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Messaggi del 02/11/2009

 

RIFLESSIONI DELLA NOTTE, DONNA E UOMO, STEREOTIPIE,

Post n°3155 pubblicato il 02 Novembre 2009 da psicologiaforense

 

Fine delle stereotipie? non credo.....

Benedetta la scienza che con le sue invenzioni, comprese quelle minime che tali non sono per chi grazie a esse trova sollievo, sia verso la vigorìa fisica declinante con il passare degli anni, sia verso la piena padronanza di sé e compromessa dalla timidezza fino al timor fobico nei confronti della gente.
Abbiamo dunque riscoperto (ce n'eravamo dimenticati) che esiste chi arrossisce per un nonnulla, e a farcelo ricordare è il dottor Wheatley con la sua équipe di ricercatori universitari di Bristol e di Southampton, a cui dobbiamo la pillola del benessere, dell'euforia, della fiducia nelle proprie risorse.
Spentasi abbastanza in fretta l'eco dell'effetto Viagra (cosa mai non si spegne in fretta nei tempi nostri?), ecco, ad alimentare speranza di ben altro tipo, questo ritrovato che è frutto di ricerche psichiatriche contro la depressione, contro le mille paure che ci affliggono a vari livelli. E siccome anche i baldanzosi non ne hanno mai abbastanza della loro sicumera, e pure noi ci riteniamo nella norma siamo curiosi, c'è da credere che il ricorso a questa pillola finisca per generalizzarsi: dopo il week end, per affrontare meglio il lunedì; dopo un cedimento della Borsa per attendere ottimisticamente tempi migliori; nell'attraversamento d'un qualsiasi malanno per poter vedere la vita secondo il metro dell'infanzia, solo, cioè, nei suoi aspetti positivi.
Due pillole apparse all'orizzonte e subito avvicinatesi a breve distanza l'una dall'altra, e che tutti giureranno di non aver mai assunto, di non conoscerne neppure la forma e il prezzo, per l'oggettiva preoccupazione di dimostrarsi efficienti secondo linee naturali e non con il supporto degli artifizi. Ma fra i due ritrovati, esiste una differenza enorme.
Infatti, il Viagra, agendo meccanicamente secondo quanto dicono, rivela l'inganno o la componente surrettizia verso di sé, prima che nei confronti dei destinatari femminili della costruita possanza (e sbrigarsi, dicono ancora, perché l'effetto si esaurisce in fretta). Motivo per cui converrebbe rivolgersi, prima che al farmacista, al cercatore di tartufi, spontanei frutti della terra che sono i grandi e forti progenitori d'ogni buona armatura di virilità.
Invece la pillola contro la timidezza, cancellando il rossore e fugando le insidiose, immotivate paure, dovrebbe allinearci tutti nella piena padronanza di noi stessi, cancellando ogni traccia d'insicurezza. Nessuno, insomma, svaniti il rossore e i balbettii, sarà più preso in castagna, la menzogna non avrà più alcuna «facies» attraverso cui rivelarsi. Persino i fremiti del cuore saranno tenuti a guinzaglio. Chi era già ardimentoso, diventerà un Rodomonte. E gli sfrontati avranno triplice viso per sostenere chi gliene accreditava due.
Da un lato, meno male. Sennò, senza queste artificiali differenziazioni all'insù, con il pur buon proposito di standardizzarci tutti, rischieremmo di trasformarci in melanconici robot. Padroni di se stessi sì, ben venga. Ma quanta dolcezza e quanta prossima nostalgia per due gote che s'imporporano lente o rapide, a seconda dell'interiore relais, del tumultuare dei sentimenti.

 
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RIFLESSIONI, PENSIERI, MIE OPINIONI, SUGGESTIONI E PENSIERI PER UN ALTRO GIORNO, MOGLIE CASALINGA REGINA DEL FOCOLARE

Post n°3154 pubblicato il 02 Novembre 2009 da psicologiaforense

RIFLESSIONE DI OGGI 2 NOVEMBRE 2009

La donna e la riforma della sua condizione


NON È PIÙ LA REGINA

DELLA CASA?

La moglie casalinga non piace più. Cade cioè l'immagine della donna, nostra compagna nella vita, brava innanzitutto perché attende alle faccende domestiche. Secondo la maggioranza degli italiani, l'identikit della moglie ideale sarebbe anzi l'opposto. Due persone che vivono assieme in quanto augurabilmente si piacciono, ma tese a raggiungere in qualsivoglia carriera i risultati conseguenti alle proprie capacità manuali o commerciali o creative. Ed è poi su di essi, sui risultati raggiunti, che ci si misura, ci si confronta, ci si conforta all'ora di cena.
IN QUESTA PROSPETTIVA, chi è pratico di menage coniugali, ben sapendo come due entrate facciano comodo assai più d'una sola, riconduce i mutati gusti maschili alle esigenze della vita d'oggi.

Chi ha spirito d'avanguardia (sapete, quello spirito che la maggior parte delle volte si manifesta soltanto a parole), benedice alla perdita, da parte delle mogli, della corona di regina del focolare, talora compensativa delle arroganze maritali, talora suffragante un sotterraneo matriarcato.

Pare che, comunque, le opinioni degli italiani cambino quando s'annuncia l'arrivo della cicogna. I figli, si sa, sono meraviglia e sacrificio: sacrificio dell'egoismo. Dev'essere anche per questo che, mediamente, ogni famiglia italiana può contare su un solo discendente. Anzi, un po' meno di uno perché sempre le statistiche di oggi 2 novembre 2009,  dicono che quella superstite unità è rosicchiata al 92,8 per cento.

 
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ASSOCARABINIERI, PAURE DELL'UMANITA', PSICOLOGIA, CULTURA, CENSIS , SOCIOLOGIA, OSSERVAZIONI, RIFLESSIONI

Post n°3153 pubblicato il 02 Novembre 2009 da psicologiaforense

Metà della popolazione mondiale vive tentando di dominare mille paure
Sono passati mille anni nel distacco di due o tre generazioni, dal tempo in cui tutto era immutabile e adesso è tutto precipite. Ma le paure dell'uomo; intendendo l'umanità, sono quelle d'allora: paura del buio, del nemico che sta nell'ombra e di là agisce obbedendo non più, soltanto, alle strategie organizzate dei potentati nel crimine, ma alle esigenze spicciole e magari improvvise del viandante solitario che usa il denaro mai bastevole per accorciarsi l'esistenza, per rovinarsela facendola inferno.
In più il buio, ovunque stenda la propria ala, porta nel mondo d'oggi i più neri pensieri. Induce a rifugiarsi nelle presunte serenità del passato, a respingere la scienza e il progresso, temendole nel loro generare magari senza sperimentare a fondo.
Il buio avvelena il pianeta più di quanto già non lo sia, trasforma gli alberi in fantasmi, in forestieri ostili, portatori di guai e malattie nonostante tutto il visibile stia ormai nello schermo d'un televisore.
Forse per ciò non si sorride quasi più, tanto meno allo sconosciuto che magari non aspetterebbe altro per rinfrancarsi. Ognuno ci è nemico, ne stiamo sulle difensive, credenti e atei bisbigliamo, diversamente, all'angelo custode nostro o impersonale.
Ha un bel fare, il Censis, indagini al riguardo. Lo sapevamo, ce ne viene conferma. Metà della popolazione di patria terra vive fra mille paure. L'altra metà evidentemente o studia di procurarcele, o non è stata interpellata.
FONTE: VEDI TUTTO QUI, www.assocarabinieri.it/rivista/nov0808.htm

 

 
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MORIRE DI CARCERE

Post n°3152 pubblicato il 02 Novembre 2009 da psicologiaforense

Aumentano le morti dietro le sbarre

 


Dall'inizio di gennaio sono 146 i detenuti morti in carcere, 6 in più del totale registrato alla fine dello scorso anno. Ma è il dato dei suicidi a suscitare allarme: nei primi dieci mesi del 2009 i detenuti che si sono tolti la vita sono stati 59, venti in più rispetto allo stesso periodo del 2008.
Lo dice l'associazione «Ristretti Orizzonti» nel suo dossier «Morire di carcere» sottolineando che «la morte di Stefano Cucchi e l'ondata di indignazione al riguardo, soprattutto dopo la pubblicazione delle sconvolgenti immagini del suo corpo martoriato, sono un fortissimo e drammatico richiamo alla realtà».
«Quando il sistema penitenziario italiano viene definito "fuorilegge", "illegale", "incivile" dallo stesso ministro della Giustizia, vuol dire che la sofferenza di chi sta in carcere supera il livello ritenuto ammissibile, che la pena diventa supplizio – osserva il curatore Francesco Morelli –. Soffrono in primo luogo i detenuti, ma soffre anche la polizia penitenziaria, che nell'ultimo mese ha pagato con tre suicidi lo stress di un lavoro sempre poco riconosciuto. E dove gli agenti stanno male, devono fare turni di 12 ore, e via dicendo, non ci sarà un bel clima neanche per detenuti».
Ristretti Orizzonti cita anche il «Bollettino degli eventi critici negli Istituti penitenziari», realizzato dal Ministero della Giustizia, dal quale si evince che dal 1992 al 2008 mediamente ogni anno muoiono 150 detenuti, di cui circa un terzo per suicidio e gli altri due terzi per cause naturali non meglio specificate. Gli omicidi registrati sono 1 o 2 l'anno.
L' associazione fa notare che i suicidi riguardano prevalentemente i detenuti più giovani: i 10 «morti di carcere» più giovani del 2009 sono tutti suicidi e 2 avevano solo 19 anni. Le morti per «cause da accertare» sono più numerose di quelle per «malattia».


Fonte:  ANSA

 
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FOTO CURIOSA DEL GIORNO

Post n°3151 pubblicato il 02 Novembre 2009 da psicologiaforense

 

NUDA ALLA META

Nuda accanto al suo idolo - Wayne Coyne dei Flaming Lips canta felice accanto ad una sua fan che l'ha raggiunto, nuda, sul palco dove Wayne stava tenendo un concerto nell'ambito del «Voodoo Music Festival» di New Orleans, in Louisiana (Epa/Steve C. Mitchell)
 
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