di costruire e gestire ambienti d’apprendimento e di mantenere la libertà intellettuale di compiere scelte nella modalità d’insegnamento. Queste abilità devono tenere conto anche dell’innovazione e della creatività. La padronanza nell’uso delle nuove tecnologie dovrebbe consentire loro di integrarle in modo efficace nell’insegnamento e nell’apprendimento. Dovrebbero essere in grado di orientare e sostenere le persone in apprendimento nei network in cui si può trovare e produrre informazione. I docenti dovrebbero avere un alto livello di conoscenza e comprensione delle proprie materie d’insegnamento e avere una visione dell’apprendimento come di un viaggio che dura tutta la vita. Le competenze pratiche e teoriche dovrebbero anche consentire loro d’imparare dall’esperienza e di adattare un’ampia gamma di strategie d’apprendimento/insegnamento ai bisogni di chi apprende.
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 30/11/15 alle 13:37 via WEB
... e ho detto poco!
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 30/11/15 alle 08:59 via WEB
Insegnare oggi ? bell'interrogativo ! Io aggiungerei: insegnare cosa ? E' questo il vero problema, e forse il dramma della società decadente.Aristotele sosteneva che ogni cosa in natura è destinata ad un solo fine, e il medico deve utilizzare la sua arte (scienza o conoscenza) per guarire l'ammalato e non per farne uno strumento di guadagno. E il cosiddetto "insegnante" come deve aiutare a "guarire" gli allievi dalle idee fallaci che idolatrano le sovrastrutture, mitizzano le creazioni umane ma uccidono l'ecosistema ?e quanti insegnanti sono culturalmente fuori e al di sopra delle illusioni che, come diceva Freud, servono agli uomini perché rendono la vita meno amara ?
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 30/11/15 alle 13:37 via WEB
I docenti dovrebbero avere gli strumenti adeguati per rispondere alle sfide, in continua evoluzione, della società della conoscenza -ma anche parteciparvi attivamente- e per preparare le persone ad essere discenti autonomi per tutta la vita. Di conseguenza, i docenti dovrebbero essere in grado di riflettere sui processi di apprendimento ed insegnamento attraverso un continuo coinvolgimento nelle conoscenze disciplinari, i contenuti curriculari, la pedagogia, l’innovazione, la ricerca e la dimensione sociale e culturale dell’educazione.
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
LUCIA il 30/11/15 alle 17:41 via WEB
L'onore spetta al MAESTRO che realmente sta nell'arena, il cui viso è segnato dalla polvere, dal sudore, dal sangue; che lotta con coraggio; che sbaglia ripetutamente, perchè non c'è tentativo senza errori e manchevolezze; che lotta effettivamente per raggiungere l'obiettivo; che conosce il grande entusiasmo, la grande dedizione, che si spende per una giusta causa; che nella migliore delle ipotesi conosce alla fine il trionfo delle grandi conquiste e che, nella peggiore delle ipotesi, se fallisce, almeno cade sapendo di aver osato abbastanza.
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 30/11/15 alle 14:17 via WEB
Ho conosciuto super docenti, che mi hanno lasciato ricordi belli e importanti. E ne ho conosciuto alcuni mediocri, ma devo dire in numero molto inferiore. Insomma, nel mio vissuto scolastico e in quello di mia figlia, e nella vita nel complesso le esperienze positive vissute sono più di quelle negative. Poi negative si fa per dire, magari mancavano di eccellere rispetto ad altri..
(Rispondi)
 
fatamatta_2008
fatamatta_2008 il 30/11/15 alle 14:27 via WEB
Ciao, argomento interessante e svolto dai commenti esaustivamente, rimane poco da aggiungere, secondo me gli insegnanti dovrebbero andare in pensione molto prima... per restare al passo con i tempi e con le nuove tecnologie che si rinnovano velocemente ci vuole forza ed entusiasmo e questi con il tempo si esauriscono consumati dalla quotidianità e dalle difficoltà della vita... Un saluto Lilly
(Rispondi)
 
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Pulcino il 30/11/15 alle 17:43 via WEB
La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso!
(Rispondi)
 
putt0
putt0 il 30/11/15 alle 15:17 via WEB
E' un argomento che mi crea uno stato di costernazione . Non sono un insegnate o educatore o altro ancora come catalogazione, lo siamo un po' tutti in linea di massima o forse non lo è più nessuno ... chissà !!!! ???? Il dogma del " lavoro " identificato in una qualsiasi attività o passività ha reso fragile qualsiasi mansione, ha svilito ciò che dovrebbe essere indicazione del vivere trasformandolo in dovere di risultato. Il metodo del " confronto " come arma per ottenere il meglio è defraudato in un marasma apocalittico nel quale nessuno ha più certezza del proprio operato. Il credere in se stessi e nel proprio ego sapiente ha tirato la propria riga in delusione, ci si arrampica a dismisura con corsi d'aggiornamento ed altro per riuscire nella propria valorizzazione dei tanti modi e dati acquisiti in anni di studio e d'esperienze varie. Ma tutto quanto sembra svilirsi nel contrasto con l'arroganza e la presunzione non rispettosa. La costante che si manifesta da decenni è che il " non rispetto " è forza prevalente, il sobillar dubbio è forza prevalente , l'inganno è forza prevalente. Non v'è più un valore superiore alla propria mente e all'ottenimento . Il caos è stato distribuito capillarmente attraverso la diffusione della " cultura " . L'ignorante ha un dono fantastico a disposizione ... vede le cose come sono per quei pochi dati conosciuti e il suo mondo è rivolto a quel poco che gli è donato. Ora come ora vi son più acculturati che si perdono in labirinti del sapere determinandosi superiori al tutto che anime rispettose del dono d'intelligenza ... che non è roba nostra è dono Divino ... ma noi lo consideriamo di nostra proprietà. Con il fardello della "proprietà" e dell'affermazione del proprio io distruggiamo ogni giorno lembi sempre maggiori di vita . Il meccanismo è talmente agguerrito e contorto che non lascia possibilità di messa a punto e ... per carità che non si imprechi a voler nuove leggi , sono anche loro un meccanismo industriale di produzione . Spiace a dismissura incontrare professori e professoresse con occhi in timore lacerati nel proprio esistere personale . E' già di per sè più che mai vigliacco ogni anno cambiar quintalate di libri e accessori vari , il costo d'una potenziale cultura è estorsivo del vivere. Tanto di cappello agli insegnanti d'animo !!!!! Il principio che la scuola debba avvicinarsi di più al mondo del lavoro è infame ... è il mondo del lavoro che dovrebbe avvicinarsi di più alla scuola ... nel senso che si dovrebbe adeguare all'educazione scolastica invece di ribaltare le situazioni . A scuola s'impara un principio di correttezza !!!! il mondo del lavoro lo ribalta in scorrettezza .... a scuola s'impara una sportività verso il perdente ... nel mondo del lavoro lo si ribalta in umiliazione verso il perdente , a scuola s'impara ad esser equi nell'ottenere .... nel mondo del lavoro si droga l'ottenimento al massimo esponenziale . Due mondi agli opposti ... già da più di quarant'anni , e la scuola diventa solo un pretesto per iniziare ad applicare l'esaltazione dell'ego . ( per correttezza non avrei esposto queste parole a voce l'ho fatto perchè sto digitando ... l'ultima volta che ho espresso direttamente ad una carissima più che amica insegnante direttamente queste parole mi ha mandato .... a quel paese !!!! e allora .. più passa il tempo e ancor più sono convinto che se non si guarda in alto verso chi ci ha creato in riconoscenza , più ci trituriamo in insignificanti granelli di sabbia ) ... serena giornata :-) :-)
(Rispondi)
 
 
villari1980
villari1980 il 30/11/15 alle 23:36 via WEB
Le attività funzionali all’insegnamento richiedono: — adempimenti individuali che riguardano la preparazione delle lezioni e delle esercitazioni, la correzione degli elaborati, i rapporti individuali con le famiglie; — adempimenti collegiali consistenti nella partecipazione alle riunioni del collegio dei docenti, nonché alle attività dei consigli di classe, di interclasse, di intersezione e nello svolgimento degli scrutini ed esami con la compilazione degli atti relativi alla valutazione.
(Rispondi)
 
ester.mi00
ester.mi00 il 30/11/15 alle 17:46 via WEB
L’arretramento dello Stato nell’investimento sull’istruzione non è dovuto, come spesso si crede, ad una carenza oggettiva di risorse. Le risorse si possono trovare come accade per altri settori ritenuti strategici. Questo arretramento è frutto di una scelta precisa, a mio parere miope, non solo per ragioni di equità sociale e di unità del Paese, ma anche per ragioni economiche.
(Rispondi)
 
cas.li
cas.li il 30/11/15 alle 23:33 via WEB
la funzione docente oggi è, esattamente, l' esplicazione essenziale dell’attività di trasmissione della cultura, di contributo alla elaborazione di essa e di impulso alla partecipazione dei giovani a tale processo e alla formazione umana e critica della loro personalità.
(Rispondi)
 
ester.mi00
ester.mi00 il 30/11/15 alle 23:38 via WEB
Della scuola si discute ogni giorno. La ragione e’ molto semplice. I problemi della scuola interessano personalmente un grande numero di persone, gli studenti, i loro genitori, gli insegnanti. Interessano anche i pedagogisti e gli intellettuali, che ne discutono sui giornali e nei libri, e i politici, che ne fanno oggetto di interventi e riforme. Eppure, nonostante tutto questo discutere e intervenire, la societa’ oggi dimostra una singolare impotenza a risolvere i "problemi della scuola", tanto che la scuola sembra in una sorta di crisi perenne da cui non riesce a uscire, una crisi che si manifesta prima di tutto come un malessere in tutti coloro che hanno a che fare con la scuola.
(Rispondi)
 
ester.mi00
ester.mi00 il 30/11/15 alle 23:40 via WEB
I veri problemi della scuola non sono i problemi della scuola ma sono i problemi della società. Le discussioni e gli interventi sulla scuola non riescono a uscire dal cerchio dei problemi superficiali perchè il sistema scuola guarda al suo interno mentre dovrebbe guardare fuori di sè, nella società. Come ha detto lo storico Eric Hobsbawm, "le fondamenta stesse della nostra società sono state terremotate dalla rivoluzione economica, sociale e culturale dell’ultima parte del XX secolo", mentre la scuola sembra muoversi ancora in una societa’ pre-terremoto.
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 01/12/15 alle 02:46 via WEB
Gi è rientrato..*__* dolcenotte Principessa..
(Rispondi)
 
geishaxcaso
geishaxcaso il 02/12/15 alle 22:19 via WEB
insegnare è un lavoro, ma anche una missione, nel vero senso della parola, non si tratta di stare li a sbrigare carte e fornire servizi all'utenza ma si tratta di "formare" individui... oggi è difficile insegnare per più motivi, tanti sono stati detti tra i commenti che mi precedono... tanti docenti cercano di fare il loro dovere, per tanti altri la scuola non è un punto di arrivo ma un ripiego, un modo per svoltare il lunario senza affannarsi più di tanto, si limitano a scaldare la cattedra, danneggiando i ragazzi e ostacolando i docenti che ci credono davvero, una parte del problema è anche qui....
(Rispondi)
 
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