Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
finchè vita non vi separi
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2010 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30    
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Contatta l'autore

Nickname: psicologiaforense
Se copi, violi le regole della Community Sesso: F
Età: 62
Prov: PD
 

umorismo e satira

 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2010 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30    
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 791
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Messaggi del 15/04/2010

 

L'EDITORIALE DELLA NOTTE: IDEE, PENSIERI, OPINIONI, RIFLESSIONI, SUGGESTIONI....... PER UN NUOVO GIORNO

Post n°4043 pubblicato il 15 Aprile 2010 da psicologiaforense

L'EDITORIALE DELLA NOTTE

Sono volgare e me ne vanto.

Donne sempre più esibizioniste: ma  questa, per me,  non  è emancipazione!

La pornografia è sempre esistita, però se ne stava al suo posto. Adesso invece è al nostro, di posto, passeggia tranquillamente per le nostre strade, frequenta le nostre scuole, abita a casa nostra, lampeggia dai nostri televisori, veste nei nostri armadi. Reggiseni in vista, filamenti di pizzo che spuntano da insospettabili jeans, push-up e trasparenze in età prepubere o senile. Donne che per scelta, per libera scelta sembrano pornostar. Donne liftate, bombate, strippate, tutte uguali a tante Barbie dimenticando che le Barbie si ispirano a una famosa bambola gonfiabile tedesca, o forse sapendolo benissimo. Donne più libere, davvero? Non prendiamoci per i fondelli, raccontando a noi stesse che questa è liberazione. Le donne si fanno convincere che mostrare tette ricoperte di lustrini sia una forma di potere. Intendiamoci, io non ho nulla contro i lustrini, ma non dobbiamo fissarci su tette e culi dimenticandoci chi siamo, dove siamo e quanta strada dobbiamo ancora fare. Cominciamo ad avere un 50 per cento di donne  in parlamento, mettiamo le donne in posizioni decisive: quello è potere. La libertà sessuale può essere un paravento per camuffare la poca strada che abbiamo fatto...

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

LADRO DI INFANZIA, "AMORE" CHE UCCIDE, BAMBINO TRADITO, MINORE MAL-TRATTATO, NONNI E MAMMA IPERPROTETTIVI

Post n°4042 pubblicato il 15 Aprile 2010 da psicologiaforense

IL CASO DEL GIORNO

Ferrara, mamma e nonni condannati: Troppo "amore" per il bambino

Il nonno, la nonna e la madre gli hanno  un "amore" totalizzante, simbiotico, eccessivo, paralizzante: per questo li hanno condannati. Lui oggi ha 13 anni, e vive a Ferrara. E’ un bambino molto intelligente: gli insegnanti dicono che è il primo della classe. Ma fino a 7 anni non camminava quasi e non riusciva nemmeno a salire le scale. Solo adesso ha cominciato a camminare. Però, non corre troppo bene.

Non ha mai fatto uno sport, niente, mai una gita, mai una corsa nei prati con gli amici. Non ha mai frequentato nessuno che non fosse la sua famiglia, suo nonno, la nonna e la mamma. Quando non va a scuola, sta chiuso nella sua stanza tutto il giorno, riempito di coccole e di amorevoli carezze, che suscitano lampi di mesta allegria nei suoi occhi di bimbo, neri come due bacche. Fuori, è come se tutto ribollisse dell’essenza pericolosa della vita, del magma recondito di una tragedia. Ha 13 anni, ma non riesce a fare la pipì da solo. Deve avere sempre accanto o sua mamma o suo nonno. E mangiare, può farlo soltanto a casa. Quando l’hanno costretto alla mensa della scuola, s’è chiuso in uno sgabuzzino senza nessuno, come ha raccontato Heinrich Stove, l’avvocato di suo papà. Il fatto è che non ce la fa a mangiare assieme agli altri compagni. Ha paura di loro, come ha paura della vita, perché, semplicemente, nessuno potrà mai amarlo come la sua famiglia.

Il troppo amore è una forma della vita. Molte volte l’abbiamo conosciuto nella cronaca. Genitori adottivi che hanno infranto le leggi, fidanzati impazziti che hanno perso il senso della realtà. C’era stata una mamma che non aveva mandato il figlio a scuola solo perché aveva paura che si ammalasse. L’avevano condannata. Ma questa volta il tribunale di Ferrara gli ha dato una connotazione penale ben precisa: è un maltrattamento di minore. Da oggi, anche per la Giustizia, il troppo amore è un reato, perché è un possesso che esclude il distacco, un affetto che ammorba la vita. Il nonno è stato condannato a tre anni e sei mesi, la mamma a tre anni, la nonna a due: il giudice Silvia Marini ha deciso pene molto più severe rispetto a quelle richieste dalla Procura. In realtà, come poi andrà davvero a finire questa storia, nessuno lo capisce ancora bene.

Il fatto è che il bambino ha paura di tutti, ma odia una sola persona: suo padre. Da dieci anni va avanti questa vicenda, e lui è convinto che è tutta colpa del babbo. La mamma gli ha detto una volta che lo voleva mandare in un istituto di handicappati. Lei non ha un lavoro e nemmeno una rendita, e vive assieme al nonno, che ha una cascina con l’aia alle porte di Ferrara: ci sono dei cani che ringhiano molto furenti dietro al cancello per proteggerli da chiunque voglia avvicinarsi. Lui, il papà, invece, è un signore distinto, che fa il manager a Milano. Il loro matrimonio è andato in crisi subito dopo la nascita del piccolo. E’ stato quasi subito annullato dalla Sacra Rota. Da allora, in dieci anni, l’uomo «è riuscito a vedere suo figlio soltanto tre volte, e di nascosto», come racconta Heinrich Stove. Per forza, dice che lo odia: gli hanno fatto una testa così. «Noi non volevamo creargli dei problemi sulla sua pelle. Noi volevamo liberarlo per il suo bene. Speriamo che quella famiglia si renda conto che non gli sta facendo del bene, e che questa sentenza permetta al Tribunale dei minori di intervenire».
 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

ULTIMO SALUTO A RAIMONDO VIANELLO, LE REAZIONI ALLA NOTIZIA DELLA MORTE,

Post n°4041 pubblicato il 15 Aprile 2010 da psicologiaforense

Morto Raimondo Vianello: l'Italia ricorda

Non solo il mondo dello spettacolo, ma anche la politica, la cultura e lo sport ai massimi livelli ricordano l'attore e conduttore tv scomparso a Milano all'età di 87 anni

 

Il presidente Napolitano.  Giorgio Napolitano, appresa la notizia, ha inviato a Sandra Mondaini un messaggio in cui esprime la sua vicinanza ricordando il popolare attore che tanto ha dato al teatro, al cinema e alla TV italiani. Lo rende noto la Presidenza della Repubblica.

Applauso alla Camera. L'attore Luca Barbareschi, deputato Pdl, ha ricordato in aula la figura del "signore della televisione" Raimondo Vianello, chiedendo all'Assemblea di Montecitorio di rivolgere un saluto al popolare attore e conduttore televisivo. Un applauso dai banchi dell'emiciclo ha accompagnato le sue parole.

Gianfranco Fini, presidente della Camera. Messaggio inviato a Sandra Mondaini. "Apprendo con profonda tristezza la notizia della scomparsa di Suo marito Raimondo Vianello, protagonista della commedia all'italiana e uno dei volti più amati dal grande pubblico televisivo. La sua figura, esempio di sobria eleganza e misurata classe, lascia un grande vuoto nel mondo dello spettacolo. Egli ha saputo interpretare con fine ironia la vita del nostro tempo accompagnando per più di sessant'anni l'evoluzione del costume e della società italiana. La Sua umanità, simpatia e straordinaria signorilità gli hanno assicurato il costante affetto del Suo pubblico e di tutti gli italiani. La Sua passione per lo sport e, in maniera particolare per il calcio, lo hanno reso un personaggio stimato e popolare anche tra gli sportivi. Ci mancheranno il suo garbo, i suoi toni non gridati, la sua competenza e grande professionalità. In questo momento di grande dolore, esprimo a Lei, gentile Sandra, il mio più sincero sentimento di cordoglio, unitamente a quello della Camera dei deputati".


Renato Schifani, presidente del Senato. Messaggio inviato a Sandra Mondaini. "Ho appreso con grande tristezza la notizia della scomparsa di Raimondo Vianello. Per oltre cinquant'anni il suo umorismo sottile e tagliente ha accompagnato la vita del nostro Paese e ci ha fatto sorridere con leggerezza anche nei momenti più difficili. Raimondo ci mancherà, perché ha rappresentato l'idea di un'Italia borghese, educata, mai volgare, ma al tempo stesso capace di non prendersi mai sul serio e di vivere la vita con allegro distacco. La sua elegante simpatia, così come il vostro sodalizio artistico e di vita, sono entrati a pieno titolo nel patrimonio culturale di un popolo. Le esprimo tutta la vicinanza e l'affetto, anche a nomi dei senatori, con un commosso pensiero".

Pippo Baudo. "Raimondo Vianello era un uomo eccezionale e un artista eccezionale. Il nostro era un rapporto di 40 anni, mi consideravo uno di famiglia. Spesso ci siamo frequentati fuori il lavoro, da loro si stava bene e mi sentivo a casa. Aveva sempre una battuta anche quando negli ultimi tempi non stava più bene, non ha mai perso il suo carattere". "Lascia una maniera leggera di interpretare questo mestiere, non ha mai voluto essere divo pur essendo immenso, da lui nessuna prosopopea, nessuna autoesaltazione ma un senso della misura che oggi si è completamente perso". Il rapporto con Sandra Mondaini. "Ci vuole una vita per descrivere la finezza del loro rapporto, si prendevano in giro ma non riuscivano a fare a meno l'uno dell'altro. Sandra è stata l'ispirazione della sua vita e Raimondo per lei, devoti e solidali. Lei purtroppo sta molto male, si è spezzato oggi il cordone ombelicale che li ha tenuti uniti e questo mi addolora immensamente". "Negli ultimi tempi non parlava più, si era come assopito, ma recentemente ero riuscito a parlarci: se mi chiami per le condoglianze anticipate hai sbagliato numero".

Dario Fo. "Lui era più anziano di me di 4 anni, ma abbiamo cominciato insieme prima in radio e poi in tv. Tra l'altro, mia moglie Franca Rame è molto amica della Mondaini. La comicità di Vianello, la cui scomparsa mi mette una profonda malinconia, era paradossale e innovativa, pur restando molto popolare. E' nato come spalla di Tognazzi ma poi è stato in grado di dar vita a un personaggio originale, quello del borghese perbene e discreto alla prese con i problemi della quotidianità. In questo senso, i suoi dialoghi spesso surreali con la Mondaini erano geniali".


Loretta Goggi. "Raimondo Vianello era diverso da tutti gli altri. Aveva una comicità poco italiana, molto molto particolare e irraggiungibile. Non lascia eredi, nessuno l'ha potuto imitare perché era unico. Mi piace ricordare la sua immensa ironia. Quando due persone discutono, come capita a tutti, anche a me e a Gianni Brezza, tutti dicono 'ecco i Vianello': una coppia che ha rappresentato tutti. Per questo penso ora a Sandra Mondaini: so che sta molto male e immagino la sofferenza di queste ore. Con Gianni mi stringo a lei".

Paolo Garimberti, presidente Rai.  "Con Raimondo Vianello scompare uno dei pionieri della televisione italiana, un professionista raffinato, elegante e mai volgare. Un artista, un vero gentiluomo, che ha contribuito a rendere più lieve e gradevole il servizio pubblico fin dai suoi albori negli anni '50 e a fidelizzare con la sua comicità e il suo sorriso milioni di telespettatori. La sua versatilità professionale, la sua passione per la battuta, la sua capacità di scherzare con tutti e su tutto e la sua incredibile autoironia mancherà alla televisione italiana tutta e al mondo del calcio, sport per cui aveva un amore straordinario".

Ettore Bernabei (direttore generale Rai negli anni d'oro di Vianello in tv). "Era in sintonia con la gente comune. Ne rappresentava la pazienza, la bontà, il voler dare una mano a tutti. La sua non era solo eleganza e buon gusto. In Vianello c'era qualcosa di più, un afflato umano,una grande umanità. Sempre misurato. Il pubblico lo sentiva uno di loro. Fino all'ultimo ha cercato di non perdere contatto con le persone". "Dal punto di vista artistico, Vianello era grande. Ha accettato sempre di buon grado di fare da spalla ma non era un vero numero due: sia con Walter Chiari, con la stessa Sandra Mondaini, con Alberto Sordi, riusciva a stare a sempre allo stesso livello".
 
Paolo Bonolis. "Mi dispiace profondamente, è una persona che ha vissuto tanto e che ha dato tanto a chi lo ha seguito. Muore con lui un'intera generazione. La generazione di Corrado, di Tognazzi e giustappunto di Vianello. Lo ritenevo come uno dei miei maestri. Una delle persone che ha sicuramente ispirato parte del mio comportamento, senza dubbio. Lui aveva questa sorta di comicità slow e molto inglese che mi ha sempre affascinato. Mi spiace che ci abbia lasciato ma quello che poteva lasciarci ce lo ha lasciato intatto e se ne va in un'età importante e tutto sommato credo sia anche felice di essersene andato".

Fiorello. "Il mio primo pensiero va a Sandra, a cui mando un affettuoso abbraccio. Se ne è andato il maestro dell'ironia per antonomasia, più di un presentatore, un attore dal grande stile, il primo anche che con 'Pressing' riuscì a portare il sorriso nelle trasmissioni sportive. Mi piace ricordarlo quando ai Telegatti, ogni volta che mi incontrava dietro le quinte, mi diceva, col quel suo sguardo fintamente stupito, 'Ma cosa ci fai tu qui? Allora premiano proprio tutti!'. Dedico a Raimondo la mia serata di domani in teatro".

Luca di Montezemolo, presidente Gruppo Fiat. "Un signore del palcoscenico che ha legato il suo nome a dei momenti indimenticabili della televisione italiana e anche un amante del vero calcio. Faccio tante condoglianze alla moglie".

Il Milan. "Il mondo del calcio e degli appassionati italiani piangono la scomparsa di Raimondo Vianello. In una grande e lunga carriera vissuta nel segno dell'indissolubile legame con la moglie Sandra Mondaini, Vianello, attore e conduttore televisivo, ha dato tantissimo allo sport italiano sia a livello di passione e attenzione che di partecipazione effettiva con la conduzione della trasmissione calcistica 'Pressing'. Il Milan e tutti i milanisti si uniscono al cordoglio dei suoi cari e dei suoi affetti".

L'Inter.  Il club ricorda "gli otto anni di conduzione della tramissione 'Pressing', in cui Vianello seppe unire intelligenza, misura, profondo senso dell'umorismo e competenza calcistica". "Rimarrà indimenticabile per il mondo dello spettacolo, ma anche per il pubblico, che ha seguito la sua lunga carriera. Alla moglie Sandra un abbraccio affettuoso".

La Juventus. "Un attore brillante, un presentatore amabile, uno sportivo appassionato e attento: nella sua lunga carriera ha saputo spaziare dal cinema, al teatro, alla televisione con straordinaria semplicità, guadagnandosi l'affetto di tutti. Vianello ha dato molto anche al mondo del calcio, grazie alla conduzione della trasmissione 'Pressing', sempre garbata e mai sopra le righe. La Juventus e tutti i suoi tifosi si uniscono al dolore della moglie, Sandra Mondaini e di tutti i suoi cari".

Gianni Boncompagni.  "Sempre spiritosissimo, allegro, divertente, di qualità, mai volgare. Sono dispiaciutissimo, era mio vicino di casa a Roma. Era un po' che non lo vedevo, da quando stava a Milano. Ma stava bene".

Antonella Elia (con Vianello a Pressing dal 1995 al 1997). "E' il ricordo di un grande uomo. Di Raimondo ricordo l'ironia, la classe, lo stile, l'amorevolezza quando faceva il burbero con me: non mi ha mai permesso di dargli del tu. Nella vita era comicissimo, come in scena. Ho avuto l'onore di fare coppia con lui: eravamo molto sincronizzati, ero la sua spalla e Raimondo usava la mia naturale goffaggine e svagatezza per fare spettacolo. Mi studiava, sapeva sempre perfettamente che cosa avrei detto. Non c'è mai stato nessun copione, improvvisavamo. L'ho sentito l'ultima volta tre anni fa, lo chiamai per invitarlo a vedere il mio spettacolo con Salemme a Milano ma diede forfait perché Sandra non stava bene. Lo porterò sempre nel cuore".

Fabio Fazio.  "E' stato una leggenda, un punto di riferimento per la televisione con la grande dote, come Oliver Hardy, della looking camera: era sul set ma riusciva ad essere sempre un passo più in là, senza mai perdere niente di vista. Ho ammirato e ritenuto preziosa la sua grande ironia, una vera e propria dote espressa al massimo grado. Ma soprattutto è riuscito a fare il suo mestiere stando sempre un passo più avanti guardandosi anche da fuori. Era sempre un passo distante da dove si trovava, geniale e bravissimo".

Maria De Filippi. "Per me è un gran dolore, una perdita enorme,  incolmabile. Il mio pensiero va a Sandra. Vorrei stringerla e dirle  che le sono vicina con tutto il cuore. Il loro amore è un esempio per tutti noi insieme alla loro umanità, onestà e semplicità".

Enzo Iacchetti.  "Sono rattristatissimo anche perché sapevo di essere uno dei suoi preferiti. Manca un padre, l'ultimo baluardo della vecchia generazione da cui tutti abbiamo imparato. Sapevo che stava male, mi ero anche un po' preparato. Ma stamattina è stata una notizia bruttissima".

Diego Abatantuono. "Sono senza parole, mi dispiace dal profondo per la morte di Raimondo Vianello. Con lui se ne va un pezzo della mia vita".

Giampiero Mughini.  "Per noi tutti era un maestro che si era messo un po' da parte cioè, che non competeva per le prime fila dei cerimoniali alti. Bensì, si era ritagliato il suo ruolo popolare, raffinato e ironico che ha coltivato a dismisura in combutta con una moglie e partner meravigliosa".

Luciano Rispoli. "Era un gentiluomo e un caro amico, sempre affabile, genuinamente attento al lavoro dei colleghi. Il ricordo che ne ho è commosso come ci si trova dinnanzi a un fatto che sembra incredibile".
 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

LA FOTONOTIZIA CURIOSA

Post n°4040 pubblicato il 15 Aprile 2010 da psicologiaforense

 

IL NIDO E LA GABBIANELLA

Il gabbiano accanto all'uovo nel "nido" improvvisato su un muraglione del Vittoriano. E' scivolato dal luogo in cui era stato deposto sul marmo del Milite Ignoto, ed e' finito sul muraglione esterno del monumento capitolino. I tecnici della sovrintendenza hanno provveduto a recintare l'esigua area: ovvero l'uovo e mamma gabbiano che lo covava. Il Vittoriano, conosciuto dai romani come ''la macchina da scrivere'', e' un luogo molto frequentato dai gabbiani perche' il bianco della pietra, abbagliante anche di notte perche' illuminato, ricorda loro il candore delle scogliere, l'habitat naturale di questo uccello marino.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963