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umorismo e satira

 

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Messaggi del 01/05/2010

 

L'EDITORIALE DELLA NOTTE: BOSE, SILENZIO, ANGOSCE, INQUIETUDINE, ASCOLTO, TERAPIA DELL'ANIMA, SPIRITUALITA'

Post n°4120 pubblicato il 01 Maggio 2010 da psicologiaforense

L'EDITORIALE DELLA NOTTE

 

A BOSE IL PICCOLO MONASTERO CHE VINCE LE ANGOSCE DEL NOSTRO TEMPO

 


 

 

Sul portone d'ingresso una scritta dice: “Suonate, entrate, qualcuno vi accoglie”. Dovete suonare la campanella al solo scopo di avvertire del vostro arrivo, quel “qualcuno” incaricato dell'accoglienza degli ospiti, non certo per far aprire quel portone perché è sempre aperto l'ingresso nel monastero di Bose, a Magnano, per accogliere chiunque sia alla ricerca di un luogo di silenzio per interrogarsi e, nello stesso tempo, per ascoltare quella Parola che sola può dare risposta a interrogativi e inquietudini. “Fare ritiro - viene spiegato a Bose - significa sostare, chiudere un attimo gli occhi, non per dimenticare ma al contrario per ritrovarsi, per radunare le forze, per fare ordine nei pensieri e calmare l'angoscia” . Ogni anno sono migliaia quelli che entrano da quella porta e si fermano per qualche giorno di silenzio e di ascolto nelle camerette che il monastero di Bose mette a disposizione per gli ospiti, il cattolico accanto al protestante, il religioso accanto al non credente. Ospitalità ed ecumenismo sono, infatti, le note caratteristiche di Bose, e questo fin dalla sua fondazione. Fin da quando, cioè, un giovane laureato alla Facoltà di Economia e Commercio di Torino, Enzo Bianchi, verrà a stabilirsi a Magnano, attratto dalla quiete e dalla suggestione che aleggia attorno alla chiesetta romanica di San Secondo. L'anno era il 1965. Nel 1968 i primi fratelli si uniscono a Enzo Bianchi, fra essi una donna e un pastore evangelico. Oggi sono un centinaio i fratelli e le sorelle della comunità monastica di Bose, appartenenti a cinque diverse nazionalità e a tre confessioni religiose diverse: cattolici, protestanti e ortodossi. Nessuno di essi è prete e tutti lavorano guadagnandosi da vivere con le proprie mani. In una comunità che non ricorre nè ad offerte nè a finanziamenti esterni è sempre troppo corta la giornata, anche se ha inizio ogni mattina alle quattro e mezza e prosegue, alternando al lavoro la preghiera, fino alle ore 20, quando su monaci e ospiti scende a Bose il “grande silenzio” in cui solo si può percepire la voce dell’anima.

 

 

 
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CURIOSITA', 40 ORE AL TELEFONO, RECORD DEL MONDO PER 2 VENTENNI, ALICE, TELECOM,COSTUME & SOCIETA',

Post n°4118 pubblicato il 01 Maggio 2010 da psicologiaforense

METTO GIU' IO? NO METTI GIU' TU...


La telefonata più lunga del mondo: 40 ore di chiacchiere senza sosta


 

La «telefonata più lunga del mondo» è avvenuta durante una azione congiunta tra Alice e Radio Hamburg: i partecipanti al tentativo di record, tre coppie di conversatori, erano divisi tra la redazione di Radio Hamburg a Amburgo e l'albergo Le Royal Meridien, sempre nella città anseatica. I vincitori alla fine sono risultati Keyvan Hamidi (27 anni) e Sercan Aratemuer (25) che hanno cominciato la loro telefonata alle ore 17 del 28 aprile per concluderla questa mattina alle ore 9.

«Grazie a tutti i nostri amici per il sostegno. Ma ora l'unica cosa che desidero veramente è andare a dormire« ha detto Keyvan Hamidi, con voce un po' afona. Perchè il record sia valido bisogna rispettare alcune regole, controllate direttamente dagli ascoltatori di Radio Hamburg. Due delle tre coppie partecipanti al tentativo di record sono riuscite a superare il primato precedente, che risaliva al 2005, ma alla fine il verdetto sul vincitore è stato dato dagli ascoltatori di Radio Hamburg. Per tutto il tempo della sfida al record era infatti possibile sentire in diretta la conversazione sul sito della radio e dare un voto a quella ritenuta migliore. Al secondo posto si sono qualificate Eileen Gehlhaar (24) e Carina Munster (26).

 
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LA VIGNETTA DEL GIORNO

Post n°4117 pubblicato il 01 Maggio 2010 da psicologiaforense

 
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IL CORSIVO BREVE: VITA DI COPPIA, LEGAMI AFFETTIVI, AMORE, SENSUALITA', SESSUALITA', CLASSIFICA SENSI COLPA

Post n°4116 pubblicato il 01 Maggio 2010 da psicologiaforense

IL CORSIVO BREVE

E' il senso di colpa a guidare i nostri legami affettivi

È il senso di colpa a guidare i nostri legami affettivi: un senso di colpa che non va visto solo in negativo, perché può stimolare un'attenzione particolare verso la persona amata e aiutare a contenere l'egoismo insito in ciascuno di noi. In particolare, quello relativo all'ipotesi di rompere il proprio legame (43% degli intervistati), mentre il tradimento vero e proprio raggiunge a sorpresa appena il 9%. Tutto ciò in uno studio condotto su un campione di 240 persone (donne e uomini compresi tra i 19 e 58 anni). A dominare la classifica dei sensi di colpa è quello relativo all'ipotesi di una rottura della relazione (43% degli intervistati), che oscilla tra il pensiero di lasciare il partner e l'impressione di non esserne più veramente innamorati. Al secondo posto nell'elenco di questa particolare classifica troviamo il ricorrente conflitto tra il coniugare i propri bisogni con quelli del partner (38% degli intervistati). Molto elevata è anche la percentuale di coloro che provano un senso di colpa per il fatto di mantenere la propria autonomia nella relazione (37%), o di non accettare alcuni tratti del carattere dell'amato, criticandolo apertamente in presenza di altri (35%). Molto bassa risulta, invece, la percentuale di coloro che si sentono in colpa per aver tradito davvero il partner: appena il 9% del campione, che passa al 25% se il tradimento è solo virtuale. Bugie e inganni fanno invece risalire la percentuale, suscitando sensi di colpa nel 33% degli intervistati, che passano al 22% quando si va contro le aspettative del partner, al 18% quando non si mantengono gli impegni presi e al 17% quando si ritiene di prendere di più di quanto si dà.

 
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