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Messaggi del 12/04/2010
Post n°4026 pubblicato il 12 Aprile 2010 da psicologiaforense
ECCO LA CLASSIFICA DEI TOP BLOG DEL 2010 (primi venti su 500)
Post n°4025 pubblicato il 12 Aprile 2010 da psicologiaforense
EDITORIALE DELLA NOTTE copyright,by psicologiaforense, riproduzione riservata MIO RICORDO DI Sono 9 anni che Montanelli è morto. Sul vuoto che ha lasciato tra i suoi lettori difficile aggiungere qualcosa di nuovo al profluvio di articoli scritti dopo la sua scomparsa. Stupirà dunque che aggiunga anche il mio... Oggi se ho un cruccio è quello di non aver conosciuto Montanelli di persona. La verità è che quando potevo farlo attraverso amici comuni, lui era già in là con gli anni. Forzare, oltre una certa soglia anagrafica, una conoscenza rappresenta sempre una violazione d'intimità. Fra l'altro, oltre a tenere a mente un aforisma di Karl Kraus, che piaceva anche a lui: «Molti desiderano ammazzarmi. Molti desiderano fare un'oretta di chiacchiere con me. Dai primi mi difende la legge, dagli altri…. », mi ero accorto, seguendo in televisione le sue interviste con Elkann, che Montanelli aveva con l'età accentuato alcuni tratti della sua ciclotimia. Anche questo mi rendeva più perplessa a fare il passo. Montanelli era un toscano con tutte le qualità e i limiti di un toscano. Se tra questi ultimi si iscriveva d'ufficio il temperamento, che, quando c'è, come spesso ricordava, è sempre brutto, tra le prime entrava di diritto l'uso raffinato della lingua, che per ogni toscano è un lascito naturale della terra d'origine. Una dote che si ottiene per successione e che bisogna però coltivare per evitare il rischio dell'inaridimento. «L'eredità che abbiamo ricevuto» scriveva Goethe «dobbiamo conquistarla di nuovo per evitare di mandarla in rovina». E Montanelli la riconquistava ogni giorno col suo lavoro. Per lui, “come” si scrive non era meno importante di “quel” che si scrive. Non amava il giornalismo sciatto, sindacalizzato che aveva inondato, dopo il '68, le redazioni dei giornali. Uno dei motivi per cui si legge poco nel nostro paese – affermava spesso attirandosi l'ira dei professori – dipende dalla circostanza che molti giornali, molti libri, specie quelli di storia, sono scritti in un linguaggio involuto.
Post n°4024 pubblicato il 12 Aprile 2010 da psicologiaforense
GOLA PROFONDA...E DI FUOCO Capita a tutti prima o poi di avere la gola arrossata. Ma quando a soffrirne è un vulcano di 5023 metri d'altezza, le cose si fanno complicate! L' "influenza" del Tungurahua - un vulcano dell'Ecuador centrale il cui nome significa appunto "gola di fuoco", in lingua quechua - dura da più di 10 anni. Nel 1999 dopo un lungo periodo di riposo, questa montagna si è risvegliata dando origine a un processo eruttivo che continua ancora oggi (la foto che vedete è stata scattata a gennaio). Negli ultimi mesi oltre a lava e lapilli, dai fianchi del vulcano sono colati anche alcuni lahar, pericolose colate di fango spesso bollente, formato da materiali piroclastici e acqua piovana.
Post n°4023 pubblicato il 12 Aprile 2010 da psicologiaforense
IL CORSIVO copyright by PSICOLOGIAFORENSE RIPRODUZIONE RISERVATA Gli elefanti nani in Sicilia cinquecentomila anni fa. Gli elefanti nani, i cui resti fossili sono stati rinvenuti in Sicilia nella prima metà del secolo scorso, possono finalmente festeggiare il loro compleanno. A stabilire per la prima volta l'età esatta – 500 mila anni – degli eccezionali reperti fossili ritrovati nelle Grotte di Spinagallo (Siracusa) e di Puntali e Luparello (Palermo) sono stati i chimici dell'Università di San Diego, grazie al metodo della «Racemizzazione degli aminoacidi». I paleontologi attribuirono immediatamente quei resti a elefanti di taglia nana che abitavano la Sicilia fin dal Pleistocene medio, ed esattamente alla specie intermedia Elephas mnaidriensis Adams e a quella piccolissima Elephas falconeri Busk (di circa novanta centimetri al garrese), senza tuttavia riuscire a stabilirne il periodo esatto. L'esemplare di Elephas falconeri, quello cioè che aveva raggiunto l'estremo limite del nanismo e che era ritenuto dai paleontologi il più recente, risale senza più dubbi a mezzo milione di anni fa, mentre l' Elephas mnaidriensis, di taglia intermedia, ad appena duecentomila. I casi di nanismo erano molto frequenti tra i mammiferi rimasti a lungo isolati in territori ristretti come le isole. La specie progenitrice di taglia normale – Elephas antiquus – arrivata in Sicilia quando il basso livello del mare ne consentiva facilmente il passaggio dalla Calabria, si è trovata poi isolata a causa della successiva risalita delle acque dando quindi origine a forme nane. Grazie a questa datazione sappiamo ora che in Sicilia si è ripetuta più di una invasione di elefanti continentali, determinando più stadi di nanismo.
Post n°4022 pubblicato il 12 Aprile 2010 da psicologiaforense
LA SENTENZA DI CASSAZIONE copyright by PSICOLOGIAFORENSE RIPRODUZIONE RISERVATA Matrimonio nullo se si tacciono i sintomi di una grave malattia
Aver taciuto al futuro coniuge di avere i sintomi di una possibile grave malattia, anche se comparsi in forma «prodromica» e non in male «conclamato» e certo, può essere causa di nullità del matrimonio. Lo ha stabilito la Cassazione (sentenza 12423). In particolare i supremi giudici hanno accolto il ricorso di Stefano P. al quale la moglie, Laura E., aveva tenuto nascosto di aver avuto le iniziali manifestazioni della sclerosi (paresi, disturbi motori, infiammazioni nervose) fin da quando era adolescente. Dopo dieci mesi di matrimonio si manifestò la gravità della malattia che affliggeva Laura, la quale fu più volte ricoverata soprattutto per le ricadute depressive della patologia che avanzava inesorabile. Dai medici Stefano apprese che la moglie aveva manifestato alcuni dei sintomi precursori della sclerosi già molti anni prima del matrimonio. Sentitosi tradito per non essere stato messo a conoscenza di questa situazione prima del matrimonio, Stefano si rivolse ai giudici per ottenere la nullità delle sue nozze. In sostanza voleva che fosse dichiarato nullo il matrimonio, ai sensi dell'articolo 122 del codice civile che prevede la non validità del consenso qualora dato senza essere informati dell'«esistenza di una malattia fisica o psichica o di una anomalia o deviazione sessuale, tali da impedire lo svolgimento della vita coniugale». Ma sia il Tribunale, che successivamente la Corte di Appello di Milano respinsero la richiesta dell'uomo in quanto la consulenza tecnica sul male di Laura aveva chiarito che «alla luce dei sintomi che sono andati nel tempo instaurandosi, non si poteva con assoluta certezza ritenere che gli episodi sarebbero evoluti versi la sclerosi multipla». Invece, secondo la Cassazione, sebbene non sempre questi sintomi evolvano nel temibile male, pure essi non vanno taciuti.
Post n°4021 pubblicato il 12 Aprile 2010 da psicologiaforense
Opere di Armando Testa.
Post n°4020 pubblicato il 12 Aprile 2010 da psicologiaforense
Playboy lancia il reality show sexy E' il reality show più sexy mai realizzato. Se non altro perché porta il marchio della rivista per soli uomini più famosa al mondo. "Playboy shootout", in onda da sabato scorso sul canale via cavo "Playboy channel", ha l'obiettivo di trovare una nuova modella e un fotografo da lanciare sulle pagine del giornale patinato. A sfidarsi sono 10 fotografi, ognuno accoppiato a una bellissima ragazza.
Post n°4019 pubblicato il 12 Aprile 2010 da psicologiaforense
L'OPINIONE copyright, psicologiaforense riproduzione riservata IL CONFINE DELLA VITA TRA PIETA' E ACCANIMENTO TERAPEUTICO Sul versante dei gorghi oceanici del dolore, quando non affiora più alcuna forma di orizzonte, è legittimo invocare la barca di Caronte, che ci traghetti laddove a nessuno è dato ritornare. L'«aiutami a morire» di chi soffre è un appello specialissimo, che i difensori della vita a ogni costo non possono ignorare. È vero che la pietà si manifesta «accompagnando» il morente con una assistenza amica, con gli affetti familiari, con il conforto della fede (quando c'è). Ma è anche vero che al cospetto del dolore lacerante anche la più calda affezione e la più forte fede non sortiscono nulla di positivo di ciò che il sofferente vuole con tutto se stesso. E ciò che vuole è uscire Pietà è un sentimento forte, certamente il più nobile dell'umana natura. Essa esprime quel sentire delicato che sa di «pudore», di «timore sacro», di «intangibilità», di «rispetto per la vita». Ma, se sostenere una vita che finisce è pietoso, surrogare una vita che è già spenta è spietato. L'accanimento terapeutico è la parte meno umana della medicina, perché prolungare la vita oltre le sue possibilità significa trasformare la persona in cavia. Significa manipolare la vita, non rispettarla. L'accanimento terapeutico sa d'empietà. Rispettare la vita comporta non solo che non si prosegua al di là dei suoi limiti, ma che la si viva con dignità.
Post n°4018 pubblicato il 12 Aprile 2010 da psicologiaforense
LA RIFLESSIONE DEL MATTINO copyright, psicologiaforense riproduzione riservata LA VECCHIAIA NON E' UNA MALATTIA I progressi della medicina hanno contribuito a prolungare in modo consistente l'età media della vita. E dalle ricerche degli ultimi vent'anni è emersa la constatazione che una fondamentale variabile nell'assicurare una “buona” vecchiaia è costituita dalla modalità con cui la persona risolve la “crisi” di mezz'età che è oggi situata fra i 49 e i 65 anni. Fino a non molto tempo fa tale momento della vita era frettolosamente risolto in termini di «necessaria rassegnazione» per le inevitabili “perdite” fisiche, affettive e sociali. Ma oggi non è più l'età in cui si deve apprendere «come rassegnarsi», ma «come rinnovarsi»: in altre parole, la “crisi” della mezza età è considerata come una crisi per la ridefinizione del sé. In essa, i conflitti psichici sono molto simili a quelli di un'altra grande crisi della vita: quella dell'adolescenza. Come l'adolescente deve superare il trauma del “distacco” dai genitori e passare dalla condizione di giovane dipendente a quella di persona autonoma, così l'individuo di mezza età deve accettare le inevitabili perdite. E, con appropriato dolore, distaccarsi da alcuni aspetti della propria persona, al fine di permettere ad altri aspetti, sacrificati nella prima parte della vita, di trovare in seguito adeguata espressione. In particolare, nell'uomo, specie se in precedenza ha dovuto darsi uno stile competitivo, “maschilista”, sono i desideri di tenerezza, affiliazione, gusto estetico, che chiedono ascolto e soddisfazione; nella donna, specie se ha dovuto dedicarsi soprattutto ai compiti di madre e casalinga, sono i desideri di partecipazione sociale e di industriosità, che tentano di trovare un'adeguata espressione. Naturalmente, questa revisione del sé (che coinvolge la percezione del corpo, l'espressione sessuale e le relazioni sociali) è condizionata da diverse variabili (la salute fisica, la configurazione familiare, il lavoro). Alcuni, anziché accogliere le nuove potenzialità, si irrigidiscono, rafforzando le difese denigratorie (che si esprimono soprattutto nella volontà di rimanere giovani in modo esagerato). Altri sviluppano un'attenzione patologica verso il corpo, oppure avvertono le nuove potenzialità non come delle opportunità, ma come delle «debolezze» o minacce; altri ancora vivono le perdite dell'età come perdite globali (senso di fallimento, depressione).
Post n°4017 pubblicato il 12 Aprile 2010 da psicologiaforense
Treno della val Venosta deraglia Un treno regionale è deragliato nella zona di Merano (Bolzano). Sono 7-8 i morti e una ventina i feriti, lo ha detto il governatore Luis Durnwalder. L'incidente ferroviario è avvenuto stamani attorno alle 9. Il convoglio è deragliato tra gli abitati di Laces e di Castelbello. La linea interessata è quella della val Venosta, che congiunge i paesi della vallata con Merano. Il tratto ferroviario è gestito da una società della Provincia autonoma di Bolzano.
Post n°4016 pubblicato il 12 Aprile 2010 da psicologiaforense
Barbie in scatola.
Post n°4015 pubblicato il 12 Aprile 2010 da psicologiaforense
LA SENTENZA DI CASSAZIONE Separazione: si presumono in comproprietà i beni mobili dei quali nessun coniuge può dimostrare la proprietà esclusiva Quando nessuno dei coniugi può dimostrare la proprietà esclusiva dei beni mobili risultano pro quota di entrambi i partner. Lo ricorda la seconda sezione civile della Cassazione con la sentenza 3479/10. Il caso
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Inviato da: Nuvola_vola
il 09/01/2019 alle 19:15
Inviato da: moltiplicazeri
il 16/12/2018 alle 17:51
Inviato da: monellaccio19
il 01/11/2018 alle 07:57
Inviato da: Brillante.Nero
il 06/09/2018 alle 23:51
Inviato da: casadei.lisetta
il 24/04/2018 alle 10:49