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« RIFLESSIONE BREVELIBERTA' DI ESPRESSIONE - »

DONNE? A FARE LA CALZA!!

Post n°3567 pubblicato il 21 Gennaio 2010 da psicologiaforense

L'EDITORIALE

CHE COSA C'E' NELLA TESTA DEGLI UOMINI CHE LI OTTENEBRA?

SAPEVAMO che sarebbe successo, che alla fine i mugugni maschili per le donne-mamme che lavorano si sarebbero trasformati in critica. Dagli Usa e dalla Francia Robert Shaw e Aldo Naouru, psichiatri infantili, invitano le donne a tornare a fare la calza, a casa naturalmente, altrimenti avremo una generazione di futuri adulti infelice, consumista, egoista addirittura criminale. Shaw ci tiene a farci sapere che il suo non è un discorso, antifemminista. Per carità, non ci è sfiorato il pensiero... Nanche il suo collega francese Naouri è antifemminista, per carità. La sua teoria parte da un assunto: le donne hanno rubato i ruoli ai maschi. Così ci ritroviamo delle mamme-erinni che impediscono ai padri di svolgere la loro funzione di indirizzo. Chiaro. Cerchiamo allora di capire meglio frugando nella quotidianità di una famiglia. Secondo il «Naouri pensiero» allora, possiamo dire che le mamme impediscono ai padri di portare i pargoli all'asilo, di accompagnarli il pomeriggio al nuoto, di fargli fare i compiti, di preparargli la cena, di assicurarsi che il vaccino è stato fatto. Insomma i poveri papà non è che non vogliono fare niente, è che non possono fare niente: siete voi mamme che li avete ridotti così.
Sorge allora spontanea una domanda: Prima i padri erano diversi? Più presenti? Forse comandavano di più. E' vero. Allora, eccolo il cuore della questione. I padri vogliono tornare a quando anche da assenti comandavano. Situazione che, secondo gli esperti, porterebbe a maggiori serenità ed equilibrio. Possibile che basti così poco? La soluzione B, quella che prevede un maggior coinvolgimento degli uomini nella gestione dei figli e nel menage domestico non è considerata? Certo che no, troppo faticosa. Vi hanno detto che l'autorità e l'autorevolezza dei genitori sui figli dipendono dall'esempio, quindi dalla presenza? Scordatevelo. I nuovi educatori la pensano diversamente. Naouri invita quindi uomini e donne a ritornare ai rispettivi ruoli biologici. Spiega: «Nella testa delle donne ci sono i bambini, in quella degli uomini c'e' il loro pene». Su questo, almeno, siamo tutti d'accordo.

 
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Commenti al Post:
casadei.lisetta
casadei.lisetta il 21/01/10 alle 01:58 via WEB
questo post illumuna questa realtà oggettiva. Sinfonia patriarcale: il pensiero maschile sulla donna
(Rispondi)
 
 
umberta8080
umberta8080 il 21/01/10 alle 02:13 via WEB
mi congratulo con Te per questi post che regalano uno spaccato di realtà su cui riflettere
(Rispondi)
 
casadei.lisetta
casadei.lisetta il 21/01/10 alle 02:00 via WEB
QUI E' DESCRITTO IL MASCHILISMO OGGI IMPPERANTE. MI SPIEGO. Con il termine maschilismo si indica un atteggiamento culturale e sociale basato sull'idea di una superiorità fisica e intellettuale dell'uomo sulla donna. Non si tratta solo di una concettualizzazione ma di un modus vivendi. Questo termine si è diffuso a partire dagli anni '60, pur se coniato antecedentemente. Si chiama invece mascolinismo il movimento di ritorno che intende anallizzare, meglio comprendere e valorizzare il maschile contribuendo all'eliminazione di ogni discriminazione di tipo sessista. Il mascolinismo viene elaborato dai movimenti maschili che si occupano di identificare valori maschili positivi.
(Rispondi)
 
emma.61
emma.61 il 21/01/10 alle 02:15 via WEB
La letteratura scientifica in ambito psicologico non definisce il genere in termini certi e assoluti. Sebbene si sia scritto molto sull'argomento, esplorando le differenze fra maschile e femminile, pochi esplorano in pratica le cause che oggettivamente producono tali differenze. Il dibattito sulla importanza relativa che ricopre il contrasto natura/ambiente sembra destinato a rimanere senza soluzioni a breve; la considerazione di come i fattori genetici o culturali/ambientali possano influenzare lo sviluppo acquista ancora maggiore importanza alla luce delle moderne istanze di rivalutazione del ruolo della donna. In generale la ricerca del settore evidenzia come la personalità e le differenze di comportamento siano da attribuire a apprendimento e condizionamenti o modelli e imitazione piuttosto che a fattori puramente biologici, sebbene ancora oggi una parte non trascurabile delle ricerche si concentri sul tentativo di individuare differenze nelle dimensioni e nella struttura del cervello che potrebbero condizionarme le funzionalità. Si è comunque notato che l'ambiente in cui si sviluppa l'esperienza del soggetto ricopre una maggiore importanza rispetto ai fattori genetici per lo sviluppo della personalità (fanno eccezione malattie legate a ben documentati fattori genetici come il disordine bipolare, alcune forme di ritardo mentale come la sindrome di Down, e la schizofrenia).
(Rispondi)
 
pippo_217
pippo_217 il 21/01/10 alle 02:50 via WEB
Quindi si continuerà ancora a celebrare il proprio modello, come giusto...?
(Rispondi)
 
unicamente_perte
unicamente_perte il 22/01/10 alle 23:38 via WEB
Disperatamente mi chiedo il perchè di colpi d'ascia così netti su un argomento assai complesso ed eterogeneo, io non so e mi frega nulla delle risultanze dei ricercatori, mi preme invece dire di una società che cambia, se prima il "primary parent" era il maschio oggi il percettore di magiore reddito spesso è la donna ed il maschio tende ad addattarsi a nuovi ruoli. se questo avviene in un clima di reciproco rispetto e di reciproco apprezzamento tutto fila bene ma quando la donna comincia a far pesare il suo ruolo in maniera indebita, del resto rovesciando fenomeni usuali nel passato diciamo così patriarcale, è chiaro che le frustrazioni emergono e con essa i conflitti. il problema non è tanto dei modelli genitoriali verso i figli, non credo che un papà che cambia un pannolino o lava i piatti sia un comportamento diseducativo, diseducativo diventa quando si rompono gli eqiuilibri affettivi nella coppia con tutto quello che ci si trascina dietro. sarebbe molto bello e salutare prendere atto che si è passati da un opprimente modello maschilista ad un opprimente modello femminista che non fa altro che proporsi in modo perfettamente speculare a ciò che nel passato ha rappresentato il modello maschile. tutto ciò è un danno incommensurabile, la femminilità è un valore che non può perdersi in atteggiamenti scimmiottanti volgari atteggiamenti maschilistici, non è certo questa la via per l'affermazione della donna in quanto indispensabile essere umano di pari dignità e pari valore. la differenza tra sessi non può essere intesa in termini di maggiore o minore valore ma essere accettata per ciò che è. un elemento indispensabile alla vita dell'altro. certo che la discussione viene ancora di più ad essere destabilizzata dall'inseminazione artificiale, adesso per essere madre non occorre nemmeno più il maschio, ho capito, ma per una sana notte d'amore signore femministe che farete? in talune affermazioni avverto eccesso, estremismo e povertà intellettuale e non credo certo di potere essere tacciato di maschilismo, ma se vi pare fate pure. cordialmente frà
(Rispondi)
 
 
unicamente_perte
unicamente_perte il 22/01/10 alle 23:44 via WEB
PS: nella testa delle donne ci sono i bambini, certo al punto che parecchie madri arrivano a delegittimare il padre persino nel ruolo educativo, a rapirli e privarli dalla presenza del padre, a manipolarli contro il padre tramite calunnie e menzogne. certo che nella mente delle donne ci sono i bambini, donne dimentiche che per farli quei bambini hanno avuto bisogno del cervello, del sostegno e spesso dell'amore di quel padre oltre che del suo pene con il quale con ragionevole certezza hanno pure vissuto un bel momento. per fortuna non tutte le donne sono così forse cè ancora qualche speranza.
(Rispondi)
 
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