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Post N° 84

Post n°84 pubblicato il 07 Aprile 2005 da adrians3

Per una economia sostenibile

Contributo Rete Lilliput  Lomellina 

Per noi economia sostenibile significa dare spazio a un'altra concezione dell'economia che, a partire dai bisogni insoddisfatti dei poveri del mondo e dalla responsabilità verso le generazioni future, si orienta verso la sobrietà e la giustizia, sapendole coniugare con la piena occupazione, con la partecipazione e il soddisfacimento, per tutti, dei bisogni fondamentali.
- Dare visibilità e spazio a stili di vita e iniziative produttive, commerciali e finanziarie ispirate ai principi di sobrietà, equità, sostenibilità, partecipazione e solidarietà. In questo, dedichiamo particolare attenzione ai temi del commercio equo e solidale, alla finanza etica,  alle diverse forme di economie popolari al Sud e Nord del mondo, e a tutte quelle forme di economia non monetaria che si sviluppano anche nelle nostre citta', i gruppi di acquisto solidali, il turismo sostenibile, le banche del tempo,ecc.
- Contribuire a costruire un nuovo "sentire comune", dove l'idea di benessere dipenda meno dalle proprietà e dai consumi e dove sia invece rivalutato il senso della qualità della vita, di un ambiente sano, delle relazioni affettive e sociali, del bene comune.
- Conoscere, analizzare e intervenire sulle grandi scelte economiche e finanziarie, là dove si giocano i destini di interi popoli e nazioni, là dove i poteri forti operano nella dimenticanza o nel disprezzo dell'uomo.
- Opporsi al "pensiero unico" e fare emergere gli interessi di parte dietro le ideologie economiche dominanti.
- Analizzare i comportamenti delle imprese produttive, commerciali e finanziarie, con particolare riferimento alle multinazionali, perché là dove le dimensioni, gli interessi e il potere economico sono più grandi, le ricadute sono spesso sconvolgenti ed è più frequente che i crimini contro l'uomo e l'ambiente passino sotto silenzio.
- Orientare le scelte dell'opinione pubblica e far prendere coscienza del potere reale che è insito nei nostri gesti quotidiani e della responsabilità che ne deriva.
- Analizzare la storia sociale, ambientale e commerciale dei prodotti per orientare le scelte dei consumatori.
- Dare voce alle campagne e alle reti di resistenza organizzate a livello internazionale e nazionale per opporsi alle scelte economiche delle imprese e dei centri di potere che attentano ai diritti umani, sociali e politici.
- Promuovere comportamenti e provvedimenti a difesa dell'ambiente, della salute, della dignità umana, della democrazia economica.
Abbiamo  studiato e apprezzato con favore la filosofia del Centro di Etica Ambientale di Moribondo.
Il quale lavora , leggema nella sua lettera di intenti, perche' nasca un rapporto non di dominio ma di dialogo , di collaborazione, di reciproca integrazione tra persone umane e ambiente naturale, nell'impegno a custodire e a tutelare valori e risorse ivi presenti.
Insomma un soggiornare dell'Uomo sul pianeta , e la sua apertura al senso della bellezza, della complessita', dell'unita' dei dinamismi e delle relazioni, sia della forma della totalita' ecosistemica sia in quella della singolarita' degli enti, che costituiscono l'ambiente naturale.Ma anche il superamento, di quello che uno dei grandi scienziati del nostro secolo, Erwin Schrdinger ha chiamato -l'idiozia dello specialismo- e la ricerca di una nuova alleanza tra le culture, tra la cultura tecnica e la cultura spirituale, propria di un umanesimo aperto al cosmo, nell'unita' di ragione e cuore, Insomma la centralita' di una nuova etica ambientale sostenibile e delle figure proprie dell'eterna vita dello spirito: stupore, apertura estatica, silenzio, ascolta, capacita' di visione, umilta', semplicita' tempo come otium, contemplazione, ecc.
Economia sostenibile ci ricorda anche le famose 12 tesi  di Dobbiamo scritte nell'88 dal titolo suggestivo "La bellezza per una economia sostenibile" che a nostro avviso riprendono ed ampliano il pensiero piu' intimo e profondo di Alexander Langer, un ecologista  trentino a cui le associazioni ambientaliste  lomelline hanno sempre tributato una grande importanza per le sue intuizioni e suggestioni.

1-La bellezza è un esigenza primaria dell'uomo. In tutte le civiltà gli oggetti della vita quotidiana sono sempre stati molto più che dei beni strumentali, i villaggi e le città molto più che meri accostamenti di edifici, e il paesaggio molto più che un mero spazio da usare o edificare, essendo stati plasmati anche secondo esigenze estetiche. La bellezza, apparentemente inutile e superflua, è sempre stata considerata una necessità. Aver distrutto la bellezza della natura e della cultura che abbiamo ereditato è uno del peccati più gravi della nostra civiltà. La mancata soddisfazione delle esigenze estetiche in un mondo sempre più inquinato e cementificato, e la perdita di sensualità nelle nostre percezioni ci rendono sempre più difficile trovare la strada verso uno sviluppo sostenibile. Senza bellezza non si realizza la vita.
2-La bellezza è un fattore essenziale della sostenibilità, un aspetto irrinunciabile finora per lopiù trascurato. Lo sviluppo sostenibile presuppone una riduzione del consumo delle risorse naturali, ma questo limite rappresenta una grande opportunità. Siamo chiamati a trovare nuove forme produttive, stili di vita e modelli di consumo che comportino un utilizzo oculato delle risorse naturali e ci seducano anche attraverso la sfida affascinante di dover convivere coi nuovi limiti. La bellezza del senso della misura, del non fare, della moderazione, della gestione accorta delle risorse, ma anche la bellezza della varietà ecologica e culturale, della peculiarità, della ritrovata identità locale, la bellezza dell'era postindustriale e solare sono altrettante espressioni di una bellezza conciliabile con una vita sostenibile.
.
3-La riscoperta della bellezza può far rinascere le città. Finora, gli agglomerati urbani hanno invaso avidamente il territorio, disperdendosi in una massa informe di strade e cemento, e rubandoci una parte della nostra identità. L'espansione illimitata dei centri urbani non ha futuro e solo all'interno dei propri confini la città può essere rifondata, facendo dei limiti una risorsa. Ogni centro deve ridefinire il rapporto col proprio territorio. Conservare, ristrutturare, restaurare e abbellire, salvaguardando le caratteristiche naturali e culturali, sono i fondamenti di ogni sviluppo urbano. Occorre riscoprire i luoghi, cogliendo la natura e le cultura che li identifica e che caratterizza la loro bellezza.Rivitalizzare i centri storici migliorandone la qualità della vita è un modo per conciliare la bellezza con uno sviluppo urbano sostenibile.

"Meno velocità e quantità, più qualità e bellezza": la bellezza e lo sviluppo sostenibile sono i principi ispiratori di un saper vivere ecologico. Alle soglie del ventunesimo secolo, a differenza di tutta la storia precedente dell'umanità, l'arte del saper vivere deve ispirarsi soprattutto ad uno stile di vita ecologico. Oggi è l'eccesso delle opportunità a mettere a repentaglio la nostra capacità di orientamento e la nostra indipendenza. I limiti sono la risorsa, ma illimitate sono le risorse immateriali fantasia, creatività e bellezza. E' ora di tirare il freno. Per evitare di essere irretiti, ingannati e imbambolati dalla "bellezza" delle offerte consumistiche, e per non ingannare noi stessi, ci serve un'estetica personale e collettiva della giusta misura, una nuova eleganza della semplicità e un modo più sereno di vivere il tempo. Per essere convincenti, con noi stessi e con gli altri, dobbiamo riacquistare il senso del bello e del sostenibile e trasmettere agli altri questa cultura di vita.
 
E ancora sull'economia sostenibile :

Sappiamo che in Europa, in Spagna e Francia in particolare, e nel mondo, principalmente in Sud America, esistono da vari anni reti di realtà economiche che si definiscono di Economia Solidale, emerse soprattutto in questi ultimi anni con le realizzazioni dei Forum Sociali Mondiali ed Europeo. In Italia esistono molteplici esperienze che, pur non definendosi in questo modo, agiscono quotidianamente secondo questa ispirazione.

Queste pratiche di economia solidale si identificano dalla loro tensione verso questi elementi caratterizzanti:
* giustizia e rispetto delle persone (condizioni di lavoro, salute, formazione, inclusione sociale, garanzia dei beni essenziali) attraverso relazioni basate sui principi di cooperazione e reciprocità;
* rispetto dell'ambiente (sostenibilità ecologica);
* partecipazione democratica;
* disponibilità a entrare in rapporto con il territorio e con le altre realtà dell'economia solidale condividendo un percorso comune;

Condizioni per definire cosa significa essere, vivere o trovarsi dentro l'economia solidale,sono
*La non condivisione del modello di sviluppo economico attuale, sia a livello locale che mondiale (che crea le differenze ed i problemi che tutti conosciamo) e la conseguente proposta di pratiche che dimostrino come un altro modo di fare economia sia realmente possibile.
* Il legame stretto col territorio. Un progetto di economia solidale fa sentire la sua presenza nella realtà locale nella quale opera, la valorizza e ne permette una crescita complessiva ed equilibrata sia culturale che economica e sociale.
* La disponibilità a confrontarsi e a condividere con altri idee e progetti, in un contesto locale e su obiettivi condivisi, lavorando in armonia con le altre istanze sociali, politiche, culturali e produttive presenti.


 Cosa si intende per rete locale e chi vi partecipa
Per rete locale dell'economia solidale si intende un rapporto organico, speciale, fra i vari soggetti dell'economia solidale locale. Fra questi soggetti rientrano:
 - le imprese dell'economia solidale e le loro associazioni;
 - i lavoratori dell'economia solidale e le loro associazioni;
 - i consumatori dei prodotti e servizi dell'economia solidale e le loro associazioni;
 - i risparmiatori-finanziatori delle imprese e delle iniziative dell'economia solidale e le loro associazioni o imprese;
 - le altre associazioni in sintonia con l'economia solidale (associazioni ecologiche locali, ecc.).

 Quali rapporti all'interno di una rete locale
Il rapporto che si instaura tra i vari soggetti partecipanti è di sostegno reciproco e di scambio economico, informativo e culturale. In particolare:
 - le imprese cercano di acquistare beni e servizi per la produzione, prioritariamente dalle altre aziende dell'economia solidale e cercano di vendere i loro beni e servizi, prioritariamente alle strutture di rivendita o di consumo dell'economia solidale;
 - i lavoratori si impegnano per il successo delle imprese dell'economia solidale;
 - i consumatori acquistano prioritariamente beni e servizi che provengono dalle imprese dell'economia solidale;
 - i risparmiatori-finanziatori e le loro strutture esecutive finanziano imprese e progetti dell'economia solidale;
 - le associazioni in sintonia diffondono la cultura dell'economia solidale;
 - insieme, tutti questi soggetti, fanno cultura e informazione sui temi e sulle azioni dell'economia solidale.
Naturalmente i soggetti dell'economia solidale potranno essere collegati non solo a livello locale, ma anche con esperienze analoghe di altri territori regionali e, per alcuni prodotti o campi di azione, con esperienze di economia solidale di altri paesi e continenti (reti settoriali).
L'insieme dei soggetti, delle reti locali e delle reti settoriali di economia solidale, collegati in vario modo fra di loro, costituiscono la potenziale rete italiana dell'economia solidale.
Su questo progetto Lilliput Nazionale sta lavorando in questi mesi per dargli una maggiore organicita' di proposta.
Ma.....

nel nostro territorio all'opposto vediamo ogni giorno di piu' crescere politiche di sviluppo che lo considerano e lo sfruttano come puro valore fondiario o immobiliare senza alcun rapporto di democrazia economica e partecipativa con le genti che in quel luogo ci abitano, con i loro bisogni  reali e loro priorita'.

E cosi nascono e si moltiplicano inceneritori e discariche , centrali termoelettriche e inquinamento delle falde.

Noi crediamo sia venuto il momento di invertire questa logica, nell'agricoltura come nella produzioni di beni, nei trasporti come nell'architettura. Occorre un'estetica ecologica nuova. Occorre un ritrovato equilibrio tra il consumo di risorse, l'intelligenza umana e l'attivita' organica della natura.

Occorre fermare la fame distruttiva dei poteri forti dell'economia a favore di una economia sostenibile che come diceva negli anni 70 l'economista Hagnes Heller, riparta dai reali bisogni degli uomini e delle donne che in quel territorio vivono e dal loro bisogno di felicita'.



RETE LILLIPUT
NODO LOMELLINO              Vigevano, gennaio 2003







 

 
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